Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Asami_Ryuzaki    27/10/2018    0 recensioni
"Emma corse in camera e passò circa tre o quattro ore ad accarezzare Daphne -che già ronfava comodamente accucciata sul suo stomaco- prima di addormentarsi, e, in ogni caso, non dormì molto.
La mattina dopo si svegliò verso le sette meno un quarto, ma era troppo agitata per rimettersi a dormire.
Si alzò e si fece una doccia calda, cercando di rilassarsi. Ma era evidente che non bastava a calmarla, per cui decise di accendere il suo lettore CD portatile. Così la voce di Micheal Jackson e dell’acqua la distrassero per un secondo da quello che sarebbe successo in poche ore. Emma pensò che la musica fosse l’unica cosa in cui i Babbani battevano i maghi in maniera tanto schiacciante." tratto dal terzo capitolo: "Il binario nove e tre quarti"
In questa fan fiction seguiremo le vicende del giovane Harry Potter dal punto di vista di una nuova arrivata: la giovane Emma Courtney Riley, strega purosangue che aspira, un giorno, a diventare Auror.
Ho pubblicato la stessa storia sul mio profilo Wattpad, ecco il link: https://www.wattpad.com/627683461-emma-riley-avventure-ad-hogwarts-1-due-lettere-da
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il maestro delle Pozioni

 
A Hogwarts c'erano centoquarantadue scalinate: alcune ampie e spaziose; altre strette e pericolanti; alcune che il venerdì portavano in luoghi diversi; altre con un gradino che scompariva e che bisognava saltare. Poi c'erano porte che non si aprivano, a meno di non chiederglielo cortesemente o di non far loro il solletico nel punto giusto, e porte che non erano porte ma fingevano di esserlo. Molto difficile era anche ricordare dove fossero le cose, perché tutto sembrava soggetto a continui spostamenti: i personaggi dei ritratti si allontanavano per farsi visita a vicenda, ed Emma pure le armature camminavano.
Neanche i fantasmi contribuivano a rendere più semplice la situazione. Era assai sgradevole quando uno di loro, all'improvviso, scivolava attraverso una porta che un ragazzo stava cercando di aprire. I fantasmi delle case erano sempre felice di indicare la direzione agli studenti, ma Pix il Poltergeist, se lo incontravi quando eri in ritardo per una lezione, era capace di farti trovare due porte sprangate e una scala a trabocchetto. Ti tirava in testa il cestino della carta straccia, ti sfilava il tappeto da sotto i piedi, ti lanciava addosso pezzi di gesso oppure, avvicinatosi di soppiatto, ti afferrava il naso e strillava: «PRESO!»
Ancor peggio di Pix, se possibile, era il custode Argus Gazza. Emma un giorno vide Harry e Ron che cercavano di passare per una porta, che risultò essere l'entrata al corridoio del terzo piano di cui era vietato l'accesso agli studenti. Non volle credere che i due si fossero smarriti, convinto com'era che stessero cercando di forzarne l'entrata di proposito, e minacciò di rinchiuderli in prigione se non fosse stato per il professor Emma, che spiegò cortesemente a gazza che se avesse voluto fare qualsiasi cosa ai due avrebbe dovuto risponderne a Ross Riley e Flora Black, entrambi Auror di tutto rispetto. Il professor Raptor l’aiutò particolarmente diede una rapida mano a tutti e tre e li accompagnò a incantesimi.
Gazza possedeva una gatta di nome Mrs Purr, una creatura color polvere, tutta pelle e ossa, con due occhi sporgenti come fari, spiccicata al suo padrone. La gatta pattugliava i corridoi da sola. Bastava infrangere una regola di fronte a lei, mettere appena un piede fuori riga, ed eccola correre in cerca di Gazza, il quale puntualmente appariva due secondi dopo, tutto ansimante. Gazza conosceva i passaggi segreti della scuola meglio di chiunque altro -tranne forse i gemelli Weasley (i fratelli maggiori di Ron), di nome Fred e George, entrambi simpaticissimi- ed era capace di sbucare fuori all'improvviso al pari dei fantasmi. Gli studenti lo detestavano, e desideravano con tutto il cuore di riuscire ad assestare un bel calcio a Mrs Purr.
E poi, una volta che uno riusciva a trovare la classe, c'erano le lezioni. Per Emma non fu un grande problema e, in tutta sincerità, si divertiva molto a provare gli incantesimi su libri e topi sfortunati che passavano di lì per caso.
Ogni mercoledì a mezzanotte bisognava studiare il cielo stellato con i telescopi e imparare il nome delle stelle e i movimenti dei pianeti. Tre volte alla settimana, ci si doveva recare nella serra dietro al castello per studiare Erbologia con una strega piccola e tarchiata, la professoressa Sprite, con la quale i ragazzi imparavano a coltivare tutte le piante e i funghi più strani e interessanti, e a scoprire a cosa servivano.
La lezione più noiosa era di certo Storia della Magia, l'unico corso tenuto da un fantasma. Il professor Ruf era già molto, molto vecchio quando si era addormentato davanti al camino della sala dei professori e, la mattina dopo, alzatosi per andare a fare lezione, si era lasciato dietro il corpo. Ruf non la finiva più di parlare con voce monotona, mentre i ragazzi prendevano nota di nomi e date, facendo una solenne confusione tra Emeric il Maligno e Uric Testamatta.
Invece il professor Vitious, l'insegnante di Incantesimi, che era anche il direttore di Corvonero, era un mago basso e mingherlino che doveva salire sopra una pila di libri per vedere al di là della cattedra. All'inizio della prima lezione prese il registro e, quando arrivò al nome di Harry diede un gridolino eccitato e ruzzolò giù, scomparendo alla vista.
La professoressa Mcgranitt era ancora diversa. Severa e intelligente, fece un bel discorsetto ai ragazzi nel momento stesso in cui si sedettero per ascoltare la sua prima lezione.
«La Trasfigurazione è una delle materie più complesse e pericolose che apprenderete a Hogwarts» disse. «Chiunque faccia confusione nella mia aula verrà espulso e non sarà più riammesso. Siete avvisati»
Poi trasformò la sua cattedra in un maiale e viceversa. Tutti rimasero molto impressionati e non vedevano l'ora di cominciare, ma ben presto si resero conto che ci sarebbe voluto un bel po' di tempo prima che diventassero capaci di trasformare un mobile in un animale. Presero un mucchio di appunti complicati, dopodiché a ciascuno fu dato un fiammifero che dovevano provare a trasformare in un ago. Alla fine della lezione, solo Emma e Hermione erano riuscite a far diventare il loro fiammifero appuntito e argentato; la professoressa Mcgranitt le gratificò con due dei suoi rari sorrisi.
Il corso che tutti non vedevano l'ora di frequentare era Difesa contro le Arti Oscure, ma le lezioni di Raptor si dimostrarono un po' una barzelletta. L'aula odorava fortemente di aglio: si vociferava servisse a tenere lontano un vampiro che egli aveva incontrato in Romania, e che temeva che sarebbe tornato a prenderlo per portarlo via. Il turbante, così disse ai suoi allievi, lo aveva ricevuto in dono da un principe africano, come pegno di gratitudine per averlo liberato di un fastidioso zombie; ma nessuno era proprio sicuro che quella storia fosse vera. Tanto per cominciare, quando Seamus Finnigan, di Grifondoro, aveva chiesto a Raptor di raccontare come aveva fatto a scacciare lo zombie, lui era diventato tutto rosso e aveva cominciato a parlare del tempo. E poi avevano notato che intorno al turbante aleggiava uno strano odore, e i gemelli Weasley insistevano che anche quello era imbottito d'aglio, perché Raptor fosse protetto ovunque andasse.
Il venerdì successivo Emma arrivò in sala grande accompagnata dalle sue nuove amiche. Quando si sedettero al tavolo Emma lanciò un rapido saluto ad Harry e Ron, che ricambiarono sorridendo.
«Cosa abbiamo oggi?» chiese Emma a Lisa prima di addentare un biscotto al cioccolato.
«Pozioni doppie» disse Padma precedendo Lisa.
Emma poteva giurare di aver visto Anthony rischiare di soffocarsi con la torta di zucca, una volta sentita la parola “Pozioni”.
«Il capo della casa di Serpeverde è Piton, e quelli di Serpeverde dicono che lui li favorisce sempre... vedremo se è vero» disse Terry, lanciando un’occhiata al tavolo dei professori.
In quel momento arrivò la posta. Oramai Emma ci aveva fatto l'abitudine, ma il primo giorno era rimasta impressionata quando un centinaio di gufi avevano fatto irruzione all'improvviso nella Sala Grande, durante la colazione, descrivendo cerchi sopra i tavoli finché, individuato il proprio padrone, non gli avevano lasciato cadere in grembo lettere e pacchetti. Era abbastanza abituata a ricevere posta via gufo, ma prima di Hogwarts non ne aveva mai visti così tanti tutti insieme.
Jay planò fino a raggiungerla, tenendo attaccato al becco una busta. Emma prese la lettera e accarezzò il gufo sulla testa, mentre leggeva il mittente. «Ross e Flora Riley» disse sottovoce. Guardò Jay e gli disse «Sei stato bravo. Vai a riposarti alla guferia, questa sera ti porterò la risposta»
Il gufo le beccò amichevolmente un dito, per poi uscire da una delle grandi finestre della Sala Grande.
Pozioni non fu così terribile come temeva, almeno non lo fu per lei… Il professor Piton sembrava odiare Harry in tutti i sensi che la parola poteva assumere.
Le lezioni di Pozioni si svolgevano in una delle celle sotterranee. Qui faceva più freddo che ai piani alti, il che sarebbe bastato a far venire loro la pelle d'oca anche senza tutti quegli animali che galleggiavano nei barattoli di vetro lungo le pareti.
Come Vitious, anche Piton iniziò la lezione prendendo il registro, e sempre come Vitious, giunto al nome di Harry si fermò.
«Ah, vedo» disse con voce melliflua, «Harry Potter. La nostra nuova... celebrità»
Draco Malfoy e i suoi amici Tiger e Goyle (altri due di Serpeverde) nascosero un ghigno dietro la mano. Piton finì di fare l'appello e alzò lo sguardo sulla classe. Aveva gli occhi neri, gelidi e vuoti, e facevano pensare a due tunnel immersi nel buio.
«Siete qui per imparare la delicata scienza e l'arte esatta delle Pozioni» cominciò. Le sue parole erano poco più di un sussurro, ma ai ragazzi non ne sfuggiva una: come la professoressa Mcgranitt, Piton aveva il dono di mantenere senza sforzo il silenzio in classe. «Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia... Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte... sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi che mi toccano»
Anche questo discorsetto cadde nel silenzio. Emma e Lisa si scambiarono un'occhiata. Hermione era seduta sul bordo della sedia e sembrava non vedesse l'ora di dimostrare che lei non era una “testa di legno”.
«Potter» disse Piton d'un tratto «Che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?»
Hermione era già lì con la mano alzata. Emma la imitò: la risposta era tanto semplice per qualcuno che aveva letto tutto il libro, quanto complicata per qualcuno che aspettava di arrivare a scuola per iniziare a studiare
«Non lo so, signore» disse Harry.
Le labbra di Piton si incresparono in un ghigno.
«Bene, bene... è chiaro che la fama non è tutto»
Ignorò le mani alzate.
«Proviamo ancora. Potter, dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi una pietra bezoar?»
Hermione alzò di nuovo la mano più in alto che poteva senza alzarsi dalla sedia, ma Harry non aveva evidentemente la più pallida idea di che cosa fosse un bezoar. Malfoy, Tiger e Goyle si sbellicavano dalle risate, guadagnandosi un’occhiataccia di Emma, che Malfoy intercettò ghignando, mentre lei alzava ancora la mano. Emma era sicura al 100% che Malfoy si ricordasse di averla già incontrata da Madama McClan, ma non lo dava molto a vedere, cosa che Emma ritenne una benedizione divina.
«Non lo so, signore»
«Immagino che tu non abbia neanche aperto un libro prima di venire qui, vero, Potter?»
Piton continuava a ignorare le mani di Emma ed Hermione. «E... Potter, qual è la differenza tra l'Aconitum napellus e l'Aconitum lycoctonum?»
A questo punto, Hermione si alzò in piedi con la mano protesa come se volesse toccare il soffitto.
«Non lo so» disse Harry, apparentemente tranquillo. «Ma penso che Hermione lo sappia. Perché non prova a chiederlo a lei?»
Alcuni risero, Emma compresa. Ma Piton non lo trovò affatto divertente.
«Sta' seduta!» ordinò secco a Hermione. «Riley» disse poi Piton, sempre con quella voce fredda che le fece accapponare la pelle per lo stupore.
«Sì, signore?» chiese Emma, che dovette combattere contro l’istinto di farsi piccola piccola sotto lo sguardo glaciale di Piton.
«Dovrai rispondere alle domande che ho posto al signor Potter, signorina Riley. Spero che lei ne sia in grado» disse il professor Piton, ricevendo in risposta un cenno d’assenso da parte di Emma. «Per tua norma e regola, Potter, ascolta qualcuno che si è preso la briga di aprire i libri durante le vacanze» Hermione lo guardò indignata «e che non ha disturbato la lezione in maniera decisamente irrispettosa».
Emma prese un respiro profondo. E iniziò a dire «Asfodelo e artemisia insieme fanno una pozione soporifera talmente potente da andare sotto il nome di Distillato della Morte Vivente. Un bezoar è una pietra che si trova nella pancia delle capre ed è un antidoto che salva da molti veleni. Per quanto riguarda l'Aconitum napellus e l'Aconitum lycoctonum, sono la stessa pianta, nota anche con il semplice nome di aconito» aveva detto tutto d’un fiato.
Piton annuì, poi guardò la classe, «Be'? Perché non prendete appunti?»
Ci fu un improvviso rovistare in cerca di penne e pergamene. Sovrastando il rumore, Piton disse: «E alla casa di Grifondoro verrà tolto un punto per la tua faccia tosta, Potter, mentre a Corvonero verranno assegnati cinque punti perle risposte della signorina Riley»
Col procedere della lezione di Pozioni, la situazione dei Grifondoro non migliorò. Piton li divise in coppie e li mise a fabbricare una semplice pozione Curabolle. Intanto, avvolto nel suo lungo mantello nero, si aggirava di qua e di là per la classe, osservandoli pesare ortiche secche e schiacciare zanne di serpente, muovendo critiche praticamente a tutti tranne che a Malfoy, che sembrava stargli simpatico. Emma stava togliendo il calderone dal fuoco e Piton aveva appena cominciato a dire agli altri di osservare il modo perfetto in cui Malfoy aveva stufato le sue lumache cornute, quando il sotterraneo fu invaso da una nube di fumo verde e acido e da un sibilo potente. Non si sa come, Neville era riuscito a fondere il calderone di Seamus trasformandolo in un ammasso di metallo contorto, e la loro pozione, colando sul pavimento di pietra, bruciava le scarpe degli astanti facendoci dei buchi. In pochi secondi, tutti i ragazzi erano saltati sugli sgabelli, salvo Neville, che si era bagnato con la pozione quando il calderone si era bucato e adesso piangeva di dolore, mentre sulle braccia e sulle gambe gli spuntavano bolle infiammate.
«Ma che razza di idiota!» sbottò Piton mentre con un sol tocco della sua bacchetta magica ripuliva il pavimento dalla pozione versata. «Suppongo che tu abbia aggiunto gli aculei di porcospino prima di togliere il calderone dal fuoco. Non è così?»
Neville frignava perché le bolle avevano cominciato a spuntargli anche sul naso.
«Portalo in infermeria!» intimò Piton a Seamus in tono sprezzante. Poi si girò verso Harry e Ron, che avevano lavorato accanto a Neville.
«E tu, Potter... perché non gli hai detto di non aggiungere gli aculei? Pensavi che se lui sbagliava ti saresti messo in luce, non è vero? E questo è un altro punto in meno per i Grifondoro»
Un'ora dopo, lasciato il sotterraneo, mentre risalivano le scale, Emma venne raggiunta da Ron e da un Harry molto contrariato.
«Emma, ti va di venire a trovare Hagrid con noi alle tre? Ti vedo un pelo provata» le disse Harry, con un mezzo sorriso.
«Certo» rispose Emma «Devo proprio staccare la spina, sto studiando troppo! Ma ti rendi conto che entro la fine dell’anno si aspettano che saremo capaci di trasformare i porcospini in puntaspilli? Roba da matti!»
«Sì, non riusciamo a trasformare un fiammifero in ago, figuriamoci un porcospino in puntaspilli» ammise Ron.
Alle tre meno cinque avevano lasciato il castello e avanzavano attraverso il parco. Hagrid viveva in una casetta di legno al limitare della foresta proibita. Fuori della porta erano poggiati una balestra e un paio di stivali di gomma.
Quando Harry bussò, dall'interno si udì un raspare frenetico e una serie di latrati sempre più forti. Poi risuonò la voce di Hagrid che diceva: «Qua, Thor... qua!»
La sua grossa faccia pelosa apparve da dietro la porta socchiusa, prima che la spalancasse.
«Aspettate un attimo!» disse. «Sta' giù, Thor!»
Li fece entrare, cercando di trattenere per il collare un enorme cane nero, di quelli usati per la caccia al cinghiale.
La casa era formata da un'unica stanza. Dal soffitto pendevano prosciutti e fagiani; sopra una piccola catasta di legna già accesa c'era un bollitore di rame e, in un angolo, un letto imponente coperto con una trapunta a patchwork.
«Fate come se foste a casa vostra» disse Hagrid lasciando andare Thor che si avventò dritto dritto su Ron, cominciando a leccargli le orecchie. Al pari di Hagrid, Thor non era poi così feroce come sembrava.
«Ti presento Ron» disse Harry a Hagrid, mentre questi versava dell'acqua bollente in una grande teiera e disponeva alcuni biscotti su un piatto.
«Un altro Weasley, eh?» chiese Hagrid guardando le lentiggini di Ron. «Ho passato metà della vita a dar la caccia ai tuoi fratelli gemelli per la foresta»
«Mentre lei è Emma» la presentò Harry.
«Sei la figlia di Flora, eh?» chiese Hagrid, mentre Emma annuiva «Ah, beh, che dire di quella ragazza?! Era proprio un genio, così come suo marito, Ross. Sempre con la mano alzata in classe e pronti a dare una mano! Sai, Emma, tua madre era una grande amica della madre di Harry, Lily. Veramente inseparabili loro due, sembravano sorelle! Diligenti e testarde, se proprio vuoi saperlo».
Emma annuì e aggiunse: «E fu per questo che mia madre scelse proprio Lily e James Potter come miei madrina e padrino». Poi Emma sorrise ad Harry e disse: «Beh, prima o poi dovevi saperlo, no?» in risposta allo sguardo confuso di Harry.
Per poco i biscotti di Hagrid non spezzarono loro i denti, ma finsero di gradirli moltissimo, mentre gli facevano il resoconto delle prime lezioni. Thor aveva poggiato la testa sulle ginocchia di Harry e gli sbavava addosso, tutto contento.
Emma, Harry e Ron godettero molto a sentire Hagrid chiamare Gazza ‘quel vecchio scemo’.
«E quanto alla gatta, Mrs Purr, una volta o l'altra la presento a Thor. Lo sapete che ogni volta che vado su alla scuola mi segue dappertutto? Non riesco a levarmela dai piedi... Gazza la aizza»
Harry raccontò a Hagrid della lezione di Piton. E Hagrid gli disse di non prendersela, perché a Piton praticamente non andava a genio nessuno degli studenti.
«Ma a me, sembrava proprio che mi odiasse»
«Sciocchezze!» esclamò Hagrid «E perché mai?»
Eppure Emma notò che Hagrid, nel pronunciare quelle parole, evitava lo sguardo di Harry.
«E tuo fratello Charlie, come sta?» chiese Hagrid a Ron «Mi stava molto simpatico... con gli animali era fantastico»
Harry si chiese se Hagrid l'aveva fatto apposta a cambiare argomento. Mentre Ron raccontava a Hagrid che lavoro faceva Charlie con i draghi, Emma vide Harry prendere un pezzetto di carta che era stato lasciato sul tavolo, sotto la teiera e lo lesse. Era il ritaglio di un trafiletto dalla Gazzetta del Profeta:
ULTIMISSIME SULLA RAPINA ALLA GRINGOTT
Proseguono le indagini sulla rapina avvenuta alla Gringott il 31 luglio scorso a opera di ignoti maghi o streghe dalle Arti Oscure.
Oggi i folletti della Gringott hanno ripetutamente affermato che nulla è stato trafugato. Anzi, la camera di sicurezza che i rapinatori avevano preso di mira era stata svuotata il giorno stesso.
«Ma tanto non vi diremo che cosa conteneva; quindi, se non volete guai, non ficcate il naso in questa faccenda»: così ha dichiarato oggi pomeriggio il folletto portavoce della Gringott.
«Hagrid!» esclamò Harry «la rapina alla Gringott è avvenuta il giorno del mio compleanno! Forse è successo quando c'eravamo noi»
Non c'erano dubbi: anche stavolta Hagrid evitò lo sguardo di Harry. Bofonchiò qualcosa e gli offrì un altro biscotto.
Quando Harry e Ron fecero ritorno al castello per cena, le loro tasche erano stracolme di biscotti che i due ragazzi erano stati troppo beneducati per rifiutare, ed Emma si era fatta raccontare tutto quello che era successo il giorno del suo compleanno e, a questo punto, anche quello di Harry. Hagrid aveva ritirato un pacchetto dalla camera blindata alla Gringott lo stesso giorno della rapina. E ora dove si trovava? E poi, c'era qualche cosa su Piton che Hagrid sapeva e non voleva dire a Harry?

Angoletto dell'autoressa che si sente in colpa
!
Vi chiedo umilmente perdono! Un mese è passato dall'ultimo capitolo! Un mese! Dio, giuro che ho i sensi di colpa.
Okey, torno seria! Si tratta di un capitolo formenente descrittivo, quindi potrebbe risultare un pelo noioso a tratti (sorry), ma dal prossimo si parte seriamente! Sappiate solo che ho in programma di far uscire il capitolo di Halloween ad Halloween (c'è il piccolo problema che lo devo ancora scrivere, ma vabbè).
Ora domande interessanti e che vi faranno riflettere:

Voi che ne pensate delle domande che Piton ha posto a Harry? Sapete il motivo percui Piton prova quell'odio apparentemente incondizionato verso Harry? E perché non prova lo stesso odio verso Emma? Questo e molto altro nei prossimi capitoli (che usciranno molto presto).
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Asami_Ryuzaki