Il tempo avanza, cresce Alessandra
nei mondi incantati della sua stanza,
in una città retrograda del Sud Italia
dove il Sole riscalda l’aria
dalle fessure di una serranda.
L’ombra della veranda confonde le sue lunghe trecce bionde
che al vento paiono onde
come quelle profonde
che bagnano le sponde della sua terra natia,
bella come il mare dal cui male è scappata via.
Occhi verdi ed immensi
tristi ed immersi
in ricordi e fumi densi
che annebbiano i sensi.
Sola e diversa, scende a compromessi
con vomitevoli uomini immeritevoli
dei suoi sentimenti
per dimostrare a se stessa il suo potere
ed annegare momenti complessi
nel fondo di un bicchiere;
apparente felicità e libertà negli eccessi di alcoliche sere.
Cerca di ricostruire pezzi di vita dalle macerie,
antiche memorie di una madre che non vuole vedere
una sorella che preferisce tacere.
Vuole dimenticare la violenza e l’assenza del padre
celando sofferenze personali
dietro un sorriso amaro ed un carattere cinico:
maschera per non cedere e cadere
del suo spirito
oscillante su una fune in bilico.