Film > Kingsman: The Secret Service
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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    20/11/2018    0 recensioni
[Fix-It del primo film][Lievemente crossover]
“Abbiamo inviato un messaggio cifrato alla vostra base, se il tuo ragazzo e Merlin sono davvero in gamba come dici, allora riusciranno a decifrarlo senza problemi e ad arrivare qui sani e salvi.”
“Era davvero neessario?”
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Hart, Merlin, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Threesome
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Titolo: Safe House Number 25
Autore: SHUN DI ANDROMEDA
Fandom: Kingsman
Personaggi: Eggsy, Harry Hart, Merlin, Sorpresa
Pairing: Harry/Eggsy, Harry/Merlin, Merlin/Eggsy, Harry/Eggsy/Merlin, Sorpresa
Genere: Fluff, Hurt/Comfort
Rating: Giallo
Avvertimenti: OT3, lieve crossover, Fix-It al primo film
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Kingsman, appartengono solo a me.”

SAFE HOUSE NUMBER 25

Abbiamo inviato un messaggio cifrato alla vostra base, se il tuo ragazzo e Merlin sono davvero in gamba come dici, allora riusciranno a decifrarlo senza problemi e ad arrivare qui sani e salvi.”

Era davvero neessario?”

Cтарый друг , avevi una decina di pallottole in corpo e un frammento di piombo nella testa grosso quanto una noce, scusaci se cerchiamo di essere prudenti.”.

Ti conosciamo da anni, Harry, e non è nostro desiderio vederti di nuovo ridotto come un colabrodo, è già stato traumatico quando i nostri agenti nel Kentucky ci hanno contattati dicendo di aver trovato un Kingsman mezzo morto sulla porta di casa per poi vederti in arresto cardiaco nell'infermeria del Quartier Generale di NY. Sei stato fortunato.”.

Gabriella ha ragione, карлик. E comunque è stata un'idea del cowboy qui presente.”.

In ogni caso, è stata una misura di sicurezza obbligata. Non sapevamo chi ti avesse ridotto così e se fosse o meno sulle tue tracce, non potevamo di certo sbandierare ai quattro venti la posizione di una delle case sicure dell'U.N.C.L.E in Inghilterra, neanche ai Kingsmen. Dovranno guadagnarsi l'accesso.”.

Harry rotolò su di un fianco sul letto, ansimando dal dolore e trattenendo a stento un gemito sofferente; con la coda dell'occhio, vide il led luminoso della sveglia sul comodino cambiare: le 2 del mattino e ancora niente.

Sentendo il dolore propagarsi lungo tutta la colonna vertebrale, si impose di rilassarsi e di respirare: non poteva permettersi di agitarsi, non in quella situazione; certo, era felice di essere ancora vivo e, più o meno, intero, ma aveva bisogno di alzarsi, uscire da quella stanza e assicurarsi che stessero bene.

Abbiamo saputo cos'è successo al vostro amico dalla parlantina svelta, fatto alla julienne dalle lame della sua assistente. Avrei pagato per vedere uno spettacolo simile, quello era un vero e proprio bastardo. Per colpa della sua idea, abbiamo dovuto isolare il HQ per tutta la durata della crisi mentre le Forze Speciali cooperavano con gli agenti sul campo per contenere la violenza dilagante per le strade.”.

Fammi indovinare, Napoleon. A guidare gli agenti c'erano Gabriella e Illya.”.

Sono pur sempre i miei uomini migliori.”.

Un movimento inconsulto gli strappò un mezzo grido, obbligandolo a rannicchiarsi su sé stesso: faticava a respirare nonostante fosse imbottito di ogni tipo di antidolorifico disponibile sul mercato; in effetti lo avevano avvertito che non sarebbe stata una passeggiata, che il dolore sarebbe stato atroce anche con tutti quegli oppioidi in corpo, che avrebbero fatto meglio a tenerlo sedato per impedirgli di procurarsi altri danni e non sottoporre a ulteriori stress il suo cuore ancora provato dal trauma.

Ma Harry Hart aveva rifiutato categoricamente.

Era grato a Napoleon Solo e ai suoi due partner per averlo soccorso e aiutato – non era la prima volta, in fondo, si erano incontrati più volte sul campo e si erano vicendevolmente tolti le castagne dal fuoco, e dati sui nervi a vicenda – ma voleva restare cosciente ad ogni costo: al loro arrivo, Eggsy e Merlin avrebbero voluto vederlo sveglio e coerente, malgrado tutto.

Non osava addentrarsi troppo all'interno dei propri pensieri perchè sapeva che quella sensazione di gelido panico aleggiava nel profondo del proprio cervello, pronta a ghermirlo alla minima distrazione, ma aveva riflettuto un poco sulla situazione: una volta decifrato il messaggio che il direttore dell'U.N.C.L.E. aveva inviato, si sarebbero di certo diretti lì di corsa e vederlo addormentato, attaccato a delle macchine per restare in vita...

Non poteva fargli una cosa del genere, non dopo tutto quello che dovevano avere già passato.

Sospirando, Harry si impose di rilassare i muscoli contratti per gli spasmi violenti, respirò a fondo, aggrappandosi ai ricordi che lo legavano a Eggsy, quel sorriso da ragazzino che gli ricordava tanto suo padre, quella lealtà incrollabile che lo aveva fatto gravitare attorno a lui come fosse stato un pianeta attorno al proprio Sole.

Quella tenerezza infinita che riservava soltanto alle persone che lo meritavano, quell'amore totalizzante e infinito che apparteneva soltanto a due persone al mondo: Harry e Merlin erano stati molto più che semplici guide per Eggsy, il loro rapporto era molto diverso da quello che avrebbe dovuto legare persone come loro, stima, rispetto, forse anche affetto... Per loro si era tramutato in un legame fisico e mentale praticamente impossibile da spezzare.

Si amavano, in egual misura, tutti e tre, prima che Harry... avevano deciso di andare a stare nella grande casa di città che Harry occupava da solo ormai da parecchi anni, avevano fatto progetti, avevano osato sperare che quella cosa così preziosa sarebbe durata per sempre.

E avevano rischiato di perderla.

Al pensiero, il panico minacciò ancora una volta di ghermirlo ma riuscì in qualche modo a resistere, strinse i denti e chiuse gli occhi, aggrappandosi con tutte le sue forze alle lenzuola del letto: il cuore iniziò a battere forsennatamente nel petto, si sentiva intrappolato come fosse stato rinchiuso dentro una gabbia tenuta nel profondo della Fossa delle Marianne ma un solo imperativo occupava tutta la sua mente e la sua coscienza: “Continua a nuotare, fino alla superficie.” gli sussurrava la sua voce interiore.

E Harry continuò a nuotare, a respirare nonostante i rantoli sofferenti e il petto completamente bloccato dalle bende.

A poco a poco, la pressione iniziò a diminuire e il gelo comincio ad attenuarsi, lasciandolo sudato e prostrato.

Chiuse gli occhi, esausto, e si lasciò cullare dal pensiero che presto sarebbe finita; era debole come un neonato ma testardo più di un mulo: aveva fiducia in loro e sapeva che era soltanto questione di tempo prima di vederli entrare da quella porta.

§§§

Merlin, hai notato che ci stanno seguendo, vero?”

Probabilmente sono i galoppini di quelli che ci hanno mandato il messaggio, ormai dovrebbe mancare poco, tieni gli occhi aperti.”.

Con la mano libera dal volante, Merlin afferrò quella di Eggsy seduto accanto a lui e la strinse, tremando impercettibilmente; da parte sua, Eggsy si appoggiò con la testa contro la sua spalla, “Se fossero nemici, avrebbero già ucciso Harry. E invece non solo ci hanno indicato le coordinate per rintracciarlo ma si sono anche preoccupati di farci avere una serie di foto.”, la voce di Eggsy suonava il più possibile controllata, malgrado la stanchezza; voleva rassicurare Merlin, prendere su di sé un po' di quella pressione emotiva che minacciava di travolgerlo, così come l'uomo più anziano aveva fatto con lui in quei lunghi mesi.

Tre mesi...” mormorò tra sé e sé il più giovane, sentendosi improvvisamente lo stomaco come attorcigliato attorno a un palo della luce: non era stato un periodo semplice, per nessuno di loro.

A seguito di tutta la storia successiva al tradimento di Arthur e al suo essere in combutta con Valentine, con la morte di Harry a coronare il tutto, l'intera agenzia si era trovata da un giorno all'altro senza più la terra sotto i piedi e soltanto gli sforzi congiunti di Merlin e Roxy, e il suo contributo sul campo, avevano impedito che l'intera struttura collassasse su sé stessa.

Messe temporaneamente in stand-by tutte le missioni per il tempo necessario alla riorganizzazione, i Kingsmen superstiti avevano affidato a Merlin il comando pro-tempore, comando che lo stesso non voleva tenere oltre il tempo necessario, non spettava a lui, non era Arthur o un qualunque altro cavaliere, era soltanto “Merlin”, e comunque le sue priorità avevano preso una direzione differente: lui e Eggsy avevano pensato a lungo alla questione e avevano deciso di aggrapparsi a quel sentimento che li legava per restare sani, si erano trasferiti nella casa che avrebbe dovuto rappresentare un nuovo inizio assieme a Harry e avevano cercato di rimettere assieme i pezzi.

Dire che non fosse stato semplice sarebbe un eufemismo.

Sia Merlin che Harry avevano letto il fascicolo di Eggsy, sapevano della madre e di come era letteralmente crollata emotivamente dopo la morte del marito e, forse ingenuamente, ancor prima che quel loro sentimento sbocciasse, si erano ripromessi di impedire che tutto questo accadesse di nuovo.

Con attenzione e cura, Merlin si era fatto carico di quella promessa, era stato l'ancora per Eggsy per non piombare nella disperazione, per non imboccare a propria volta la medesima strada della madre – madre che, al momento, viveva in un appartamento pulito e accogliente assieme alla figlioletta, a pochi isolati dal figlio; Harry era stato previdente, aveva tirato qualche filo e si era assicurato che la donna potesse ricominciare a vivere, forse cercando di espiare il senso di colpa che ancora lo tormentava dopo tutti quegli anni -, lo aveva spronato ad andare avanti.

Se la morte di Harry aveva avuto un brutto effetto su Merlin, per il loro giovane compagno di vita era stata devastante.

Per i primi tempi, esaurita l'adrenalina successiva alla fine della missione, non aveva avuto la forza neppure di scendere dal letto, era rimasto per ore e giorni chiuso al buio, mangiando quel tanto che bastava a non soccombere – su insistenza di Merlin – e sfogando tutto il proprio dolore in lacrime che, giornalmente, andavano a morire sul cuscino ormai zuppo dopo neppure mezza giornata.

Era stato difficile, fosse stata un'altra persona, probabilmente, Merlin avrebbe lasciato perdere, incapace di reggere a tutto quel dolore che il ragazzo buttava fuori a ogni singhiozzo: ma quel qualcosa che avevano iniziato era troppo importante da lasciar morire.

Cercando di essere forte per entrambi, Merlin non aveva praticamente mai lasciato il fianco di Eggsy, gli parlava, tenendogli la mano, svolgeva i propri compiti dalla stanza che ormai era diventata il loro rifugio, si alternava tra la guida degli agenti – una volta riprese le missioni – e il ricostruire una base da cui ripartire.

Lentamente, come fosse stato un piccolo bocciolo sopravvissuto a un devastante incendio, Eggsy aveva cominciato a muovere qualche timido passo verso la vita e non verso l'autodistruzione.

Con il ritorno della lucidità, il ragazzo aveva compreso fin dove l'uomo più anziano si fosse spinto per lui, era ora il suo momento di ricambiare il favore e lo fece nel modo più semplice e al tempo stesso più potente: con quel semplice gesto, con le loro dita intrecciate, voleva ringraziarlo per tutto e, al tempo stesso, ricordargli che erano in due in quella situazione e che assieme ne sarebbero usciti vincitori.

Tre mesi...” ripeté Merlin con un sospiro: “Non lo so, Eggsy. Come diavolo ha fatto a sopravvivere? Come mai non ci hanno contattati prima?”, la voce dell'uomo suonava esausta, a tratti incerta, “E perché non scriverci direttamente le coordinate esatte anziché farci risolvere i loro indovinelli?!”.

Dovresti dirlo tu ma per stavolta sarò io l'ottimista, dobbiamo avere fiducia. Non era un codice difficile, probabilmente volevano metterci alla prova, farci dimostrare che potevamo farcela, non lo so. Concentriamoci sul recupero di Galahad, Merlin, poi penseremo al resto dopo.”.

E' strano sentirti usare quel nome, sai che il resto dei Kingsmen-”

Sì, Roxy me lo ha detto, vorrebbero che diventassi il prossimo Galahad ma quel posto è già occupato e comunque ho altri progetti.”.

Tipo?”

Innanzitutto, prendere a calci Harry fino a quando non mi passa la voglia di farlo, poi baciarlo e infine chiuderlo in came-”

Troppi dettagli.” Merlin si lasciò scappare un sorriso sincero.

Guarda che il progetto è ad ampio raggio, ho intenzione di coinvolgere anche un'altra persona.”

Fammi un esempio.”.

Oh, è estremamente intelligente e affascinante, anche se la sua testa sembra una lampadina in alcune occasioni, giuro, fa luce da sola e-”

Eggsy?”

Sì?”

Siamo arrivati.”.

§§§

Nel dormiveglia, Harry aveva registrato il suono di uno stridore di freni provenire dalla strada ma l'ennesima dose di antidolorifici che gli venivano pompati all'interno del corpo dalla flebo lo rendevano assonnato e poco reattivo agli stimoli esterni.

Con difficoltà, riuscì a mettersi su un fianco – evitando per un pelo di strappare via l’ago della flebo - e osservò nuovamente l’orologio sul basso comodino: erano da poco passate le 3, doveva fare freddo fuori…

No.” in uno sprazzo di lucidità, si disse di non divagare: dovevano essere senz’altro loro, non poteva essere altrimenti; col passare dei minuti, l'attesa divenne quasi insopportabile, per un attimo si chiese se non si fosse trattata di un'allucinazione, forse il messaggio di Napoleon era più ostico del previsto o forse era accaduto loro qualcosa...

All'improvviso, udì la porta d'ingresso al piccolo appartamento cigolare, e se normalmente la cosa non lo toccasse minimamente – non era rara la presenza di agenti presenti nei paraggi per proteggerlo e assisterlo al bisogno – questa volta non potevano essere che loro.

Con difficoltà, si sporse ad accendere il piccolo abat-jour sul comodino, che sparse la propria debole luce tutto attorno, gli stessi muri spogli che lo accoglievano ad ogni doloroso risveglio, la finestra che dava sul vicolo… Se fino a quel momento non aveva fatto troppo caso all’ambiente circostante, in quei momenti gli sembrava quasi una prigione.

Il cuore prese a battergli forsennatamente nel petto, la vista gli si stava annebbiando per le lacrime che avevano preso a scorrere senza il minimo preavviso e quando infine Eggsy fece la sua comparsa nel cono di luce creato dalla porta della stanza apertasi sul corridoio, Harry era convinto di essere quanto di più impresentabile fosse mai stato nella sua vita ma, in quel preciso momento, si sentiva molto Rhett Butler, “Francamente, me ne infischio.” era la frase perfetta.

Nonostante il dolore, cercò di mettersi su un fianco, puntellandosi col gomito, e sorrise ad Eggsy, immobile sulla soglia e con una vaga sfumatura di verde sul viso: “Se devi vomitare, ricordati di farlo sopravento.”, la voce gli uscì arrochita e per nulla convincente.

Un attimo dopo, si trovò la testa di Eggsy sul petto mentre questi, singhiozzando disperato, si aggrappava a lui come a non volersi mai più staccare; momentaneamente col respiro mozzato dal dolore, Harry non reagì subito ma, una volta ripreso fiato, le sue braccia ancora affaticate andarono a cingerne il busto, affondò il viso sulla sua spalla e chiuse gli occhi, restando alcuni secondi immobile, unicamente concentrato su Eggsy, il quale tremava senza controllo, scosso dai singhiozzi.

Fu così che li trovò Merlin, parecchi minuti dopo; era rimasto sulla soglia della stanza, non visto, ma sollevato da quella vista e col cuore al contempo gonfio per la miriade di emozioni che stava provando in quel momento: non aveva fretta, presto sarebbe arrivato anche il suo momento ma niente al mondo poteva valere tanto quanto la visione delle due persone per lui più importanti al mondo di nuovo assieme, al sicuro.

Ancora la sua mente razionale non aveva del tutto elaborato la cosa e presto avrebbe dovuto farci i conti ma, per il momento, andava bene così.

Ci sei anche tu, Merlin?”

La voce roca di Harry lo scosse dai suoi pensieri e, una volta ripreso contatto con la realtà, l’uomo distinse chiaramente Eggsy, col viso ancora nascosto sulla spalla dell’agente, e lo stesso che gli sorrideva esausto mentre allungava la mano verso di lui.

In due ampie falcate, Merlin li raggiunse e la afferrò, portandosela al petto, la strinse con forza e chiuse gli occhi mentre le lacrime che tanto aveva trattenuto negli ultimi mesi scendevano senza che lui potesse, o volesse, fermarle; si inginocchiò sul materasso, nell’unico lembo rimasto libero, e abbassò la testa, portandosi la mano di Harry alle labbra per baciarla.

Tutto questo romanticismo mi commuove.” disse il ferito con un rantolo che probabilmente avrebbe voluto essere una risata: “Stai zitto...” lo rimproverò Eggsy, sorprendentemente, “Ne hai di cose da spiegare.”.

Anche voi, non è un po’ tardi per andare in giro, giovanotto? Merlin, avresti dovuto spedirlo a letto ore fa. E dire che mi ero raccomandato.”, nel suo tono falsamente severo, sia Eggsy che Merlin potevano percepire una nota scherzosa, atta ad alleggerire quell’atmosfera pesante.

Non sono un bambino...” bofonchiò il più giovane, non senza un vago sorriso sulle labbra: “E comunque la notte è fatta per molte cose, non solo per dormire.”.

D’accordo, ora frena gli ormoni ragazzo mio.” Merlin si mise in piedi, sistemandosi gli occhiali e cercando di asciugare al contempo le lacrime: “Abbiamo altre cose di cui occuparci prima. Come stai?” chiese poi, aiutando Harry a mettersi seduto sul materasso.

Nonostante il dolore, la loro semplice presenza ebbe il miracoloso effetto di rinvigorirlo: “Ora molto meglio…” ammise con un filo di voce, “Mi sarei alzato per accogliervi ma non sono sicuro che le mie gambe reggano.”.

Questo non è importante. Tutto è meglio… dell’alternativa.” rispose Merlin.

Eggsy, che ancora non aveva avuto il coraggio di staccarsi dal braccio di Harry, annuì: “Abbiamo ricevuto il messaggio ma ci abbiamo messo un po’ a decifrarlo, saremmo arrivati prima, avessimo saputo.” i singhiozzi si mischiarono ai balbettii e presto un altro fiume in piena di lacrime prese a scorrergli lungo le guance, crepando il cuore dei due più anziani come fosse stato di porcellana.

In un attimo, Merlin prese il ragazzo per le spalle e lo scrollò delicatamente, dandogli poi un bacio a fior di labbra nel tentativo di calmarlo: “Va tutto bene...” gli mormorò.

Harry annuì e, pur se con fatica, allungò il braccio per cingerne la vita: “Sono vivo, Eggsy. Mi dispiace avervi lasciati in quel modo, non avrei voluto che finisse in quella maniera. Non volevo farvi assistere, ve lo giuro.” confessò in un sussurro, “Non volevo...”.

Per tutta risposta, Merlin scosse la testa e abbracciò entrambi: “Perché dovete far fare a me quello romantico e sentimentale?”

Perché sei quello più razionale, Merlin.”

Non è una scusa, Harry. Segnerò anche questo nella lista di cose da farti pagare, metaforicamente e non.”

Come siamo permalosi.”

Era tutto così perfetto: Eggsy che rideva ai loro battibecchi, la mano di Merlin che stringeva la sua e e le dita che ne accarezzavano il polso, tutti e tre su quel letto troppo piccolo e in posizioni assurde per non strappare fili e altri dispositivi medici ma assieme.

Finalmente assieme.

§§§

D’accordo, Napoleon, ora chiudi.”

Con mano svelta, Gabriella armeggiò con la console del centro di sorveglianza inglese dell’U.N.C.L.E, interrompendo la ricezione del segnale proveniente dalla casa sicura numero 25.

Napoleon grugnì infastidito e Illya rise: “Si meritano un po’ di privacy, non sapevo di essermi innamorata di due guardoni.” esclamò Gabriella, prendendo il tablet che un agente le passava.

Siamo solo preoccupati per il marmocchio.” disse Napoleon, passandosi una mano tra i capelli grigi.

Il Cowboy ha ragione.” replicò Illya con un sorriso prima di prenderle la mano con delicatezza e baciarla: “Quel marmocchio è praticamente cresciuto sotto i nostri occhi.”.

E’ un istinto paterno quello che sento, Kuryakin?” lo sfotté lei con gli occhi lucidi: “Sarebbe una novità.”.

Napoleon li avvicinò e cinse le spalle di entrambi, premendoseli contro il petto: “Non è proprio così, ricordo negli anni ‘90 quando lo prese quel rinnegato del KGB per torturarlo, Illya si lanciò addosso a quel figlio di puttana e gli spezzò il collo prima di prendere il Marmocchio in braccio per portarlo in salvo, e tutto da solo.”.

Kuryakin non rispose ma sorrise.

Rettifico, non sapevo di avere un figlio.” Gabriella lasciò vagare lo sguardo sullo schermo ormai spento della casa sicura numero 25: “E di avere dei generi, se è per questo.”.

   
 
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