Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Ricorda la storia  |      
Autore: Queen FalseHearth    26/11/2018    0 recensioni
Alle medie Denki Kaminari era un ragazzo solare che andava d’accordo con tutti. Solo una ragazza si rifiutava di parlargli e il motivo spingerà Denki a diventare un eroe. [one shot, 2614 parole]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaminari Denki, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non potrei mai farti del male, Brooke

 

Il sole si era appena addormentando, il colore dominante del cielo era un blu scuro intenso.
I ragazzi della 1A si diressero verso i dormitori dopo un'estenuante giornata, a testimoniarlo erano il loro respiro affannoso e la loro stanca espressione. La fatica picchiava in ogni angolo dei loro corpi.
Todoroki era l’unico che proseguiva senza problemi mentre gli altri camminavano per puro miracolo; Midoriya si fece addirittura trascinare perché non aveva energia nelle gambe.
Gli ultimi del gruppo erano Kaminari e Jirou.
-Oggi sono proprio esausto, tu come ti senti?- chiese alla persona vicina non appena si accorse della distanza dagli altri.
Jirou faticava a camminare, a malapena sentì la domanda perché i suoi pensieri erano indirizzati verso il suo soffice letto.
-Distrutta. Aizawa ha sbagliato epoca in cui vivere perché ce lo vedo come torturatore!-
La strada per raggiungere i dormitori sembrava più lunga, come se qualcuno avesse ampliato il percorso per dispetto.
-Ci hanno lasciato indietro, eh eh- disse Denki tutt’un tratto imbarazzato, troppo stanco per elaborare battute per salvarsi da quella situazione. Era solo con lei, perché si sentì il volto in fiamme? Jirou invece era molto cupa, non dipendeva dalla stanchezza. Il ragazzo biondo si stava iniziando a preoccupare.
-Ehi tutto bene?- disse questa volta serio.
-Si, stavo solo pensando...devo chiederti una cosa- la sua preoccupazione fu sostituita con la curiosità.
-Dimmi-
-Perché vuoi diventare un eroe?- non si aspettava quella domanda, così all’improvviso.
-E questa domanda da dove viene?-
-Siamo amici da cinque mesi e ancora non lo so. Voglio solo…conoscerti meglio- gli accennò un sorriso, quelli che riscaldavano il cuore. Adorava quel sorriso.
-D’accordo te lo dico: voglio diventare un eroe perché una persona aveva fiducia in me.-


Un anno fa
Alla Saitama Hight School Kaminari Denki era conosciuto come un ragazzo solare e disponibile. Era sempre rimasto lo stesso, infatti se facessero un film su tutta la sua vita sarebbe di genere comico.
I suoi compagni lo definivano un’ottima persona con cui passare il tempo, era adorato persino dai professori anche se prendeva bassi voti. 
All’epoca utilizzava il suo quirk solo per ricaricare i telefoni dei suoi amici; dopo un incidente in cui ha accidentalmente fulminato tutti i suoi compagni, si vietò di rilasciare scosse elettriche. Aveva paura che non avrebbe mai controllato il suo potere.
Dopo quell’episodio non ci fu niente di irregolare nella sua routine scolastica, per due lunghi anni.
Ma poi arrivò lei.
Quando Brooke Mizukiyo mise piede nella sua classe, Denki pensò subito che fosse una persona determinata, lo capì dal suo sguardo deciso. Aveva un viso luminoso e pulito, occhi chiari che stupiscono e splendidi capelli azzurri lunghi.
Dovette cambiare drasticamente opinione su di lei dopo due giorni: non conosceva il motivo, ma ogni volta che provava a salutare Brooke questa scappava tremante. Non gli dava la possibilità di conoscerla, neanche di respirare la sua stessa aria. Ormai le uniche cose che sapeva di lei erano il suo nome, che si era appena trasferita e che lo evitava come la peste.
Fu costretto a vederla relazionarsi con il resto della classe, solo lui era stato tagliato fuori.
-Kaminari-kun perché Mizukiyo-san ti evita?- gli chiese Kei, suo migliore amico, durante la ricreazione.
-Non ne ho idea, da quando è arrivata che mi considera un fantasma-
-Forse ha una cotta per te!- scherzò Kei, la situazione per il biondo era così assurda che non poteva essere quella la risposta.
-Non credo, forse è solo timida…- disse facendo finta a quello aveva visto.
-Non è così!- intervenne Hikari, una ragazza con le fattezze di un gatto che adorava raccontare i fatti degli altri  -in questi giorni ha dimostrato di avere le tue stesse qualità, Kaminari-kun: onesta, solare, divertente…-
-Allora Mizukiyo-san non è timida, è ufficiale solo a me che non rivolge la parola!- esclamò Denki ai suoi amici, molto confuso. Il mistero s’infittisce.
Vide con la coda dell’occhio la ragazza protagonista della conversazione, sempre a distanza di sicurezza dal biondo. Non sopportava quel comportamento insolito nei suoi confronti.
“Si può sapere che cosa le ho fatto?”
La faccenda stava diventando quasi un'ossessione: assunse i suoi amici come spie, ma nessuno di loro riuscì a estrapolare la verità da Brooke. Frugò nella sua cartella perché si era convinto che lei fosse un agente sotto copertura e che lo stesse pedinando, ma non trovò nessun tesserino o oggetto sospetto.
Ideò altri stratagemmi e teorie, e avrebbe continuato così all’infinito se non fosse stato per la lezione di scienze.

Era l’ultima ora della giornata e la professoressa assegnò un lavoro di coppia che avrebbe determinato un importante voto per la materia. Prese una scatola rossa dall’armadio usando il suo quirk, la telecinesi.
-Le coppie si formeranno sorteggiando dei biglietti con il vostro nome- affermò sorridente -dovrete completare il vostro progetto sul corpo umano a scuola oppure potete incontrarvi a casa se possibile-
-I ragazzi sorteggeranno i nomi delle ragazze?- chiese Hikari.
-Si-
Molti studenti furono delusi dall’iniziativa della professoressa in quanto avrebbero preferito lavorare con il proprio amico più stretto, Denki invece era entusiasta: era l’occasione perfetta per stringere amicizia con Brooke. Sarebbe stata costretta a collaborare con lui. Doveva assolutamente pescare il foglio con il nome della compagna e non poteva sperare che il Destino intervenisse.
-Per favore ragazze scrivete i vostri nomi su un pezzo di carta-
-Prof posso raccoglierli io?- chiese il biondo usando la sua arma segreta, la pura semplicità.
-Certo Kaminari-kun-
Si alzò deciso e iniziò a raccogliere i fogliettini. Appena si avvicinò al banco di Brooke, quest’ultima gemette abbassando lo sguardo.
Denki fece di nascosto uno strappo al foglio appena preso, in modo da poterlo riconoscere tra gli altri. Sorrise soddisfatto del suo operato, ma il suo piano non era ancora concluso.
Mise tutti i pezzi di carta nella scatola, lasciando che la professoressa controlli il suo operato.
-Vuoi essere tu il primo a pescare caro?- annuì e rimise la sua mano nella scatola. Dovette fare in fretta. Strofinò con le dita alcuni foglietti, un pezzetto di carta si strappò con facilità. Era quello!
-Brooke Mizukiyo!- esclamò fingendosi sorpreso. Rivolse gli occhi verso la compagna, la quale non sembrava molto contenta, anzi aveva la faccia di chi ha visto una scena cruenta di un film horror.

Finite le lezioni, Denki si precipitò al banco di Brooke a una velocità sorprendente, per paura che scappi via. Le porse il suo sorriso migliore, un po’ sforzato.
-per il progetto di scienze ho intenzione di fare un cartellone, che ne dici?- disse facendo di tutto per farsi notare, non gli si addiceva il ruolo di fantasma. Tutti gli altri se ne erano andati, erano rimasti solo loro due.
-Vattene!- la sua voce era delicata, anche se voleva apparire minacciosa. La ragazza dai capelli azzurri, frettolosa, prese i suoi libri senza rivolgergli di uno sguardo.
Lo trattava come se fosse il suo mostro nell’armadio. Non andava bene.
-Si può sapere perché mi eviti in questo modo?- volle sapere, lasciando che la rabbia prenda il sopravvento. Brooke cercò di andarsene ma Denki riuscì a prenderle il braccio in tempo, era la prima volta che stabiliva un contatto con lei.
-Per favore…lasciami…- Denki fece come disse, redendosi conto era stata una reazione esagerata; temeva di aver peggiorato la situazione.
La ragazza si calmò, quando i battiti del suo cuore tornarono regolari decise di parlargli.
-Scusami è che…insomma…- Brooke impiegò dieci secondi per studiarlo, lo fissò dal basso verso l’alto non abbassando la guardia.
La giovane cambiò totalmente espressione, sembrava dispiaciuta. Rimise con delicatezza i suoi libri sul banco; accarezzò una copertina e Denki si accorse che era comparsa una macchia d’acqua.
-O-ora ti spiego...mi sono tenuta alla larga da te…perché…-
Si stava avvicinando il momento della verità, non negò di essere ansioso. O forse quello che provava era paura?
-Si tratta…del tuo quirk- spalancò gli occhi difronte a quella rivelazione. Fu come se una lampadina nella sua mente si fosse accesa, bruciando tutte le sue precedenti teorie.
-Hikari mi ha raccontato che il tuo è dell’elettricità e che due anni fa hai persino fulminato la classe- il biondo si ricordava molto bene l’accaduto e se ne sentiva ancora in colpa.
Gli occhi chiari di Brooke s’inumidirono, non era abituata a piangere.
-Io…io ho il potere legato all’acqua, c-come se avessi la pelle sempre bagnata…. quindi… ho paura…se tu attivassi il tuo quirk vicino a me io…io…!- la sua paura svanì nel momento in cui Denki la strinse a sé. Manifestò protezione, calore. Per allontanare le emozioni negative, gli disse una volta sua madre, non c’era niente di meglio che un abbraccio.
-Non potrei mai farti del male, Brooke. Né a te né a nessun altro-
Nel mentre Denki si sentì il ragazzo più stupido dell’universo. Era stato superficiale: non accettava il fatto che di non ricevere attenzioni da una sua coetanea, rendendolo cieco. Doveva arrivarci prima che c’era un motivo serio!
-Non devi aver paura. Tranquilla ora sono solo un caricatore portatile-

C’erano ventiquattro sedie vuote, ma i due si sistemarono per terra. Brooke era accovacciata come se stesse cercando di nascondere i suoi sentimenti. Era sempre stata una ragazza sensibile, aveva nascosto il suo aspetto più gracile a costo di compiere scelte sbagliate; non confrontarsi subito con Denki era una di quelle.
-Ho ereditato il mio quirk da mia madre- sussurrò mostrando uno schizzo d’acqua danzare sul palmo della sua mano. Il biondo era affascinato dalla sua abilità speciale.
-Un giorno venne in casa un ladro. Possedeva un quirk dell’elettricità devastante- Kaminari l’ascoltava in silenzio, con pugni serrati. Forse sapeva come continuava la storia.
-non ha esitato a folgorare mia madre per soldi, lei era molto… f-fragile all’elettricità. Se non fosse stato per l’eroe neutralizzatore Eraserhead, mio padre avrebbe dovuto dire addio anche a me-
Kaminari non sapeva cosa dire: aveva tantissimi pregi ma il difetto più grande era l'incapacità di consolare le persone.
-Mi dispiace così tanto! Ogni volta che mi vedevi ricordavi quello che era successo a tua madre!-
-Ora non più- disse dolcemente rivelandogli un piccolo sorriso. Non poteva crederci che la sua più grande paura era nascosta in quel ragazzo gentile.
-Scusami sono stata una stupida, la paura ha avuto la meglio-
-Non hai nulla da scusarti, se vuoi possiamo diventare amici ora!- chiese quasi urlando, fermamente convinto della sua richiesta.
-Certo!-

Diventarono ottimi amici, bastarono pochi giorni per essere nominati il Re e la Regina della classe. Lei gli condivise il suo manuale di scherzi da fare ai professori e lui le insegnò come giocare a tutti i videogiochi che adorava, Brooke si dimostrò una degna allieva delle sue tecniche segrete.
I pomeriggi passati a scherzare sembravano destinati a durare in eterno.
Tuttavia, dopo il giorno del diploma, dovettero intraprendere strade diverse, lontane. Un anno insieme erano troppo poco, pensò Denki nel momento più triste della sua vita.
La stazione era molto affollata. Il treno sarebbe partito a breve, erano rimasti solo tre minuti per salutare i propri cari.
-Grazie per essere venuto- disse Brooke cercando di soffocare la sua tristezza. Si era trasferita nella città di Saitama solo per trascorrere un anno con i suoi nonni materni, non pensava che si sarebbe affezionata così facilmente ai suoi compagni, specialmente Denki. Aveva chiesto solo al ragazzo dagli occhi dorati di accompagnarla, sarebbe scoppiata a piangere vedendo tutti gli altri amici.
Denki detestava gli addii. Avrebbe voluto scatenare un blackout e impedire il trasferimento dell’amica, ma non poteva farlo.
-Devi proprio andare alla Tomishiro Senior High School? Si trova a Yoyohashi, è lontanissima!- disse terribilmente amareggiato.
-E' l'unica scuola che può assicurarmi un futuro da medico. Ci sentiremo tutti i giorni se ti va- disse Brooke con accento malinconico, non perdendo il sorriso però. Suo padre era appena salito sul vagone con in mano due grosse valige, non prima di aver accennato un saluto all’amico della figlia.
-Allora hai deciso che cosa vuoi fare da grande?- chiese la ragazza dai capelli azzurri sfruttando ogni minuto che le era rimasto per parlare con Denki.
-Non ne ho idea…non so neanche in che scuola andare-
-Se vuoi venire come me, sei ancora in tempo-
-No grazie, appena vedo una siringa svengo- il suo obiettivo era farla ridere, e ci riuscì. Sperò con tutto il cuore che non sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe udito la sua contagiosa risata.
Brooke stava per lasciarsi sopraffare dalla nostalgia, ma doveva ancora dirgli una cosa importante. Ora o mai più.
-Tu hai un dono, Kaminari-kun-
-Come l’ottanta per cento della popolazione-
Stavano salendo gli ultimi passeggeri, quello era un buon momento per fermare il tempo.
-Non sto parlando della tua unicità ma del tuo cuore, sei coraggioso e condividi ideali di giustizia degni di All Might-
-Esagerata! Io vorrei soltanto scacciare la paura da questa città-
Era la risposta che si aspettava di sentire, era felice di non essersi sbagliata; Denki non si spiegò del luccichio apparso nei suoi occhi.
-C’è un modo per farlo, diventando un eroe- lo stupore s'impossessò dell’animo del biondo velocemente. Indietreggiò spaventato da quelle parole.
-I-io? Un eroe? Ma se non riesco nemmeno a catturare una mosca, figuriamoci a fermare un criminale!- non comprese la sua enorme agitazione, infondo era solo l’opinione di Brooke.
-Sono sicura che riuscirai ad usare il tuo quirk per il bene degli altri, mi sento ancora in colpa per averti giudicato male a causa del tuo potere. Dico soltanto che tu sei in grado di trasformare le cose brutte in cose belle…cioè tu…-
Lei gli prese le mani e lo guardò negli occhi, sperando che le sue parole s’incidano nella mente di Denki. 
-il modo in cui mi ha calmato quella volta…non lo dimenticherò mai, perciò usa il tuo cuore per aiutare gli altri-
Dopo avergli comunicato ciò che pensava, superò la linea gialla di sicurezza e salì sul vagone, non voltandosi indietro.
-Non riesco a capirti! Io ti ho solo mostrato il vero me!- le urlò il giovane cercando di non perderla di vista, ma era faticoso con tutta quella gente. Riuscì a sentire per miracolo un’ultima, breve e luminosa parola dalla compagna, che si era girata mostrando lacrime cristalline.
-Appunto-
Le porte si chiusero. Il treno sfrecciò sulle rotaie e diventò sempre più piccolo; poi scomparve dalla vista di Denki.
Il biondo era ancora imbambolato, non si era mosso di un centimetro.
La sua unicità... salvare delle vite? Impossibile. Ma più ci pensava, più l’idea lo divertiva, anzi lo esaltava. Si guardò le mani, era sempre stato convinto che il suo quirk causi solo guai, era arrivato il momento di cambiare?
-Stai dicendo che posso…anzi sono un eroe?-


-Ed ecco tutto- concluse Denki. I due amici si erano spostati su una panchina vicina per riposarsi, il cielo si era colorato di nero e i lampioni avevano iniziato ad accendersi.
Denki indirizzò lo sguardo verso la mora, che aveva appoggiato la sua testa sulla spalla del biondo e aveva socchiuso gli occhi senza accorgersene. Il ragazzo sentì di nuovo il volto in fiamme.
-Che sciocca ti sei persa il finale, non dovevi addormentati così!- non era arrabbiato con lei, non gli sarebbe seccato di raccontare l'ultimo frammento della sua storia un’altra volta.
-Se tu avessi paura di me, non so cosa farei…- sussurrò sorridendo.
-Molto probabilmente farei di tutto per guadagnare la tua fiducia, come ho fatto con Brooke- ora poteva esternare la sua tristezza: erano passati pochi mesi da quando aveva perso le tracce dell’amica dai capelli blu. Aveva programmato di cercarla a Toyohashi ma con gli ultimi eventi accaduti a scuola dovette rinviare i suoi piani. Chissà se Brooke sarebbe stata fiera di lui, tutto quello che doveva fare era continuare a impegnarsi per diventare un eroe.
Una persona su cui contare, che sconfigge la paura.

 


👑💎 Angolo Autrice 💎👑
Come è nata questa storia:
-Momenti in cui non ho niente da fare e faccio schifo tutto il giorno sul divano: cavolo non ho ispirazione…pazienza.
-Momento in cui devo studiare cento pagine di tre materie diverse, suonare tutti i brani di  Beethoven, eseguire una marea di compiti su un altro pianeta, ricopiare tutta la Divina Commedia in inglese: cazzo devo assolutamente scrivere questa storia che mi è venuta in mente!!
…E niente ho avuto otto e mezzo a diritto senza studiare ahah. Ho preferito iniziare a scrivere questa storia, anche se avessi avuto un voto più basso non me ne sarei pentita.

Spero che questa ff, alla quale ho dedicato molto impegno, vi sia piaciuta e che la matematica…cioè la grammatica non sia scadente. Ci ho impiegato 21 giorni a scrivere questa storia, un po’ troppo per me.  Alla prossima, ciaooooooooo 👑
P.S.: il cognome di Brooke contiene i Kanji  Mizu (acqua) e kiyo (pura). Creare cognomi giapponesi è il mio nuovo hobby preferito.  

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Queen FalseHearth