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Autore: Male_na    05/11/2018    1 recensioni
Era passato un po' di tempo, dicevano di lei che aveva fatto grandi casini, rincorso amori, coltivato sbagli
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hai bisogno di poterti girare,
mentre fai le tue cose o mentre sei triste,
e vedere che ci sono

 

Si ritrovò nuovamente con quella tisana in mano, con il fumo caldo che le appannava gli occhiali e una nuova finestra da fissare.
Era passato un po' di tempo, dicevano di lei che aveva fatto grandi casini, rincorso amori, coltivato sbagli, eppure la tisana aveva sempre lo stesso retrogusto amaro che era ancora capace di riportare alla mente dei ricordi che stavano sbiadendo.

Aveva riletto i suoi messaggi con la calma di chi è scioccato ma cerca di andare avanti ma la verità era che aveva paura di quello che sarebbe potuto accadere perché sapeva che questo era diverso da tutti gli altri baratri. Era un deserto sconfinato che poteva trasformarsi in qualsiasi cosa ma restava il pericolo costante di un’oasi.
Si riportò la tazza alla bocca solo per constatare che era ancora calda, come quella poltiglia che chiamava sentimenti e che ora giacevano in un angolo del letto. Li avrebbe lasciati lì perché in fondo non aveva mai voluto nascondere le ferite di guerra, perché per lei avevano un senso profondo.
I pensieri veloci.
La notte fredda.
Nulla rendeva la tregua necessaria per quel cuore malato che stava ancora correndo dietro a delle immagini fatte di nuvole e fumo, perso in quelle costruzioni fragili che con gli anni aveva imparato a costruirsi ad arte.

Assapora il gusto speziato della bevanda calda ed è di nuovo nella sua samsara, a pensare agli uccellini che con forza ha lasciato liberi di volare solo per far capire fino a dove si potesse spingere un amore, torna ai giochi di maschere e al teatro di quei primi anni, alle paure celate dietro vetri.
Ancora una volta è lì, ancora a voltarsi.
Respira.
Abbassa la maschera.
Non c’è il tempo per vedere cosa sarà.

È solo un vortice, un turbinio di mille sguardi e sentimenti, di colori e voci. Non ha mai saputo uscirne, è il suo gioco, la sua tela.
Corre su corpi di mille amanti, sulle braccia che la avvolgono distratt, sulla pelle che potrebbe farla sentire viva. È un attimo, il tempo sospeso, i sensi inebriati, il cuore in briciole ma ancora saldamente incollate fra loro.
La ceramica calda la riporta a casa, il ticchettio di sottofondo è una melodia famigliare e guarda le sue piccole mani rovinate dall’ansia. Non è ancora in grado di plasmare come nuovo questo breve tempo che aveva creduto essenziale e puro ma che non si era rivelato tale, non aveva certezze ma sapeva che non voleva guardare altri occhi se non i suoi. Voleva solo vivere davanti allo specchio, piegarsi come un giunco ed essere grata dell’acqua. Ma non spezzarsi di fronte alla mano che avrebbe cercato di distruggerla.

Una musica in testa, gli occhi che scintillavano del celeste dello schermo.
La stessa vita.

   
 
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