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Autore: kogarashi    14/07/2009    3 recensioni
Non ci sarà più nessun sorriso, nessuna festa, solo il ricordo, un ricordo che non si può, non si deve affievolire con gli anni. Quel dolore lancinante deve sopravvivere, solo così, loro potranno sopravvivere nei nostri cuori. Un ricordo che ti spezza il cuore, ti lacera quell’ingenua umanità che ancora cerca di aggrapparsi alla realtà o dalla quale fugge, rintanandosi in immagini che appartengono ad un altro tempo. Loro lo sapevano, sapevano che il loro amore, quell’idillio che si erano creati con tanta fatica non poteva restare invariato a lungo. Sapevano che il fato li avrebbe divisi. E così, quel giorno, in quella chiesa, fu celebrato il giuramento, una promessa che esigeva di essere rispettata. “Nella vita e nella morte giuriamo di restare eternamente insieme”. Parole sussurrate, con sentimento e consci che quella promessa era un patto, un patto che li avrebbe legati eternamente. Nella vita come nella morte.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati anni da quel triste giorno, eppure il loro ricordo è ancora vivo in ognuno di noi…la loro storia, il loro amore viene tramandato di generazione in generazione, di padre in figlio, perché non possiamo…non dobbiamo dimenticare cos’è avvenuto…c

ETERNAMENTE NOI

 

 

 

 

 

Sono passati anni da quel triste giorno, eppure il loro ricordo è ancora vivo in ognuno di noi…la loro storia, il loro amore viene tramandato di generazione in generazione, di padre in figlio, perché non possiamo…non dobbiamo dimenticare cos’è avvenuto…cos’hanno fatto per noi.

 

Successe tutto talmente in fretta che a pensarci ancora adesso mi ritrovo a confondere il sogno con la realtà. A credere che quello che è accaduto deve essere stato per forza un incubo, e forse, in parte lo è stato.

 

Non si può morire così.

 

Come si può credere che due ragazzi, così assurdamente diversi riescano a provare amore, nonostante la diversità, nonostante i conflitti, nonostante la guerra.

 

Nessuno di noi poteva anche solo immaginare lontanamente che il pericolo, che tutti credevano essere la guerra, in realtà poi si sarebbe risolta e svelata nella figura gigantesca e oscura di coloro che ci davano la vita, impedendo al nostro stesso mondo di crollare. Loro, gli Escalus.

 

Noi, creature stolte, che ci ammazziamo a vicenda, per il potere, per la sete di vendetta, non riusciamo neppure a vedere al di la del nostro naso, non riusciamo a cogliere quella sottile linea che rendeva diversi Romeo e Juliet. Loro non odiavano…loro amavano, amavano con tutta la loro anima, con tutto il cuore, con il loro intero essere. E noi, questo, l’abbiamo capito solo alla fine.

 

E’ troppo tardi ormai…loro non esistono più.

 

La loro vita ha portato con sé tanta speranza, ma anche tanto, tanto dolore.

 

Non ci sarà più nessun sorriso, nessuna festa, solo il ricordo, un ricordo che non si può, non si deve affievolire con gli anni. Quel dolore lancinante deve sopravvivere, solo così, loro potranno sopravvivere nei nostri cuori. Un ricordo che ti spezza il cuore, ti lacera quell’ingenua umanità che ancora cerca di aggrapparsi alla realtà o dalla quale fugge, rintanandosi in immagini che appartengono ad un altro tempo.

 

Loro lo sapevano, sapevano che il loro amore, quell’idillio che si erano creati con tanta fatica non poteva restare invariato a lungo. Sapevano che il fato li avrebbe divisi.

 

E così, quel giorno, in quella chiesa, fu celebrato il giuramento, una promessa che esigeva di essere rispettata.

 

“Nella vita e nella morte giuriamo di restare eternamente insieme”

 

Parole sussurrate, con sentimento e consci che quella promessa era un patto, un patto che li avrebbe legati eternamente.

 

Nella vita come nella morte.

 

 

*

 

 

“Cosa ci fai qui?” chiese una voce gentile e femminile, e un uomo dai capelli scuri e dagli occhi penetranti si voltò, ritrovandosi di fronte ad una donna con dei lunghi capelli biondo scuro raccolti, e un piccolo mazzo di fiori fra le mani.

 

“Cordelia…” sussurrò lui, sorpreso nel vederla li da sola.

 

“Come mai da queste parti Tebaldo? Credevo che nessuno ti avrebbe mai fatto tornare in questo luogo” disse la giovane donna, oltrepassandolo e posando i candidi fiori vicino all’albero che sovrastava il paesaggio.

 

“Ho deciso io stesso di venire qui. Oggi, sono esattamente 5 anni da quel giorno”

 

Cordelia abbassò lo sguardo, nascondendo un triste sorriso al ricordo di ciò che solamente 5 anni prima era avvenuto proprio in quel luogo.

 

Romeo e Juliet si erano sacrificati per loro…e per restare legati al loro sentimento…in eterno.

 

Quando lo rialzò vide Tebaldo guardare l’albero divenuto ormai il simbolo di quel legame con penetrante tristezza. Fin dal principio aveva sempre creduto che quell’uomo fosse freddo e scostante verso tutti e tutto, ed in parte era così, eppure, la morte di quei due giovani aveva smosso qualcosa dentro di lui, qualcosa che ancora adesso non riusciva a spiegarsi.

 

Li aveva visti morire. Aveva visto Romeo cadere morto fra le braccia di Juliet per salvarla, mentre il grido di dolore della ragazza squarciava il cielo notturno e silenzioso. E aveva visto Juliet sorridere rassegnata, mentre si voltava verso di lui decidendo in quello stesso istante di sacrificarsi per loro.

 

Perché la morte di Romeo non fosse vana. Perché il suo stesso giuramento non lo fosse.

 

“Romeo fino alla fine ha protetto la nostra promessa. Per cui anch’io…”

 

Vivere insieme. Morire insieme.

 

“Sono certa che ora sono insieme, erano nati per stare insieme, e anche nella morte è stato così.” disse Cordelia alzandosi e pulendosi delicatamente la terra dall’abito mentre i ricordi prendevano vita.

 

“Eternamente insieme” disse Tebaldo alzando il viso per ammirare le verdi fronde dell’Escalus che ora viveva rigoglioso, grazie al sangue di Juliet, l’ultima Capulet rimasta.

 

Si ritrovò a pensare a ciò che sarebbe accaduto un giorno. La famiglia dei Capulet era stata annientata completamente, come avrebbe fatto Neo Verona a sopravvivere, una volta che gli Escalus avessero avuto bisogno del sangue di una loro discendente che ormai non esisteva più?

 

Morte.

 

Juliet aveva solo ritardato di qualche decennio quell’incubo.

 

A meno che un giorno, gli Escalus non avessero reclamato il sangue di un discendente dei Montecchi. In fondo, anche Romeo era stato sacrificato nell’albero. E forse, un giorno, quegli alberi sacri avrebbero davvero reclamato il sangue di un discendente della sua casata. E forse chissà, sarebbe stata la figlia di uno di loro a doversi sacrificare per la salvezza di tutti.

 

“E’ grazie a loro se siamo vivi. Non dobbiamo dimenticarcelo” disse Cordelia affiancandosi a lui.

 

E Tebaldo non potè non constatare quanto quella donna avesse ragione. Perché il destino era destino, e lui, come capo della famiglia dei Montecchi avrebbe agito di conseguenza a ciò che un giorno sarebbe accaduto.

 

Ma per ora non potè dire altro guardando quell’albero enorme che sovrastava qualsiasi altra cosa.

 

“Grazie Juliet, grazie…fratello

 

Le prime parole di gratitudine e di affetto mai pronunciate. Parole dette al vento, davanti ad un albero che portava dentro di sé il sangue di un amore che sarebbe davvero rimasto immutato per l’eternità….

 

 

FINE

 

 

  
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