Crossover
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Autore: Crybaby    15/07/2009    2 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Saint Seya; Naruto]
Il principale avversario di Sailor Moon è tornato, ma questa volta le sue intenzioni vanno ben oltre il desiderio di vendetta. Sette squadre di guerrieri, provenienti da quattro diverse realtà, partono alla volta dei quattro angoli dell'universo nel tentativo di riportare la normalità e sventare l'ultima, definitiva, minaccia di Chaos.
PARTE 1: ANTEFATTO
1-7 Prima parte
8-15 Seconda parte
PARTE 2: LE SETTE SQUADRE
16-28 Ub, Minako, Rock Lee, Tenten, Ami, Kiba & Akamaru
29-40 Gaara, Haruka, Shiriu, Shino, Temari & Mister Satan
41-50 Makoto, Shun, Michiru, Hotaru, Choji & Ino
51-61 Setsuna, Kankuro, Hinata, Goten, Pan & Naruto
62-75 Shikamaru, Rei, Hyoga, Shaina, Trunks & Usagi
76-83 Gohan, Ikki, Sakura, Videl, Neji & Seya
84-88 Vegeta & Bulma
PARTE 3: TUTTI CONTRO CHAOS
89-103 La Città
104-115 La Fortezza
116-119 Resa dei conti finale
PARTE 4(cap. 120): EPILOGO
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ritorno A Casa

Colpito dall’attacco di Eternal Sailor Moon, Chaos Goku mollò la presa su Ub e provò a scagliare un qualsiasi colpo energetico, quando il suo corpo da scimmione si immobilizzò come congelato, come un giocattolo al quale erano appena state tolte le batterie. Seguì un momento di calma e silenzio, ma si trattò solo di una frazione di secondo. Da ogni direzione prese a soffiare un vento fortissimo, come un tornado, talmente potente che i presenti rischiarono di venire sbalzati via dalla piattaforma. Quello, era l’urlo di Chaos. I pochi che riuscirono a sollevare lo sguardo, lo videro: un fantasma senza volto, nero come la pece, si separò dal cuore ferito di Goku e aleggiò per qualche istante sopra le teste dei combattenti, come a voler memorizzare i volti di ognuno; quindi, con un urlo ancora più forte del precedente schizzò nel cielo notturno, che per un attimo divenne rosso come il sangue, e si dissolse nel nulla.
Cessato il vento, tutti rimasero a fissare il cielo, senza fiato per quello a cui avevano appena assistito, senza sapere che di lì a poco doveva accadere qualcosa di ancor più incredibile.
Privo della contaminazione di Chaos, il corpo del gigantesco primate subì un’ulteriore trasformazione. Perdendo nel frattempo le ali e la criniera rossa il suo pelo divenne improvvisamente dorato, sprigionando una luce tale da illuminare a giorno l’intera città sottostante. Fu un attimo: la luce si affievolì velocemente, ma soltanto perché lo scimmione stava andando rimpicciolendosi sempre di più. Quando l’alone dorato fu scompaso del tutto, del mostro non era rimasto altro che un bambino, nudo, con un’inconfondibile coda che gli partiva dal fondo della schiena, e un ancor più inconfondibile pettinatura disordinata.

Con il cuore in gola, Trunks, Ub, Gohan e Goten accorsero al capezzale del piccolo Goku. Più che svenuto, sembrava dormisse profondamente, nonostante sul suo petto era ancora evidente lo squarcio che conduceva al cuore. Subito Ub si apprestò a curarlo col potere di Majin Bu, ma Trunks lo fermò un attimo prima, posandogli una mano sulla spalla.
-Lascia stare e pensa a riposarti, hai già speso fin troppa energia. Ci penso io qui. Ma dov’è andato a cacciarsi… trovato!- Trunks tirò fuori dalle tasche un senzu, che subito fece ingerire a Goku -sapevo che doveva essermene rimasto ancora uno da qualche parte. Speriamo sia sufficiente.
Come le mascelle di Goku vennero richiuse, la ferita sul petto prese a cicatrizzarsi da sola, fino a scomparire del tutto. Come segno di apprezzamento per quel senzu, il bambino mugugnò qualcosa di incomprensibile e si girò su un fianco, riprendendo a sonnecchiare. I quattro ragazzi tirarono un gran sospiro di sollievo.
-Ehi gente, ora potete avvicinarvi! Non c’è più pericolo, papà è tornato quello di prima!- gridò Goten. Nonostante effettivamente non ci fosse più nulla di pericoloso però, gli altri presenti, compresi Usagi e Vegeta, continuavano a mantenersi a distanza, mostrando diffidenza nei confronti di quel bimbo che, solo qualche minuto prima, era stato il loro peggior nemico.
Qualcuno alla fine decise di avvicinarsi, costringendo tutti gli altri a seguirne timidamente l’esempio: si trattava di Pan, seguita a ruota dalla madre Videl. Le due corsero subito ad abbracciare Gohan, poi la piccola saiyan si chinò di fianco al nonnino e lo fissò, in silenzio.
-Lo sappiamo, è ancora un bambino- provò a dirle Trunks -ma… cerca di fartene una ragione…
-Di che stai parlando, Trunks? Guarda che me ne sono fatta da tempo una ragione, se nonno Goku ha deciso di non tornare adulto. E poi, piuttosto che vederlo posseduto da un mostro, lo preferisco così.
-Ah… wow. Beh, sono contento di sentirtelo dire, Pan. Sei maturata molto. E io che ti credevo ancora una mocciosa superficiale a cui non va mai bene niente…
-Oh grazie, sei moltoASPETTA COS’HAI APPENA DETTO?!?
-Ho detto che ti consideravo, prima, non intendevo…
-Lo so cosa intendevi! Torna subito qui!
Mentre ebbe inizio l’inseguimento sotto gli occhi di un ridanciano Goten, Ub si avvicinò a Gohan e Videl, rivolgendosi a quest’ultima.
-Spiegami una cosa. Come avete fatto, tutti voi, a sapere che eravamo quassù?
Mentre lo diceva, il ragazzo si guardò più volte attorno constatando che, dalla fine della battaglia, sul tetto della fortezza erano salite molte altre persone, e altre ne stavano ancora arrivando. Dalla scaletta vide emergere uno sbadigliante Kankuro, seguito da Hinata e da Setsuna, la quale teneva in braccio la piccola Hotaru ancora addormentata. Subito dietro di loro sbucarono timidamente Shikamaru e Choji: a Ub parve che fossero intimoriti da qualcosa, e infatti la sua ipotesi trovò subito conferma quando vide la loro compagna di team Ino assalirli come una furia e tempestarli di domande. Su dove fossero stati per tutto questo tempo e cose del genere, a giudicare dal labiale.
-Ecco, in realtà non lo sapevamo proprio- rispose Videl -abbiamo solo ricevuto dagli insetti di Shino il messaggio di venire qui, e basta. Lo abbiamo incrociato al piano di sotto, seduto tranquillamente a dare ordini ai suoi coleotteri… perché fai quella faccia?
-Avevo affidato a Shino due dei miei compagni di squadra che erano finiti KO, ma non so più che fine hanno fatto. Per caso hai visto se c’erano anche loro…
L’allievo di Goku si sentì picchiettare sulla spalla. Non fece nemmeno in tempo a voltarsi, che quattro ragazzi più un cagnolino gli saltarono addosso tutti insieme, per festeggiarlo.
-Ra-ragazzi!… state… bene…
Quasi piangendo dalla gioia, Ub ricambiò l’abbraccio dei suoi amici e compagni di squadra: Rock Lee, Tenten, Kiba e Minako. Facendosi prendere dall’emozione andò pure ad abbracciare la più composta Ami, addirittura sollevandola da terra.
-Shino ci ha raccontato tutto, ha detto che hai affrontato Chaos Goku e prima di lui un androide potentissimo, e che ne sei uscito vincitore grazie al potere di Majin Bu! Che dire, amico mio, sei stato fenomenale!- si congratulò Rock Lee, esibendo il più abbagliante dei sorrisi e il più alto dei pollici.
-Ti ringrazio… ti ringrazio di cuore, Lee. Però, non sono stato io a sconfiggere Chaos. È stata Sailor Moon. È lei che dovete festeggiare…
-Ti piacerebbe, furbacchione!- ghignò Kiba, sfregandogli senza pietà la testa con le nocche -dopo che ci hai fatto stare in pensiero non credere di passarla liscia! Addosso, Akamaru!
Come loro, ben presto anche tutti gli altri si lasciarono andare all’esultazione.
Tutti, o quasi.
Su Vegeta infatti sembrava ancora aleggiare un alone d’ira e di tensione ben poco mascherata. Senza tanti complimenti, il Principe dei saiyan strappò di mano a Makoto la sacca contenente le sfere del drago e le rovesciò a terra tutte insieme.
-Scusi, signor Vegeta, cos’ha intenzione di fare…
-Zitta devo contare. Una, due, tre, quattro, cinque. Ne mancano due, dannazione!
Vegeta alzò di scatto la testa, lanciando ovunque sguardi omicidi. Immaginandosi il peggio, subito Gohan e Seya gli si avvicinarono con le mani avanti.
-Le abbiamo noi, le due che mancano. Sta’ tranquillo.
-Bene, allora mettetele insieme alle altre.
Nonostante l’ordine del saiyan, i due ragazzi rimasero fermi dov’erano, a grattarsi la nuca con aria imbarazzata.
-Cosa accidenti state aspettando? Sbrigatevi, prima che perda quel poco di pazienza che mi rimane!
-Ecco… il fatto è che…- Gohan si fece piccolo piccolo -non possiamo darti le sfere perché…
-Perché?
-Perchè… le abbiamo ingoiate.
Vegeta si schiaffò una mano sulla faccia, rassegnato.
-Oh questa poi… e sentiamo, perché cavolo avete fatto una cosa tanto idiota?
In breve i due gli raccontarono quello che era avvenuto sul pianeta degli dei Kaiohshin, e come i draghi gemelli San e Suu Shenron fossero passati al bene.
-Cerca di capire, l’abbiamo fatto per impedire che Li Shenron diventasse ancora più forteOWFF!!!
Senza aspettare oltre Vegeta assestò ad entrambi un gran pugno nello stomaco, riuscendo miracolosamente a fargli vomitare le sfere del drago.
-Ma Vegeta!…- si lamentò Gohan, contorcendosi dal dolore -non potevi almeno aspettare che…
-NO!- urlarono in coro tutti gli altri.

Finalmente riunite, le sette sfere del drago tornarono a risplendere di una nuova luce, e ad emettere un suono sordo e rassicurante. Vegeta le fissò, ansioso di cominciare il rituale.
-Per caso, sapete già cosa sta per succedere? Sto parlando con voi, saints, ninja e sailor. Lo dico per voi, non vorrei che vi spaventaste e vi buttaste di sotto dal terrore.
-Se ho capito bene la storia, ora dovrebbe apparire un drago capace di esaudire i desideri. È così?- domandò Sakura, titubante.
-Esatto. Bene allora, possiamo procedere. E-ehm… MI SENTI, DRAGO SHENRON? DEVI ESAUDIRE UN NOSTRO DESIDERIO! FATTI VEDERE!
Come il saiyan finì di parlare, un fulmine si concentrò nel punto in cui le sette sfere erano state posate. Nacque così una nuova scarica elettrica la quale schizzò sinuosa nel cielo, contorcendosi e disegnando curve e spirali, fino a trasformarsi del tutto nella creatura che tutti attendevano. Nonostante la raccomandazione di Vegeta, coloro che vedevano il drago Shenron per la prima volta non poterono fare a meno di provare chi sgomento, chi soggezione, chi paura. Shenron era decisamente più grande dei sette draghi malvagi messi insieme: se solo lo volesse avrebbe potuto sbriciolare l’intero grattacielo stritolandolo fra le proprie spire.
-Eccomi. Parla, Vegeta. Qual è il vostro desiderio?
-Lo sai benissimo che cosa vogliamo, non farmi arrabbiare! Devi riportare in vita tutti gli innocenti che sono stati uccisi, a partire da momento in cui Chaos si è fuso con Kakaroth fino ad ora! Sono stato abbastanza chiaro?
Gohan e gli altri iniziarono a sudare freddo, temendo che l’atteggiamento inopportuno di Vegeta potesse far cambiare idea a Shenron. Fortunatamente, il drago mantenne tutta la sua proverbiale calma.
-Non c’è nulla di più facile.
Gli occhi rossi del drago si accesero come fari, a segnalare che il desiderio era stato esaudito con successo.
-Il mio compito qui è terminato. Se non avete altro da chiedermi, addio.
Shenron se ne andò, così com’era arrivato. Un nuovo fulmine colpì in pieno le sette sfere, le quali si sollevarono nel cielo e schizzarono ognuna in una direzione diversa del cosmo. Sul tetto del grattacielo cadde di nuovo il silenzio, questa volta accompagnato da un forte senso di smarrimento. I presenti cominciarono a guardarsi intorno confusi, chiedendosi se davvero Shenron avesse fatto il suo dovere.
La prova arrivò quasi subito. Poco lontano dal gruppo, infatti, dal nulla si materializzò la figura di una donna dai capelli azzurri.
Bulma, quella originale. Fu proprio Vegeta il primo a raggiungerla; commosso, Trunks volle anch’egli avvicinarsi, ma il padre voltò di scatto la testa e fulminò tutti con lo sguardo, ordinandogli silenziosamente di stare alla larga.

-Ma guarda. Ecco il perché di tutta quella fretta, Vegeta non vedeva l’ora di ricongiungersi a sua moglie- commentò Haruka, osservando il Principe dei saiyan abbracciare la sua consorte e forse baciarla, ma da quella distanza non era molto chiaro -chi avrebbe mai detto che in quella dura scorza si potesse nascondere un cuore dolce e innamorato…
-A me sembra una cosa del tutto normale. In situazioni del genere tutti esternano le proprie emozioni, anche i più duri. Non sei d’accordo?
-Mm… ma sì, credo tu abbia… !
Solo allora Haruka si rese conto chi le aveva parlato. Michiru, anche lei riportata in vita e materializzatasi al suo fianco.
-Pensi forse di fare eccezione?- domandò ancora la guerriera di Nettuno. Haruka rimase a fissarla, senza sapere come rispondere. Provò ad aprire la bocca, ma dopo qualche tentativo riuscì ad emettere solo una serie di singhiozzi incomprensibili: alla fine, anche la guerriera di Urano cedette e si gettò fra le braccia della compagna, lasciandosi andare ad un pianto liberatorio.

Nel frattempo, il momento idilliaco fra Bulma e Vegeta era già terminato.
-CHE COOOOSA???
-Per favore Bulma sta calma…
-Ti sei dimenticato di chiedere al drago Shenron altri due desideri, come posso stare calma! Mi spieghi ora chi ci riporta sulla Terra?
-E non lamentarti tanto! Va bene, Shenron se n’è andato, ma non è mica l’unico sistema che abbiamo per andarcene da questo posto!
-Perché, tesoro, ne conosci altri?
-Uffaaa… ti sei dimenticata che Kaiohshin il Superiore osserva ogni nostra mossa? Basterà chiamarlo e ci penserà lui a portarci via da qui.

Pianeta dei Kaioshin, qualche minuto prima.
Sdraiato su una roccia in riva a un laghetto il Sommo Kaiohshin stava beatamente sonnecchiando, con una bolla di saliva che gli spuntava dal naso e la sua rivista preferita adagiata sul petto.
-Signore! Presto, venga a vedere! Si sbrighi!
La bolla di saliva scoppiò impietosa, svegliando il vecchio di soprassalto.
-Ma insomma, un povero anziano come me non ha nemmeno il diritto di riposare in santa pace?!? Che cavolo vuoi?
-Signore, i ragazzi hanno localizzato la base di Chaos Goku!
-Che cosa??? Fammi vedere!!!
Il Sommo schizzò verso il suo sottoposto, il giovane Kaiohshin il superiore, il quale gli mostrò tutto contento la sfera di cristallo. Al suo interno il vecchio riuscì a scorgere le figure dei vari combattenti, sul tetto della fortezza.
-Mmm… non vedo Chaos Goku da nessuna parte.
-Certo, perché è stato sconfitto grazie all’aiuto di Sailor Moon! Chaos se n’è andato, e il nostro Goku è tornato quello di prima! Non è meraviglioso?
-Certo, è meraviglioso… RAZZA DI IDIOTA!!! SI PUÒ SAPERE PERCHÉ CAVOLO NON MI HAI AVVISATO PRIMA????
-Ma signore, credevo che lei fosse felice di questa notizia…
-Chaos Goku era l’unica possibilità che avevo per tornare il ragazzo bello e aitante di un tempo! Con il suo Rebirth avrebbe sciolto la fusione tra me e quella vecchia strega che ha osato indossare uno dei miei orecchini! E invece per colpa tua sono costretto a rimanere in questo stato pietoso per l’eternità!!!
-Ma signore, non pensavo che avesse questi piani… e poi scusi, se ci teneva così tanto avrebbe dovuto stare sveglio e seguire la battaglia invece di poltrire…
-Taci e preparati a subire la mia collera!!!
Kaiohshin il Superiore cominciò a scappare a gambe levate per tutto il pianeta, cercando in tutti i modi di schivare gli oggetti contundenti che il vecchio gli lanciava dietro.

-Ma si può sapere che sta combinando quell’incapace? Nemmeno delle divinità ci si può più fidare… e adesso che accidenti ti prende, donna!
Bulma si era intanto allontanata dal marito, furiosa, pestando rabbiosamente i piedi ad ogni passo ed emettendo sbuffi di fumo dalle orecchie.
-Grandioso. È appena tornata e già non la sopporto più…
-C’è qualche problema, papà?- chiese Trunks, avvicinatosi nel frattempo.
-Bah. Tua madre ha solo fretta di tornare a casa, tutto qui. Che ci posso fare io se Kaiohshin non si fa vedere? Se solo quegli androidi del cavolo non avessero fatto a pezzi tutte le navicelle…
-E qui si sbaglia, signor Vegeta!- nel sentire la squillante voce di Minako entrargli nei timpani, padre e figlio sobbalzarono di colpo; non si erano nemmeno accorti che gli era arrivata alle spalle -si da il caso che la navicella con la quale il mio fedele team è giunto su questo pianeta sia ancora perfettamente intatta e funzionante! Venite che vi faccio vedere!
La sailor afferrò i due saiyan per un braccio e li trascinò con sé fino al bordo della piattaforma, da dove si poteva godere una vista pressochè completa della città del Chaos. In effetti, il mezzo spaziale era ancora tutto intero: nonostante la notevole distanza e l’oscurità la sua figura bianca era ben visibile.
-Visto, che vi dicevo? Sì, lo so che è omologata per sole sei persone, ma con un po’ di buona volontà riusciremo a starci tutti! Ora si tratta solo di andare a prenderla e… !!!
Quello che accadde dopo, tolse completamente il fiato a lei e a tutti gli altri.
Una gigantesca colonna di lava emerse dal terreno e spazzò via la navicella, insieme a buona parte della città.
Altre colonne infuocate s’innalzarono tutt’intorno alla fortezza, mentre l’intero pianeta venne attraversato da scosse potentissime. Molti persero l’equilibrio e caddero, chi in ginocchio e chi sul sedere, mentre altri riuscivano a restare in piedi; ma tutti, in misure diverse, furono presi dal panico.
-Cosa… cosa sta succedendo?!? È ancora Chaos?!?-Non può essere lui, è stato sconfitto! L’abbiamo visto tutti!-Forse quel bastardo ha fatto in modo che il suo pianeta si autodistruggesse, una volta che non gli sarebbe più servito! Non c’è altra spiegazione!-E adesso che facciamo??? Io non voglio morire!!…
-Nessuno morirà, se manteniamo la calma.
Fu ancora Vegeta a prendere la situazione in mano.
-C’è solo una persona fra di noi che può portarci tutti in salvo con il Teletrasporto, e quella persona è Kakaroth.
L‘uomo raggiunse velocemente il piccolo saiyan e lo sollevò per un braccio, mentre tutti gli altri si riunirono a capannello attorno a lui.
-Svegliati immediatamente, Kakaroth! Non è il momento di fare il sonnellino!
Vegeta prese a scuoterlo sempre più forte, ma niente. Un’altra colonna di magma si alzò dal sottosuolo, molto vicino al grattacielo.
-Così non va bene, dannazione! Bisogna chiamarlo più forte!
Molti furono i tentativi di svegliare Goku; ci provarono a turno Vegeta, Bulma, Pan, Usagi, Rei, Haruka, Naruto, Kiba, Lee, e tutte le kunoichi ad eccezione di Hinata, ma il risultato non accennava a cambiare.
-Goku, per favore, riprenditi! Abbiamo un disperato bisogno di te!
-A-aspettate, forse c’è un altro sistema per salvarci.
All'unisono tutti voltarono la testa in direzione di Setsuna. Pendevano dalle sue labbra.
-Anche noi sailor conosciamo la tecnica del Teletrasporto, ma nel nostro caso è più complicato- sentenziò, mentre alle sue spalle s’innalzava un’altra massa lavica.
-Ma Setsuna, ragiona! Se escludiamo Hotaru siamo appena in otto! Non abbiamo energia a sufficienza per teletrasportarli tutti!
-Come preferisci Haruka. Vorrà dire che resteremo qui senza far niente ad aspettare che venga la nostra ora, oppure che le Sailor Starlight arrivino per darci una mano…
-E va bene! Facciamo un tentativo!
-Ottimo- annuì Setsuna, soddisfatta -noi sailor ci prendiamo per mano a formare un cerchio, voi non dovete fare altro che tenervi attaccati a noi. Potete anche entrare nel cerchio, se preferite.
-Aspettate, prima dobbiamo controllare se ci siamo tutti!…
-Ci ho già pensato io, Ami- disse Shikamaru -sei squadre da trentasei persone, più Gill e Akamaru fanno trentotto, e con Goku, Vegeta e Bulma dovremmo essere in quarantuno. Però ne manca ancora uno! Dov’è Ikki?
-Lui non c’è- gridò Seya -ma è una storia troppo lunga, dovete fidarvi e basta!
Convinte che stesse dicendo la verità, le sailor si disposero velocemente in cerchio e gli altri fecero come gli era stato detto. Era tutto pronto, ma c’era ancora un piccolo particolare da sistemare.
-Prima di attuare il Teletrasporto bisogna concentrarsi su un luogo preciso- spiegò ancora Setsuna -pensare solo alla Terra non è sufficiente, rischieremmo di venire sbalzati in un posto ancora più pericoloso di questo, o addirittura in un’altra dimensione!
-Io, io conosco un luogo assolutamente sicuro!- esclamò Naruto alzando la mano.
-Perfetto! Mi raccomando per l’ultima volta, assicuratevi di essere attaccati a noi e di tenervi forte! ORA!
Accadde in un attimo. Una sfera di energia fagocitò i combattenti, portandoli via una volta per sempre dalla base di Chaos.
Solo una frazione di secondo più tardi, una nuova colonna di lava più grande delle precedenti spazzò via la fortezza. Fu solo questione di pochi minuti: il pianeta che aveva ospitato la città del Chaos esplose come una supernova, lasciando dietro di sé, come prova della sua esistenza, solo uno sparuto sciame di detriti e asteroidi.

-Avanti, la porta è aperta.
Dal riflesso della finestra del suo ufficio, Tsunade vide entrare e accomodarsi su una delle poltrone la sua ormai ex paziente.
-Buonasera, signorina Kido. Sono lieta di vedere che si è ripresa completamente.
-La ringrazio. Mi perdoni per ciò che le sto per dire, ma la mia guarigione non è dipesa tutta dalle sue cure. All’improvviso mi sono sentita come rinascere, e ho chiaramente sentito il cosmo di Athena rientrare in me e darmi nuova forza…
-Non me ne stupisco. Poco fa ho ricevuto dal villaggio vicino un messaggio alquanto incredibile: pare che le donne aggredite da Majin Bu alle terme siano riapparse. Ritornate alla vita.
-Cosa pensa che significhi, signorina Tsunade? È un segnale che Chaos e i draghi malvagi sono stati annientati?
Il quinto Hokage non rispose subito, concentrata ad osservare il panorama notturno di Konoha. Si rese tristemente conto che era passato ormai parecchio tempo da quando aveva ordinato a Shikamaru e gli altri di seguire Vegeta nella sua missione. Certo, in quei giorni il villaggio era stato oggetto di diversi attacchi sporadici, tutti respinti con successo grazie ai ninja rimasti, ma non era questo che la turbava. Tsunade non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura, ma gli Undici di Konoha le mancavano parecchio. Il riflesso della sua assistente Shizune che si affacciava timidamente alla porta la riscosse bruscamente da quei pensieri.
-Signorina Tsunade, c’è qualcuno che vorrebbe parlare con lei.
-Fallo pure entrare. Cosa posso fare per lei, signorMA INSOMMA, UNO ALLA VOLTA!
In men che non si dica la donna si ritrovò dall’altra parte della sua scrivania ben cinque ninja ansiosi di seppellirla di domande. Gai fu il primo ad aprire la bocca, ma Tsunade lo zittì subito con un gesto della mano.
-Alt. Con voi due mi sono già spiegata, non c’è altro da dire.
-Ma non è giusto! Lei non può liquidarci così! E poi, sono ancora convinto che quest’idea di spedire i nostri adorati allievi chissà dove sia stata una pura follia! Non sei d’accordo, Kakashi?
-…come scusa? Mi sono distratto ad osservare le misure di questa stanza e non ho sentito un tubo. Si sta davvero stretti qui dentro, non pare anche a te?
-KAKASHI!!!
-Dovete perdonarmi, purtroppo l’ufficio più grande è chiuso per disinfestazione- li informò Tsunade, mantenendo un tono impassibile -bene, ora che ci siamo spiegati…
-Non ci siamo spiegati affatto!- sbottò indignata l’unica donna del quintetto, la maestra Kurenai, sbattendo le mani sulla scrivania -a differenza di Gai e Kakashi, noi altri non siamo stati consultati sulla sua decisione di mandare i nostri allievi ad affrontare questa missione! Esigiamo delle scuse!
-Immagino tu abbia ragione. A proposito, con quel “noi” intendi dire te e Asuma?
-Io e Asuma… sì, cioè… no!… è che…
-Kurenai e io… beh, ecco… non è come sembra… cioè…
I due arrossirono inesorabilmente, farfugliando cose senza senso e perdendo il filo del discorso.
-E altri due sono sistemati. Manchi solo tu, Jiraya. Qual buon vento ti porta da me?
-Non m’incanti con quello sguardo languido, Tsunade!- i due ninja leggendari si fissarono, quasi sfidandosi -per una volta che accetto di allenare Naruto sul serio tu cosa fai? Me lo mandi nello spazio! Ti sei bevuta il cervello?
-Affatto. Naruto era ossessionato dal desiderio di rivalsa nei confronti di Chaos Goku, non potevo trattenerlo. E poi, non mi sembra che quando ci siamo reincontrati tu lo stavi allenando “seriamente”. Devi ancora spiegarmi cosa ci facevate alle terme riservate per sole donne.
-Ehm… dunque…
A salvare Jiraya dal gravoso compito di inventarsi una scusa convincente ci pensò Shizune, affacciatasi nuovamente alla porta.
-Signorina Tsunade, ci sono altre visite per lei.
-Falle aspettare, prima bisogna lasciar uscire gli altriE CHE DIAMINE HO DETTO DI ASPETTARE!
Facendosi largo a fatica fecero il loro ingresso tre persone che Tsunade non aveva mai visto in vita sua.
-E voi… chi siete? Come… come avete fatto a trovare il nostro villaggio?- domandò la povera donna, facendosi venire sul momento un tic alle sopracciglia. Le rispose una signora della sua stessa età, dall’aria svampita e gli occhi perennemente chiusi.
-Piacere di conoscerla! Io sono la signora Brief, e questi sono mio marito…
-MIAO.
-…col nostro adorabile gattino nero, ovviamente. Ah, ci sono anche questi due- la donna indicò due gatti ai suoi piedi -hanno insistito tanto per venire anche loro. Si chiamano Luna e Artemis, non sono adorabili? Infine lei è nostra nipote Bra. Siamo orgogliosi parenti di quel gran bel fustacchione di Vegeta!
-Ah, Vegeta… “quel cretino che ha osato darmi della vecchia!”
-Abbiamo trovato le coordinate di questo villaggio sul jet che i saints di Athena hanno parcheggiato nel giardino di casa nostra- spiegò Bra -pensavamo che qui avremmo trovato qualche indizio su dove potessero essere finiti i nostri cari, non abbiamo più loro notizie da chissà quanto tempo ormai. Inoltre viaggiare sino a qui è stato molto stressante, abbiamo bisogno di trovare un posto per la notte. E anche uno per i miei vestiti, già che ci siamo. Venendo qui ho visitato parecchi negozi di moda, sa? I miei pacchi sono qui fuori dalla porta, se qualcuno può darmi una mano. Ah, mi raccomando, quando arrivo in camera voglio trovare tutto in ordine, e la sveglia non deve suonare prima delle undici precise, e la colazione deve…
Non si seppe mai come doveva essere la colazione. In quattro e quattrotto Tsunade spedì fuorì tutti a calci risparmiando solo la signorina Saori Kido, che tuttavia venne anche lei accompagnata alla porta. Sbollita la rabbia, e ce ne volle, il quinto Hokage tornò a guardare fuori dalla finestra. Più malinconicamente di prima.
“Kurenai ha ragione. Non mai avrei dovuto obbligarli a partire senza lasciar loro il tempo di parlarne coi loro maestri. E coi loro genitori, soprattutto. Naruto… Sakura… ragazzi… vi prego, tornate presto…”

Improvvisamente, Tsunade si sentì spingere contro il vetro da una forza misteriosa, rischiando di soffocare. Con molta fatica riuscì a girare la testa, scoprendo di trovarsi invischiata in un groviglio umano incastrato a forza nel suo ufficio.
-Ma dove siamo finiti?-E questo sarebbe il posto sicuro di cui parlavi?-Non si respira!-Usagi mi stai schiacciando, spostati!-E come faccio, sono incastrata!-Goku e Hotaru dormono ancora, da non credere!-GIRU GIRU… PAN… PERICOLO…-Gill, aspetta solo che riesca a togliermi di dosso Kankuro e i suoi fratelli e vedrai come ti riduco!-Ma che puzza! Chi è stato? Fuori il colpevole!-Perché guardate noi, non abbiamo fatto niente! Akamaru, diglielo anche tu!-Nonna Tsunade! Ha visto? Siamo tornati sani e salvi! È contenta?-Maledetto Naruto! Con tutti i posti che c’erano proprio nell’ufficio della vecchia dovevi teletrasportarci?
-IO… NON SONO… VECCHIAAAAAA!!!!
Con l’ira di Tsunade esplose anche l’ufficio intero, e tutti i combattenti si ritrovarono a rotolare come biglie sui tetti e sulle strade di Konoha.
Non certo il modo migliore di fare ritorno a casa, ma erano tornati.

.

Bene gente, vi do appuntamento al prossimo capitolo. Che come avrete già letto nell’introduzione sarà l’ultimo *lacrimuccia*... Non mancate!

  
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