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Autore: Una_Ragazza_Qualunque    21/10/2018    0 recensioni
Fan fiction basata sull'AU di Liah      (Sheith)
Per capire meglio la storia è consigliato vedere prima l'opera dell'artista (link all'interno)
Grazie ancora per avermi dato il permesso.
"Perso nei suoi pensieri, Shiro non si accorse della presenza di un'altra figura e gli sbatté contro facendo cadere i documenti che teneva in mano.
Mortificato, Shiro gli osservò toccare terra cominciando a scusarsi freneticamente.
Senza aver visto chi fosse l'individuo con cui si fosse scontrato, iniziò a raccogliere i fogli velocemente senza mai alzare lo sguardo verso l'altro.
"Hai bisogno di una mano?"
Solo quando Shiro sentì chiedere, con una voce che non riconobbe, alzò finalmente lo sguardo.
L'intento di Shiro era quello di accettare l'aiuto, ma quando vide chi era l'altra figura le parole gli morirono in gola."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kogane Keith, Takashi Shirogane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Breve one-shot basata sull'AU e arte di Liah , puoi vederlo qui (anche su Twitter ) , grazie mille per avermi dato il permesso di scrivere questa piccola scenetta, spero ti piaccia!






L'alleanza del domani


* * *



Shiro camminava lungo il corridoio che l'avrebbe portato in biblioteca, emozionato, a grandi passi ancora incredulo del grande progresso e svolta raggiunto dall'umanità.
Qualche anno fa, quando era entrato alla Garrison, non si sarebbe mai aspettato di assistere ad uno dei più straordinari eventi negli ultimi anni. Di essere presente il giorno in cui si era stabilita un'alleanza tra umani e alieni.
Matt era riuscito a realizzare il suo sogno. Sì, non era stato il primo essere umano a parlare con un alieno, ma era riuscito ad incontrarli e ad avere una conversazione con loro.
Vedere Matt così emozionato, emozionava anche lui.
Shiro ricordava ancora il giorno in cui la notizia passò finalmente sui notiziari. Era insieme a Matt e per poco, Shiro poté giurare, non svenne urlando dalla felicità.
La realizzazione del sogno di Matt faceva sperare a Shiro che, forse, avrebbe potuto realizzare anche il suo.
Il sogno di Shiro era più semplice. Amava lo spazio ed esplorarlo era la cosa che desiderava di più al mondo.
La tecnologia umana aveva fatto passi da gigante negli ultimi anni, ma non abbastanza da esplorare lo spazio in poco tempo. Una parte di Shiro sperava che, oltre a questa alleanza di pace, potessero nascere dei vantaggi. Avrebbero potuto scambiarsi informazioni, studiare insieme. Il solo pensiero fece sussultare il cuore di Shiro dall'emozione e non riuscì a fermare un sorriso già formatosi sulle sue labbra.
Sognava il giorno in cui avrebbe lasciato la Terra ed esplorato lo spazio, per davvero e non con quelle stupide e ormai noiose simulazioni che conosceva a memoria.
Shiro era un ottimo pilota, nessuno riusciva a battere i suoi record ma in confronto allo spazio aperto, a tutto ciò che ancora non sapevano, Shiro si sentiva piccolo e a lui non dispiaceva affatto.
Sapeva che mai nessuna simulazione, nessun record, gli avrebbe mai dato l'emozione che avrebbe potuto dargli l'esplorare l'immenso Universo.
Perso nei suoi pensieri, Shiro non si accorse della presenza di un'altra figura e gli sbatté contro facendo cadere i documenti che teneva in mano.
Mortificato, Shiro gli osservò toccare terra cominciando a scusarsi freneticamente.
Senza aver visto chi fosse l'individuo con cui si fosse scontrato, iniziò a raccogliere i fogli velocemente senza mai alzare lo sguardo verso l'altro.
   << Hai bisogno di una mano? >>
Solo quando Shiro sentì chiedere, con una voce che non riconobbe, alzò finalmente lo sguardo.
L'intento di Shiro era quello di accettare l'aiuto, ma quando vide chi era l'altra figura le parole gli morirono in gola.
A pochi centimetri da lui, infatti, vi era un alieno Galra che lo fissava con un sopracciglio inarcato, incuriosito dal suo comportamento.
Aveva i capelli, lunghi fino al collo e bianchi come la neve, che gli ricadevano in avanti e sul viso a causa della testa china ad osservarlo dall'alto nonostante di fosse accucciato per guardarlo in viso. La pelle lilla, tipica dei Galra, chiara metteva in risalto dei segni più scuri che partivano da dietro il collo per poi finire sulle guance con la punta rivolta a pochi centimetri dagli occhi.
Gli occhi, viola, lo penetravano come alla ricerca di qualcosa facendo intuire a Shiro di essere studiato con curiosità ma anche divertimento quando notò l'angolo della bocca dell'altro alzarsi.
Notando il suo abbigliamento, Shiro capì che doveva essere un soldato. Indossava un'armatura rinforzata solo nella parte superiore del corpo, nei pettorali e nelle braccia, la parte inferiore invece ne era sprovvista lasciando così liberi i movimenti, fasciando il suo corpo perfettamente.
Era la prima volta che ne vedeva uno, di alieno, non essendo ancora di sua competenza ed era bellissimo.
Shiro arrossì violentemente per l'improvviso pensiero, imbarazzato da quel strano silenzio creatosi nell'attesa di una sua risposta.
Afferrò di fretta tutti i fogli che il suo sguardo catturava, farfugliando frasi senza senso.
Lanciando un'ultima occhiata fugace, si accorse che l'altro aveva cambiato totalmente espressione e il divertimento sul suo viso aveva lasciato spazio alla confusione.
Shiro, una volta terminato di raccogliere tutti i documenti, si alzò di scatto ancora rosso in viso.
   << No, io- io. Non serve, grazie. Mi dispiace. >> Quasi urlò Shiro nel panico per poi voltarsi e sparire dietro l'angolo, lasciando il Galra ancora incerto su cosa fosse accaduto.






Giornata di esercitazioni. La preferita di Shiro.
Eppure, quella mattina, non riusciva minimamente a concentrarsi.
La sua mente continuava ad essere occupata dalla figura di quel Galra, bella ed in qualche modo misteriosa.
Sapeva che non poteva andare avanti così. Ogni volta che chiudeva gli occhi la rivedeva, tormentandolo per tutto l'arco della giornata. Doveva distrarsi.
Shiro, sperando di trovare ancora una volta sollievo nelle stelle, attese che tutti si fossero ritirati nelle proprie camere. Ignorando il coprifuoco sgattaiolò fuori dalla Garrison in silenzio, cercando di fare meno rumore possibile per evitare di svegliare gli altri.
Non appena varcò la soglia dell'ultima porta, si accorse che qualcun altro aveva avuto la sua stessa idea.
Si avvicinò piano per cercare di capire chi fosse la persona appoggiata su un veicolo con la testa rivolta verso l'alto.
Quando però, una volta a pochi passi da essa, si accorse che si trattava proprio di colui che da giorni aveva tormentato i suoi pensieri, si arrestò di colpo.
Indietreggiando, sperando di non essere visto, cercò di allontanarsi il più possibile senza però mai distaccare lo sguardo da lui.
Non vedendo dove si stava dirigendo, non si accorse che vi era un veicolo dietro di lui e andò a sbattere contro di esso facendo risuonare per tutto il parcheggio l'allarme, attivatosi una volta sfiorato.
Il Galra si girò verso di lui attirato dal suono fastidioso, come probabilmente gran parte delle persone all'interno dell'edificio.
Quando si accorse che si trattava di lui, l'alieno si scostò dal veicolo avvicinandosi mentre lo guardava con un'espressione che Shiro non seppe decifrare appieno ma che riuscì a mortificarlo per tutto il rumore causato da lui.
Una volta a pochi passi gli afferrò il braccio e, con un'espressione corrucciata, lo trascinò in un angolo mentre nel frattempo Shiro continuava a scusarsi.
Shiro si stupì nel vedere una moto nascosta nell'ombra. Era malridotta ma la vernice rossa era ancora ben visibile.
Prima che Shiro potesse chiedere come faceva a sapere che ce ne fosse una lì, l'altro era già salito in moto accendendo il motore. Si girò verso di lui lanciandogli un'occhiata come per aspettarlo. << Vuoi salire o vuoi farci beccare entrambi? >> Chiese mentre in lontananza si poteva già sentire delle voci.
Shiro non se lo fece ripetere due volte. Salì e si sedette dietro di lui mentre chiedeva dove fossero diretti. L'altro gli mostrò un sorrisetto sornione. << Lontano da qui. >>
Senza aggiungere altro partì a gran velocità, allontanandosi in poco tempo dalla Garrison e Shiro dovette cingergli i fianchi per evitare di cadere.
Arrossì quando si rese conto del gesto compiuto d'istinto eppure non trovò la forza di distaccarsi da lui.
Quando Shiro si abituò alla velocità, trovò il giro in moto piuttosto piacevole. Sentire il vento tra i capelli e sul corpo era, in un certo senso, liberatorio.
Lo spegnersi del motore riportò Shiro alla realtà mentre osservava l'altro scendere dalla moto. Ancora in imbarazzo, Shiro lo imitò ma quando i loro sguardi si incontrarono non riuscì a proferire parola. Continuava a fissarlo senza dire nulla e nella confusione Shiro disse la prima cosa che gli venne in mente.
   << L'hai rubata? >> Chiese indicando la moto.
   << Cosa? No! >> Si affrettò a rispondere l'altro. << È un regalo di mio padre prima che io- >> Si fermò all'improvviso. << Perché ti sto dicendo questo? >> Sospirò girandosi da tutt'altra parte, interrompendo il contatto visivo mentre incrociava le braccia.
   << Scusami, non avrei dovuto dare per scontato che non fosse tua. >>
   << Ma voi umani sapete solo scusarvi o sei solo tu a farlo tutto il tempo? >>
Forse si ricorda.
   << Scusami. >>
Maledizione.
Il Galra si girò a guardarlo di nuovo e, per un attimo, a Shiro parve di intravedere un sorriso.
   << Quindi? >> Chiese appoggiandosi alla moto, ma stavolta il suo sguardo restò su Shiro. << Cosa facevi lì fuori infrangendo le regole? >>
Shiro abbassò lo sguardo, colto con le mani nel sacco. << Volevo guardare le stelle. >>
   << Le stelle? >>
   << Sì, ho sempre amato lo spazio e anche solo guardarlo da qui mi aiuta a distrarmi. >>
   << Distrarti da cosa? >>
Shiro arrossì e alzò lo sguardo verso il cielo per evitare il suo. << Certo che qui, lontano dalle luci della Garrison, il cielo è bellissimo. >>
   << Già. >> Concordò l'altro imitandolo.
   << E tu invece? Perché sei fuori a quest'ora? >>
   << Stavo solo pensando. >> Spiegò alzando le spalle.
   << Ti manca casa? >> Chiese titubante Shiro temendo di aver superato un confine che non gli era permesso superare. In fondo non si conoscevano affatto.
   << No. >> Rispose pensieroso, come se stesse parlando più a se stesso che a Shiro. << Mi manca la mia famiglia. Mia madre è in missione. >>
   << Sono sicuro che sta bene. >> Cercò di consolarlo come meglio poté. << Anche lei sta facendo la sua parte come la stai facendo tu. >> Continuò sorridendogli.
   << Come tutti qui. Sai, non credo che capirò mai gli umani ma non sono poi così male. Devo ammettere che la tenacia non vi manca. >> Disse ricambiando il sorriso.
   << Yorak. >>
   << Eh? >>
   << Yorak, è il mio nome. >> Spiegò mordendosi il labbro inferiore improvvisamente timido.
Shiro non riuscì a trattenere un ampio sorriso, felice. << Puoi chiamarmi Shiro. >>
Yorak annuì e, distaccandosi dalla moto, gli porse una mano.
Quando, però, Shiro gliela strinse Yorak lo guardò confuso.
   << Che stai facendo? >>
Shiro chiuse e aprì la bocca più volte non aspettandosi quella domanda. Ripercorse mentalmente tutti i movimenti che aveva compiuto, cercando di trovare a cosa si stesse riferendo ma, non trovandolo, tornò a fissare le loro mani ancora unite.
   << Ti stringo la mano? >> Rispose incerto.
   << Perché? >> Chiese Yorak ma Shiro non fece in tempo a rispondere che lo vide avvicinarsi verso di lui. Il cuore di Shiro perse un battito.
Quando sentì la mano libera, posò il suo sguardo di nuovo su di essa notando che Yorak gli aveva afferrato l'avambraccio, vicino al gomito accarezzato dalle sue dita sottili.
   << Ecco. >> Disse Yorak sorridendogli, aspettando che lui facesse altrettanto. << Si fa così. >>
Shiro non riuscì a trattenere una fragorosa risata, cristallina e sincera, sotto lo sguardo perplesso dell'altro.
   << Mi piace già quest'alleanza. >>
   << Anche a me. >> Concordò Yorak rivelando, per la prima volta, il suo vero sorriso.









NdA: L'ispirazione mi è venuta non appena ho visto il disegno, nel cuore della notte, e non sono riuscita a fermarmi perché l'ho davvero adorato!
Spero vi sia piaciuta, nonostante sia una piccola scenetta.
Grazie ancora di avermi dato il permesso.
Alla prossima!


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