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Autore: anny46    15/10/2018    0 recensioni
Questa storia parla del primo incontro tra Vegeta e Bulma dopo la minaccia di Freezer.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Freezer, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Questa è una fanfiction che parla dell’amore tra Bulma e Vegeta, e come avrei voluto che si svolgesse. Ho cambiato un po’ la cronologia degli eventi in modo da incastrare il tutto. Noterete la quasi totale assenza di dialoghi, poiché ho immaginato Vegeta per quel simpatico Saiyan che è: poche parole e molti fatti XD. L’ho scritta di getto per cui potrebbero esserci ripetizioni, spero possiate perdonarmi in tal senso. Trovo estremamente magico il mondo delle fanfiction per come ti permette di trattare i personaggi e trasporli in una realtà a noi congeniale; purtroppo è solo la mia terza storia a causa di mancanza di fantasia =). Spero che la troviate divertente almeno quanto è stata bella per me da scrivere.
Annamaria

 
***
 
Flash. Luce. Colpi assordanti.
L’uomo era sdraiato a faccia in giù e osservava il combattimento con la coda dell’occhio. Goku cercava in tutti i modi di uccidere Freezer, ma aveva capito che l’unico modo era trattenerlo su Namecc il più possibile, affinché il pianeta, esplodendo, potesse eliminarlo. Ciò significava sacrificare la propria vita, ed era una cosa che aveva accettato ancora prima di cominciare il combattimento.
Vegeta li osservava mentre la vita lo stava ormai abbandonando; i suoi profondi occhi neri diventavano via via sempre più vacui, mentre capiva che nessuno sarebbe mai andato via vivo da quel pianeta. Ciò che non sapeva è che un’altra persona lo stava osservando decidendo sul da farsi. Bulma era nascosta dietro ad una roccia e guardava il Saiyan esalare gli ultimi respiri. Nonostante la paura folle, la sua profonda umanità le suggeriva che Vegeta andasse salvato o comunque riportato in vita in seguito, poiché percepiva del buono persino in lui: era solo da trovare.
Mentre il combattimento imperversava, Bulma corse da lui, si chinò e lo tenne per mano guardandolo negli occhi. Vegeta vide mare, innocenza e pietà e spirò sereno. Bulma vide una lacrima, una sola, scendere e venire assorbita dal terreno. La donna decise quindi di farsi aiutare, e trasportò il corpo sulla navicella con rotta Terra. Goku percepì che i suoi amici si trovavano al sicuro e decise di dare una mano al pianeta ad esplodere. Lanciò una Kamehameha potentissima verso lo stesso. Vide la luce, sentì un crack potentissimo e osservò la navicella allontanarsi mentre Namecc collassava. Goku sentì molto caldo e, quando venne lambito dalle fiamme, diresse il suo ultimo pensiero a Chichi. Pochi istanti dopo Goku, Namecc e Freezer non furono più.

***

I sopravvissuti fissarono allibiti la zona d’ombra venutasi a creare dove prima c’era Namecc. Nel silenzio, si sentivano solo il battito dei loro cuori e il suono sommesso del pianto. Lo sconforto era palpabile nell’aria; c’era solo una persona che nonostante tutto sperava. Bulma era rimasta in disparte con il cadavere martoriato di Vegeta e non aveva mai smesso di carezzarlo in volto. Tutti l’avevano presa per pazza quando disse di voler portare il corpo a bordo; solo dopo diverse proteste avevano deciso di aiutarla. Ora la osservavano struggersi per un assassino e ancora ne capivano il motivo. Bulma lo capiva, ma non riusciva a spiegarlo né a se stessa né agli altri, rimanendo semplicemente a terra, accanto a lui. Guardando il suo viso perfetto, gli diede un bacio salato sulle labbra.

***

Arrivarono sulla Terra dopo diversi giorni di viaggio e si accamparono nel giardino di casa Brief, dove evocarono il Drago. Namecciani e caduti in combattimento tornarono in vita, tranne Goku che volle stare nell’aldilà. Vegeta sentì una sensazione di pace e di morbido… Spalancò gli occhi all’improvviso. Morbido. Si chiese dove si trovasse, e vide a fianco a sé Bulma. Era addormentata su una poltroncina accanto al suo letto. Pensò di ricordarsi per qualche strano motivo il sapore di lei. Sentendosi osservata, aprì gli occhi e vide due carboni ardenti fissarla dal letto. Rabbrividì istantaneamente al pensiero di chi appartenessero quei pozzi neri; al tempo stesso pensava di aver fatto la cosa giusta. “Sei sveglio”-disse-“Sì. Perché mi trovo a casa tua e non sepolto da qualche parte?”-“Ti ho voluto io qui”-disse Bulma-“Pensavo ti avrebbe fatto piacere tornare in mezzo a persone conosciute”. “Tsk! Voi pappamolle?! E dovrebbe farmi piacere?”-“uno di noi PAPPAMOLLE, GOKU, ha dato la propria vita e a estirpato la minaccia. Il tutto mentre TU, PRINCIPE eri morto!”. Vegeta non diede a vedere quanto gli facesse male quella constatazione: lui, il Principe, aveva fallito dove l’inferiore Kakaroth aveva trionfato, sia pur pagandone il prezzo. Si alzò dal letto in silenzio e si diresse verso la finestra, da dove spiccò il volo. Vagò senza meta per chilometri e pensò al sapore di Bulma… Perché gli era così famigliare se non l’aveva mai sfiorata? I suoi istinti animali gli fecero percepire il suo odore anche sulle mani. Dunque, gliele aveva strette, e poi? L’aveva forse baciato? Abbracciato e forse sfiorato mentre lui era freddo? Perché avrebbe dovuto farlo? Tornò a casa Brief e vide la donna da lontano. La osservò parlare con le persone tornate in vita, dando attenzione ad ognuna di loro. Sembrava un angelo che si prende cura delle anime a lei affidate. Doveva aver fatto lo stesso con lui, forse mossa solo a pietà o forse in preda ad un sentimento che lui non poteva comprendere. Dopo averla osservata a lungo, decise di avvicinarsi e la vide illuminarsi in volto. Gli occhi di lei trattenevano a stento lacrime di gioia, mentre lui osservava l’emozione di sollievo che mai nessuno gli aveva riservato al ritorno delle sue guerre. Non aveva mai ricevuto amore e ora, un angelo lo stava guardando come se fosse la persona più importante in quel momento. Vegeta non sapeva come rompere la tensione: esordì dunque con una frase che i terrestri avevano sentito molte volte dall’amico Goku. “Ho fame”disse. Bulma lo guardò come fosse stato deficiente, e di fronte allo sconcerto di lui, scoppiò in una risata cristallina. Vegeta rimase impassibile, dentro di sé abbozzò tuttavia un sorriso e la seguì in casa dove lei gli servì un pasto sufficiente ad almeno una decina di persone. Dopo lo “spuntino”,decise di vedere il suo lavoro in laboratorio. Nella sua vita, aveva conosciuto diverse donne intelligenti, soprattutto tra le schiave che si rifugiavano nella furbizia per sopravvivere. Mai aveva però visto intelligenza unita a bellezza e bontà d’animo: la donna che aveva di fronte era straordinaria.
 
Bulma si sentiva nuda sentendo lo sguardo di Vegeta scorrerle sul corpo: mai un uomo l’aveva fatta sentire così desiderata. Lavorò ai suoi progetti per ore con la presenza silenziosa di lui in laboratorio, sentendosi a suo agio, anche se osservata in ogni minimo movimento. Dopo ore di lavoro, decise che per quel giorno, poteva essere abbastanza e guidò Vegeta di nuovo in cucina affinché potessero cenare. La casa era immersa nel silenzio, poiché i signori Brief avevano deciso di dormire insieme agli altri nella “tendopoli” allestita in giardino. Bulma poteva sentire il proprio respiro risuonare nella stanza, mentre l’uomo percepiva dei cambiamenti nell’aura della donna. A tratti appariva cristallina, come la sua risata, a tratti brillava come fosse stata d’oro a causa della soggezione che le incuteva. Senza rompere il silenzio, il Guerriero si avvicinò alla donna, e lei poté notare l’elegante passo felino di quell’assassino.  Quel dannato, ingrato, crudele e dannatamente irresistibile assassino. “V-Vegeta”, le chiuse la bocca con un bacio. Dapprima la donna tenne le labbra serrate, un po’ per lo shock, un po’ perché era intimorita: oltre a Vegeta, aveva baciato solo Yamcha, e lui non poteva competere nemmeno lontanamente con quel demone. La baciava fissandola negli occhi e vedendo le lacrime sospese sulle ciglia; lei li chiuse e finalmente la sua bocca sbocciò come una rosa. Le loro lingue cominciarono una danza aggressiva e famelica che accresceva il desiderio di entrambi, e culminò con un morso deciso da parte di lei. Bulma si staccò per osservarlo meglio ed imprimere ogni più piccolo dettaglio di quella bellezza perfetta che aveva di fronte a sé; gli mise le mani fra i capelli e, strattonandoli, si rituffò vogliosa sulle sue labbra. Vegeta lasciava che la donna lo accarezzasse come meglio credeva, avendo infatti capito che quell’angelo poteva essere una dea di seduzione, e lui la voleva vogliosa e SUA. Bulma cominciò a strusciarsi contro il corpo dell’uomo per saggiare la potenza di quell’essere, così dissimile eppure somigliante a Goku, se non fosse che l’amico si distingueva per innocenza: Vegeta era un animale, pericoloso, seducente ed estremamente sicuro della propria sessualità. La prese fra le braccia e, senza il minimo sforzo, la sollevò sempre guardandola negli occhi. Ripresero a baciarsi con foga, mentre lui si dirigeva verso la parete più vicina. Bulma era bagnata e pronta ad accoglierlo ma non sapeva come farglielo capire. Non sapeva che Vegeta aveva percepito la sua voglia fin dal primo bacio e, sentito l’odore di lei fattosi più intenso, non resistette più e cominciò a strapparle letteralmente i vestiti di dosso. Lei era talmente eccitata che non fece nulla per aiutarlo, continuava semplicemente a morderlo e a leccarlo senza alcuna vergogna. Non smise nemmeno quando lui infilò un dito nella sua femminilità. Vista l’eccitazione della donna, la ribaltò a terra e cominciò a risalire con la lingua la fonte di quell’odore che l’aveva fatto impazzire. Gli ansimi della donna risuonavano in corridoio, mentre lei stentava a credere che potessero esserci uomini che riuscissero a dare baci così intimi e selvaggi. Cominciarono a tremarle le gambe mentre lui la stuzzicava con la lingua e con le dita; venne sconvolta da un potente orgasmo. Vegeta dovette liberare la propria erezione e abbandonò la dolcezza che si era autoimposto, aprì le gambe della donna e, mentre la baciava, entrò. Lei spalancò gli occhi: aveva notato la dimensione di lui, ma accoglierlo si era rivelato più difficile del previsto, tanto che Vegeta stesso, stette fermo un momento affinché Bulma potesse abituarsi. Il fatto che lei fosse così stretta, mise seriamente in difficoltà l’autocontrollo del Saiyan che, a quel punto, avrebbe potuto rischiare di ferirla seriamente tanto era la sua voglia di spingere. Mordendosi il labbro per non scoppiare, cominciò la danza lentamente, con calma. I gemiti di lei non aiutavano, lui tuttavia riprese ben presto il controllo di sé e, aumentando gradualmente il tenore delle spinte, la fece nuovamente venire. Ormai Vegeta era allo stremo dalla voglia: continuando con un ritmo veloce, ma gestibile per un’umana, raggiunse anche lui l’apice del piacere e si accasciò su di lei. Bulma era stanchissima, aveva i capelli scompigliati e gli occhi lucidi; Vegeta la guardò come se l’avesse vista per la prima volta e vide che era davvero stupenda.
Avrebbe passato tutta la sua vita a proteggerla. Bulma non lo sapeva, ma lui l’aveva scelta come moglie.

***

Spazio profondo.
La Creatura non smetteva di camminare per la stanza… Perché non si svegliava? Qualcosa era forse andato storto? Guardò con rabbia i servi che lo circondavano, gelando il sangue nelle loro vene; nessuno aveva il coraggio di fiatare. Si volse quindi verso la vasca, come se il suo sguardo avesse potuto, in qualche modo, velocizzare il processo.
Buio. Freddo. Umido.
Aprì gli occhi e vide il liquido azzurrino in cui era immerso. Si trovava nella vasca di rianimazione, all’interno di una navicella. Un volto si avvicinò al vetro. Si guardarono. Re Cold sorrise al figlio.

 
  
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