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Autore: Rangiku    14/07/2009    1 recensioni
Una fan fiction nata da una sera insonne.I pensieri turbolenti di una mente prima che giunga la fine ed i penseri al risveglio quando si rende conto di essere ancora in vita.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hitsugaya Toushirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era dunque giunta la sua ora?
Un freddo diverso da quello fino a quel momento conosciuto gli si propagava nelle membra e nella bocca vi era la strana acidezza come di un frutto tagliato con un coltello d’acciaio.
I labbri erano aridi,le iridi vacue.
Il cuore gli batteva in petto,foriero di tutta l’energia di tutto il resto di una vita che gli stavano negando.
L’organo gli pulsava nella cassa toracica,disperato,forte,sempre più forte per avere la prova di essere ancora in grado di battere.
Conscio della fine,la sua mente gli offriva immagini,ricordi che lui aveva creduti persi,mentre voci si ripetevano perpetue nella sua testa,profonde,chiamavano sentendosi perire.
Così si allontanavano,finchè non erano più udibili.
“Capitano?”
“mh?”
“Perché quell’aria afflitta?”
“Non dire sciocchezze,nulla mi affligge.”
“Se non volete dirmelo d’accordo ma non resterò qui a sorbirmi la vostra scontentezza!”
“Matsumoto!Dove pensi di andare?!Hai del lavoro da fare!”
“Lo farò dopo!”
“Matsumotoo!”
Un virgulto gli assalì il cuore,straziandolo.
C’erano bariere invalicabili trà lui e la sottoposta.
Cosa aveva sopportato?
Un angoscia confusa,tumultaria,gli compresse la trachea,mozzandogli il respiro.
Cosa aveva pensato nel passare tutto quel tempo con un ragazzino senza poter dar sfogo alle pene dell’anima,senza poter rivelare i suoi più intimi pensieri a qualcuno che avrebbe potuto comprenderla?
Quanto sdegno era celato dietro quelle iridi del colore del cielo in tempesta?
Quale letizia aveva potuto offrirgli quel posto accanto a lui che era così fuori luogo?
Quali parole avrebbero potuto tranquillizzarla nell’angoscia,strapparle un riso nella trsitezza, quando lei era centro di tante adulazioni,di tanta ammirazione e anche di sentimenti più profondi all'interno di tutta la Seritei?
Forse al principio lei si era rallegrata nel sapere di essere il sottoposto di quel bambino che aveva incontrato anni orsono,ma quanto di questo sentimento in lei era rimasto?
Lei non avrebbe prediletto un compagno adulto e maturo con cui poter discutere alla pari?
Non avrebbe preferito una mente simile alla quale raccontare le proprie gioie,le proprie paure,con la quale mettere a confronto le proprie esperienze?
Ma un’altra voce sofferente lo chiamava,fioca,occultata dalle tenebre della semi-incoscienza.
Hina…mori…
Vane immagini del suo sorriso affioravano come un lento supplizio.
Vane perché prese coscienza della verità.
“E non tornare,Momo piscialettooo!”
Quella frase gli aderiva al cuore come un vischio tenace.
Il buio infine regnò sovrano,cancellando ogni cosa.







I polmoni si riempirono avidi di aria.
I suoni gorgogliavano rochi dalla trachea ,nascendo dalle membra appena destate dal trauma.
Il silenzio arrivò come un fulmine a ciel sereno.
Qualcosa,un istinto,gli impose di scuotere le sedate membra e voltare la testa.
Con la coda nell’occhio aveva intravisto qualcosa vicino a lui.
Come un tremendo sogno,Hinamori era sdraiata su un letto identico al suo,a un metro di distanza.
Il piccolo cuore aumentò i battiti,esanime,tamburellando nel piccolo petto.
Avrebbe soltanto voluto chiamarla,ma non ci riuscì.
Il terrore di non ricevere mai più risposta era troppo grande.
Che fossero morti entrambi?
“Hinamori..?” La vibrazione delle corde vocali,la sua voce ed il suo fiato medesimi,reali,palpabili,quasi lo commossero.
Ritornò con lo sguardo al soffitto e,chiudendo le palpebre,potè udire il respiro dell’altra.
Sussultò impaurito quando la porta si aprì alle sue spalle spezzando quell’attimo.
Matsumoto era entrata nella stanza.
La intravide con le spalle al muro,una bottiglia di sakè stretta in pungno.
La sentì deglutire.
Un immensa malinconia lo invase.
Come aveva potuto pensare quelle cose prima di morire?
Guardando adesso la sua sfocata figura come una stella privata della sua luminescenza,comprese la sua idiozia.
Che ingnominia!
Disprezzava ogni fibra di sé.
Con un filo di voce,la chiamò.
Quella alzò gli occhi luccicanti,sorpresa.
“Capitano?”
Lei si avvicinò poggiando la bottiglia di Sakè.
Vedendolo ad occhi aperti,capì di non essersi immaginata la sua voce.
“Come vi sentite?”
La voce di lei,la sua presenza,furono un'altra prova della sua esistenza.
“Stavo molto meglio prima.”
Matsumoto parve più sorpresa ancora da quella risposta,ma subito il suo viso si addolcì in un sorriso.
Poteva vederla,o quanto complicato e profondo era l’animo femminile!
Poteva vederla apprestarsi a custodire con cura il ricordo di quella franca risposta.
“Matsumoto…Hinamori come…?”
“Il vice capitano Hinamori stà riposando,ha già ripreso conoscenza."
Quelle parole lo trapassarono come un fendente di spada.
Hinamori si era già destata,era già fuori pericolo,Matsumoto era afflitta solo per le sue condizioni.
Puntellò le e cercò di sollevare il capo e le spalle,ma l’altra lo riprese.
“Capitano,cosa credete di fare?!State giù!”
Quella lo afferrò per le spalle con forza e lo tirò giù,facendo più danni che mai.
Lui però non glie lo disse.
“Restate sdraiato,vado ad avvertire il vicecapitano Isane!”
Qaundo lei fu sparita dalla sua vista,sorrise socchiudendo gli occhi verso la porta che aveva distrattamente lasciato aperta.
La convalescenza è una purificazione e un rinascimento.
Dall’agonia era rinato un nuovo spirito che adesso sapeva di essersi terribilmente sbagliato.
  
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