La dolcezza del suono delle onde che si infrangono è la stessa dei movimenti di una grande mano, avventurata in un bosco di capelli verdi. La gradevole passeggiata non basta tuttavia a guarire il suo angoscioso mal di testa.
«Mio dolce Zeke…» sussurra una voce, un canto di angeli.
«Promettimi che saremo sempre insieme!»
Il cavaliere inarca le sopracciglia folte, aprendo così i suoi occhi per scrutare la donna, le cui iridi dai riflessi di rugiada non esitano a catturare la sua concentrazione. Finisce quindi per rispondere al suo sorriso, luminoso come un pomeriggio estivo, con una gentile incurvatura delle labbra, dalla stessa delicatezza dei raggi lunari.
«Certo Tatiana, te lo prometto.»
Così facendo, ha appena firmato la sua condanna a sentire un tuffo affettuoso nel suo torace, scolpito dalle numerose battaglie; le forti braccia non esitano quindi a cingerla, per far sì che venga protetta dalla vista di quello che è ora il volto dell’amato, tramutato dai dubbi.
La brezza galleggia sulle coste, così come i suoi sussurri sull’erba. Fissa l’orizzonte; forse dall’altra sponda dell’oceano, qualcuno ricambia il suo sguardo con occhi roridi di dolore, opposti a quelli galleggianti di gioia di Tatiana.
«Camus, ascoltami...»
Ricordare quel volto dolce e nobile, così ben levigato dalle lacrime, non è che un’ulteriore lacerazione al suo cuore in pena.
Tra quelle braccia, un corpo minuto avrebbe potuto prendere il posto di Tatiana; la sua mano avrebbe potuto avventurarsi in una distesa di grano biondo cenere, invece che in una frondosa foresta; e invece di gridolini gioiosi, avrebbe potuto ascoltare un’armoniosa melodia di pianti.
Ma tutto questo Tatiana lo ignora, riposando cullata dal calore dell’uomo. Egli può solo combattere e subire ferite per un’altra battaglia: quella per conservare il suo sorriso, senza che lei debba procurarsi di curare i suoi sanguinamenti, ora che sono due le paia di smeraldi a tormentarlo nei suoi sogni.