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Autore: mikamey    14/07/2009    3 recensioni
Piccola storia senza pretese con protagonisti la coppia Ayame/Koga. La nostra protagonista si troverà alle prese con uno dei suoi più grandi incubi: fare le analisi; Ma scoprirà che non tutti i mali vengono per nuocere. “Osservo sempre più agitata il ragazzo, convincendomi maggiormente, ad ogni istante che passa, che in questa clinica non ci sia nessuno mentalmente normale. Riformulo rapidamente la lista precedentemente fatta aggiungendovi i nuovi elementi; dunque ci sono medici maniaci, infermiere sadiche, nonnette troppo sveglie, ragazzi alla ricerca di nuove esperienze, bambini dalla personalità inversa e..”
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Koga
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Percorro lentamente la via, trafficata di macchine e autobus, su un piccolo marciapiede grigio. Un fastidioso senso di angoscia, opprime il mio petto costringendomi ad una postura poco corretta, quasi curva.

Avverto il battito del mio cuore leggermente accelerato, mentre una strana confusione offusca la mia mente; ma perché è dovuto capitare proprio a me???

Scorgo la meta del mio pellegrinare alla fine della via e, inconsciamente, il mio procedere diventa più lento e stentato. Mi soffermo a guardare i fiori posti alle finestre delle case, l’interno delle macchine posteggiate davanti a me, seguo il girovagare annoiato di un gatto; ma, inesorabilmente, il mio tragitto diventa sempre più corto.
Sono quasi davanti all’edificio quando avverto una voce chiamarmi

-Signorina! Signorina!! Per favore può tenermi quel posto? Sia gentile il tempo di fare il giro con la macchina, sono in ritardo ed è il primo buco libero che trovo dopo cinque giri per le traverse vicine!

Annuisco, quasi sollevata, per quella provvidenziale opportunità di ritardare ancora la tortura, quell’atto barbarico e subdolo, conosciuto ai più come prelievo di sangue.

Aspetto paziente il ragazzo dalla macchina nera, informando i vari “pretendenti al posto” che il parcheggio  è già stato prenotato. La metà di loro mi ha apertamente inveito contro, l’altra metà invece ha borbottato sommessamente qualche improperio immergendosi  speranzosi in altre vie alla ricerca di qualche angolino per la loro macchina.

Guardo disorientata l’orologio notando che, sebbene siano passati svariati minuti, quel ragazzo non si è ancora fatto vedere. Inizio a pensare che abbia trovato parcheggio altrove e mi abbia lasciato lì ad accumulare karma negativo e maledizioni varie mentre lui, è già comodamente seduto alla sua scrivania, a godersi la sua meravigliosa giornata di lavoro quando lo vedo arrivare sorridente e parcheggiare in maniera perfetta la sua auto.

-Leggiadra fanciulla le sono infinitamente grato! Mi permetta di scortarla ovunque debba andare, sarò il suo cavaliere finché non la saprò giunta a destinazione!

Questo strano ragazzo, appena abbandonato il suo mezzo, si è diretto da me prendendomi le mani nelle sue e iniziando a decantare lodi e ringraziamenti degni di un cavaliere servente dell’800. Ho quindi la possibilità di vederlo in tutto il suo fascino, non ha solo un sorriso accattivante e due occhi blu mare magnetici,  è anche  alto con un fisico che definirei addirittura sensuale. Non solo il suo corpo ma anche i modi, il suo atteggiamento, lo rendono.. non so provocante, affascinante.

-N.no ti ringrazio, sono già arrivata e poi, tu non eri in ritardo per il lavoro?-
Porta una mano dietro il capo mentre un sorrisetto sghembo, tinto di colpevolezza, si distende sul suo viso perfetto.

-Si, dovrei iniziare il turno alle sette precise, ma non  permetterei mai  che una cosi bella ragazza vaghi sola per queste vie dopo aver protetto il mio posto auto! Posso offrirle qualcosa per sdebitarmi almeno?-

Mi inchioda con quei suoi meravigliosi occhi blu, stregandomi con quella voce calda e melliflua che si insinua nella mia mente, offuscandone le facoltà intellettive. Un cornetto potrei anche accettarlo, infondo, sarebbe davvero scortese non accettare la sua galanteria, e poi sembra un cosi bravo ragazzo..

Sto quasi per accettare la sua offerta quando il mio sguardo ricade sull’ insegna bianco verde con su scritto “centro diagnostico”, posta sull’entrata dell’edificio proprio di lato a noi, ed allora riacquistato il mio buonsenso declinando malvolentieri l’invito.

-Ti ringrazio, ma devo davvero andare, la struttura qui presente mi attende per prelevare qualche provetta del mio preziosissimo sangue.
-Ah ma allora è perfetto! Io lavoro qui, vieni con me, mi occuperò io di te!

Mi afferra per la mano trascinandomi, allegro, all’interno dell’edificio, fino alla "reception" dove svolgo le varie pratiche di pagamento e infine, una gentile infermiera, mi accompagna nella zona prelievi. Un’altra estenuante fila da sopportare, questa volta per subire la mia condanna.. mi sento come una persona condannata al patibolo, scortata con i polsi legati e le catene ai piedi, verso il logo della propria morte.

 Si lo so che sto esagerando, è solo un prelievo. Delle comunissime analisi ma per me è una vera tortura.

Odio il sangue ed ho il terrore degli aghi!

Ricordo che da piccola dovetti fare delle punture, e fu una vera tragedia, sia per me che per i miei genitori, basta sapere che feci in tutto tre punture ma di buchi ce ne furono quattro,e si perché non appena  la siringa toccò il mio delicato e innocente deretano, io mi divincolai così tanto da farla volare via e quindi dovetti ri-sopportare quell’arcaica tortura.

Rabbrividisco al solo pensiero che un ago, profanerà il mio fragile braccio, per insinuarsi in un’ingenua vena e rubarne il rosso contenuto. Inizio cosi a guardarmi smarrita intorno, alla ricerca del mio presunto accompagnatore e protettore, non lo scorgo da nessuna parte, ma in compenso osservo la gente che, come me, attende il proprio turno.

Ci sono una paio di persone di mezza età pazientemente sedute  su quelle scomode sedie color panna attaccate al muro che conversano tra loro di malattie mortali, di acciacchi e reumatismi dovuti all’età avanzata; ovviamente si confidano tutte le sintomatologie che affliggono le loro giornate e si scambiano consigli su come contrastare l’avanzare della vecchiaia. Altri, invece, parlano di figli e nipoti, delle loro vite, e della loro gioventù passata cosi diversa dalla nuova generazione.

 C’è anche una giovane coppia appoggiata alla parete che bisbiglia in disparte da tutti, la ragazza è molto carina, mora e dai tratti delicati e giovani, è abbracciata al ragazzo che ricambia delicato il gesto accarezzandole dolcemente il braccio, a quanto pare tenta di infondere coraggio alla  fidanzata terrorizzata come me dalla barbarica pratica di prelevamento-sangue.

Infine, ci sono svariati bambini accompagnati dalle proprie madri. Uno singhiozza rumorosamente e col viso rigato dalle lacrime e le mani tremanti , è aggrappato alla gonna della madre e la prega di riportarlo a casa promettendole di fare il bravo e di non ammalarsi più, un altro invece, è seduto silenzioso e col volto chino fissa il pavimento, sembra calmo ma in realtà è terrorizzato, lo si capisce dal frenetico movimento delle sue mani che instancabili si torturano in improponibili accavallamenti e torsioni, un’altra ancora invece sorride allegra muovendo ritmicamente le gambe avanti e indietro come in attesa di un giro su una giostra, sembra quasi impaziente di entrare, come la invidio!!!

-Ayame eccoti qui! Non ti ho fatto aspettare troppo spero.
Mi volto sorridente e sollevata all’idea di avere anche io qualcuno accanto a me, ma ciò che si para davanti ai miei occhi non è semplicemente il ragazzo spigliato di prima vestito con jeans e maglietta, no indossa un camice bianco!!

-Hei mi sembri un po’ tesa, non dirmi che hai paura di un piccolo aghetto?
 Ha i primi due bottoni aperti a mostrare gli indumenti sottostanti e un sorriso smagliante a illuminare il volto, tuttavia trovo che qual largo camice immacolato elimini  gran parte del suo fascino. Forse sarà la mia innata avversione verso medici e affini a  darmi tale effetto, o forse il fatto che quel fisico scolpito non sia più messo in evidenza; ma adesso questo ragazzo non riesce più ad attirarmi, anzi, quasi mi mette in soggezione.

Soggezione che si trasforma in paura non appena lo sento prendermi per mano e pronunciare quelle poche parole che risuonano per me come una condanna..

-Su non c’è da preoccuparsi è un aghetto sottilissimo.
-I.io veramente non ho paura dell’ago.. ma del fatto che verrà infilato nel mio braccio-

Affermo tentando di assume un tono scherzoso che tuttavia non credo di essere riuscita ad ottenere, infatti, lo vedo sfoggiare due occhioni luccicanti da cucciolo e cingermi nuovamente le mai nelle sue.

-Non temere mia dolce Ayame! Ci penserò io a prelevare il tuo prezioso sangue e ad occuparmi di te! Vieni mia diletta, seguimi e non temere, queste mani non hanno mai ferito una donna, sanno solo compiacerle.

Mentre lo dice, mi stringe a se abbracciandomi alla vita. Sento la sua mano sul mio fianco destro scendere lentamente verso la coscia mentre, interdetta dalla sua intraprendenza e velocità, vengo “accompagnata” verso una delle salette prelievi.

Riesco appena a realizzare la situazione e a tentare una contromossa, che avverto Miroku emettere un gridolino di dolore e il calore della sua mano svanire dal mio corpo.







Fine primo capitolo!!
Allora che ve ne è sembrato??
Vi aspettavate che il ragazzo della macchina fosse Koga vero? E invece no, era il nostro Miroku! Ma tranquilli c’è Sango a tenerlo a bada e nel prossimo capitolo il nostro hentay non avrà vita facile…

Parliamo ora del perché di questa Storia.. doveva essere una semplice shot ma la mia testolina aveva ben altro in mente così è venuta fuori una ff di 4 capitoli. Che dire è un piccolo palliativo per mantenermi presente durante il periodo di stasi che ci sarà in “La mia cura”. Purtroppo per mancanza di tempo e la dovuta ispirazione non potrò scrivere fino a inizio agosto cosi ho tirato fuori questa storia scritta secoli fa dandole una correzione e un finale perciò tranquilli è ultimata e non ci saranno ritardi avrete un capitolo ogni 2 o 3 giorni al massimo. Vuole essere una semplice storia, leggera, poco impegnativa ma divertente, spero di strapparvi un sorriso insomma : )

Piccolo angolino delle curiosità, in questa ff ci saranno di tanto in tanto piccoli aneddoti autobiografici vedi storia delle 3 punture con 4 buchi.. è successo quando avevo all’incirca 5 anni :P ma a differenza della nostra protagonista non ho mai avuto paura di fare le analisi, tranne la prima volta.. il motivo lo scoprirete in uno dei prossimi capitoli.. diciamo che ad ogni aggiornamento vi parlerò anche un po’ di me se vi interessa :P

Ed ora, visto che so che molti lettori li amano, ecco lo spoiler sul prossimo capitolo:

“Una signora si è unita a noi, chiamando a gran voce, a quanto pare, il mio accompagnatore, facendolo nuovamente sbiancare e questa volta, il motivo mi è più che palese. Si tratta di una donna intorno agli ottant’ anni, indossa una veste lunga a fiori con le maniche  a giro e una scollatura troppo audace per la sua età, la pelle delle braccia, non più soda, traballa ad ogni suo movimento rendendo le numerose smagliature quasi vive.

Il viso è smunto e segnato dal tempo, i capelli canuti  sono tenuti fermi  da uno strano fermaglio a forma di ossa in una specie di coda bassa e al suo sorriso mancano all’appello un paio di incisivi sia superiori che inferiori; ma, cosa più inquietante, i suoi grandi occhi neri come la notte circondati da una fitta rete di rughe, divorano con lussuria la figura terrorizzata di Miroku, il quale,  avrà l’onore di doverle praticare una rettoscopia.”


Questa storia è dedicata a tutti i lettori e commentatori de “La mia cura” nella speranza che aspettino una scrittrice assillata dagli esami, e ovviamente a tutti gli amanti di questa favolosa coppia.


Invito tutti gli incauti lettori incappati in questa pagina di lasciare un segno del loro passaggio, perché come sempre critiche e commenti sono ben accetti, ovviamente ogni errore segnalato sarà prontamente corretto.

Che altro dire, spero che questa storia vi piaccia e vi diverta almeno un po’ .
Un bacione a tutti Mikamey


  
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