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Autore: Signorina Granger    12/11/2018    7 recensioni
[OS collegata alla storia “Magisterium - 1933” per l’anniversato della sua pubblicazione]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Magisterium – 1933 – Memories


 
Agosto 1938


Charlotte Selwyn lasciò che la porta si chiudesse alle sue spalle con uno scatto e un tonfo non indifferente, sospirando gravemente e chiedendosi perché quel sadico del suo capo non le avesse accordato il giorno libero.
Era il suo compleanno, per la barba di Merlino!

Aveva fatto gli occhi dolci persino al Capo degli Auror, lo zio di Hector, ma egli non le aveva consentito di non presentarsi all’Accademia per un’esercitazione, nemmeno quel giorno. Nemmeno sotto il caldo.

Aveva finito col passare fuori casa tutta la giornata e Charlotte era sfinita, moriva dalla voglia di farsi un bagno e poi di piantare le tende sul divano o in camera sua. Entrando non venne accolta dalla voce di sua madre, cosa che le diede sollievo, forse erano usciti e avevano deciso di lasciarla in pace? La ragazza ci sperò, le mancava solo la presenza di sua madre per creare il compleanno perfetto.

“Seannie?”
La strega non ricevette alcuna risposta mentre si addentrava nell’ingresso, chinandosi solo per salutare con affetto Blackjack, che le corse incontro scodinzolando. Prese in braccio il Cavalier King Charles e gli diede un bacio prima di chiamare nuovamente il fratello maggiore. 
E ancora una volta le rispose solo il silenzio.

Farabutto 
Pensò la strega stringendo le labbra con disapprovazione mentre si accingeva a raggiungere il salotto – se non altro Casa libera significava soggiorno tutto per lei –.
È il mio compleanno e non si fa trovare a casa?! Se è uscito con Aurora lo uccido!

“Possibile che nessuno si ricordi di me?!”

Che razza di gente
Bah, andrò in cucina a farmi cucinare qualcosa dagli elfi.


Considerando che nessuno era andato a trovarla o le aveva fatto gli auguri, Stephanie l’aveva solo salutata frettolosamente in accademia, Charlotte stava decidendo di tenere il muso a fratello e amici fino alla fine dell’estate quando mise piede nel soggiorno, chiedendosi perché la casa fosse completamente al buio.

Stava giusto per preoccuparsi e tirare fuori la bacchetta quando improvvisamente la luce si accese, e la prima cosa che Charlotte vide fu il sorriso di suo fratello. 
Sean aveva sempre avuto un sorriso molto contagioso, sua madre diceva che era in grado di illuminare una stanza intera… e per una volta la ragazza doveva ammettere che Cassandra aveva ragione, dopotutto.

“Sorpresa! Buon compleanno piccola.”
La mascella di Charlotte si snodò quando scorse Adela, Aurora, Hector, Stephanie, Katherine, Regan e anche Gabriel alle spalle del fratello, che l’abbracciò mentre la sorella, ancora senza fiato, non sapeva cosa dire.

Il salotto era ricoperto da sue fotografie, anche di molto vecchie, palloncini, dei barattoli con delle luci dentro – probabilmente incantati – fluttuavano sul soffitto sopra le loro teste come delle lanterne o le candele della Sala Grande. E quando alzò lo sguardo, Charlotte scorse effettivamente il cielo rosa e arancione del tramonto.
“Porco Merlino… Sean, odio queste cose, lo sai! Adela, ma tu non eri in India?!”

“Ho ovviamente mentito per farti una sorpresa. Buon compleanno!” Adela sorrise allegra e sciolse l’abbraccio che la legava ad Hector per abbracciare l’amica, ancora visibilmente perplessa.

“Questo è il terzo vassoio che porto, mi avete presa per un uomo di fatica per caso? Gabriel, dammi una mano invece di cincischiare! Oh, ciao Charlotte, buon compleanno!”

Elena comparve alle sue spalle reggendo un vassoio pieno di dolcetti, e solo all’ora Charlotte si accorse dell’enorme torta che svettava sul tavolo insieme ad un cumulo di regali.

“Grazie, ma… Sean, li hai chiamati tu?”
“Naturale! Ci abbiamo pensato noi, chi altri? Auguri Charlie.”  Aurora sorrise calorosamente all’amica, avvicinandolesi per abbracciarla. Anche Charlotte sorrise e la salutò prima di stritolare Hector mentre Aurora, sorridendo soddisfatta, circondava Sean con le braccia. Appoggiò il mento sul suo petto e lo guardò sollevando la testa, inarcando un sopracciglio:

“Te l’avevo detto che sarebbe stata contenta, no?”
“Scusa tesoro, scordavo che tu hai sempre ragione.”
“Naturale!”
 
“Grazie gente, siete adorabili, ma se trovo chi ha tirato fuori tutte queste foto imbarazzanti lo privo degli arti inferiori. Che vergogna! Oh, ciao Elly!”

Charlotte stava abbracciando Stephanie quando, alle spalle dell’amica, scorse Gabriel con in braccio la figlia, che sonnecchiava sulla spalla del padre con il ciuccio in bocca.

“Elly si è rifiutata di lasciarla a casa, non sopporta la separazione, così l’abbiamo portata… spero non ti dispiaccia.”
“Dispiacermi? Io adoro Baby Elly, posso tenerla?”

Charlotte sorrise, gli occhi verdi luccicanti, e battè le mani mentre Gabriel, annuendo con un sorriso, le passava delicatamente la figlia, che mugugnò nel sonno ma non si oppose. 
Blackjack venne così lasciato sul pavimento e il cane rivolse un’occhiata torva alla bambina, chiedendosi chi gli avesse sottratto le attenzioni della padrona prima di trotterellare stizzito da Aurora e Sean per farsi coccolare da loro.


“Sean… ma dove sono i tuoi genitori?”
“Li ho cacciati dai miei zii, così Charlotte si potrà rilassare un po’.”
Sean si chinò per sollevare il cane, che gli diede una leccatina sulla mano mentre Aurora sorrideva al ragazzo, guardandolo con affetto:

“Sei un bravo fratello maggiore, Sean.”
“Non per vantarmi, ma a detta sua sono il migliore.”

“Ora non allargarti troppo, mio caro…”




Quattro ore dopo, quando tutti furono tornati a casa, Charlotte era finalmente rannicchiata sul suo letto dopo essersi fatta un bagno, con Blackjack acciambellato ai suoi piedi e Sean vicino. Entrambi stavano mangiando la torta avanzata sul letto – la festeggiata poteva quasi sentire le urla che sua madre avrebbe emesso se avesse disgraziatamente dovuto assistere alla scena – mentre la ragazza teneva la testa appoggiata sulla spalla del maggiore:

“Grazie Seannie.”
“Beh, non potevo permettere che non facessi nulla per i tuoi 21 anni!”
“Fammi indovinare, siete stati tu e Thor a dire al Capo di non darmi il permesso di non andare all’esercitazione per organizzare tutto?”
“Ovviamente, lui, Adela e Aurora sono arrivati ad aiutarmi già oggi pomeriggio.”

“Suppongo di essere fortunata ad avervi. Specialmente tu, ti voglio bene.”
Charlotte sorrise e, come sempre nelle rare dimostrazioni d’affetto che avevano come protagonista solo ed esclusivamente l’amato fratello, si sporse per dargli un bacio su una guancia prima di accoccolarsi meglio sulla sua spalla, sentendolo sorridere a sua volta prima di dire qualcosa a bassa voce:

“Anche io Charlie.”

Sean le baciò la testa e poi appoggiò la sua contro quella della sorellina, stringendola con un braccio senza aggiungere altro.



*



“Ho finito, dimmi se è giusto.”
Jade porse ad Axel il foglio dove aveva trascritto la traduzione di un saggio scritto in rune, e il ragazzo gli diede una rapida occhiata prima di confrontarlo con la traduzione ufficiale:

“Beh, il senso complessivamente è giusto, ma hai sbagliato un paio di verbi e delle congiunzioni.”
“Ma perché ho deciso di studiare tutto questo, me lo spieghi?! E non dirmi te l’avevo detto!”
“Ma io l’ho fatto due anni fa, Jade! E io non me la cavo molto meglio, ci siamo infossati in due campi difficili.”

Axel aggrottò leggermente la fronte mentre restituiva la traduzione all’amica, che annuì con un sospiro prima di sedersi accanto a lui sul divano.

“Anche Andrew se è per questo, ha appena finito tutti gli esami di Magisprudenza, ma ha comunque ancora molta strada da fare…”
“Vorrebbe diventare Giudice entrando nel Wizengamot?”
“Sì. Siamo tutti molto ambiziosi, ho idea.”

Jade sorrise appena prima di decretare che per quella sera l’aveva aiutata a ripassare abbastanza, mettendo dizionario, cifrari, fogli e piume sul tavolo decisa a non toccarli fino al giorno seguente.
Axel stava per alzarsi e accingersi a tornare a casa quando il caminetto spento del salotto si riempì di fiamme verdi, e un attimo dopo una Iphigenia alquanto sorridente comparve nella stanza, saltando fuori dal camino per gettarsi su Jade:

“Jade! Scusa l’intrusione, ma non hai idea di cosa è successo oggi!”
“Avete visto il mostro del Lago?”
“Non eravamo a Loch Ness simpaticona, ma a Loch Katrine! E comunque non esistono prove scientifiche che dimostrino l’esistenza di quel mostro, sono sicura che siano tutte fandonie.”
“Risparmia i discorsi da scienziata, parla!” 

“Emh, volete che vi lasci sole?”

Axel fece per alzarsi e andarsene inarcando un sopracciglio, ma Iphigenia scosse il capo e gli assicurò con un rapido gesto che poteva benissimo restare mentre le fiamme verdi anticipavano l’arrivo di Andrew, che come sempre sbattè la testa sul camino e imprecò a mezza voce:

“Stupida altezza, ogni volta la stessa storia…”
“Su, non lamentarti, i tuoi ricci fanno da cuscinetto all’impatto. Vieni qui, dobbiamo dirglielo!”

Iphigenia fece cenno al fidanzato di avvicinarsi e il rosso lo fece, sedendo accanto a lei e mettendole un braccio intorno alle spalle, gli occhi castani luccicanti tanto quanto quelli della bionda:

“Pensate di parlare? Qui facciamo notte!”
“Veramente è già notte, praticamente…”
“Appunto Axel. Forza!”
“Ci siamo fidanzati!”
“Quando?!”
“Secondo te? Oggi! Me lo ha chiesto al lago!”

“E me lo dici solo dopo tutte queste ore?!”
“Siamo tornati a casa all’ora di cena, e quando lo abbiamo detto alla mia famiglia ci hanno trattenuti per un’eternità. Poi siamo andati dalla madre di Andrew e ora eccoci qui.”

Iphigenia sorrise, stringendo la mano del fidanzato prima che Jade sorridesse, abbracciando l’amica con affetto:

“Sono molto felice per voi, anche se era ovvio che presto o tardi te l’avrebbe chiesto. Come lo ha fatto, sono curiosa!”
“Con l’equazione di Dirac.”

Iphigenia non accennò a smettere di sorridere, mentre Jade e Axel invece sfoggiarono due identiche espressioni confuse:
“La che?!”
“Lasciate perdere, roba scientifica. Però è stato molto dolce.”

“Non parlate di me come se non ci fossi!”

Andrew alzò gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto prima di ricevere il caloroso abbraccio dell’amica, che sorrise e si congratulò con lui.

“Ah, naturalmente tu mi farai da damigella insieme a mia sorella, ha quasi avuto un infarto quando l’ha saputo.”
“Sta bene, ma verrò solo se la torta la farà Andrew.”
“Ne farò una solo per te.”
“Dopo tutta la fatica che ho fatto per farvi finire insieme me la merito, Axel è stato testimone delle mie peripezie, dico bene?”
“Non che io me la sia passata meglio tra Elena e Stephanie…”

“Ho io una domanda per voi: perché invece di accasare i vostri amici non vi preoccupate un po’ di voi stessi?!”











……………………………………………………………………………
Angolo Autrice: 

Per fortuna sappiamo che alla fine anche i Cupidi della storia si sono costruiti due belle famiglie. 
È arrivato anche l’anniversario di Magisterium – 1933, ed è un po’ strano scrivere dei ragazzi da giovani quando ho ancora in corso il seguito della storia con i loro figli… Ero tentata di raffigurarli al matrimonio di Ivan ed Eloise, ma ho deciso di ambientarla nel 38 perché così ho potuto inserire anche Sean, e sopratutto lui e Aurora ancora insieme. Ma sicuramente arriverà anche quello prima o poi.
Di nuovo grazie per i personaggi e a chi ha seguito storia e OS iscrivendosi anche al seguito, ossia Sesilia, Fede, Phebe, Em, Chauve Souris, Mary, Bea, Amilcara e Carme. Come probabilmente avrete notato non sono apparsi tutti gli OC, ma l’autrice di Jack è sparita dalla storia del 1962 e non aveva molto senso inserire il suo personaggio qui; l’autrice di Evie non mi ha mai mandato la scheda di Virginia senza più dare segni di vita e cancellando persino il suo account dal sito e quella di Beatrix non ha mai recensito le OS, insomma, vale sempre la stessa storia.

Ci sentiamo domani (oggi se leggerete di mattina/pomeriggio) su Magisterium – 1962 con i pargoli di questo bellissimo gruppo, grazie ancora a tutte!
Signorina Granger 



 
   
 
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