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Autore: LilyProngs    15/07/2009    10 recensioni
Rin è al suo diciassettesimo compleanno però dopo che le sue amiche le hanno fatto un muffin come unico regalo per poi andare dai loro rispettivi ragazzi la piccola Rin si ritrova a festeggiare da sola e mentre esce ci si mette anche la tempesta ad interferire con il suo sfortunato compleanno!Ma mai la mancanza di un ombrello, la pioggia ed il freddo si prospetteranno regali migliori e sotto il ricordo di un'adorabile canzone...Be' basta se vi ho incuriositi almeno un po' scappate a leggere!!!!:D
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Somewhere Over the Rainbow Eccomi con una nuova one-shot!
Amo profondamente questa canzone, anche perché ai miei 17 anni(che ho ancora,tra l'altro) mia sorella mi ha scritto una lettera con sottofondo questa canzone e mi è venuta l'ispirazione!
E' una piccola shot senza impegno ma spero comunque che vi piacerà!
Non è betata quindi se ci sono errori perdonatemi e segnalate pure che correggerò!
Buona lettura!

Somewhere Over the Rainbow

Il sole filtrò lentamente dalla finestra, facendosi scherzosamente spazio tra le imposte. Il suo raggio delicato scivolò cauto mentre si alzava l'alba fino a fermarsi proprio sugli occhi della ragazza che arricciò il naso e gli occhi, infastidita da quella luce dispettosa che interrompeva il suo sogno. Mugugnando si girò dall'altra parte coprendosi gli occhi con un braccio.
Voleva dormire ancora un po', solo un pochino.
"Riiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!" urlò una voce dal piano terra. La ragazza borbottò tra sè il suo disappunto mentre sentiva ancora la voce dell'amica chiamarla.
"Su, su festeggiata!Svegliati!" urlò ancora.
"Eh che diamine!" borbottò Rin tra se, ormai arresa all'idea di svegliarsi. Così lentamente si alzò scuotendo i lunghi capelli color ebano scompigliati che in quel momento erano molto simili a quelli di uno spaventapasseri e si stiracchiò alzando un po' il suo pigiamone a quadrettoni arancione.
Scese le scale e seppur si fosse svegliata bruscamente non riuscì a trattenere un sorriso. Quel giorno era il suo compleanno: la bellezza di 17 anni. Secondo lei era un'età bellissima. Piena di aspettativa, dolcezza e che preannunciava la vera ed ufficiale entrata nel mondo degli adulti una volta compiuti i 18 anni. Ma aveva ancora un anno davanti a sè per assaporare l'equilibrio tra fanciullezza e maturità.
Quando arrivò in cucina le sue amiche l'attendevano tutte sorridenti.
"Buon compleanno Rin!" strillarono Sango e Kagome andandole incontro. Rin ridacchiò mentre ricambiava i loro abbracci.
"Grazie, ragazze!" esclamò contenta.
Le amiche la presero per un braccio facendola accomodare a tavola e le servirono un buon thè caldo ed un invitante muffin al cioccolato con sopra una candelina.
"Ci dispiace non siamo riuscite a tirar fuori niente di meglio" borbottò tristemente Kagome mentre accendeva la candelina. Rin fece un grande sorriso: "Sono felicissima così!" trillò per poi dare una bella soffiata. Sango e Kagome applaudirono cantando "Tanti auguri a teeeeeeeeeeee!" in maniera leggermente stonata ma, agli occhi di Rin, assolutamente adorabile.
"Che facciamo oggi?" chiese poi sempre con il suo luminoso, inimitabile, sorriso.
Sango e Kagome ammutolirono ed abbassarono lo sguardo.
"Emh...Io dovrei uscire con InuYasha..." sussurrò Kagome.
"Ed io devo andare a fare delle commissioni con Miroku" mugugnò Sango.
Rin guardò le sue amiche mentre una sensazione amara le presciugava la bocca, una sensazione che neanche tutti i muffin al cioccolato del mondo avrebbero potuto lenire. Ma cercò di non darlo a vedere e tirò fuori una falsa, acuta risata.
"Beh, che problema c'è?Non fatemi quelle facce da funerale!Non importa ora che ci penso anche io ho da fare delle commissioni, ci vediamo sta sera allora" esclamò. Sango e Kagome rimasero in silenzio. Rin sbuffò: "Su sedetevi, non volete mica farmi fare colazione da sola?!" chiese con finta voce alterata. Le due ragazze si scambiarono un sorriso e presero a fare colazione con la piccola Rin riprendendo a chiacchierare allegramente.
Rin sorrise guardandole. Non importava, lei non aveva bisogno di grandi cose. Le bastava il calore e l'energia che le infondevano le persone che le volevano bene.


Rin si strinse nel lungo cappotto nero e si sistemò per bene la sciarpa intorno al collo. C'era un vento gelido che odorava di pioggia, sfiorava i suo capelli, sferzava sul suo viso arrossato dal freddo. Rin alzò lo sguardo verso il cielo: grossi nuvoloni si disperdevano nel cielo facendo calare nella luce del giorno una debole, triste, tenebra. La ragazza sbuffò, il brutto tempo le metteva sempre tristezza. Lei amava il sole, i suoi raggi che illuminavano la terra rendendo ogni angolo allegro e colorato.
Affrettò il passo, si era anche dimenticata l'ombrello!Le vie di Tokyo erano poco popolate e in quel momento si sentì molto sola. Aveva un po' mentito a sè stessa quel giorno. Non le andava tanto bene l'idea di dover trascorrere da sola il giorno del suo compleanno, ma non le piaceva fare la bambina capricciosa con le sue amiche. In fondo se lei non aveva una vita sentimentale non era mica colpa loro!Rin sospirò forte cercando di cacciare indietro i pensieri funesti.
Il fatto che nessuno l'amava era tutt'altra storia.
Si fermò davanti ad una vetrina, un negozio di fiori. Rin adorava i fiori quasi quanto amava i meloni, il gelato fragola e cioccolato, la pittura e...E, be', quanto amava lui.
Vide il suo riflesso sulla vetrina mentre a quel pensiero ciò che aveva cercato di scacciare dalla sua mente tornava a galla. Osservò i suoi occhi attraverso quello specchio buio e i suoi capelli scompigliati dal vento. Sicuramente lei non era abbastanza. Era una ragazzina, una sciocca ragazzina innamorata follemente di un ragazzo assolutamente perfetto che non l'avrebbe mai degnata di uno sguardo. L'unica sua consolazione era che, solitamente, lui non degnava lo sguardo a nessuno. Scosse la testa e riprese a camminare. Era il suo compleanno, doveva essere felice!La Rin solare e arzilla che tutti conoscevano; così gaia e frizzante che a volte i suoi stessi amici sospettavano che a lei non passassero preoccupazioni per la testa. Eppure...Eppure in Rin c'era molto di più di quel che volesse dimostrare. I suoi sorrisi erano sinceri ma erano anche la maschera di un passato doloroso, di una solitudine che era rimasta la sua unica compagna per troppo tempo. Ora era 'felice', era cresciuta, sì, ma i ricordi e il passato le avevano lasciato una sensibilità che a volte non riusciva a mostrare e invece, altre, nascondeva troppo bene.
Rin sbuffò tra sè. Inutile, non riusciva proprio a tirare fuori un pensiero allegro e felice in quel momento!Forse erano le nuvole grige ad infonderle tutta quella negatività e, ovviamente, visto che al peggio non c'era mai fine, una gocciolina gelida cadde sul suo nasino per poi susseguirsi a un'altra e ad un'altra ancora.
"Accidentaccio!" borbottò ma in quel momento la pioggia cadeva ancora leggera e non le dava fastidio, non ancora almeno, però affrettò il passo e diede una sbirciata alla libreria dove sapeva che lui lavorava. Per un attimo fu tentata di rifugiarsi lì, con la perfetta scusa della pioggia, ma era ora di pranzo e sicuramente a breve avrebbero chiuso e lei stessa doveva tornare a casa. Passò avanti ma poi sentì una porta aprirsi e si girò istintivamente indietro.
Il suo cuore accellerò i battiti ed una sensazione inconfondibile di vertigini le prese lo stomaco mentre restituiva lo sguardo a due occhi ambrati che la fissavano.
Guardare negli occhi di Sesshomaru era un paradiso. Quelle due pozze ambra celavano un distacco freddo come il ghiaccio ma la loro bellezza era calda come il sole. Forse era anche per quel motivo che amava tanto il sole, l'arancione e le giornate di primavera dove i raggi splendevano in maniera mite e carezzevole.
Ma proprio in quel momento un tuono squarciò il silenzio e la pioggia, che prima scendeva pacata e lenta, prese a scendere con violenza.
"Rin" le disse il ragazzo con il suo solito tono incolore. Lei gli sorrise.
"Ciao Sesshomaru" rispose cercando di mantenere ferma la voce e mordendosi il labbro per non aprirsi in un sorriso troppo ebete. In fondo a volte, sì, era proprio una ragazzina si disse tra se.
Lui si guardò intorno e la raggiuse, intanto la pioggia sferzava su di loro ed un vento forte e dispettoso li avvolse.
"Non è che possiamo rientrare?" chiese Rin facendo un cenno verso la libreria.
"C'è la chiusura automatica, non ho le chiavi" rispose soltanto. I due presero a camminare insieme senza dire niente mentre il temporale era così forte che quasi le impediva di camminare leggera com'era.
"Uff, eh che diamine!" si lamentò Rin ormai fradicia.
"Se riusciamo a raggiungere la mia macchina ti accompagno a casa" disse Sesshomaru con indifferenza, lei sorrise comunque in risposta. Ma l'ira del tempo era così forte che sembrava impossibile andare avanti.
Rin vide poco lontano un parco giochi.
"Dobbiamo trovare un posto riparato!" urlò, il rumore della pioggia copriva la sua voce. Sesshomaru si accigliò come sfidarla a trovare un posto riparato a quell'ora, dove tutto era chiuso. Rin sorrise ancora e, presa da un moto di confidenza, prese Sesshomaru per un braccio e prese a correre velocemente verso il parco giochi. C'erano altalene, scivoli, piccoli ponti tibetani e poi una piccola e riparata costruzione a forma di tubo che faceva da poticello.
"Dobbiamo entrare nel tubo!" gli disse indicando le mini-scale che portavano al ponticello chiuso. Sesshomaru le restituì un'occhiata indecifrabile.
"Non ci penso nemmeno!" rispose secco, disgustato alla sola idea di dover salire su quella costruzione infantile. Rin sbuffò e accecata dal freddo e dall'acqua non diede peso al fatto che il bellissimo ragazzo che si trovava davanti era quello di cui era innamorata da tre anni e sbottò: "Io vado, se hai voglia di stare sotto la pioggia fai pure!" .
Stizzita prese a fare i piccoli scalini e poi si accucciò di fronte al ponticello ed entrò nel tubo. Si stava davvero stretti ed aveva dovuto assumere una posizione tutta accucciata però almeno lì era riparato.
"Che compleanno del cazzo" ringhiò tra sè. Al diavolo tutto era proprio una giornata orrenda!Sembrava essere iniziata così bene e invece... Cercò di ricacciare indietro le lacrime.
Odiava, odiava la pioggia!Odiava quella giornata ed odiava ancora di più il fatto di aver urlato addosso a Sesshomaru ma in fondo quello stupido si era messo a fare l'eroe altezzoso anche in una situazione come quella. Sbuffò e si abbracciò le gambe per poi posare la testa sulle ginocchia nel disperato tentativo di asciugarsi nonostante fosse bagnata fradicia.
D'un tratto sentì dei rumori da fuori e dopo un po' dal fondo del tubo spuntò la testa di Sesshomaru e poi tutto il corpo. Ringhiando sommessamente si fece strada nello spazio angusto. In fondo per Rin, piccina com'era, non era stato poi così difficile entrare in quello spazietto ma per Sesshomaru alto e imponente com'era dovevano esserci delle difficoltà in più. Dovette spostarsi più e più volte per riuscire ad assumere una posizione simile a quella di Rin, intanto continuava a ringhiare infastidito mentre il tubo traballava sinistramente e Rin si tratteneva dallo scoppiare a ridere. Quando finalmente trovò la giusta posizione Sesshomaru minacciò: "Non ti azzardare a dirlo a qualcuno!".
Rin nascose un sorriso dietro la sua piccola mano candida e poi annuì: "Promesso!".
Avrebbe voluto rinfacciargli che alla fine l'aveva ascoltata, che quel rifugio assurdo era l'unica soluzione a quella bufera ma si trattenne. Era convinta che Sesshomaru non sarebbe stato molto entusiasta se avesse detto una cosa del genere.
Rimasero in silenzio a lungo, solo lo scrosciare della pioggia cadenzava il tempo che scorreva intorno a quel minuscolo e semi-buio rifugio.
"Buon compleanno, comunque..." sussurrò Sesshomaru dopo un po'. Rin alzò di scatto lo sguardo, stupita.
"Beh, che credi?Ho una buona memoria" disse ancora il ragazzo atono ma Rin scorse una nota stizzita nel suo timbro e fece un mezzo sorriso mentre il cuore accellerava i battiti e le sue guance si imporporavano.
"Ti ringrazio" rispose facendo un grande sorriso. Il suo grugnito in risposta le fu più che sufficiente.
Cadde ancora il silenzio. Rin alzò lo sguardo verso Sesshomaru, nascosta dietro la frangetta che le ricadeva sugli occhi. Il ragazzo teneva la schiena poggiata sulla parete del tubo e le lunghe gambe portate al petto. Guardava distrattamente un punto indefinito di fronte a sè mentre i suoi lunghi capelli, in quel momento di un argento vivo per via della pioggia, ricadevano bagnati ed ondulati lungo le sue spalle: era davvero bellissimo.
Il buio che li circondava le dava l'idea che fossero loro due soli al mondo ed in quel momento Rin volle dimenticarsi di ogni cosa: la tristezza, la solitudine, il compleanno assurdamente orribile e tanti altri pensieri. Si convinse che in quel momento, davvero, in quel piccolo rifugio c'erano solo loro e fuori oltre la pioggia c'era un mondo diverso che non si curava della loro esistenza, che magari più tardi, forse, sarebbero tornati alla normalità.
Non erano Rin e Sesshomaru: per quel momento erano solo un ragazzo e una ragazza che si erano rifugiati in un parco giochi scappando dall'ira della pioggia.Lei non era una ragazzina  e lui non era un ragazzo sgorbutico e freddo. 
Il tempo in quel piccolo angolo poteva scorrere in maniera diversa.

Presa da quella convinzione gattonò al fianco di Sesshomaru e posò anche lei la schiena sulla parete del tubo e le loro spalle si sfiorarono. Vide Sesshomaru girarsi verso di lei, il suo volto sempre inespressivo ma lei ormai sapeva leggere ogni sfaccettatura di quelle apparentemente inesistenti espressioni e riusciva a cogliere ogni ombra nei suoi occhi d'oro freddo. Ebbe la netta sensazione che anche lui avesse avuto i suoi stessi pensieri. In quel momento le maschere di entrambi potevano sciogliersi lentamente nel buio.
Rin gli fece un sorriso piccolo,timido e delicato al contrario dei sorrisoni che concedeva a tutti ogni giorno. Sesshomaru continuava a guardarla ed i suoi occhi si velarono di un'accennata espressività.
"La pioggia non accenna a diminuire" commentò Rin, Sesshomaru scrollò le spalle indifferente a quel dettaglio e tornò a guardare di fronte a sè: "Aspetteremo" commentò.
Rin sorrise ancora: "Sì, aspetteremo".

Somewhere over the rainbow, way up high
There's a land that I heard of, once in a lullaby
Somewhere over the rainbow, skies are blue
And the dreams that you dare to dream
Really do come true.

"Ti va di fare un gioco?" chiese all'improvviso Rin. Lui si girò nuovamente a guardarla: "Scherzi" affermò, non era una domanda.
Rin ridacchiò e la sua spalla strofinò su quella di lui.
"Sei incorreggibile Sesshomaru" disse divertita.
"Tu sei una bambina" controbattè Sesshomaru, sempre con il suo solito tono insofferente. Rin si girò verso di lui indignata, lui le restituì lo sguardo. Rin avrebbe potuto giurare che oltre il gelo dei suoi occhi ci fosse un'ombra divertita.
"E tu uno sgorbutico noioso" borbottò facendogli la liguaccia.
"Bambina, appunto" la riprese Sesshomaru. Lei gli diede una gomitata, il ragazzo si girò accigliato.
"Non ti stai prendendo troppa confidenza?".
Rin sospirò e prese a guardare anche lei un punto di fronte a sè, sfiorò con le dita fine gli intagli nel legno."Sei esasperante" sussurrò. Lui non si curò di rispondere. Era tornato quello di sempre, pensò Rin tristemente.
"Tu una ragazzina insistente" sentì invece e nonostante quello che aveva detto Rin si sentì sollevata e sorrise, sentì di amare quel ragazzo imperscrutabile ogni momento di più. Ad ogni goccia di pioggia che cadeva dal cielo.
Rimasero in silenzio a lungo.
"Chissà se comparirà l'arcobaleno" spezzò il silenzio Rin con un sussurrò. "In una canzone è detto che oltre l'arcobaleno esiste un posto dove i sogni diventano realtà".

Someday I'll wish upon a star,
And wake up where the cloouds are far behind me
Where troubles melt like lemon drops,
Away above the chimney tops
That's where you'll find me.

"Sarà un miracolo se non ci prendiamo una polmonite e tu pensi all'arcobaleno?" commentò Sesshomaru, la sua voce tinta di stupore. Rin chiuse gli occhi portando lievemente la testa all'indietro.
"Siamo solo noi qui, Sesshomaru, per un momento potresti anche mandare a quel paese la razionalità" sbottò Rin.
Sesshomaru si girò per l'ennesima volta a guardarla e fece per rispondere ma per un attimo si bloccò ad osservarla.
Aveva i lunghi capelli neri lievemente scompigliati dalla pioggia e la frangia ricadeva arricciata sugli occhi chiusi. Il suo viso fine dalla carnagione diafana era imperlato dall'acqua e le sue labbra piene erano rosee ed umide.
Lasciare andare la razionalità?si chiese Sesshomaru osservando quella ragazza che ai suoi occhi era sempre stata come una bambina nonostante avessero solo sei anni di differenza. In quel momento vide una bambina cresciuta che credeva in favole celate in una canzone, dove quelle rare volte in cui il suo fratellastro lo trascinava a casa loro per vedere Kagome, la vedeva coperta da una camiciola più grande di lei imbrattata di pittura fino alla punta del naso. Una ragazza che aveva conosciuto anni addietro quando lei era solo una tredicenne che lo guardava con assurdi occhi sognanti. Una ragazza che accoglieva sempre tutti con un grande, coinvolgente, sorriso. Che riempiva il silenzio con la sua risata cristallina ed impregnava l'aria con il suo profumo di rose.
Per un attimo Sesshomaru fece cadere in un posto sperduto la sua maschera e si chiese, davvero, come fosse vedere il mondo attraverso gli occhi di Rin.
In quel momento non c'era il solito Sesshomaru, irremovibile, freddo ed algido che non concedeva niente a nessuno perché il tempo e la vita gli aveva indurito il cuore. Era solo un ragazzo, nascosto in un posto assurdo con una ragazza che aveva preso a canticchiare una canzone a lui sconosciuta tra le labbra in sussurrii.
Sì, fin quando sarebbero rimasti lì avrebbe momentaneamente lasciato andare la razionalità. D'un tratto Rin aprì gli occhi trovandosi vicina quelli ambrati di Sesshomaru. Per un attimo gli sgranò stupita ma poi si rilassò. Gli fece l'ennesimo sorriso. Sesshomaru studiò quei grandi occhi color nocciola.
"Che gioco volevi fare?".

Somewhere over the rainbow, bluebirds fly
Bird fly over the rainbow, why then, oh why can't I
If happy little bluebirds fly beyond the rainbow,
Why, oh why can't I?

Rin lo guardò a lungo, stupita, ma poi gli rispose: "Se vedessi cadere una stella...Quale sarebbe il tuo desiderio?" chiese.
Lui la guardò stranito. Quella ragazza aveva fantasia da vendere, assolutamente.
"Non ti è venuto in mente niente di meglio?" chiese, non riuscendo a resistere all'idea di provocarla. Da quanto tempo non si lasciava andare in quel modo?
Rin sbuffò alzando gli occhi al cielo ma poi scorse divertimento nell'ambra dei suoi occhi e ridacchiò.
"E' tutto ciò che ho per ammazzare il tempo, prendere o lasciare!" esclamò.
Sesshomaru scosse la testa ma si mise a pensare. Un desiderio...Lui non aveva mai avuto l'ardire di desiderare qualcosa nella sua vita. Prendeva tutto ciò che gli capitava senza dire niente. Aveva omesso ogni sensazione, sentimento ed emozione dalla sua vita, lasciandosi tutto alle spalle in una marea di ricordi creandosi un'infallibile maschera di inespressività. Non conosceva dolore, ma non conosceva neanche la gioia. Non sapeva cosa voleva dire provar pena e scivolava raramente nella rabbia. Non conosceva le sensazioni che provocavano un sorriso ed il calore in una risata.
Aveva abbandonato tutto, ma a volte gli sarebbe piaciuto riprendersi ciò che aveva perso.
Ormai era troppo tardi.
"Emh...Allora?..." lo spronò Rin, timidamente. Si era completamente assorto nei suoi pensieri. Poteva davvero risponderle con la verità?
Si girò verso di lei e lesse purezza e lealtà in quegli occhi nocciola. Sì, si fidava di quella ragazzina chiacchierona.
"Vorrei essere diverso...Vorrei..." iniziò ma non riuscì a continuare. No, esprimere ciò che sentiva ad alta voce era troppo umiliante ma lei gli andò incontro: "Tipo provare qualcosa, ogni tanto?" chiese. Sesshomaru le lanciò un'occhiata stranita che faceva evidentemente intendere di essere stato scoperto e Rin rise.
"E tu come fai a saperlo?" si lasciò sfuggire riprendendo il suo tono incolore, la ragazza rise di più.
"Perché so leggerti dentro" rispose e vide le sue guance bianche colorarsi di rosso.
"Modesta, eh?" si ritrovò a scherzare ma poi lasciò cadere il discorso. "E il tuo di desiderio?" chiese poi, assumendo il suo tono disinteressato. Lasciarsi andare,sì, ma non si poteva buttare all'aria anni di inespressività tutta d'un colpo, aveva un assurdo orgoglio, lui.
Rin lo guardò e per la prima volta vide un'intensità disarmante in quello sguardo e le guance della ragazza divennero di fuoco.
"Il mio desiderio sei tu" si ritrovò a sussurrare Rin.
Tutta l'inespressività, però, andò subito a farsi benedire lasciando una palese sorpresa sul volto di Sesshomaru.
Come se non l'avessi mai saputo, disse una vocina nella sua testa che aveva la fastidiosa voce del suo fratellastro.
Sì, l'aveva sospettato spesso ma credeva che fossero stupide fantasie di una ragazzina, ma lo sguardo di Rin era stracolmo di serietà e sincerità.
Si rese fastidiosamente conto che quell'idea però non l'irritava affatto, anzi, gli faceva salire all'altezza del petto un calore mai provato. Sensazoni.
Senza rendersene minimanete conto si avvicinò lentamente a lei e la sua mano si posò irrazionalmente sulla sua guancia. Rin, anche se completamente stordita dal suo comportamento, si ritrovò a chiudere gli occhi godendo appieno di quella lieve carezza che lui le stava regalando. Sentì il naso di lui sfiorare il suo ed un brivido le percorse la schiena. La sua mente era persa in un luogo lontano...
Un luogo che era celato nel suo cuore dalla prima volta che l'aveva visto. Un angolo di un universo solo suo dove uccelli blu  solcavano cieli azzurri e l'arcobaleno c'era ogni giorno anche con il sole. Il sole che aveva lo stesso colore dei suoi occhi. Un mondo dove loro due si baciavano sotto le stelle e l'arcobaleno. Un mondo che lei era convinta facesse solo parte della fantasia ma quando sentì le labbra di lui, morbide che accarezzavano le sue, si rese conto che il sogno era diventato realtà. Che aveva finalmente raggiunto quel mondo fatato che nascondeva nel suo cuore.
Titubante alzò una mano e la posò sul suo viso, liscio e freddo, e accarezzò i contorni per poi affondare le dita in quei fili di seta come aveva sempre desiderato. La sensazione sulle sue dita era ancora megli di quanto si fosse mai immaginata. Dischiuse le labbra mentre lui le circondava la vita con un braccio e mentre i loro sospiri si persero nelle labbra dell'altro approfondirono il loro bacio.

Non avevano idea di quanto tempo rimasero ad accarezzarsi e baciarsi in quel luogo assurdo che era improvvisamente diventato perfetto. Fatto sta che quando, a malincuore, si resero conto che ad entrambi mancava il respiro, si staccarono lentamente con la fronte di uno premuta sull'altra.
Forse si resero conto che in quel momento avevano realizzato i loro desideri. In un attimo: con l'estenuante velocità con cui le gocce di pioggia cadevano sulla terra.
A quel pensiero entrambi alzarono lo sguardo. Nel silenzio si resero conto che non c'era più quell'ormai famigliare ticchettio a riempire l'aria.
In quel momento Rin si rese conto che la tempesta era finita ed ebbe il timore che quel luogo di fantasia che si era finalmente realizzato dopo anni di attesa poteva sgretolasi in un attimo. Sapeva che prima o poi sarebbero dovuti tornare alla normalità e sarebbero tornati la Rin e il Sesshomaru di sempre.
Alzò lo sguardo verso di lui, che la guardava con la sua stessa espressione attonita.
"Usciamo" le sussurrò e Rin annuì abbassando la testa cercando di ricacciare indietro la lacrima maligna che minacciava di uscire. Quando uscirono dal loro nascondiglio la lieve luce li investì riportandoli violentemente alla realtà. Ma Rin continuava a tenere lo sguardo basso. D'un tratto sentì una mano sfiorare la sua e alzò il viso su quello di Sesshomaru che posava la sua attenzione lontano e lei seguì quella direzione curiosa.
Il suo cuore saltò i battiti ed un sorriso da bambina affiorò sul suo bel viso.
L'arcobaleno, in tutti i suoi colori, splendeva nel cielo ricambiando nel suo arco il sorriso della ragazza. Sentì la stretta sulla sua mano farsi più forte e poi il respiro caldo di Sesshomaru sfiorarle l'orecchio.
"E' ora di tornare a casa" le sussurrò, lei si girò verso di lui notando piacevolmente che non si era spostato e che le loro labbra non si sfioravano per un soffio.
Quel mondo non si era sgretolato, esisteva...Esisteva nella vita di entrambi ormai. Presa da una felicità troppo intensa e strabordante Rin gettò le braccia al collo di Sesshomaru stringendolo forte e lo sentì ricambiare il suo abbraccio.
"Sì, portami a casa!" esclamò felice.


Sesshomaru insistette ad accompagnarla fino alla porta e lei accettò di buon grado. Prese le chiavi e le girò nella fessura della porta.
"Ops aspetta che accendo..." borbottò cercando a tentoni l'interruttore della luce e poi un boato di grida.
"SORPRESAAAAAAAAAA!".
Colta dallo stupore Rin ci mise un po' a mettere a fuoco ma poi vide distintamente uno striscione colorato con su scritto 'Buon Compleanno' e sotto esso tutti i suoi amici: Kagome,InuYasha, Sango, Miroku, Ayame, Koga, Shippo, Myoga,
Izayoi,la mamma di Kagome,  il nonno di Kagome, Sota.
Senza rendersene conto scoppiò in lacrime di gioia e prese ad andare ad abbracciare e ringraziare tutti i presenti.
"Ma, ma voi avevate degli impegni!" boccheggiò poi in direzione di Sango e Kagome, le due scoppiarono a ridere.
"Come sei ingenua Rin, credevi davvero che non ti avremmo fatto niente?" chiesero divertite, anche lei rise e in quel momento si sentì davvero felice come non mai. Forse era meglio dire completa: con i suoi amici che formavano la sua famiglia e con...Si girò e per un attimo non trovò Sesshomaru, poi lo scorse in un angolo mentre si toglieva la giacca.
La sua espressione era tornata quella imperscrutabile e gelida di sempre.
"E' meglio se vi andate a cambiare voi due, avete preso l'acquazzone?" chiese InuYasha e Rin annuì.
"Andate a cambiarvi allora!Ho dei vestiti di InuYasha in camera" disse Kagome.
Stranamente Sesshomaru non rifiutò e seguì Rin in camera, una volta arrivati Rin si girò verso di lui e per un attimo credette di avere le allucinazioni.
Sesshomaru le stava sorridendo. Era un sorriso lieve, modesto, sì, ma era pur sempre un sorriso ed era solo per lei.
In quel momento si rese conto che ogni volta che sarebbero stati soli tra loro entrambi sarebbero stati veramente loro stessi, proprio come lo erano stati quel giorno nascosti nel ponticello.
Quel pensiero era estremamente confortante, sincero ed intimo. Esisteva un mondo solo loro che brillava alla luce dell'arcobaleno.
Dal piano di sotto sentì arrivare una musica dall'inizio quasi raggae e poi una voce cantare in quel ritmo cadenzato e allegro.

Somewhere over the rainbow, way up high
There's a land that I heard of, once in a lullaby
Somewhere over the rainbow, skies are blue
And the dreams that you dare to dream
Really do come true.


Rin sorrise andandogli incontro pensando che quello era il più bel compleanno della sua vità e mentre affondava il viso nel petto di Sesshomaru e si lasciava circondare dal suo abbraccio si rese conto che sempre, sempre c'era l'arcobaleno dopo la tempesta.



Eccomi oh anime coraggiose che sono arrivate fino a questo punto!
Sapete ieri sera mentre scrivevo c'è stato davvero il temporale ed è pure andata via la luce!Allora ho preso le candele per far illuminare i tasti ed ho continuato a scrivere. Sarà stato il buio, sarà stata la piacevole coincidenza del temporale ma lentamente mi sono affezionata a questa mia piccola shot.
Ho controllato più volte ma temo che qualche errore ci sarà e ripeto, segnalate così correggio.
Temo anche che Sesshomaru sia venuto un po' OOC ma nella mia caratterizzazione del personaggio immagino che con Rin sia leggermente diverso ma spero vivamente che non lo sia troppo!

Che dire, mi lasciate il segno del vostro passaggio, un commentino?Per favoreeeeeeeeee ci terrei davvero a sapere che ne pensate!:D

Un saluto,
by LilyProngs.



  
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