Viktor, un ragazzo dalla vita disturbata e con mille complessi, parla al suo terapista, esponendogli gli innumerevoli problemi creati dalla sua mente, la quale lo porta a perdere totalmente il controllo della sua esistenza. Una perdita di controllo che è quasi orgasmica, tanto eccessiva da essere eccitante, tanto folle da essere magica, tanto sbagliata da essere dolcissima e necessaria. In questo clima onirico e surreale, quasi lo psichiatra stesso fosse prodotto della sua stessa mente, parla di tutte le cose orribili che ama fare a se stesso, alla sua vita. È coinvolto in un violento processo di autodistruzione che ama: ama devastare ogni cosa bella che esiste in lui, nella sua vita, nel suo mondo.