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Autore: Cristina_chan1997    15/10/2018    0 recensioni
16! Harry e 18! Louis AU
Harry si è trasferito da poco nella sua nuova scuola a Doncaster e tutto quello che riesce a fare è continuare a pensare incessantemente sempre alla stessa cosa.
O meglio, persona.
Il ragazzo dagli occhi color oceano che ha rubato il cuore praticamente a mezza scuola ma che finirà per mostrare uno strano interesse solo per il ragazzo più giovane dai bellissimi boccoli color cioccolato.
(Una storia un po' cliché, ma neanche troppo.)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quella notte Harry dormì male e non fece altro che agitarsi nel letto, perseguitato dall’immagine degli occhi di Louis che lo penetravano con freddezza.
Talvolta il sogno terminava subito, altre volte si prolungava con immagini ancora più angoscianti di Louis che disgustato si avvicinava ad Harry solo per insultarlo e ripetergli quanto fosse un pallone gonfiato.
Un inutile ragazzo che non doveva neanche permettersi di credersi superiore a nessuno, per quanto banale ed insignificante era.
 
Harry soffriva spesso di incubi dovuti all’ansia.
Prima di ogni avvenimento importante, era solito ripetere nella sua testa più e più volte il momento tanto atteso.
E quasi tutte la volte la scena gli si presentava distorta e tormentosa.
 
La notte precedente all’inizio della scuola, Harry aveva sognato la sua entrata in aula ancora e ancora.
Un’ imbarazzante entrata che seguiva una clamorosa caduta, e tutte le risa dei compagni a seguire.
Era solito cadere spesso, era una persona parecchio goffa.
 
A dir la verità poi non ci fu nessuna caduta e il primo giorno filò liscio come l’olio, ma non era certo ciò che sua fervida immaginazione gli lasciò credere la notte prima.
 
Anche questa volta gli aspettava un avvenimento importante.
Avrebbe parlato per la prima volta faccia a faccia con Louis Tomlinson.
A dirla tutta, non doveva solo parlargli. 
Doveva addirittura farsi ricredere e dargli una buona impressione, così da sostituirne quella negativa che probabilmente si era già fatta di lui.
 
Il ragazzo continuava a contorcersi nel letto immaginandosi di essere respinto e maltrattato dal ragazzo più grande.
 
Louis sapeva davvero come farsi temere: se non gli piacevi o perdevi la sua fiducia, non ci pensava due volte a trattarti male.
 
C’erano sempre i ragazzi che volevano farsi notare dall’intera scuola facendosi grossi davanti a lui.
 
E il ragazzo di Doncaster sapeva benissimo come reagire e far loro rimettere i piedi per terra.
 
Ed Harry si immaginava proprio questo. 
Un Louis innervosito e pronto ad aggredirlo per farlo sentire piccolo piccolo.
 
“Guardatelo, il ragazzo nuovo si atteggia gia da superiore grazie ai suoi centimetri in più. Ti credi meglio degli altri, eh idiota?”
 
Harry aprì gli occhi di colpo.
 
Era tutto sudato e aveva una sete terribile.
La sveglia segnava le 4 di notte.
 
 
È assurdo che io debba agitarmi così...
 
Odiava avere incubi ed ingigantire i problemi, ma non riusciva ad evitarlo.
 
Bevve un bicchiere d’acqua e si risistemò nel letto. 
 
Domani devo semplicemente sedermi accanto a lui, parlargli e fargli capire che scherzavo. 
Deve capire che non mi credo migliore di nessuno e che non voglio che mi prenda in antipatia.
Magari potrei fare anche qualche battuta e provare a farlo ridere... 
Okay, sarà un disastro.
 
Harry non era bravo con le battute.
Tutti i suoi amici pregavano sempre di essere risparmiati dai suoi "terribili scherzi", come li chiamavano loro.
 
Figuriamoci se Louis riderebbe.
Poi proprio lui, che è capace di far ridere mezza scuola con un solo sguardo, ma che ride raramente per le battute altrui.
 
Chissà cosa chi vuole per strappargli una risata di gusto.
Non penso di aver mai visto nessuno divertirlo talmente tanto da farlo piegare in due dalle risate.
È sempre lui quello che diverte gli altri.
 
Harry guardò l’orologio e vide segnate le 4.40.
 
Devo dormire o domani avrò delle occhiaie talmente marcate da sembrare un morto.
 
E mostrarsi così a Louis era l’ultima cosa che voleva. 
 
Si rigirò nel letto e dopo qualche minuto si riaddormentò.
Continuò a fare sogni agitati.
 
*
 
Il mattino seguente, ovviamente, aveva delle occhiaie da far paura.
 
Andò il bagno e come prima cosa vide un informe ammasso di fitti boccoli che andavano in tutte le direzioni.
Pensò che forse avrebbe dovuto lasciarli esattamente così.
Perché almeno in quel modo i capelli gli coprivano totalmente il viso e le marcate occhiaie violacee sotto gli occhi.
 
<< Amore, c’è il tuo amico Niall alla porta. >> 
La madre di Harry urlò per farsi sentire.
 
<< Sì, ora esco dal bagno. >>
 
Non posso proprio tornare nel mio letto e ignorare qualsiasi interazione sociale, giusto?
 
Non gli andava proprio di affrontare la giornata che gli aspettava.
Era in un pessimo stato d’animo.
 
<< Ciao Haaaarry! >>
 
Non appena aprí la porta, vide Niall correre verso la cucina.
 
Harry si girò confuso e chiese << Ma dove corri? Guardami in faccia prima almeno. Hai dimenticato qualcosa che ti serve in cucina? >>
 
Sentì i passi di Niall fermarsi nell’altra stanza di colpo.
 
<< Eh? >> La voce di Niall aveva un punta di nervosismo.
 
<< Che cerchi? >> chiese Harry sempre più confuso.
 
<< No no, niente. Ehm volevo solo... Hai dei cereali? >>
 
Harry tirò un sospiro di sollievo. 
 
Niente di strano, il solito Niall.
 
<< Ah già, mi ero dimenticato che hai qualche problemino col cibo. >>
 
Niall era capace di alzare il morale ad Harry in qualsiasi situazione.
Dirigendosi in cucina, Harry non poté fare altro che nascondere un sorriso alla vista degli occhi del ragazzo dai capelli d’oro guardarlo con una finta aria innocente.
 
<< Non ho nessun problemino, semplicemente mi piace molto mangiare. >> disse Niall sulla difensiva, mentre continuava ad aprire i ripiani sopra il tavolo della cucina.
 
<< Tu piuttosto hai qualche problemino ai capelli. >>
 
Harry socchiuse gli occhi e lo guardò con una finta espressione d’odio.
 
<< Scherzo, stai bene.
Però mettiti la camicia verde a quadri dell’altra volta.
Ti stava un sacco bene, risalta il colore dei tuoi occhi. 
Faresti un figurone con Louis. >>
Niall stava già sorridendo più tranquillo, pronto a stuzzicare Harry anche alle sette della mattina.
 
<< Niall, se ti sente mia madre... >> Harry iniziò la frase ma Niall lo interruppe.
 
<> Il ragazzo Irlandese era già pronto a sentire che misera minaccia si sarebbe inventato questa volta il suo amico.
 
<< ...Ti rompo il campanello di casa. >>
 
<< Sempre peggio, incredibile. >>
 
<< Andiamocene. >>
Harry prese velocemente lo zaino dal tavolo e fece segno a Niall verso la porta.
 
<< Si ma mi porto i tuoi cereali a scuola. 
E vai a metterti la camicia che ti ho detto. >> 
 
<< Mi sta male. >>
La voce di Harry si fece più bassa e distolse lo sguardo dagli occhi indagatori di Niall.
 
Sapeva che Niall conosceva ogni sua insicurezza.
 
<< Il colore dei tuoi occhi è bellissimo e quella camicia ti sta divinamente.
E comunque il colore preferito di Louis è il verde. >>
 
<< Impossibile. >>
 
A Louis... tra tutti i colori, proprio il verde? Non ci credo.
 
<< E invece. 
Ora lascia qui lo zaino, sali a cambiarti e muoviti. >>
 
Harry obbedì controvoglia.
 
*
 
<< Ma hai dormito stanotte? >>
Liam era poggiato su una ringhiera, aveva aspettato i suoi due amici prima di entrare a scuola.
 
<< No. >> rispose secco Harry.
 
<< Ovviamente. >> disse Liam.
 
<< Ovviamente. >> ripetè Harry.
 
Niall accennò subito un sorriso per l’esilarante situazione che si stava già andando a creare.
 
<< Vabbè non voglio scuse, oggi pranziamo tutti insieme con Louis. >>
 
A quelle parole Harry sentì una stretta allo stomacò e pensò che no, non aveva alcuna voglia di mettersi in ridicolo in mensa e che avrebbe preferito sparire e basta. 
 
Evidentemente la sua espressione intendeva i suoi pensieri perché Liam lo ammonì 
<< Ah no, non ci pensare nemmeno. 
Ormai gliel’ho detto e ci presenteremo tutti insieme al suo tavolo. Non voglio che ci resti male. >>
 
Louis era talmente popolare da avere un “suo” tavolo.
 
Harry veniva sballottolato da un posto all’altro da tutti e ogni tanto non riusciva neanche a trovare posto e mangiava seduto a terra.
 
<< Figurati se resta male se non mi presento io.
Non conosce neanche il mio nome. >> disse Harry alzando gli occhi in segno di rassegnazione.
 
<< Appunto è l’occasione per presentarti a lui oggi. >>
 
Harry annuì ma si capiva che il suo gesto era tutt’altro che sincero.
 
<< Non ci credi neanche tu Liam. >>
Harry sapeva benissimo che sia Liam che Niall conoscevano già la reazione che Harry avrebbe avuto al tavolo: sarebbe rimasto muto senza dire una sola parola, da brava persona timida ed introversa qual era.
 
Già per lui aprirsi e sentirsi a suo agio con sconosciuti era una cosa rara, se poi considerava che doveva sedersi accanto al ragazzo per cui gli si fermava il battito cardiaco al solo pensiero, di certo la situazione non migliorava.
 
Liam poggiò una mano sulla spalla di Harry e gli disse << Andrà tutto bene, fidati di me. >>
 
Ed Harry, di nuovo, riuscì sinceramente a sorridere solo grazie alla compagnia dei due suoi amici.
Non sapeva cosa aveva fatto per meritarsi delle persone del genere nella sua vita.
Non si capacitava di come riuscissero a sopportare ogni sua paranoia e stranezza. 
 
<< Entriamo ora. >>
 
I tre ragazzi si diressero insieme verso l’ingresso. 
 
*
 
La campanella della pausa pranzo suonò come una congiura a morte. 
 
Harry aveva cercato di distrarsi per l’intera mattinata, cercando di evitare di pensare a cosa gli aspettava e magari tentando di concentrarsi sulla lezione, ma gli fu impossibile.
E ciò gli diede ancora più fastidio perché più andava avanti e meno riusciva a mettere la testa nello studio come era sempre stato solito fare.
 
L’acuto suono della campanella risuonava nelle sue orecchie come una tromba pronta ad inaugurare la sua rovina.
 
<< Il gran momento è arrivato. >>
Liam diede una gomitata ad Harry.
 
Harry pensò che non avrebbe mangiato nulla in mensa, perché aveva una leggera nausea. 
 
<< Portati lo zaino in mensa che poi dobbiamo velocemente correre in palestra e cambiarci. >> 
 
<< Ma scusa non abbiamo il tempo di tornare qui agli armadietti e prendere il cambio con calma? Devo proprio portarmi tutto lo zaino appresso anche in mensa? >>
 
<< Sì, perché sta volta la lezione inizia leggermente prima e il corridoio con gli armadietti è dall’altra parte della scuola; mentre la mensa e la palestra sono a due passi. Facciamo prima. >>
 
<< D’accordo d’accordo, come vuoi tu. >>
 
Fosse lo zaino il problema... 
Non è niente rispetto al peso che mi sento addosso se penso che tra cinque minuti passerò la mezz’ora più imbarazzante della mia vita.
 
*
 
Liam, Harry e Niall entrarono in mensa e la prima cosa che videro fu una gigantesca massa di ragazzi e ragazze che chiacchieravano rumorosamente.
La mensa era sempre un casino, e ad Harry non era mai piaciuta particolarmente perché stare in mezzo all’intera scuola lo metteva a disagio.
 
Presentandosi l’intera scuola tutta insieme, nell’ampia sala si raggruppavano le più varie tipologie di studenti.
 
Dai ragazzi che mangiavano silenziosamente da soli nell’angolo e non azzardavano una parola con nessuno, a quelli che si svaccavano sui tavoli con fare strafottente e parlavano con un tono decisamente poco composto.
 
Poi c’era IL tavolo.
 
Era posizionato esattamente al centro della sala ed era il più grande di tutti. 
Conteneva sei posti liberi, tre da un lato e tre dall’altro.
Anche se il numero effettivo di persone che si raggruppavano intorno al tavolo era sempre ben maggiore rispetto ai posti disponibili.
Ogni giorno si formava praticamente una folla di gente attorno, tutti i ragazzi più popolari passavano da lì almeno due o tre volte durante il pranzo per salutare e fare due chiacchiere con Louis e i suoi amici.
 
Louis era sempre seduto al centro, al secondo posto della fila tra un ragazzo dai capelli neri e uno dai capelli castani, un po’ robusto.
 
Il ragazzo dai capelli neri era uno tra i più desiderati e voluti della scuola.
I suoi capelli e occhi neri facevano innamorare tutte le studentesse e con la sua aurea da cattivo ragazzo, anche se forse in verità neanche lo era, riusciva ad attirare le compagne come fosse un modello famoso.
I tratti del suo volto erano ben marcati e simmetrici, era esteticamente molto gradevole e bello alla vista.
Harry si rese conto che sin dall’inizio della scuola non gli era mai capitato di vedere addosso a quel ragazzo un capello fuori posto. Era sempre impeccabile, non c’era un giorno in cui il suo aspetto peggiorasse di una virgola.
 
L’altro ragazzo era alto quanto Louis e portava dei corti capelli castani tenuti alti col gel.
Aveva un viso accomodante ed ispirava simpatia.
Da quello che Harry poté capire, il ragazzo in questione era un amico storico di Louis: si conoscevano dall’infanzia.
 
Il tavolo era sempre occupato da loro tre. 
I restanti tre posti liberi venivano usati da molta gente e quasi ogni giorno persone diverse facevano loro compagnia.
Louis conosceva l’intera scuola quindi c’erano sempre quelle cinque/sei persone che si dibattevano per sedersi al tavolo e passare l’ora di pranzo con lui.
 
Harry si chiese se anche lui, Liam e Niall avrebbero dovuto fare a gomitate con altre persone per sedersi su quei venerati posti a sedere.
 
Anche quel giorno Harry notò la stessa disposizione di sempre e non poté fare altro che bloccarsi per un momento alla porta d’ingresso della mensa alla vista del ragazzo dagli occhi color oceano.
 
Indossava una maglietta sbracciata a giro maniche nera, che lasciava vedere i suoi forti e ben delineati muscoli delle braccia.
La sua pelle era chiara ma leggermente tendente al color caramello: sembrava delicatamente abbronzato, anche se quello in verità era il suo colore naturale.
Portava il ciuffo sulla fronte, che gli copriva lievemente le sopracciglia. 
I suoi capelli era più chiari di quelli di Harry ed erano molto lisci e definiti. 
L’esatto opposto di quelli del ragazzo più giovane in quel momento: in confronto a Louis, Harry sembrava portare una piccola giungla in miniatura in testa.
 
Il ragazzo dagli occhi verdi non poté far altro che pensare a quanto Louis fosse... delicato.
Tutto di lui era delicato: i suoi capelli dalle sfumature d’oro, le sue folte ciglia, i suoi occhi chiari, i suoi dolcissimi e aggraziati tratti, il suo fine ed esile fisico.
 
L’armoniosa e perfetta combinazione dei suoi lineamenti maschili, con quelli un po’ più femminei, lo rendeva di una bellezza celestiale. 
Harry pensò seriamente che sembrasse un angelo.
 
Restò impalato immobile all’entrata finché Liam non gli disse << Evita di fissarlo per minuti interi con quel sorriso perso e quell’espressione di assoluta adorazione, è un po’ angosciante. >> 
 
Harry arrossì fino a sentire le guance avvampare.
Non si era neanche reso conto di avere quell’espressione addosso.
Non lo faceva di proposito: avrebbe potuto passare ore a fissare Louis e si sarebbe dimenticato persino il luogo in cui si trovava al momento. 
 
 
Louis notò Liam a qualche metro di distanza e gli fece un largo sorriso.
Subito dopo gli fa cenno di avvicinarsi.
 
Liam iniziò a camminare verso il tavolo ed Harry temette di star impazzendo perché il petto gli faceva un gran male e la stanza girava tutta.
Liam e Niall erano ormai a quasi un metro di distanza da Harry quando si girarono per controllare come mai il loro amico non li stesse seguendo.
 
<< Harry, respira. >>
 
Il viso di Liam non era mai stato così intensamente rassicurante e la sua calma voce arrivò alle orecchie di Harry come un soffio.
Il suono di quelle parole lo aiutarono a tornare in controllo della situazione e a riprendere l’equilibrio.
 
<< Va tutto bene, fidati di me. >>
 
Sia Niall che Liam gli stavano sorridendo calorosamente ed Harry si tranquillizzò.
 
Continuava a non capire cosa avesse fatto per meritarsi degli amici del genere.
 
<< Oi, ooi. >> 
La morbida voce di Louis risuonò per la sala e Liam si girò facendo un cenno al ragazzo per fargli capire che stava arrivando. 
 
I tre ragazzi arrivarono al tavolo e dopo qualche momento di tentennamento Niall e Liam si sedettero in modo tale che al centro ci fosse Harry.
Così che potesse trovarsi esattamente di fronte a Louis.
 
 
Mi rimangio tutto, vi odio ragazzi.
  
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