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Autore: LADY_youkai    14/07/2009    3 recensioni
Per lui, non provo altro amicizia, profonda, questo è vero, ma nulla di più: perché mentire? Sono qui, davanti alla tua stanza, in attesa di trovare il coraggio di bussare e di cambiare radicalmente la mia vita. Perché so già che non sarà nulla come prima
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Reita, Ruki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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and tomorrow?

Nuova one shot scritta in un momento in cui non avevo idea di come passare il tempo.

Spero che piaccia comunque ^^



Non so perché lo sto facendo.

Non so perché ho deciso di accettare quel silenzioso ma inequivocabile invito.

Forse, l'ho fatto solo per distrarmi dalla noia, nulla di più.

Per lui, non provo altro amicizia, profonda, questo è vero, ma nulla di più: perché mentire?

Sono qui, davanti alla tua stanza, in attesa di trovare il coraggio di bussare e di cambiare radicalmente la mia vita.

Perché so già che non sarà nulla come prima

-Chi è?-

-Sono io- Apre la porta e una luce flebile mi illumina il volto e lui, davanti a me.

Uno dei miei migliori amici

-Ruki- Il tuo tono è sorpreso, così come alla tua espressione -Alla fine sei venuto- Sussurra questa frase, quasi avesse paura che si tratti tutti di un sogno, e di distruggerlo, con un semplice soffio

-Sì...- Entro nella stanza dopo che lui mi fa passare. Il mio occhio si sofferma sulla stanza: di camere così ne avevo viste molte ormai, tutte uguali e tutte squallide. Meglio, in questo modo, nessuno dei due ricorderà il luogo dov'è è avvenuto il tutto, saremo più distaccati e forse, un giorno, dimenticheremo. Mi volto, sentendomi osservato: avverto l'imbarazzo nello sguardo di Reita, nei suoi gesti, nel suo continuo gesticolare con le mani...sorrido appena: lo fa sempre quando è nervoso

-Io...ecco...- Mi avvicino, con passo sicuro, e gli metto un dito sulle labbra, per zittirlo

-Non dire nulla-

Reita, scusami, ma se ti lasciassi parlare tu mi diresti tutto, e io non voglio

So che cosa prova per me: ultimamente i suoi sguardi sono cambiati, mi tocca per sbaglio molto più spesso, ed è più gentile...non che non lo sia mai stato, ma si comporta esattamente come ci si comporta con la persona che si ama.

Se Reita mi parlasse, mi direbbe queste parole.

E tutto diventerebbe spaventosamente reale.

Preferisco vivere nell'illusione che per entrambi sia solo un'avventura, racchiusa e tenuta segreta in una città sconosciuta e in un hotel anonimo. È tutto molto più semplice.

Credo, almeno.

Senza chiedere nessun permesso, avvicino le mie labbra alle sue, concedendogli la mia lingua, il mio corpo: ammetto di aver sempre avuto una sorta di attrazione inspiegabile nei suoi confronti. Fin dalla prima volta che lo vidi, ho sempre desiderato stare con lui, cedergli tutto me stesso, così, giusto per provare la sensazione di fare sesso con un uomo. Mi spaventai la prima volta che provai questo sentimento, ma in fin dei conti, m resi conto che non c'era nulla di strano e mi tranquillizzai.

Del resto tu sei bellissimo, lo sei sempre stato.

Con una mano accarezzo il tuo petto e la tua pelle, che sotto il mio tocco, diventa sempre più calda.

Sento il battito del tuo cuore.

Reita, io credo di non averlo più, sai?

Accettando di entrare in questa stanza e prendermi gioco dei tuoi sentimenti, perché alla fine è quello che sto facendo, io ho venduto l'ultimo frammento di essenza positiva che avevo dentro di me.

Mi chiedo solo se tu sai che cosa io provo per te, in realtà.

Mi stacco da te e, prendendoti per il polso, ti conduco sul letto, sopra di me

-Ruki...io...- Ti zittisco ancora, questa volta baciandoti con più passione

-Reita, fammi tuo- La avverto come una sentenza di morte questa frase. Tu mi guardi, stupito: non credevi che io mi concedessi così velocemente, vero? Non credevi che avrei accettato? Forse, tutto si sta svolgendo molto più velocemente di come tu sperassi: lo so e mi dispiace.

Però, cerca di capirmi, voglio essere la tua puttana solo per una notte, una maledetta notte. Costruire qualcosa con te non ce la farei, non perché tu non ne sei capace, ma perché io non ne sono in grado. Non ho mai avuto la costanza di mantenere un rapporto duraturo, semplicemente perché dopo un po' mi stanco.

Diventa tutto monotono.

Credimi, non voglio che la nostra amicizia diventi monotona.


Tutto si svolge velocemente, io non ti do il tempo di costruire qualcosa. Il dolore è stato immenso, ma il piacere che mi hai regalato è stato infinito: sentire le tue mani sul mio corpo, il tuo membro duro e caldo muoversi dentro di me continuamente, i tuoi sospiri, i nostri gemiti...sentirmi chiamare dalla sua voce sensuale durante l'orgasmo, le tue labbra morbide baciare le mie...

Ora sei accanto a me.

Osservo il soffitto, cercando di capire perché lo abbia fatto.

Noia?

Passatempo?

Forse...

Sta di fatto che tu adesso vorrai delle risposte e io non credo di riuscire a dartele. Ho sempre condotto una vita meschina, non sono mai stato sincero con me stesso, tanto meno con gli altri. Non mi sono mai aperto più di tanto e non ho mai dato occasione a nessuno di conoscermi davvero: forse perché ho paura che gli altri vedano ciò che sono davvero.

Crudele.

Spietato.

Gioco con le persone per divertirmi, non contano i loro sentimenti, l'importante è che io ne esca illeso, non importa se gli altri, alla fine, soffrono. Non credo di aver mai sofferto davvero...

-Ruki- Mi chiami e io sono costretto a guardarti: i tuoi occhi sono limpidi. Non ho più la forza nemmeno per sorridere: è strano. L'ho sempre fatto per compiacere gli altri. Mi prendi la mano e la baci, chiudendo gli occhi e perdendoti nel mio profumo (così hai detto prima) e io, non faccio nulla, resto immobile, ti osservo e mi rendo conto solo in questo momento che per la prima volta io soffro.

Vedo già i tuoi occhi quando ti dirò che non ti amo, che per me questa notte non avuto lo stesso significato che ha avuto per te -Ruki...io....-

-Non dirlo- Scusa, ma proprio non ce la faccio a non essere egoista.

Tu rimani perplesso, ti alzi appena e sembri non capire

-Ma, Ruki, che cosa...- Cerchi di toccarmi il braccio, ma io mi divincolo e mi alzo dal letto

-Non dirlo- Lo ripeto e questa volta, il tuo sguardo cambia, come se avessi capito -Ti prego- Abbasso la testa, i tuoi occhi consapevoli adesso mi trafiggono il corpo, violentemente

-Che cosa vuoi dire?-

-Io non provo quello che provi tu- Silenzio. Nella mia testa invece c'è molto, troppo rumore.

Caos.

Tu non rispondi.

Che cosa potresti dirmi?

Ti prego, almeno insultami! Dimmi che mi odi e che ti faccio schifo

-Perché hai accettato allora?- Adesso sono io a non rispondere.

Tu scuoti il capo e ti copri il volto con le mani: ti senti usato, sporco, morto.

E' questo quello che provi, vero? È questo quello che mi dicevano tutti gli altri...una volta dopo averli gettati per terra, come giocattoli rotti.

Il mondo è il mio parco giochi.

Ti rivesti, in silenzio. Non mi guardi, fai finta che io non ci sia.

Riesco a vedere i tuoi occhi però, e quella lacrima che ti sta rigando gli occhi

-Reita, io...-

-No! Zitto, non dire una sola parola-

-Mi dispiace...-

-Ti dispiace?!- Adesso mi guardi e i tuoi occhi continuano a piangere e io mi specchio in quelle lacrime, senza però meritarmelo -Io ti amo, lo sai e comunque vieni a letto con me sapendo il male che mi provochi?-

Sì.

Io non lo faccio apposta, credimi, anche io sto soffrendo, non puoi sapere nemmeno quanto.

Mi passi accanto e ti avvicini alla porta: te ne stai andando per sempre o solo per stanotte?

-Me ne vado-

-E' camera tua...-

-E allora? Che ti importa?- I nostri sguardi si incrociano, forse per l'ultima volta.

Io non cerco di fermarti, non provo a seguirti, non trovo nemmeno la forza per parlare.

Quando sento la porta chiudersi, mi accascio a terra, semplicemente.


Mi guarda, continua a osservarmi. Mi sorride in modo molto diverso da ieri o da tutti gli altri anni che hanno preceduto questa sera. Si alza prima degli altri

-Vado a dormire- Mi hai osservato e io ho capito.

Perché non provare?



Non so perché l'ho fatto.

Non so perché ho deciso di accettare quel silenzioso ma inequivocabile invito.

Forse, l'ho fatto solo per distrarmi dalla noia, nulla di più.

Per lui, non provo altro amicizia, profonda, questo è vero, ma nulla di più: perché mentire?


Giusto...perché mentire?


Forse dovevo essere meno egoista, più sincero con me stesso.

Lui se ne è andato per stanotte....


E domani?



Finita.

Forse ho fatto Ruki spietato, ma volevo qualcosa che non finisse con un “e vissero per sempre felice e contenti”. La vita purtroppo non è sempre così...

grazie per chi ha letto (se c'è stato ^^ )

  
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