NdA: Breve one-shot basata sull'AU e arte di Liah , puoi vederlo qui (anche su Twitter ) , grazie mille per avermi dato il permesso di scrivere questa piccola scenetta, spero ti piaccia!
L'alleanza del domani
* * *
Shiro
camminava lungo il
corridoio che l'avrebbe portato in biblioteca, emozionato, a grandi
passi ancora incredulo del grande progresso e svolta raggiunto
dall'umanità.
Qualche anno fa, quando
era entrato alla Garrison, non si sarebbe mai aspettato di assistere
ad uno dei più straordinari eventi negli ultimi anni. Di
essere
presente il giorno in cui si era stabilita un'alleanza tra umani e
alieni.
Matt era riuscito a
realizzare il suo sogno. Sì, non era stato il primo essere
umano a
parlare con un alieno, ma era riuscito ad incontrarli e ad avere una
conversazione con loro.
Vedere Matt così
emozionato, emozionava anche lui.
Shiro ricordava ancora il
giorno in cui la notizia passò finalmente sui notiziari. Era
insieme
a Matt e per poco, Shiro poté giurare, non svenne urlando
dalla
felicità.
La realizzazione del
sogno di Matt faceva sperare a Shiro che, forse, avrebbe potuto
realizzare anche il suo.
Il sogno di Shiro era più
semplice. Amava lo spazio ed esplorarlo era la cosa che desiderava di
più al mondo.
La tecnologia umana aveva
fatto passi da gigante negli ultimi anni, ma non abbastanza da
esplorare lo spazio in poco tempo. Una parte di Shiro sperava che,
oltre a questa alleanza di pace, potessero nascere dei vantaggi.
Avrebbero potuto scambiarsi informazioni, studiare insieme. Il solo
pensiero fece sussultare il cuore di Shiro dall'emozione e non
riuscì
a fermare un sorriso già formatosi sulle sue labbra.
Sognava il giorno in cui
avrebbe lasciato la Terra ed esplorato lo spazio, per davvero e non
con quelle stupide e ormai noiose simulazioni che conosceva a
memoria.
Shiro era un ottimo
pilota, nessuno riusciva a battere i suoi record ma in confronto allo
spazio aperto, a tutto ciò che ancora non sapevano, Shiro si
sentiva
piccolo e a lui non dispiaceva affatto.
Sapeva che mai nessuna
simulazione, nessun record, gli avrebbe mai dato l'emozione che
avrebbe potuto dargli l'esplorare l'immenso Universo.
Perso nei suoi pensieri,
Shiro non si accorse della presenza di un'altra figura e gli
sbatté
contro facendo cadere i documenti che teneva in mano.
Mortificato, Shiro gli
osservò toccare terra cominciando a scusarsi freneticamente.
Senza aver visto chi
fosse l'individuo con cui si fosse scontrato, iniziò a
raccogliere i
fogli velocemente senza mai alzare lo sguardo verso l'altro.
<< Hai bisogno
di una mano? >>
Solo quando Shiro sentì
chiedere, con una voce che non riconobbe, alzò finalmente lo
sguardo.
L'intento di Shiro era
quello di accettare l'aiuto, ma quando vide chi era l'altra figura le
parole gli morirono in gola.
A pochi centimetri da
lui, infatti, vi era un alieno Galra che lo fissava con un
sopracciglio inarcato, incuriosito dal suo comportamento.
Aveva i capelli, lunghi
fino al collo e bianchi come la neve, che gli ricadevano in avanti e
sul viso a causa della testa china ad osservarlo dall'alto nonostante
di fosse accucciato per guardarlo in viso. La pelle lilla, tipica dei
Galra, chiara metteva in risalto dei segni più scuri che
partivano
da dietro il collo per poi finire sulle guance con la punta rivolta a
pochi centimetri dagli occhi.
Gli occhi, viola, lo
penetravano come alla ricerca di qualcosa facendo intuire a Shiro di
essere studiato con curiosità ma anche divertimento quando
notò
l'angolo della bocca dell'altro alzarsi.
Notando il suo
abbigliamento, Shiro capì che doveva essere un soldato.
Indossava
un'armatura rinforzata solo nella parte superiore del corpo, nei
pettorali e nelle braccia, la parte inferiore invece ne era
sprovvista lasciando così liberi i movimenti, fasciando il
suo corpo
perfettamente.
Era la prima volta che ne
vedeva uno, di alieno, non essendo ancora di sua competenza ed era
bellissimo.
Shiro arrossì
violentemente per l'improvviso pensiero, imbarazzato da quel strano
silenzio creatosi nell'attesa di una sua risposta.
Afferrò di fretta tutti
i fogli che il suo sguardo catturava, farfugliando frasi senza senso.
Lanciando un'ultima
occhiata fugace, si accorse che l'altro aveva cambiato totalmente
espressione e il divertimento sul suo viso aveva lasciato spazio alla
confusione.
Shiro, una volta
terminato di raccogliere tutti i documenti, si alzò di
scatto ancora
rosso in viso.
<< No, io- io.
Non serve, grazie. Mi dispiace. >> Quasi urlò
Shiro nel panico
per poi voltarsi e sparire dietro l'angolo, lasciando il Galra ancora
incerto su cosa fosse accaduto.
Giornata
di
esercitazioni. La preferita di Shiro.
Eppure, quella mattina,
non riusciva minimamente a concentrarsi.
La sua mente continuava
ad essere occupata dalla figura di quel Galra, bella ed in qualche
modo misteriosa.
Sapeva che non poteva
andare avanti così. Ogni volta che chiudeva gli occhi la
rivedeva,
tormentandolo per tutto l'arco della giornata. Doveva distrarsi.
Shiro, sperando di
trovare ancora una volta sollievo nelle stelle, attese che tutti si
fossero ritirati nelle proprie camere. Ignorando il coprifuoco
sgattaiolò fuori dalla Garrison in silenzio, cercando di
fare meno
rumore possibile per evitare di svegliare gli altri.
Non appena varcò la
soglia dell'ultima porta, si accorse che qualcun altro aveva avuto la
sua stessa idea.
Si avvicinò piano per
cercare di capire chi fosse la persona appoggiata su un veicolo con
la testa rivolta verso l'alto.
Quando però, una volta a
pochi passi da essa, si accorse che si trattava proprio di colui che
da giorni aveva tormentato i suoi pensieri, si arrestò di
colpo.
Indietreggiando, sperando
di non essere visto, cercò di allontanarsi il più
possibile senza
però mai distaccare lo sguardo da lui.
Non vedendo dove si stava
dirigendo, non si accorse che vi era un veicolo dietro di lui e
andò
a sbattere contro di esso facendo risuonare per tutto il parcheggio
l'allarme, attivatosi una volta sfiorato.
Il Galra si girò verso
di lui attirato dal suono fastidioso, come probabilmente gran parte
delle persone all'interno dell'edificio.
Quando si accorse che si
trattava di lui, l'alieno si scostò dal veicolo
avvicinandosi mentre
lo guardava con un'espressione che Shiro non seppe decifrare appieno
ma che riuscì a mortificarlo per tutto il rumore causato da
lui.
Una volta a pochi passi
gli afferrò il braccio e, con un'espressione corrucciata, lo
trascinò in un angolo mentre nel frattempo Shiro continuava
a
scusarsi.
Shiro si stupì nel
vedere una moto nascosta nell'ombra. Era malridotta ma la vernice
rossa era ancora ben visibile.
Prima che Shiro potesse
chiedere come faceva a sapere che ce ne fosse una lì,
l'altro era
già salito in moto accendendo il motore. Si girò
verso di lui
lanciandogli un'occhiata come per aspettarlo. << Vuoi
salire o
vuoi farci beccare entrambi? >> Chiese mentre in
lontananza si
poteva già sentire delle voci.
Shiro non se lo fece
ripetere due volte. Salì e si sedette dietro di lui mentre
chiedeva
dove fossero diretti. L'altro gli mostrò un sorrisetto
sornione. <<
Lontano da qui. >>
Senza aggiungere altro
partì a gran velocità, allontanandosi in poco
tempo dalla Garrison
e Shiro dovette cingergli i fianchi per evitare di cadere.
Arrossì quando si rese
conto del gesto compiuto d'istinto eppure non trovò la forza
di
distaccarsi da lui.
Quando Shiro si abituò
alla velocità, trovò il giro in moto piuttosto
piacevole. Sentire
il vento tra i capelli e sul corpo era, in un certo senso,
liberatorio.
Lo spegnersi del motore
riportò Shiro alla realtà mentre osservava
l'altro scendere dalla
moto. Ancora in imbarazzo, Shiro lo imitò ma quando i loro
sguardi
si incontrarono non riuscì a proferire parola. Continuava a
fissarlo
senza dire nulla e nella confusione Shiro disse la prima cosa che gli
venne in mente.
<< L'hai rubata?
>> Chiese indicando la moto.
<< Cosa? No! >>
Si affrettò a rispondere l'altro. <<
È un regalo di mio padre
prima che io- >> Si fermò all'improvviso.
<< Perché ti
sto dicendo questo? >> Sospirò girandosi da
tutt'altra parte,
interrompendo il contatto visivo mentre incrociava le braccia.
<< Scusami, non
avrei dovuto dare per scontato che non fosse tua. >>
<< Ma voi umani
sapete solo scusarvi o sei solo tu a farlo tutto il tempo?
>>
Forse si ricorda.
<< Scusami. >>
Maledizione.
Il Galra si girò a
guardarlo di nuovo e, per un attimo, a Shiro parve di intravedere un
sorriso.
<< Quindi? >>
Chiese appoggiandosi alla moto, ma stavolta il suo sguardo
restò su
Shiro. << Cosa facevi lì fuori infrangendo le
regole? >>
Shiro abbassò lo
sguardo, colto con le mani nel sacco. << Volevo guardare
le
stelle. >>
<< Le stelle? >>
<< Sì, ho
sempre amato lo spazio e anche solo guardarlo da qui mi aiuta a
distrarmi. >>
<< Distrarti da
cosa? >>
Shiro arrossì e alzò lo
sguardo verso il cielo per evitare il suo. << Certo che
qui,
lontano dalle luci della Garrison, il cielo è bellissimo.
>>
<< Già. >>
Concordò l'altro imitandolo.
<< E tu invece?
Perché sei fuori a quest'ora? >>
<< Stavo solo
pensando. >> Spiegò alzando le spalle.
<< Ti manca
casa? >> Chiese titubante Shiro temendo di aver superato
un
confine che non gli era permesso superare. In fondo non si
conoscevano affatto.
<< No. >>
Rispose pensieroso, come se stesse parlando più a se stesso
che a
Shiro. << Mi manca la mia famiglia. Mia madre
è in missione.
>>
<< Sono sicuro
che sta bene. >> Cercò di consolarlo come
meglio poté. <<
Anche lei sta facendo la sua parte come la stai facendo tu.
>>
Continuò sorridendogli.
<< Come tutti
qui. Sai, non credo che capirò mai gli umani ma non sono poi
così
male. Devo ammettere che la tenacia non vi manca. >>
Disse
ricambiando il sorriso.
<< Yorak. >>
<< Eh? >>
<< Yorak, è il
mio nome. >> Spiegò mordendosi il labbro
inferiore
improvvisamente timido.
Shiro non riuscì a
trattenere un ampio sorriso, felice. << Puoi chiamarmi
Shiro.
>>
Yorak annuì e,
distaccandosi dalla moto, gli porse una mano.
Quando, però, Shiro
gliela strinse Yorak lo guardò confuso.
<< Che stai
facendo? >>
Shiro chiuse e aprì la
bocca più volte non aspettandosi quella domanda. Ripercorse
mentalmente tutti i movimenti che aveva compiuto, cercando di trovare
a cosa si stesse riferendo ma, non trovandolo, tornò a
fissare le
loro mani ancora unite.
<< Ti stringo la
mano? >> Rispose incerto.
<< Perché?
>>
Chiese Yorak ma Shiro non fece in tempo a rispondere che lo vide
avvicinarsi verso di lui. Il cuore di Shiro perse un battito.
Quando sentì la mano
libera, posò il suo sguardo di nuovo su di essa notando che
Yorak
gli aveva afferrato l'avambraccio, vicino al gomito accarezzato dalle
sue dita sottili.
<< Ecco. >>
Disse Yorak sorridendogli, aspettando che lui facesse altrettanto.
<<
Si fa così. >>
Shiro non riuscì a
trattenere una fragorosa risata, cristallina e sincera, sotto lo
sguardo perplesso dell'altro.
<< Mi piace già
quest'alleanza. >>
<< Anche a me.
>> Concordò Yorak rivelando, per la prima
volta, il suo vero
sorriso.
NdA:
L'ispirazione
mi è venuta non appena ho visto il disegno, nel cuore della
notte, e
non sono riuscita a fermarmi perché l'ho davvero adorato!
Spero
vi sia piaciuta, nonostante sia una piccola scenetta.
Grazie
ancora di avermi dato il permesso.
Alla
prossima!
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