Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: audreyny    13/07/2009    4 recensioni
La vita di Oscar e Andrè narrata per bocca dei due protagonisti; una carrellata dall'infanzia alla maturità, tratteggiando quelli che per me sono stati i punti salienti della loro storia individuale e della loro storia d'amore. Perchè Oscar e Andrè sono una persona sola e la loro è un'unica vita, narrata a due voci.
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho trentaquattro anni e finalmente sono in pace

Ho trentaquattro anni e finalmente sono in pace.

 

Dopo tanto cercare, dopo tante inquietudini, ho trovato il luogo a cui appartengo, ed in cui posso infine riposare, e mi sono resa conto di averlo sempre saputo, e che lui è sempre stato lì.

Bastava solo che allungassi una mano, che facessi un gesto, per poterlo raggiungere. Ma io non allungavo mai quella mano e non facevo mai quel gesto, prigioniera com’ero dei miei doveri verso mio padre, verso la famiglia Jarjayes, verso la mia Regina, cieca, intrappolata in centinaia di anni di convenzioni sociali, di ruoli precostituiti, di ipocrisie e di bugie.

Ma da stasera tutto cambierà.

Da stasera sono una donna in grado di scegliere per se stessa e sono una donna che sceglierà l’uomo che ama, che ha sempre amato, da quando riesce a ricordare, pur senza rendersene del tutto conto.

Intuendolo, forse sì, annusandolo, percependolo a livello inconscio e nascosto nel doppio fondo del cuore, ma senza mai avere il coraggio di gridarlo a voce alta, non tanto al mondo intero, che ne resterebbe inevitabilmente sconvolto e scandalizzato, senza capirlo mai, quanto a me stessa.

Io amo Andrè Grandier.

La semplice verità di queste quattro parole mi fa quasi paura, ma mi rende folle di felicità, inebriata come se fossi ubriaca, scevra da ogni inibizione che finora ha controllato i miei gesti, misurato le mie parole, frenato i mie sentimenti.

Da tanto, troppo tempo conservo dentro di me la potenza di questo sentimento che non è nuovo, non nasce questa sera, ma mi è cresciuto dentro piano, poco alla volta, da sempre, da quando avevo cinque anni e quel moccioso dagli occhi verdi mi è stato messo accanto da mio padre per diventare amico di suo figlio, unico gesto azzeccato che il generale Jarjayes abbia mai fatto nei miei confronti. Certo, lui non avrebbe mai immaginato, allora, ma nemmeno adesso, che quel gesto gli si sarebbe rivoltato contro in maniera tanto abnorme, tanto lontana da quelle che sono le sue idee e le sue profonde e radicate convinzioni.

Ma non mi importa, ormai non più. Non c’è niente che mi importi davvero come il rendere partecipe il mio Andrè di quello che sono finalmente stata capace di trovare dentro di me. Quello che era sempre stato lì senza che io avessi la capacità di vederlo.

Pochi giorni fa, durante l’attentato al principe di Spagna, quando i rivoltosi hanno fatto quasi saltare in aria un intero paese e molti dei suoi abitanti, talmente accecati dalla loro follia da non curarsi di uccidere anime innocenti pur di realizzarla, Alain, Andrè ed io siamo quasi morti anche noi nel tentativo di porre un freno a quel massacro.

Mi sono risvegliata accanto ad un fiume, minuti od ore dopo, non saprei dirlo, ed il mio Andrè era lì, accanto a me, ancora svenuto, che mi teneva la mano con pervicacia, per proteggermi, per salvarmi la vita, per non allontanarsi da me. E mi sono ricordata di un altro fiume, di un’altra volta in cui, esausti entrambi dopo una scazzottata da cui sarebbe dipeso l’intero corso della nostra vita, lui mi ha preso la mano stringendomela come a non volermi mai più lasciare andare via.

Lo stesso calore. La stessa sensazione di disarmante felicità, di assoluta sicurezza, certezza che solo rimanendo accanto a lui non mi sarebbe mai potuto accadere nulla di male. La stessa, unica impressione di “casa” che solo lui sa darmi, che solo accanto a lui ho provato.

Ora come allora.

Ed infine stasera. Questa serata assurda e irreale, in cui mio padre ha levato la sua spada contro di me, pronto a spargere il suo stesso sangue per lavare quella che lui riteneva un’onta da non potersi cancellare in altro modo, perché io ho difeso i miei soldati, ho spalleggiato i miei uomini contro un preciso ordine del re e queste sono offese che si pagano con la vita.

Povero padre, non avete mai capito, non avete mai accettato il fatto che il mondo possa cambiare, non avete mai nemmeno pensato di cambiare con esso. Ma adesso sta succedendo sotto il vostro naso, la ruota è già in moto e voi non potete fare nulla per fermarla, nemmeno uccidere me servirà a qualcosa.

Ma questa non è solo la vostra serata di follia, padre, no, questa è la sera in cui il mio Andrè, il mio amore, il servo, l’attendente, il soldato, l’uomo che silenziosamente ha seguito i miei passi per tutta una vita si è fatto avanti per difendermi o per morire con me. Per morire prima di me, perché, come ha detto lui stesso, non avrebbe potuto sopportare di vedere uccisa davanti ai suoi occhi la donna che ama.

Lui mi ama ancora.

Andrè mi ama ancora nonostante tutto, nonostante il tempo che è passato ed ha giocato il tutto per tutto per dividerci, nonostante i miei stupidi dubbi, le mie ingiustificate paure, nonostante il mio comportamento che è stato tutto meno che incoraggiante in questi anni, perché di coraggio avrei avuto bisogno io prima di tutto, eppure, nonostante tutto questo, lui mi ama ancora.

Il mio cuore di donna non ha mai saputo che cosa volesse dire essere completamente appagato, fino ad ora. Ed ora che lo è, anche il mio corpo sente la medesima urgenza, bisogno impellente di sentire le sue mani, desideri inconfessabili che fino a ieri mi avrebbero fatto arrossire e vergognare, ma invece ora no, mi sembrano così naturali, così ovvi e normali.

Io lo amo e quindi lo voglio, voglio che sia mio, sentire le sue mani, le sue labbra, la sua lingua e scoprire finalmente, per la prima volta, da donna adulta, che cosa significhi annegare totalmente in un’altra persona.

Il messaggero della Regina è arrivato sotto la pioggia scrosciante, appena in tempo per impedire che si compisse l’irreparabile, a porre fine a quella situazione parossistica creatasi per la cecità di un uomo, che di certo non era quello con la vista compromessa in quella stanza, per il troppo amore di un altro e per la mia pochezza e lentezza nel riconoscere le cose.

Non ho mai creduto che si potesse morire per troppa felicità ed avrei trovato assai disdicevole farlo succedere proprio adesso, ora che ho finalmente qualcosa di importante da dire al mio Andrè.

Ora che finalmente mi sono liberata da secoli di zavorra e posso vivere con lui, che, inspiegabilmente, sorprendentemente mi vuole ancora.

Vivere, questo è adesso l’imperativo categorico.

Vivere non mi fa più paura, ed è questo il motivo per cui per la prima volta nella mia vita temo la morte.

Vivere per amarlo. Vivere per renderlo felice. Vivere per dargli tutto ciò che lui ha dato a me.

Vivere con lui, di lui, per lui.

Vivere.

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: audreyny