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Autore: AngelDown_95    17/10/2018    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Harry Potter avesse scoperto di avere ancora una parente in vita? La sua storia sarebbe andata diversamente?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Quando aveva scoperto di aspettare un bambino, Victoria aveva provato una sensazione di paura e gioia allo stesso tempo. Lo aveva comunicato al suo compagno di vita con un tremore nella voce, come se temesse la sua reazione. Invece lui stesso era stato felicissimo della notizia, in men che non si dica avevano preparato la cameretta, anche con i pochi soldi di cui disponevano. Nessuno dei due aveva famiglia. Lei aveva perso i genitori quando era molto piccola, il suo compagno, Alexander, era scappato da casa sua quando era adolescente e non aveva mai più avuto contatti con i genitori e con il fratello. Erano soli al mondo, ma si bastavano l'un l'altro. 
La bambina nacque in una tiepida giornata di primavera, in una di quelle in cui puoi percepire nell'aria l'odore della pioggia, ma anche dell'estate ormai alle porte. Non emise un lamento, nè un vagito. Quando il papà se la ritrovò tra le braccia, la bimba lo guardò con gli occhioni verdi e poi li chiuse, addormentandosi tranquilla. Nessuno all'ospedale aveva mai visto una scena simile. Decisero di chiamarla Beatrix, come la mamma di Victoria. Beatrix Potter.

La amavano, quanto la amavano. Era diventata il centro del loro mondo, Alexander tornava a casa la sera dopo una dura giornata al lavoro soltanto per stare con lei e con la compagna, nel tiepido tepore della loro casetta modesta nella periferia londinese. Non avevano molto, ma avevano l'amore e questo bastava.
Tuttavia, la bambina crescendo presentava dei comportamenti strani. Talvolta succedevano strane cose, oggetti che si muovevano da soli, capelli che crescevano a vista d'occhio anche se tagliati il giorno prima. Una pianta nella cameretta di Beatrix, che da piccolo germoglio in una notte era cresciuta fino a produrre frutti. I due genitori non davano peso a questi eventi, anche se molte volte Victoria aveva sopreso l'amato a guardare la bimba preoccupato.
E quando Beatrix ebbe poco più di un anno, successe. Era una sera tranquilla, tutti  e tre seduti sul divano a sorseggiare il thè e a giocare insieme. Beatrix insisteva per giocare con un piccolo coltellino del papà, che lui si affrettò a levarle prima che potesse farsi male. La bambina iniziò a piagnucolare, con i soliti capricci tipici della sua età. Ma quella volta successe qualcosa di diverso. Beatrix allungò una mano, e all'improvviso le tende presero fuoco. Dopo le tende, fu la volta del tavolo, del divano, finchè tutto il salotto non fu in fiamme. 
I due genitori presi dal panico, afferrarono la bambina, e cercarono di farsi strada nonostante le fiamme. Quando Victoria fu per strada, con la bimba in braccio, si girò a guardare la loro piccola casetta, comprata con così tanti sacrifici, andare in fumo. Con gli occhi cercò il marito, e con un brivido si accorse che lui non c'era. Con orrore si ricordò che lui si trovava dietro di lei quando aveva afferrato la bambina. E capì che non l'avrebbe più ritrovato.

Passarono le settimane, la mancanza del papà e del compagno si fece sentire. Victoria riuscì ad ottenere un sussidio che le permise di abitare in un piccolo appartamento, ma la verità era che non aveva più voglia di vivere. Senza di lui, senza il suo pilastro, nulla aveva senso. Guardava con orrore la bambina, incolpandola di ciò che era successo. Quella creatura aveva qualcosa di spaventoso dentro di sè, anche quando giocava tranquilla, poteva intravedere una strana luce nei suoi occhi. E così prese la decisione, forse dettata dalla disperazione, dalla solitudine e dalla paura. 
Una notte d'estate, aspettò che la bimba si addormentasse, poi la mise in una piccola culla e si avventurò nella notte fresca. 
La lasciò sulle scale dell'orfanotrofio, con il cuore gonfio di tristezza, ma per lei era troppo. Tutto era troppo. La morte dell'amato, quella bambina così strana. Non ce la faceva.

La bimba dormiva tranquilla, Victoria l'accarezzò ancora una volta sulla guancia e poi sparì nella notte.
Quando la mattina l'impiegata dell'orfanotrofio aprì il portone, si trovò davanti la bimba ancora addormentata, forse un pò infreddolita. Sulla sua culla c'era un biglietto: "Beatrix Potter". La donna la prese tra le braccia e la portò dentro, chiudendo il pesante portone dietro di sè,
   
 
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