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Autore: kim_laly    29/11/2018    0 recensioni
E quando credi che sia tutto reale..
AU = Alternative Universe.
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 707, Nuovo personaggio, V, Yoosung Kim
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sbattè le palpebre una manciata di volte buone prima di essere investita da quel sordo, solito e ormai familiare attimo.
Non era dolore, non proprio, ma nemmeno assenza di esso. Era un qualcosa che, in qualche assurdo modo, esisteva e ogni mattina, si intrufolava con prepotenza inaudita nella sua testa.

Ahi.. Che male. Pensò, mentre si metteva lentamente a sedere sul letto. Stranamente quella mattina, il dolore era più forte e pulsava con forza nella sua testa. Cercò aprire gli occhi il più lentamente possibile, ma l'unica cosa che vide fu il buio, poi, lentamente, la luce iniziò a schiarire la sua visuale. Non accadeva sempre di avere questi momenti di oscurità, ma quando succedeva, stranamente accadeva qualcosa durante la giornata.

< YeongHon! Alzati, la colazione è pronta! > Quella voce riuscì a interrompere quel dolore alla testa, giusto per un paio di minuti. 
Si alzò dal letto, facendo attenzione a non sentirsi male di nuovo, e scese sotto.

< Buongiorno mamma.. > Sussurrò. La madre si girò e le sorrise dolcemente, mettendo il piatto con la colazione a tavola. 

< Come ti senti questa mattina? > Le si avvicinò lentamente, posando delle pillole accanto al bicchiere di acqua.

Un'emerita schifezza. Pensò. Ma decise di rispondere diversamente per non farla preoccupare troppo. < Diciamo che mi sento meglio.. > Rispose, infine, rivolgendole un sorriso dolce. Lei sorrise. 

< Ah, mamma.. > Disse dopo aver preso le pillole e aver dato un morso al pancake fumante che era nel piatto. < Fra poco devo uscire con i ragazzi.. Non credo che tornerò a casa per pranzo.. >

< Va bene, ma fa attenzione e porta le pillole con te, okay? >  

< Okay mamma > Finì velocemente la sua colazione per poi andare a preparsi. 
Non ci volle molto. In una decina di minuti era pronta. Dopo essersi assicurata di aver preso tutto, corse in cucina a prendere le pillole, salutò sua madre ed uscì di casa.
Quindi.. Dov'è che ci dovevamo vedere..? pensò mentre cercava le sue cuffiette in quella borsa troppo piena di cianfrusaglie che avrebbe dovuto buttare, ma era troppo pigra per farlo, quindi rimandava sempre ad un altro momento.
Camminò per una decina di minuti senza sapere dove andare, prima di ricordare il punto di incontro, che raggiunse dopo una ventina di minuti.

Quando arrivò al bar, i ragazzi erano già la ad aspettarla.

< YeongHon! Finalmente, sei in ritardo di venti minuti! > Si lamentò il biondo.

< Si, Yoosung, lo so, scusami.. > Sorrise, leggermente imbarazzata, sperando di fargli provare un po' di compassione, ma fu inutile. Yoosung continuò a rimproverarla per altri cinque minuti, finchè un angelo dal cielo, non decise di intervenire per salvarla.

< Yoosung, perchè stai sgridando YeongHon? E' qui no? Adesso possiamo andare a comprare quel videogioco che aspetti da giorni. > Lo ammunì Jihyun. 
Yoosung aprì la bocca per dire qualcosa, ma ci ripensò, decidendo di non dire nulla.  

< Dai, Yoosung, guidaci! > Disse, euforica, per smorzare un po' il momento. Yoosung annuì felice e iniziò a camminare.
Il tragitto fino al negozio fu breve, ma intenso. Jihyun e Yoosung, avevano iniziato una breve discussione che era finita con le loro risate che, infine, contagiarono anche lei.









< Si mamma! > La voce squillante di Yoosung ruppe il silenzio che si era formato tra di loro. Erano passate poche ore, era quasi ora di pranzo e la fame iniziava a farsi sentire.


< Ma come!? No! Sono con Jihyun e YeongHon! > si lamentò il biondo. Sicuramente la madre lo stava costringendo a tornare a casa per pranzo. 

< Eh va bene.. Arrivo > mormorò prima di staccare la chiamata e imprecare contro sua madre. 

< Quindi devi tornare a casa eh? > Disse YeongHon cercando di non scoppiare a ridere per il viso completamente rosso del biondo che annuì, abbassando lo sguardo e mormorando qualcosa che risultò incomprensibile alle sue orecchie.
Non fece in tempo a chiedergli cosa avesse detto che il rumore di un clacson li interruppe.

< E' tuo padre, Yoosung > Disse Jihyun, guardando verso la macchina per salutare l'uomo all'interno. YeongHon fece lo stesso, per poi girarsi verso Yoosung e aprire le braccia per abbracciarlo. 

< Ci vediamo, YeongHon > Sorrise, gettandosi tra le sue braccia, rimandendoci per un paio di secondi, prima di staccarsi e salutare Jihyun.





< Adesso che si fa? > disse, guardando Jihyun che stava dando un ultimo sauto a Yoosung.

< Si va a mangiare, no? > ridacchiò lui, sentendo lo stomaco della ragazza, bramare cibo. YeongHon arrossì, dando una pacca amichevole sul petto del ragazzo.

In poco tempo, arrivarono ad un ristorante ed entrarono, prendendo posto e ordinando.

< Allora YeongHon.. > disse, mentre continuava a guardare il menù che gli era appena stato portato.

< Si, dimmi, Jihyun.. > disse, alzando lo sguardo su di lui. YeongHon sapeva che, ogni volta che Jihyun iniziava le frasi così, non c'era nulla di buono da aspettarsi da quello che avrebbe detto dopo. 
Ma stranamente, sta volta, non fu così. Jihyun disse una cosa incredibilmente senza senso. Non era da lui scherzare molto.

< Sei un grandissimo... Non dico cosa. Mi hai fatto spaventare > disse YeongHon, guardandolo, leggermente arrabbiata con lui.

< Eddai, non volevo farti spaventare! > rise. < Volevo solo smorzare la tensione.. Ogni volta che rimaniamo da soli, sembra che tu abbia paura di essere sbranata da me. > la guardò, continuando a ridere.

< Non mi chiamo Yoosung! > arrossì. 
Eppure era vero. Ogni volta che rimanevano soli, sembrava crearsi della tensione nell'aria, ma molte volte, veniva ignorata e regnava il silenzio per molto tempo.

< Lo so, tu sei YeongHon! > le sorrise. < Comunque, a parte lo scherzo, devo dirti una cosa importante. > la guardò. Sta volta sembrava essere davvero serio.

< Dimmi, ti ascolto.. >

< La prossima settimana partirò. > disse Jihyu, guardandola negli occhi. La sua espressione era seria, così seria da fare paura.
YeongHon non sapeva se prenderlo sul serio o ridere. 

< Che vuol dire che partirai.. > lo guardò. 

< Tu sai che sono un fotografo molto bravo.. Bhe, il preside di una scuola ha visto le mie foto durante l'ultima mostra che ho tenuto e mi ha chiesto se ero disposto ad insegnare nella sua scuola. Prima di accettare, volevo parlarne con te. > la voce di Jihyun era bassa e dolce.

< Perchè proprio con me.. Cioè, non lo hai detto a Yoosung? > chiese, leggermente incredula di quello che stava succendendo.

< No, ancora non ne ho parlato con lui. Quello che pensi tu è più importante.. > continuò a guardare negli occhi della ragazza come se sperasse in un suo 'Non andare, resta', ma sapeva, nel profondo, che non glielo avrebbe mai detto.

< Cosa vuoi che ti dica.. > lo fissò. Si sentiva messa in un angolo. Odiava sentirsi così importante. La decisione doveva essere sua, eppure stava chiedendo a lei cosa fare. < Se è quello che vuoi fare e, se credi, che sia una cosa che ti aprirà le porte su un nuovo mondo, fallo. > gli sorrise. 
Gli occhi di Jihyun si riempirono di lacrime. < Grazie YeongHon, sapevo che mi avresti capito.. > si asciugò velocemente le lacrime, per evitare di essere visto da qualcuno e le sorrise.




< Allora ci vediamo domani, YeongHon. > disse Jihyun, sorridendole. Era l'unica cosa che aveva detto dopo quel discorso, al ristorante. Dopo aver pranzato, avevano fatto un giro, ma non avevano parlato. 

< Va bene, ci vediamo domani.. > gli sorrise. < E mi raccomando, parlane con Yoosung, altrimenti si sentirà escluso , come ogni volta che decidi di fare qualcosa e a lui non dici niente > lo guardò. Lui scoppiò a ridere. 

< Va bene, giuro che appena arrivo a casa, lo chiamo > ridacchiò, per poi avvicinarsi, darle un bacio sulla guancia e andarsene. 
< Ciao, YeongHon! > fece un ultimo cenno con la mano prima di andare via definitivamente.
YeongHon rimase a guardarlo per qualche secondo, ripensando a quel discorso.
   
 
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