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Autore: Anonimadelirante    07/11/2018    4 recensioni
«Mi sembra di rivivere Budapest» dice Nat, accucciata dietro una macchina e gli sorride.
Clint se la ricorda, Budapest. Come potrebbe dimenticarsela?

[Missing moment di The Avengers, flash travestita da one shot]
Genere: Guerra, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pairing/Characters: potete vivervela come una Clintasha o come una bro!clintasha, come pare a voi – se ci vedete un accenno alla Clint/Coulson avete la vista lunga, ma pure se per voi è una Clint&Coulson va bene così *spallucce*
Avvertimenti: ma quali? Ma cosa? Missing moment.
Disclaimer: scritta per l’ultima settimana *sniff* del #COWT8, M6. Duello. Nat e Clint ricordano Budapest in maniera diversa e questo è un invito a nozze, per la sottoscritta, chiaramente (e per, tipo, tutto il resto del fandom, okay). Roba che esplode e seghe mentali, yay.
N/A: questa flash è stata pubblicata col titolo Budapest perché l’alternativa era una cosa come Clint E Nat Al Gran Budapest Hotel a brevissimo sui vostri schermi, ma poi editandola mi sono fatta un esame di coscienza e ho scelto un titolo un po’ meno ancora più sciocco :)))


 

 

 

Do you remember Budapest?

 


«Mi sembra di rivivere Budapest» dice Nat, accucciata dietro una macchina, e gli sorride.
Clint se la ricorda, Budapest.
Ricorda di essersi detto Ora la ammazzo e di non averlo fatto. Ricorda il sorriso color sangue di Nat e ricorda di essersi detto Non posso. Non perché era oggettivamente bellissima e neanche perché era poco più che una bambina – una bambina con un cervello da donna, in fondo, non è una bambina (Un cervello da ragno, gli avevano detto, Non abbassare mai la guardia, lo avevano avvisato, perché il suo morso è al veleno.). Ci aveva pensato. Si era detto Ci sei cascato, Barton?, ed aveva stretto l’arco fra le dita ferite, Sei caduto nella sua ragnatela?, aveva teso la corda, incoccato la freccia, mirato e: Ti sei preso una cotta, Barton?, si era chiesto e la voce nella sua testa era stata roca e derisoria come quella di Jacques. Non sarebbe mai potuta scappare. Neanche la spia migliore del mondo, neppure il ragno più abile, può fuggire alla picchiata del falco – non dopo aver perso tutto quel sangue, non con una gamba rotta, non in quella notte freddissima, non in quel vicolo cieco di neve ghiacciata. Non l’aveva uccisa. Aveva avuto la sua occasione e non la aveva uccisa. Ti è dato di volta il cervello?, era sbottato Barney, appollaiato in un angolo della sua mente, Non avrai mai un’altra occasione. 
Lo sapeva.
Aveva abbassato l’arma, l’aveva guardata. E lei aveva ricambiato lo sguardo senza un grammo di stupore, senza un briciolo di gratitudine.
Ora sei suo aveva ghignato suo fratello, come un brivido su per la colonna vertebrale.
Lo so.
Clint, Budapest, la ricorda bene: ricorda la neve macchiata di sangue, ricorda uomini armati fino ai denti, ricorda di aver pensato Morirò – ricorda di averlo pensato mentre Natalia Alinova Romanoff si rialzava a fatica, ricorda di averlo pensato mentre inclinava il viso per studiarlo. Non ricorda di avere avuto paura. Allora, aveva avuto un arco soltanto, da perdere.
(Laura e i bambini erano arrivati dopo, Nat era arrivata dopo. Non aveva pensato a come si sarebbe sentito se fosse capitato qualcosa a Phil – non c’era cosa che Phil non potesse superare, nella sua testa. Se lo pensa adesso, se lo pensa adesso che Phil è morto ed è morto per colpa sua, a stento riesce ad ingoiare un conato.)
Ricorda di aver pensato Morirò e ricorda di essere stato percorso da una vampata di adrenalina, curiosità a mille, quando l’aveva incontrata di nuovo, il giorno dopo, in un vicolo buio della periferia di Budapest, ed era subito stato chiaro non fosse un caso: «Vedova Nera» l’aveva salutata. «A cosa devo il piacere?»
Ricorda lo sguardo di lei farsi sottile come una lama e le labbra tendersi: «Mi è stato insegnato a non lasciare mai nulla in sospeso» aveva risposto.
E quando aveva sparato, non aveva mirato alla sua testa.
Ricorda l’adrenalina farsi vibrazione costante sotto la pelle, ricorda i polpastrelli formicolare e la corda tendersi e le frecce – tutte – andare segno.
Ricorda di essersi chiesto Ti sei preso una cotta, Barton? Sei davvero così stupido? Non lo sai che c’è un motivo, se la chiamano Vedova Nera?
E ricorda di essersi risposto Non è per questo. Ricorda di averla guardata negli occhi chiarissimi, verdi, brillanti, e di essersi visto allo specchio. È perché siamo uguali.
Ricorda la curiosità e una macchia nera e rossa, al limitare della sua visuale. Ricorda uomini armati fino ai denti cadere sotto i colpi impietosi di entrambi. Quello che non ricorda, sono gli alieni. è New York a ferro e fuoco. È lo scettro di Loki che brucia nella testa come un martellio incessante e terribile.
(Ciò che non ricorda è come fosse credere che non sarebbe mai potuto capitare nulla di male a Phil – perché, insomma, era Phil Coulson. Ciò che non ricorda è di avere avuto i cuore così pesante, in quei giorni di neve e sangue ed incertezza elettrizzante.)
Ride a sua volta e scuote la testa. Se la ricorda, Budapest. Come potrebbe dimenticarsela? «Tu e io la ricordiamo in modo molto diverso.»
(Ma le esplosioni – quelle in effetti c’erano state allora come ci sono adesso. Nat inclina il capo, un sorriso che è come sangue che cola su una strada innevata di anni prima, un po’ troppo soddisfatta, un po’ troppo divertita, visto che si tratta di un palazzo che va a fuoco, ma Clint non se la sente di giudicarla. È il cuore che pompa a mille, è l’adrenalina che scivola sotto pelle, è la concentrazione totalizzante dei combattimenti. È quello per cui vivono. La capisce perfettamente.)

  
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