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Autore: guimug    13/07/2009    0 recensioni
E' passato un anno dalla fine della guerra e la pace sembra tornata alla fattoria Betulla bianca, ma è la quiete prima della tempesta!!
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2

 

 

 

L'astronave, simile ad un gigantesco cuneo, si avvicinava lentamente alla faccia nascosta della luna protetta dallo schermo di dissimulazione che la rendeva invisibile ai radar dei satelliti di difesa terrestri; dal ponte di comando due occhi ansiosi scrutavano il satellite alla ricerca di qualcosa, qualcosa che aveva la massima importanza.

"Generale Phobos, siamo in vista del punto XK!"

"Molto bene navigatore", rispose l'ufficiale "riduca la velocità e si porti sulla verticale esatta, hangar preparate la mia navetta per la discesa!"

 

La nave spaziale si fermò sull'oscura superficie della luna e dal suo ventre un piccolo disco uscì dirigendosi verso un punto ben preciso, giunto a pochi metri dal suolo la navetta accese i fari e cominciò a sciabolare l'arida superficie lunare fino ad illuminare un grosso cratere dal quale emergevano diverse rovine.

"Ecco i resti della base generale, devo lasciarla in un punto particolare?" "Si pilota, portati dove c'era la centrale comando….se quello che cerco è ancora lì lo troverò!"

La navetta si portò a ridosso dei resti della torre più grossa che una volta spiegava i suoi grandi ombrelli-hangar per accogliere le astronavi ed ora era ridotta ad un moncone sgretolato.

"Azionate il raggio vettore!"

Dalla navetta scaturì una specie di tubo luminoso composto da pura energia attraverso il quale il generale Phobos scese sulla superficie lunare "State pronti a raccogliermi quando darò il segnale!"

"Agli ordini generale!"

 

Non fu difficile penetrare in quel che restava della base avanzata di Vega, le mura presentavano numerosi squarci ove le bombe di autodistruzione azionate da Re Vega in persona prima dell'ultimo disperato attacco contro la terra avevano compiuto la loro opera; Phobos si inoltrò per i corridoi sventrati e le sale controllo distrutte scavalcando mucchi di macerie fino a raggiungere un enorme portellone corazzato che sembrava aver resistito alla furia delle esplosioni.

Il generale si tolse dal collo una specie di medaglione a quattro punte, l'emblema reale di Vega, e lo inserì in un incavo della porta; subito una piccola consolle uscì da una feritoia del portone, Phobos digitò velocemente una password ed il portone, seppur con una certa difficoltà, si aprì.

 

All'interno vi era una piccola stanza all'apparenza insignificante, con al centro una specie di cilindro metallico collegato ad un computer ormai inservibile, Phobos abbozzò un sorriso, non si era sbagliato!!

Velocemente si avvicinò al cilindro e lo staccò dalla sua sede, quindi tornò all'esterno e chiamò la sua navetta perché lo venisse a prendere.

Mentre ritornavano alla nave madre il pilota osò chiedere "Generale, cosa siamo venuti a fare qui?".

Phobos rispose "Questo cilindro contiene la chiave per prenderci la riscossa sugli odiati terrestri, qui sono contenuti i codici sorgente per creare i mostri di Vega ed ora che Goldrake non è più lì a difenderli per gli abitanti della terra non ci sarà scampo.

Io, Generale Phobos, realizzerò il sogno del nostro amato sovrano e saprò vendicare la sua morte!!!

Ponte, fate subito preparare la camera genetica, cominceremo subito a creare il mostro più potente che si sia mai visto……presto sulla terra si accorgeranno che Vega non è morto ah ah ah ah ah ah ah ah ah!!!!!!!!!!!"

 

 

 

3

 

 

 

"Harada, tutto in ordine?"

"Nulla da segnalare Dott. Procton, nessuna attività spaziale"

Era il solito scambio di battute che puntualmente si ripeteva ogni giorno quando il Dott. Procton entrava nella sala controllo dell'istituto di ricerca che per tanto tempo era stato la base di difesa contro gli attacchi dallo spazio e che ora era tornato al suo ruolo originario di base scientifica per lo studio dei misteri del cosmo.

"Ormai i radar sono diventati degli oggetti superflui caro professore, quasi non mi dispiacerebbe che un disco volante ci facesse una visita, così, per rompere la monotonia"

"Non lo dica nemmeno per scherzo Harada, il ricordo della guerra è ancora troppo recente perché noi si possa voltare pagina completamente, molte città sono ancora da ricostruire e la gente comincia solo adesso a tornare ad una vita normale, per questo è così importante la celebrazione dell'anniversario di sabato prossimo"

"Andrà alla festa alla fattoria?"

"Certamente, Rigel e la sua famiglia meritano che noi si trascorra questa ricorrenza assieme a loro dopo tutto il sostegno che ci hanno dato e poi preferisco la compagnia dei veri amici ai discorsi altisonanti di qualche politico che cercherà di prendersi meriti che non gli competono"

"Già, lei non ha mai amato i politici, soprattutto dopo quell'incidente alla conferenza di Ginevra quando boicottarono il suo sistema di satelliti di difesa…….però c'è da dire che la colpa fu soprattutto dell'inaspettato attacco di Vega"

"Certo, però anche dopo aver toccato con mano l'orrore della ferocia di Vega non si convinsero, va beh, lasciamo da parte questi discorsi sterili e dedichiamoci al nostro lavoro; a che punto siamo con l'induttore di particelle subspaziali?"

Harada digitò alcuni comandi su una tastiera e sul grande schermo apparve l'immagine di un vasto locale ingombro di macchinari e di tecnici in camice bianco che si affaccendavano intorno ad un gigantesco generatore.

"Ormai stanno ultimando gli ultimi controlli, se tutto va bene per la festa potremo fare una sorpresa a tutti realizzando il primo collegamento subspaziale con la stella Fleed!"

Procton osservò lo schermo, finalmente avrebbe potuto risentire la voce di Actarus……..Actarus che lui raccolse ferito tanti anni prima e che aveva imparato ad amare come se fosse suo figlio, che meraviglia sentirsi chiamare di nuovo "padre".

 

Mentre nella sala del generatore i tecnici continuavano a collegare circuiti in un'altra sala non meno imponente ma collocata su di un'astronave in orbita attorno alla luna altri scienziati erano intenti in un non meno febbrile lavoro.

"E' pronta la camera di clonazione?"

"Si generale Phobos, manca solo la matrice originaria e poi potremo collegarla al cilindro prelevato sulla base"

"Bene, ora vi consegnerò la matrice"

Phobos uscì dalla stanza e si recò nel suo alloggio, qui aprì una cassaforte ed estrasse un astuccio in metallo e vetro al cui interno era contenuta una fiala piena di un liquido verdastro.

"Grande Re Vega, questa fiala del vostro sangue ci darà la vittoria!!!"

Estrasse la fiala dall'astuccio e la portò nel laboratorio ove un tecnico, tremando per la riverenza e l'emozione, la prese in consegna ponendola su un alloggiamento all'interno della camera di clonazione.

"Possiamo dare il via all'operazione ad un suo comando generale!"

"Procedete pure!!" fu la risposta di Phobos.

Il tecnico abbassò una serie di interruttori e dall'altissimo soffitto della stanza scesero due proiettori che si posizionarono sopra il supporto della fiala.

"Iniziare sequenza primaria!" ordinò il tecnico ed a quel comando una squadra di operatori cominciò a far scattare leve ed interruttori.

Subito dai proiettori cominciarono a scaturire due abbaglianti raggi di luce verde che si unirono poco al di sopra della preziosa reliquia creando una sorta di cupola che si ingrandiva lentamente al pari del sangue contenuto nella fiala che, dopo averla spezzata, si era trasformato in una sorta di bolla protoplasmatica in continua crescita.

"Aprire il circuito dei codici-sorgente!"

"Si generale!!"

Il circuito che collegava i proiettori al cilindro fu azionato e la luce cambiò da verde ad azzurra con scariche simili a fulmini.

"Quanto tempo ci vorrà perché l'operazione sia completa?"

"Alcune ore generale, la chiameremo quando sarà tutto pronto"

"Mi troverete nei miei alloggi" e girando sui tacchi si allontanò a grandi passi.

 

 

  
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