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Autore: gaiiaa    26/10/2018    0 recensioni
Stavamo camminando al chiar di luna e
tu mi hai stretto forte
Ma poi in un secondo sei scomparso
e io mi sono ritrovato solo
e ho realizzato che
nessuno può promettere un domani
Quindi ti amerò come se stessi per perderti
e ti abbraccerò come se ti stessi dicendo addio
Ovunque ci troveremo non ti darò per
scontato
Perché non sapremo mai quando si
esaurirà il nostro tempo
(Like I'm gonna lose you, Meghan Trainor ft. J. Legend)
*°*°*°*°*°*°*°*°
Ogni giorno, ogni ora
Trasforma il dolore in energia
(The script, superheroes)
°*°*°*
ONE SHOT JAMES E LILY, entrambi affrontano l'esperienza della morte di qualcun'altro, il tutto accompagnato da un Thestral, maestro di vita (o di morte?)
Se fate un saltino a leggere quello che ho creato mi farebbe molto piacere:) (poi dai, è una one-shot) se poi volete lasciare un commentino, beh, come lamentarmi?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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1978, 1 Settembre
Hogwarts
 
-James! Razza di cervo cornuto, sbrigati!- una voce sovrastò la massa di studenti elettrizzati che si stavano apprestando a salire sulle carrozze che li avrebbero portati al castello. Per quanto questa descrizione porterebbe chiunque a dedurre che questa storia abbia un’ambientazione dell’Ottocento, il ragazzo che aveva urlato e quello a cui era stato urlato contro erano nati nel 1960, tutt’altro che Ottocento. Perché utilizzare quei mezzi quando le macchine erano già in circolo? Era credenza di molti (e lo è tutt’ora), con cui “molti” intendo maghi e streghe, che tali carrozze avessero come particolarità principale l’autonomia, data da un tocco di magia che permetteva di percorrere il cammino fino al castello senza bisogno di alcun conduttore.
Ma tale credenza era sbagliata.
Perché prima della magia, quegli oggetti bizzarri (per i Babbani, s’intende), avevano a che fare con la morte. Esattamente lei, la quale, all’insaputa degli ignari, era paradossalmente l’incaricata a guidarli verso il posto che rappresentava una salvezza in quei periodi oscuri.
Il cervo cornuto chiamato in questione non poté che distinguere subito il tono di voce di Sirius Black, un fanciullo disinvolto nel parlare e nell’atteggiarsi, che in quel momento era abbandonato su una panca di una carrozza, impegnato a guardarsi intorno con sguardo annoiato. E la sua risposta non tardò ad arrivare
-Aspetta un secondo, cagnolino della mamma!-
Ad osservare questa scena, qualche metro più indietro, era presente Lilian Evans. E allora? Chi è quest’altra? Beh, si dava il caso che la sopracitata massa di capelli rossi, fosse colei che più considerasse James Potter ( il cervo in questione ) l’essere arrogante, spregevole e pazzo per eccellenza della terra. Che avesse ragione? Non completamente. I giudizi che la mente della ragazza sfornava a bizzeffe sul Potter avevano delle fondamenta di puro, e anche in parte giustificato, pregiudizio dovuto ad anni passati a rivoltarsi davanti agli scherzi dei due Malandrini, che vedevano come vittima nient’altro che colui che era stato il migliore amico di Lily, Severus Piton. Ma una cosa che Lily non sapeva, era che quel James Potter non stava vivendo un momento facile, anzi. E per di più non sapeva, che proprio come lei, il ragazzo era perfettamente in grado di vedere quella sottospecie di cavallo alle grinfie della morte: il Thestral.
L’episodio che gli aveva aperto la vista alla morte non era stato strappalacrime, semplicemente, mentre guardava il nonno che non aveva mai conosciuto bene spegnersi mano a mano, si era reso conto di quanto la morte fosse realmente una nuova grande avventura.
Il moro si avvicinò all’ultima carrozza rimasta, fermandosi leggermente vicino alla creatura. In quel momento i pensieri che gli affollavano la testa non riguardavano il nonno defunto, bensì una persona che occupava una posizione ben più importante nella sua vita. Senza dare il tempo ai ricordi di far affiorare lacrime di tristezza sui suoi occhi, continuò la sua strada salendo sulla carrozza dove Sirius lo stava aspettando, con il volto dipinto dal solito sorriso che lo caratterizzava.
Il sorriso si trasformò molto rapidamente in meraviglia e eccitazione quando Lily salì sulla sua stessa carrozza.
-Evans! Ma che coincidenza, anche tu qui?- la ragazza gli lanciò uno sguardo infuocato, subito ripreso da un sorriso.
-Già, incredibile vero?- il ragazzo acconsentì scuotendo energicamente con la testa.
La carrozza fu scossa da un colpo non appena Mary McDonald salì su questa, dando inizio al viaggio verso Hogwarts. Gli occhi di James si puntarono sulla ragazza davanti a sé, e la sua mente si isolò nei suoi pensieri. Per quanto Lily non sopportasse James, quest’ultimo non poteva affatto ricambiare il sentimento nei suoi confronti, anzi. Lui era pazzo di lei, e il comportamento che assumeva ogni anno quando dopo tre lunghi mesi in cui era privato dalla sua visione la vedeva di nuovo, non faceva altro che dar significato alla diceria che una persona innamorata si possa definire pazza della sua presunta anima gemella: appena era entrata nel suo scompartimento per salutare Remus, James aveva assunto una faccia simile a quella di chiunque avesse assistito ad un’apparizione, tanto che Lily gli aveva cortesemente chiesto se  potesse cessare di fissarla in modo così insistente e di passarsi una mano nei capelli, scompigliandoseli (cosa che tra l’altro odiava). Ciò che lei non si rendeva mai conto era che appena gli diceva quelle cose, per quanto si intuisse a distanza di miglia l’antipatia che Lily provava nei suoi confronti, a James veniva un tuffo al cuore, e lo stomaco, pieno di farfalle svolazzanti, si chiudeva in una morsa tanto soffocante quanto piacevole. Inoltre le sue mani iniziavano ad assomigliare più ad un fiume in piena con tanto di cascata finale che a delle mani.
Appena la scannerizzazione del corpo di Lily da parte di James arrivò agli occhi, il ragazzo si trattenne dal sospirare. Quelli, erano dei signor occhi, mica cose da poco. Aveva sognato quel verde, l’aveva amato e aveva deciso di fare una lista di differenze tra Il Verde (nome proprio di occhi di Lily Evans) e il – bleah - verde dei Serpeverde. Gli erano bastati due punti:

1 . Il verde degli occhi di Lily è da sogno.
2. Il verde dei Serpeverde è da Troll.
 
E successivamente l’aveva incorniciata.
Ma quando si accorse che quei meravigliosi occhi erano puntati davanti a loro, in un punto indefinito tra terreno e Carrozza, ebbe un sussulto. Lei vedeva i Thestral. Assunse un’aria leggermente preoccupata.
Che cosa ti hanno fatto, Lily?
 
 
 
1971, 9 Novembre
Hogwarts
 
Il giardino di Hogwarts era sempre stata la casa di storie che iniziavano, che finivano o che semplicemente raggiungevano il picco più alto o più basso che sia; perché tutti avevano bisogno di aria fresca quando la mente veniva affollata di pensieri, magari brutti, tristi, belli, fantastici o anche solo confusionari, senza dover appartenere ad un bianco o ad un nero preciso. Fu proprio in quel pomeriggio insolitamente invernale, che quel giardino si ritrovò a dover ospitare unicamente due storie di numero. Non che in quei periodi fosse insolito: il tempo era troppo freddo per uscire anche solo a fare una scampagnata per il prato verde, e non c’era ancora la neve a dare una motivazione valida per abbandonare quel caldo tiepido e rasserenante che solo le Sale Comuni di Hogwarts sapevano donare. Ma i due proprietari delle storie una buona motivazione erano riusciti a trovarla: il silenzio. Perché nei periodi in cui i pensieri si affollano non sempre basta solo la presenza degli amici per un riassestamento, anzi, è anche necessaria una bella dose di silenzio, in cui i pensieri si sovrappongono uno sull’altro, in una rete annodata e caotica, ma che da finalmente un senso di leggerezza. Perché solo quando liberi i tuoi pensieri al vento del silenzio questo riesce a portarteli via lasciando al loro posto un piacevole senso di liberazione.
Poi ad un certo punto un grido. Non di quelli colmi di dolore, ma di quelli liberatori. Fu proprio grazie a questo che James Potter, una volta liberatosi con quell’urlo, si rese conto di una chioma rossa. Era ai limiti della foresta, il completo nero a cingerle il corpo.
Per quanto quella figura potesse essere tanto lontana, non ebbe alcun problema a riconoscerla. Dopotutto, soprattutto in quell’anno in cui era finalmente riuscito ad avvicinarsi, quella chioma rossa popolava la maggior parte dei suoi pensieri, o almeno quando allontanava finalmente dalla mente i pensieri dolorosi a cui la sottoponeva. Perché in quel periodo burrascoso, Lily Evans non era più il principale motivo per cui fli capitava di affrontare ore da solo in parti sperdute del castello, la Mappa del Malandrino sempre con sé, in modo da essere sicuro di non essere disturbato in alcun modo. E non appena vide quella chioma rossa, un nuovo conflitto nacque in lui. Cosa poteva essere successo alla solare Lily Evans, capace di imbestialirsi come pochi sapevano fare e un attimo dopo scoppiare a ridere? Ben presto un dilemma si aggregò alle sue domande, la piccola Lily in questione, si sarebbe infuriata se avesse interrotto quel silenzio? Anche perché era certo che non avesse sicuramente abbandonato Hogwarts per poter dimostrare la propria gioia al freddo clima. 
Quasi istintivamente sorrise. Quell’ammasso di cascate rosse e stagni verdi era di nuovo riuscito per un attimo a distoglierlo dalla tempesta che stava nascondendo il sole del ragazzo, quasi senza farlo apposta. Perché Lily più volte, pur non essendo a conoscenza del suo problema, era riuscita a consolarlo con un sorriso, riuscendo ad afferrare e far affiorare in quegli occhi quel pizzico di sole che era stato strappato via. Quasi senza accorgersene, James si ritrovò ad essere a qualche paia di metri dalla ragazza, e cauto, si avvicinò a lei, posandole una mano sulla spalla.
-Ehi…- mormorò, accorgendosi solo in quel momento che dinanzi a loro si poneva nella sua cupa maestosità un Thestral. La ragazza non parve assolutamente sorpresa da quel contatto e tantomeno dalla sua presenza. Non che si fosse accorta del grido liberatorio, ma semplicemente, quel tocco improvviso non aveva provocato in lei un allarme improvviso, una sorpresa. Girò leggermente la testa di lato accennando ad un flebile sorriso, il quale avrebbe dovuto funzionare da saluto. La rossa non si preoccupò di accertarsi se James avesse compreso il suo gesto nella maniera giusta o come un sorriso di ringraziamento. Sapeva che lui non si trovava lì per lei, e sapeva che lui non avrebbe neanche fatto passare per l’anticamera del cervello quell’ultima opzione. Ormai sapeva molte cose di lui, tra le quali il fatto che non era assolutamente la persona che aveva tanto tentato di farlo passare all’inizio di quell’anno, quando il cambiamento che il ragazzo aveva subito a livello di maturità non passava certo inosservato.
Stettero in silenzio per un po’ di tempo, uno accanto all’altro, finché non fu Lily a prendere la parola.
-Lo vedi anche tu, non è vero?- il ragazzo non si voltò a fissarla negli occhi mentre acconsentiva con la testa, il suo sguardo era fissato su quella creatura che fino ad un attimo prima era stata accarezzata dalle gracili mani di Lily. Non sapeva dove avesse trovato il coraggio di accarezzarli. Per lui essere così vicino a contatto alla morte appariva come una cosa terrificante, quasi come se in quel momento non lo fosse già abbastanza.
-Come fai?- domandò alla fine, e per la prima volta Lily si voltò a guardare un volto che quasi sembrava spento, sfigurato da quella potente tempesta. Gli rivolse uno sguardo interrogativo, che lui riuscì a percepire anche senza aver bisogno di girare la testa a guardarla.
-A… a toccarli… Essere così vicini ad una creatura portata dalla morte… a essere a contatto con Lei…- lasciò la frase in sospeso, puntando finalmente i suoi occhi in quel verde immenso. Lily accennò un sorriso.
-Ho sempre ritenuto che per affrontare il dolore bisogna conviverci, non averne timore, in qualche modo stupirlo- James la guardò accigliato. Non aveva semplicemente esternato i suoi pensieri, ciò a cui credeva. Per James in quel momento Lily era anche riuscita a dargli un tesoro prezioso che avrebbe fatto la differenza in tutto e per tutto.
Il ragazzo spostò di nuovo lo sguardo sulla creatura davanti a lui. Non era una creatura vicino alla morte quella, bensì era un’arma contro la morte. Con un movimento deciso, per niente timoroso, alzò il braccio poggiando la mano sulla pelle del Thestral, in un movimento fluido e innocente. James sorrise al contatto, ormai per niente stupito dal tutt’altro che prevedibile calore che quella creatura emanava; ormai la sua funzione, sempre se così la si potesse chiamare, l’aveva capita già da qualche minuto.
E se quella pelle era calda e rilassante, quella della mano di Lily poggiata teneramente sulla sua spalla, per quanto gelata come il clima, diffuse all’interno del ragazzo un calore che partiva dal petto e si spingeva fino a tutto il corpo. Ancora col sorriso sulle labbra, James riuscì a capire un’altra verità. Per quanto lui fosse considerato un Grifondoro temerario, deciso e allegro, ancora una volta Lily era stato capace a fargli conoscere una parte a lui ignota della sua personalità e non solo. Anche del dolore.
-Quest’estate stavo camminando per strada, dopo una litigata con mia sorella, intenzionata a stare da Mary per il resto delle vacanze- James non dovette sentire spiegazioni, sapeva che Lily gli stava raccontando la sua esperienza, e dopo sarebbe toccato a lui. Dopotutto amava quando Lily raccontava i fatti, nelle sue spiegazioni metteva un nonsoché di bambino che gli piaceva un sacco. Così non poté far altro che rimanere ad ascoltare.
 –Sono passata davanti al parco giochi vicino a casa nostra. Lo odio dal quinto anno quel Parco Giochi, sai, lì è dove ho conosciuto Piton e da quando mi ha chiamata schifosa mezzosangue ho sempre pensato che se solo fossi stata consapevole prima della magia che scorreva nel mio sangue, avrei fatto molta più attenzione e adesso non sarei conoscente di Piton mentre sarei invece considerata sorella da Tunia. Insomma, non è che mi sia mai andato veramente a genio, poi con tutte quelle altalene screpolate che cigolano ogni singolo momento della giornata, è insopportabile!- Lily si interruppe, accorgendosi che stava leggermente divagando -…comunque. Stavo passando lì davanti e il cigolio era più forte del solito, segno che un bambino ci stava andando sopra. Non mi sono neanche girata, ma quando ho sentito un grido mi sono girata e l’ho vista. Era una donna, avanti con la gravidanza, e stava cadendo all’indietro. Non sapevo perché era lì, ma probabilmente doveva appena avuto un litigio o una perdita perché stava piangendo- prese un grosso respiro –sono corsa immediatamente da lei, giusto in tempo per vedere la testa che batteva violentemente per terra. Certo, poteva mettere le mani per attutire la caduta ed evitare di sfracellarsi l’osso del collo, ma lei le aveva tenute sul pancione, come a voler proteggere il figlio- per un attimo i suoi occhi abbandonarono la tristezza che aveva abitato fino a quel momento quei due pozzi, lasciando spazio ad un lampo di ammirazione. –Sono subito corsa verso casa mia e i miei hanno chiamato l’ambulanza. Era morta sul colpo. Tempo dopo venni a sapere che il piccolo si era salvato ma era orfano di entrambi i genitori: il padre era morto poco meno di un anno prima in guerra, e da diversi fonti sembrava che alla donna fosse arrivata quella notizia proprio mentre era sopra a quell’altalena, a giocare con la nipotina. Era lì a piangere del suo amore perduto- face qualche attimo di pausa, prima di posare gli occhi su quelli di James –Questa esperienza non mi ha fatto riflettere solo sulla morte, James. Credo che possa essere una delle migliori morti quella che si verifica per… sacrificio, e credo che una famiglia felice possa formarsi solo se uno è disposto a sacrificarsi per l’altro- Per quanto in altre situazioni James avrebbe esultato del fatto che l’avesse chiamato per nome, non lo fece e Lily non si sorprese. Dopo tutti quei mesi in cui si erano avvicinati aveva imparato a conoscerlo, e ormai sapeva che non sottovalutava più i momenti seri, che sapeva riconoscerli e sapeva come comportarsi. Ed era sicura che quella capacità che, era sicura, fosse venuta fuori solo quell’anno, non l’aveva acquisita unicamente tramite una meditazione. Per un cambiamento così drastico, così maturo, ci andava sicuramente di mezzo un fatto. Un fatto che lei voleva conoscere, e si malediceva per quella sua curiosità, impulsività. E mentre il silenzio si diffondeva tra di loro, anche James si ritrovò a chiedersi se una rivelazione di ciò che era successo in quell’estate di incubi sarebbe stata un’azione troppo impulsiva. Si stava ancora tormentando quando i suoi occhi si rispostarono sul Thestral.  Se veramente voleva riuscire a convivere con quella situazione, doveva solo esternarla a qualcuno di speciale. E non ebbe bisogno di una conferma “interiore” per capire che di lei si poteva fidare.
-Quest’estate è stato un inferno anche per me, Lily- mormorò, in un sussurro che arrivò appena alle orecchie di Lily, trasportato dal vento. Sospirò prima di iniziare a parlare.
-Come saprai già mio padre è un Auror- Lily sorrise. Probabilmente era una delle caratteristiche di suo padre di cui il ragazzo si vantava di più. –Io ne sono in un certo senso orgoglioso. Non come un padre è orgoglioso del proprio figlio, ma come un figlio sa che suo padre combatte contro il male sempre e non solo quando ti tiene in braccio dimostrandoti un amore sconfinato, una specie di mentore- James guardò negli occhi del Thestral, rispecchiandosi –Beh, ecco, quest’estate è stata molto diversa da quella scorsa fin da subito. Sirius viveva nella casa di suo zio Aphard, e dopo tutto il divertimento dell’anno scorso, tornare alla normalità quotidiana è stato in un certo senso noioso.
-Io amo i miei genitori, ma in un modo o nell’altro sentivo bisogno della presenza di Sirius, di un fratello. Poi la mattina del 21 Giugno quando mi sono svegliato non ho trovato come sempre entrambi i miei genitori a prendermi in giro per quanto russo, ma solo mia madre. Non era la prima volta in cui mio padre partiva per una missione per conto del Ministero e ci avvisava con un semplice biglietto, ma quando mia madre mi ha raccontato tutto nei dettagli mi sono preoccupato. Vedi, mio padre era partito per prendere Mulciber, il fratello maggiore dello scagnozzo di Mocciosus, che era stato rintracciato tramite una soffiata. Il problema è che io odio le soffiate, non sono mai del tutto affidabili e possono essere dunque un tranello, e infatti era proprio così.- ad un tratto a Lily fu molto più chiaro tutto. Quella tristezza e quella maturità erano semplicemente la punta di un iceberg doloroso e compatto.
-Quella soffiata era per uccidere mio padre, per vendicare i Mangiamorte che aveva catturato a inizio anno.- comprese Lily
-Ma mio padre è tenace, ed è riuscito ad uscirne con solo qualche ferita. Purtroppo per quanto avesse vinto una battaglia, diciamo che non aveva vinto la guerra. Appena sono riusciti a mettere fuori anche l’ultimo mangiamorte, Kole, un collega di mio padre, ed altri due li hanno traditi; hanno torturato mio padre e gli altri due Auror.- sentì la mano di Lily raggiungere la sua e stringerla, e guardò Lily negli occhi.
-Lo hanno mandato al San Mungo in condizioni pietose mentre gli altri due non sono neanche riusciti ad arrivarci, sono morti prima.- James riprese a guardare il Thestral.
-E’ che, un giorno ridevamo insieme e il giorno dopo ero vicino a lui sul letto del San Mungo e io… non so che fare…- un’unica singola lacrima cadde dagli occhi di James che ben presto venne accolta sul pollice di Lily che poggiò all’altezza del cuore di James, prima di sorridergli teneramente. Stettero per un po’ a guardarsi, prima che le braccia calde di Lily non lo avvolsero in un abbraccio. In qualsiasi altra situazione sarebbe sicuramente andato in palla, iniziando a sudare e a chiedersi mentalmente con quanta forza avrebbe dovuto stringerla. Ma in quel momento non quei pensieri non gli passarono neanche per l’anticamera del cervello. In quei casi, un abbraccio sarebbe servito solo se era spontaneo, e James con Lily voleva essere sempre spontaneo, e ci riusciva sempre. Questo perché quella ragazza era capace di farlo sentire nudo, nudo di ogni protezione, di ogni reputazione, di tutto. E non poteva che adorarla per questo.
 
 
 
We were walking on moonlight, you pulled me close Stavamo camminando al chiar di luna e tu mi hai stretto forte
Split second and you disappeared Ma poi in un secondo sei scomparso 
and then I was all alone e io mi sono ritrovato solo
…and I realized, e ho realizzato che
No one will promise tomorrow nessuno può promettere un domani
 
So, I'm gonna love you like I'm gonna lose you, Quindi ti amerò come se stessi per perderti
I'm gonna hold you like I'm saying goodbye e  ti abbraccerò come se ti stessi dicendo addio
Forever will stay in, I won't take you for granted Ovunque ci troveremo non ti darò per scontato
'Cause we'll never know it when we'll run out of time Perché non sapremo mai quando si esaurirà il nostro tempo
 
1972, 21 Aprile
Sala Comune dei Grifondoro
 
Il ritratto della Signora Grassa si aprì di colpo, dietro di lei un’affannata Lily Evans si esibiva in una delle sue espressioni maggiormente preoccupate. Ovviamente il rumore causato dalla ragazza aggiunto all’insolita espressione preoccupata aveva fatto girare verso di lei l’intera Sala Comune. In qualunque altro caso chiunque si sarebbe sentito messo in soggezione, ma Lily no, in quel momento se ne fregava altamente di quella decina di paia di occhi puntati contro lei. In quel momento lei aveva occhi solo per una persona, assente. Salì veloce le scale verso i dormitori maschili, facendo irruzione nella stanza dei Malandrini. Si guardò velocemente intorno, alla ricerca di un accogliente sguardo dorato, ma l’unica cosa che vide fu un cane accoccolato sul letto di Sirius che la guardava con uno sguardo assolutamente indecifrabile.
-Sirius!- esclamò, aspettando che l’amico tornasse nella sua forma originale, cosa che, se si fosse trovato faccia a faccia con qualcun altro, il ragazzo sicuramente non avrebbe fatto, non in quel momento. Balzò giù dal letto e riacquisì la sua forma normale, fronteggiandola.
-Questo tuo modo di affrontare il dolore diminuendo i sentimenti mi fa imbestialire, sappilo- sbuffò contrariata.
-E chi ha detto che diminuiscono?- affermò, appoggiandosi poi al comodino di fianco a lui. Lily oltrepassò quel discorso per poi creare un contatto con gli occhi del Black che fino a qualche mese fa il ragazzo non si sarebbe mai aspettato di vedere. E capì al volo quella domanda implicita ad un occhio esterno, ma palpabile allo stato inverosimile in quel contatto.
-Ha detto che è andato ad affrontare la morte- mormorò, sperando che almeno lei capisse quella informazione. E appena la vide girarsi di scatto e varcare la soglia capì che sì, aveva capito.
Corse fuori dalla Sala Comune, non sbattendo per poco il ritratto della Signora Grassa sul viso di un bambino del secondo anno. Corse a per di fiato per tutto il castello, dando spallate su spallate alla gente, schivando per poco le persone, facendo volare i fogli nelle mani di diversi alunni, insomma, creando il caos in qualsiasi posto in cui passasse. Ma se ne fregava. Lei doveva solo raggiungerlo, aiutarlo e amarlo. Inciampò in una pietra nel cortile cadendo per terra e sporcandosi la divisa ma se ne accorse appena. In quel momento il mondo reale era un’altra cosa. Appena scorse la figura di James, che accarezzava un Thestral non ci pensò due volte e lo chiamò, dandogli il tempo di girarsi prima di buttarsi a capofitto tra le sue braccia. Sinceramente non aveva mai capito come funzionasse bene il meccanismo degli abbracci tra il maschio e la femmina; solitamente infatti la ragazza si buttava tra le braccia di un ragazzo per essere coccolata, per avere un senso di appartenenza, e il ragazzo la coccolava, la “custodiva”. Però in situazioni come quella non capiva come un abbraccio per un maschio potesse andare meglio le cose, quando era lui che aveva bisogno di essere coccolato. Se l’era sempre spiegato arrivando alla conclusione che semplicemente avevano modi di dimostrare e di ricevere affetto diversi, ma solo in quel momento capì che non c’era niente di meglio di sentire tra le proprie braccia la persona che si ama, sia che tu debba dare affetto che tu debba riceverlo. James nascose la faccia nel collo di Lily, lasciandosi scappare una lacrima, la quale, una volta allontanatasi dal Grifondoro, la raccolse e le posò le due dita bagnate all’altezza del cuore, ripetendo lo stesso gesto di quella che sembrava un’eternità prima. Intrecciò poi le dita con le sue, senza rompere il contatto visivo.
-Io sono con te- mormorò. James sorrise dolcemente prima di spostarle una ciocca dietro l’orecchio.
-E anche Fleamont1 lo è, stanne certo- aggiunse staccando una mano da quelle del moro per poggiarle sul viso di James, in una carezza che questo si beò ad occhi chiusi, con una sensazione di dolore e piacere che pervadeva nel suo corpo. Il bene e il male, la perdita e la conquista.
Lily fece passare le gracili dita sulle labbra screpolate di James, mentre questo era calamitato dai suoi occhi, incantato dalla sua azione. Poi con un lento movimento si alzò sulla punta dei piedi, poggiando le sue labbra su quelle di James, sfiorandole ed esplorandole allo stesso tempo. Ma l’unica cosa di cui James fu certo era che gli era piaciuto, ed era migliaia di volte meglio di quello che aveva immaginato. Così quando Lily si staccò, gli occhi accesi da un sentimento nuovo, le poggiò una mano sulla base della schiena avvicinandola nuovamente, lasciando che le due bocche si sfiorassero appena.
-Ma siamo agitati, Evans?- mormorò, divertito. La perdita di suo padre sembrava ormai una cosa superata, una cosa con cui conviveva tranquillamente. Lily rise.
-Ma siamo innamorati, Potter?- lo prese in giro prima che lui non fece collidere i due mondi di Lily e James in un unico solo, sulla bocca ancora il sorriso di una conquista, di un sorpasso e di una convivenza. Il sorriso di un nuovo, vecchio amore.
 
Every day, every hour Ogni giorno, ogni ora
Turn the pain into power Trasforma il dolore in energia
 
 
NOTE
2-Grazie all’aggiornamento di Pottermore (sito della Rowling completamente su Harry Potter) siamo a conoscenza di un nuovo albero genealogico dei Potter. Si da il caso che il padre di James Potter si chiamasse Fleamont Potter e la madre Euphemia *mistero* in Potter.


Allora, grazie mille se site arrivati fino a qua, spero con tutto il cuore che la storia vi sia piaciuta, anche perché a me è piaciuto molto scriverla!
Sono consapevole che la morte della signora che ha visto Lily è molto improbabile, ma non impossibile, ma soprattutto mi piaceva molto l’idea che ci sta dietro, della famiglia fondata sul sacrificio e dal figlio che rimarrà orfano proprio come Harry Potter. Stessa cosa per la vicenda di James, per quanto riguarda il tradimento di Minus. Inzomma, qua vediamo da cosa derivano i valori alla base del loro matrimonio e che saltano fuori quando Voldemort li trova. Quindi anche l’idea di amare essendo consapevoli che la vita non è data per scontato, e che il dolore va trasformato in powerrr. Niente, solo un po’ di spiegazioni!
Buona giornata a tutti, se volete lasciare un commentino non sarebbe male, mi farebbe un piacere enorme!
  
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