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Autore: nattini1    03/12/2018    5 recensioni
Ispirata alla 3x08, durante quello che avrebbe potuto essere l’ultimo Natale che Dean trascorre con Sam. Più che con le parole, spesso i Winchester dimostrano i loro sentimenti coi fatti.
Scritta per l’Advent Calendar del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

Nell’oscurità della notte occhieggiavano ovunque lucine colorate che appese per rallegrare il cuore, ma Dean non le vedeva perché sonnecchiava con la testa appoggiata al vetro della macchina su cui si condensava il suo respiro leggero e Sam aveva occhi solo per la casa che stavano sorvegliando. Come se non avessero a che fare con abbastanza schifezze sovrannaturali tutti i giorni, un fantomatico Babbo Natale malvagio si divertiva a far sparire la gente durante le feste! Mancavano due giorni a Natale e le loro giacche sembravano non tenerli al riparo dall’aria gelida del Michigan quanto i maglioni e i cappotti colorati dei passanti che si attardavano con gli ultimi acquisti.
Dean si riscosse con un sussulto e domandò sbadigliando:  «Che ora è?».
Suo fratello rispose stancamente: «La stessa dell’ultima volta che me l’hai chiesto».
Dean si stiracchiò la schiena, per quanto possibile nell’abitacolo angusto: «Sam, mi vuoi spiegare perché non sopporti il Natale? Certo passavamo delle feste un po’ movimentate da bambini…».
Per la prima volta in tutto il giorno la voce di Sam si tinse di un’inflessione dolce: «Un po’?».
«…ma è acqua passata, quest’anno andrà meglio!» continuò Dean con sicurezza.
Un brivido che nulla aveva a che fare con la temperatura scorse giù per la schiena di Sam: «Senti Dean, se vuoi sei libero di festeggiare il Natale, ma non coinvolgere me».
«Sarà bellissimo preparare da solo le gelatine ai mirtilli…» concluse Dean. Avrebbe voluto suonare sarcastico, ma nella voce c’era solo amarezza.
La replica di Sam giunse stizzita.«Non ti capisco: non hai parlato del Natale per tutti questi anni e adesso vuoi festeggiare?».
«Beh sai, questo è l’ultimo…» bisbigliò Dean. Non era un tipo sentimentale e gli era costata quell’ammissione. La sua ossessione nel voler salvare Sam, il suo sentirsi perennemente responsabile e la sua propensione all’immolarsi, perché la sua vita non aveva importanza per lui, lo avevano portato a fare un patto con un demone purché riportasse in vita il fratello. Tra pochi mesi sarebbero arrivati i segugi infernali a riscuotere: avrebbero lacerato le sue carni e strappato la sua anima dal corpo. Quello sarebbe stato l’ultimo Natale e avrebbe voluto che lo trascorressero insieme.
Sam non voleva soffermarsi su questo pensiero perché ricordarlo faceva male e impediva che sulla ferita si formasse la crosta dell’oblio. Non se la sentiva di stare seduto a bere quando sapeva che il prossimo Natale sarebbe stato da solo.
Passarono la notte e la giornata seguente tra buchi nell’acqua, ricerche su polverosi volumi e vennero quasi divorati da due divinità pagane. Una giornata normale per i Winchester, dopotutto. Presero una stanza in un motel; Dean si disinfettò il taglio che gli aveva fatto quella puttana che voleva mangiarlo e si fece una doccia. Quando uscì dal  bagno, trovò Sam che fissava con la fronte aggrottata l’indice da cui gli era stata strappata un’unghia, guardandosi bene dall’ammettere che gli faceva un male cane. Ma Dean lo intuì; sorrise, ricordando le piccole ferite che gli medicava quando era piccolo, prese un cerotto e glielo porse con finta noncuranza: «Lavalo con l’acqua calda e mettici su questo! Io vado a fare benzina a Baby e a prendere della birra!».
Sam rimase solo nella camera del motel, circondato dal verde acido delle pareti. Si sentiva impotente; per quanto avesse cercato, non aveva trovato un modo per annullare il patto e salvare Dean. Arrotolò pensieroso il cerotto sul dito. Non c’era nulla che potesse fare per suo fratello. O forse sì… Prese la giacca e uscì. Mezz’ora dopo era tornato e stava appendendo una striscia di carta sfrangiata con incollate sopra delle lettere che formavano il più orribile dei «Merry Christmas». Poi infilò il piccolo abete tagliato in un giardino in un secchio di metallo riempito di terra e lo decorò con un filo di luci che era riuscito a rubare dall’ingresso del motel, delle palline di plastica recuperate da una decorazione in strada e degli arbre magique gialli, blu e rosa. Estrasse da una busta latte, uova, noce moscata e una manciata di spezie e approfittò del minuscolo angolo cucina della stanza per mescolare i vari ingredienti con un’abbondante dose di whisky (Dean lo avrebbe certo preferito al rum).
Aveva appena finito, quando Dean rientrò guardandosi attorno stupito: «Cos’è tutta questa roba?».
«Non lo vedi? Addobbi di Natale!» rispose Sam, cercando di non sembrare nervoso.
Il sorriso di Dean si allargò mentre lo sguardo vagava per tutta la stanza e si fermava sul viso del fratello: «Come mai hai cambiato idea?».
Sam si morse il labbro; avrebbe voluto dire molte cose, ma gli uscì solo un: «Assaggia l’eggnog e dimmi se serve più alcool».
Dean lo sorseggiò: «No, è perfetto!». E non parlava solo dell’eggnog.
«Allora siediti e facciamo tutto quello che si fa a Natale!» propose Sam.
Dean gli porse qualcosa avvolto in carta da pacchi: «Prima le cose essenziali; l’ho preso in un posto speciale: l’emporio in fondo alla strada!»
«Riviste porno e schiuma da barba!» rise Sam e non c’era nulla di più vero dell’entusiasmo con cui Sam aveva scartato il suo regalo. I pacchetti che aveva preparato per Dean erano stati incartati con dei fogli di giornale e lui sembrò apprezzarne il contenuto, cioccolato e olio per motore: «Carburante per me e per la mia Baby!».
Ci fu un momento di silenzio in cui assaporarono solo l’essere lì insieme, poi Dean alzò il bicchiere e disse: «Buon Natale, Sammy»
Sam sorrise di rimando: «Buon Natale».
Fuori la neve si appoggiava silenziosamente sul cofano di Baby, e a Dean poco importava se non c’erano le ghirlande, né i pacchetti con nastri dorati, né un cammino scoppiettante, né un albero enorme pieno di candele e palline di vetro: i colori e il calore erano lì in quella piccola stanza, in quel momento felice e fermo nel tempo, nella certezza che lui e Sam erano insieme e che quello era il regalo che davvero aveva desiderato e che aveva comprato al prezzo della dannazione. E pensò che ne era valsa assolutamente la pena.

NdA

Ciao a tutti!
Spero di essere riuscita a regalarvi un momento dolce! Grazie a TeamFreeWill che ha letto la storia in anteprima per il suo supporto!
Vi lascio il link del gruppo: https://www.facebook.com/groups/534054389951425/
Ogni commento è gradito!

   
 
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