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Autore: JessyBree    07/12/2018    1 recensioni
2023. Tempo di pace. Il mondo magico apre le porte ad una nuova generazione di streghe e maghi. La famiglia Potter - Weasley torna ad Hogwarts, con le le lezioni, i M.A.G.O, gli allenamenti di Quidditch e la nascita di nuovi sentimenti come unici problemi. La vita dei nostri amati personaggi procede tranquilla e felice. Ma qualcosa comincia a muoversi nell'ombra: una serie di omicidi e strane sparizioni turba la quiete del mondo magico e la cruda realtà comincia ad infiltrarsi anche tra le calde e familiari mura del castello, più vicina di quanto si possa immaginare.
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Angolo autrice: Buonasera a tutti! Grazie a chiunque abbia aperto la mia storia nonostante l'orribile introduzione che io scritto (cercherò di modificarla il prima possibile). Sono tornata dopo un bel po' di annetti su questo sito con un'altra storia sulla nuova generazione. Complice forse la recente uscita di Animali Fantastici mi è tornata la voglia di scrivere di Hogwarts e di questi nuovi personaggi che io amo perchè ci danno la possibilità di scrivere su di loro senza deludere le aspettative o stravolgere completamente i personaggi. Questo primo capitolo è decisamente introduttivo, volevo descrivere tutti i personaggi di cui tratterò in questa storia (ovviamente non tutti allo stesso modo, questa sarà essenzialmente una storia sui nuovi Malandrini - occhi a cuoricino -). Sarebbe bellissimo avere un opinione o un parere anche per sapere se vi ho incoriositi almeno un pochino o se è meglio limitarmi a leggere le storie che scriverle!!!

Vi ringrazio in anticipo!!
Buona lettura!!
Jessy







Quell'autunno del 2020 era arrivato decisamente troppo presto per gli standard degli ultimi anni. Anche il cielo di quel grigio lunedì di settembre era coperto da numerosi strati di fitte nuvole scure, come se avesse già dimenticato l'estate appena trascorsa e volesse a tutti i costi annunciare l'imminente inizio di un nuovo anno scolastico. Non che l'idea di tornare ad Hogwarts fosse chissà quanto terrificante, tutt'altro. Il binario 9 e ¾ era stracolmo di persone che correvano eccitate da una parte all'altra, scambiandosi saluti e urlando di gioia alla vista dei vecchi amici. Un gruppo di persone particolarmente numeroso e decisamente ciarliero stava avanzando lungo la banchina della stazione, diretto verso uno degli ultimi vagoni del treno.
“...non capisco perchè ogni anno dobbiamo muoverci in branco” stava borbottando una ragazza dai lunghi capelli biondi rivolta ad una tipetta minuscola con i capelli rossi che le camminava a fianco.

“Andiamo Dom non fare la guastafeste, è carino riunire tutta la famiglia il giorno della nostra partenza per Hogwarts, no?” rispose di rimando Lily Luna, facendo una smorfia divertita in direzione della cugina.

“La nostra famiglia si riunisce sempre, Lily, a prescindere da quale sia l'occasione” sostenne Dominique, facendo mulinare la lunga chioma di capelli biondi su una spalla e così facendo colpendo il faccia il povero malcapitato che le stava dietro.

“Sono appena stato schiaffeggiato dai tuoi capelli, cugina. Ancora. È la terza volta da stamattina”, sbottò esasperato Hugo Weasley, mentre una mandria di ragazzine imbizzarrite gli passava a fianco rischiando quasi di fargli perdere il controllo del suo carrello.

“Non starmi troppo addosso, Huge, e vedrai che non ce ne sarà una quarta”, fu la pronta risposta della cugina.

“Ehi gente!” urlò all'improvviso la voce di Freddy “Piantatela di cianciare come comari e venite a darci una mano con i bauli, scansapluffe che non siete altro!”

Dominique sospirò, alzando teatralmente gli occhi al cielo, mentre Lily e Hugo si affrettavano a raggiungere i cugini più grandi, già tutti indaffarati ad issare i bauli e le gabbie con gli animali sul treno.
Lì vicino a loro, Audry e Fleur, insieme a Percy e Bill stavano tentando senza riuscirci di contenere l'eccitazione dei piccoli di casa: Lucy e Louis estremamente elettrizzati per il loro primo anno ad Hogwarts, erano tutti intenti a discutere sulla Casa in cui sarebbero stati smistati una volta arrivati al castello. Molly, di due anni più grande di loro, li ascoltava in silenzio, intervenendo di tanto in tanto ma in maniera molto seria nella discussione.

“Per tutte le cavallette, dove Merlino è andato a finire il mio manico di scopa” si sentì esclamare tra la confusione la voce di James Sirius Potter, che stava guardando inorridito in faccia il cugino; mollò all'improvviso il baule che stava aiutando a sistemare e Fred, il cui dolce peso del baule andò a finire dritto su un piede, lanciò un'imprecazione degna dello zio Ron, sfoderando un gestaccio che per sua sfortuna non passò inosservato da sua madre, Angelina.

“Freddy se ti vedo un'altra volta fare una cosa del genere ti amputo tutte le dita!” ringhiò lei, scoccando al figlio maggiore un'occhiata di fuoco e riempiendo contemporaneamente la borsa di Roxanne di spuntini per il pranzo.

“Mamma, stiamo andando a Hogwarts non a morire di fame”, provò a far notare debolmente la ragazzina.

“Sono i muffin della nonna, tesoro, non rischiamo di incorrere nella sua ira...Hermione, scusami, hai tu la borsa dei libri di Roxy?”, aggiunse, rivolta alla cognata.

“Si, ho tutto qui io! Ron, per l'amor del cielo vuoi darmi una mano con queste borse?”, esclamò Hermione scocciata, facendo segno al marito di avvicinarsi. Ron, che era rimasto indietro a parlare dell'ultimo acquisto dei Paddlemon United con Harry e Ginny, fece un sussulto spaventato e corse ad aiutare la moglie.

“Sono qui cara, stavo discutendo con Harry delle misure di sicurezza adottate per la barriera, sai...con tutti questi Babbani...”.

Hermione strinse le labbra in un'espressione che a Ron ricordò molto sua madre e si mise di buona misura a caricare le borse dei ragazzi sul treno.

“Dov'è finito Albus?”, chiese Ginny all'improvviso, spingendo il carrello del suo secondogenito e guardandosi intorno, cercando di scorgere la chioma nera e ribelle del figlio tra la folla.

“Sarà andato a cercare Scorpius, dopotutto non si vedono da ben due giorni Ginny, lo sai...” fu la risposta di Harry. Come richiamati dalle sue parole, Albus e Scorpius raggiunsero il gruppo di familiari facendosi largo tra la folla a furia di spintoni e gomitate.

“Buongiorno signori Potter, sono felice di rivedervi”, esclamò Scorpius con un largo sorriso.

“Anche a noi sei mancato molto in queste...beh, 48 ore” ,rispose Harry battendo una pacca sulla spalla del ragazzo.

Scorpius ridacchiò “I miei mi hanno lasciato poco fa sulla banchina, stavano cercando di convincere Cassy a non salire di nascosto sul treno un'altra volta...”.

“Non ce la fa proprio ad aspettare un altro anno, vero?”, rise Ginny e Scorpius scosse la testa sconsolato.

“Macché, è testarda come un mulo quando ci si mette. Non so come farò l'anno prossimo ad avercela fra i piedi tutto il tempo”.

“Non si parla così delle proprie sorelle minori, Scorp”, giunse la voce di Lily, avvicinatasi a loro per recuperare il suo gufo dalle braccia del padre “Anche io alla sua età non vedevo l'ora di andare ad Hogwarts!”

“E' proprio questo che lo preoccupa”, ribattè seriamente Albus, ottenendo per tutta risposta un elegante pestone sui piedi “Ahia! Sorella infame...”

“Albus” cominciò Ginny ma non riuscì a finire la predica perchè un boato improvviso seguito da un ululato di gioia catalizzò l'attenzione di tutti su quanto stesse accadendo poco più indietro.

James e Fred stavano correndo incontro ad un gruppetto di persone che si era fatto largo in mezzo alla folla; saltarono letteralmente addosso a due ragazzi dai capelli biondi che , non aspettandosi affatto quell'effetto valanga a sorpresa fecero solo in tempo ad emettere un grugnito spaventato prima di venire risucchiati nell'abbraccio stritolatore dei due cugini.

“James, porco Salazar, mi stai strangolando, mollami!” esalò la voce di Lorcan Scamander, sputacchiando i ribelli capelli di James che gli erano prevedibilmente entrati in bocca, mentre uno sventurato Lysander stava cercando di scansare il pugno che Fred gli stava strofinando in testa.

Nel frattempo, accanto a loro, altri due gridolini di gioia echeggiarono nella stazione affollata: anche Lily era corsa incontro alla famiglia Scamander, buttando le braccia intorno al collo di Riley, terzogenita come lei e sua migliore amica.
Ginny e Harry osservarono la scena divertiti, rivolgendo un cenno di saluto a Luna e Rolf, sopraggiunti anche loro nella scia dei figli, spingendo i bagagli pieni di bauli.

“Vi sembra l'ora di farsi vivi, brutti traditori della patria?” stava esclamando James, lasciando finalmente sgusciare via Lorcan dal suo abbraccio e rivolgendo lo sguardo a Lysander.

“James siamo andati in vacanza, sai com'è, di solito è questo che si fa nelle vacanze estive” cercò di farlo ragionare Lysander, alzando gli occhi al cielo ma James non lo stava nemmeno più ascoltando.

“Ehi, ma lì c'è Frank!” urlò, appoggiandosi alle spalle di Lorcan per vedere meglio tra gli sbuffi di vapore del treno “Frank Paciock! Ehi, Frank!”.

Un ragazzo alto e dinoccolato, dai folti capelli castani e occhi gentili dietro le spesse lenti da vista si affrettò a raggiungere i compagni con un sorriso. “Ciao James, anche io sono contento di rivedervi ma, ti prego, attira ancora un po' di attenzione perchè credo che le persone in testa al treno non abbiano ancora sentito le tue urla soavi”.

“Ma tu che ci fai qui, vecchio mio? Pensavamo di incontrarti direttamente ad Hogwarts, visto che abiti lì”, disse Fred, arrivato insieme a Lorcan e Lysander.

“Io non abito lì, Fred”, puntualizzò Frank per la millesima volta, esasperato “Abito ad Hogsmeade, che è diverso...e poi, avevo delle faccende da sbrigare, sai...persone da salutare”, la sua voce di spense in un borbottio e arrossì, cercando di non incrociare lo sguardo di nessuno dei suoi amici.

Fred e James, a cui non era per niente sfuggito l'atteggiamento imbarazzato di Frank, si scambiarono un ghigno malizioso.

“Che cosa ci stai nascondendo, damerino che non sei altro? Chi sarebbero queste persone da salutare?”, ribattè James, sottolineando con enfasi particolare le ultime parole.

“Non sono un damerino e non vi sto nascondendo proprio un bel niente, piuttosto...vado a salutare il resto della tribù non li vedo da così tanto tempo...”

Frank tentò di allontanarsi dal gruppo ma fu subito braccato di nuovo dai suoi amici.

“Non raccontarci baggianate, amico! Ti faremo cantare, che tu lo voglia o no”, esclamò Lorcan, puntando minaccioso il dito contro il povero Frank, che per sua fortuna fu salvato dal fischio e dallo sbuffare sempre più frenetico del treno.

“Forza, ragazzi!” urlò Harry, richiamando l'attenzione di tutti “Muovetevi o il treno partirà senza di voi”.

Tutti gli studenti di Hogwarts si affrettarono con gli ultimi abbracci e saluti prima di accalcarsi tutti all'entrata dei vagoni.

“Mi raccomando, fate i bravi e comportatevi bene”, stavano dicendo Hermione e Ginny, acciuffando figli e nipoti a caso per un ultimo bacio sulla fronte.

“Mi raccomando allenatevi a Quidditch, voglio vedere la Coppa nella bacheca di Grifondoro anche quest'anno!” esclamò invece Ron, suscitando le urla di battaglia di James e Fred e un'occhiata esasperata di Hermione.

“Credo che per questa volta Serpeverde se la giochi molto bene”, fece notare Harry, ammiccando in direzione di Albus e Scorpius, che sorrisero.

“Harry venduto” esclamò Ron in un borbottio ben udibile da tutti.

I ragazzi si affrettarono a salire sul treno, per ultimo James che era rimasto a terra a cercare disperatamente il suo manico di scopa senza notare che Hugo si stava sbracciando dalla finestra urlando “James, accidenti, ti ho detto che ce l'ho qui io!”
Quando finalmente le porte si chiusero del tutto il treno prese velocità, facendo scomparire la vista della famiglia Potter Weasley dietro la curva.

“Bene gente” esclamò James, rivolto al gruppo di fratelli, cugini e amici che era rimasto nel corridoio “è stato meraviglioso passare del tempo con tutti voi ma noi Malandrini abbiamo affari urgenti da sbrigare, pertanto...piccole serpi” e qui lanciò uno sguardo ad Albus e Scorpius, che alzarono contemporaneamente gli occhi al cielo “corvi saputelli” e guardò Hugo e Roxanne, che si scambiarono un'occhiata esasperata “gentili tasserelli” aggiunse, strizzando l'occhio a Molly “e baldi e coraggiosi grifoni”, terminò in tono solenne indicando in uno slancio d'orgoglio Rose, Dominique, Lily e Riley “ci vediamo ad Hogwarts!”

“E noi?” si sentì esclamare la vocina di Lucy, spuntata improvvisamente da sotto il braccio di James.

“Oh” fece lui, spiazzato “Beh tu e Louis siete ancora senza Casa ma, ehi, stai tranquilla cuginetta, ci si vede a Hogwarts comunque”.

Lucy e Louis ridacchiarono, mentre la folla di cugini si disperdeva nel corridoio in cerca di scompartimenti vuoti e amici. James, Fred, Lorcan, Lysander e Frank si sistemarono tutti nello stesso scompartimento, magicamente svuotato da un paio di piccoli Tassorosso che furono ben lieti di lasciare il loro posto ai fantastici Malandrini.

“Ehi, voi, guardate che potete restare!” provò ad urlare loro dietro Frank, preso a compassione, ma ovviamente nessuno lo ascoltò.

“Non posso ancora credere che questo sarà il nostro ultimo 1 settembre sull'Hogwarts Exspress” esclamò Lysander, lasciandosi cadere pesantemente sul sedile accanto al finestrino.

“Ehi Lys niente malinconia da ragazzine”, lo redarguì Fred immediatamente, prendendo posto di fronte a lui “E' il nostro ultimo anno e deve essere memorabile e pieno di cose divertenti”.

“Ben detto Freddy!” disse James, annuendo solennemente e scambiandosi il pugno con il cugino “è la nostra ultima occasione per spassarcela ed organizzare scherzi indimenticabili da finire negli annuari”.

“In teoria avremmo anche una piccola cosa chiamata M.A.G.O. da non dimenticare”, fece notare Frank alzando gli occhi al cielo.

“Merlino, Frankie, a volte mi chiedo come tu possa essere così poco degno di chiamarsi Malandrino” lo sgridò James, portandosi una mano sul cuore e fingendosi indignato, mentre Lorcan e Lysander ridevano.

“E poi a chi vorresti darla a bere, vecchio lumacone da strapazzo?”, rincarò subito Fred, puntando il dito contro il petto di Frank “Chi è quello che non avvisa nemmeno gli amici della sua presenza sul treno perchè ha delle persone da salutare?”

Frank liquidò la faccenda con un cenno annoiato della mano e borbottò “Lumacone da strapazzo a chi?” ma ormai ne James ne Fred gli stavano più prestando attenzione perchè la signora del carrello era appena apparsa alla loro porta.
Mentre i cinque ragazzi si buttavano a capofitto sul carrello dei dolci, in uno scompartimento poco distante da loro, Livia Gray stava seduta a guardare il panorama sfrecciare veloce accanto a lei. Tambureggiava con le piccole dita bianche sul bordo del sedile, alternando occhiate alla porta dello scompartimento a sguardi distratti oltre il vetro. Sapeva che le sue compagne di Casa l'avrebbero raggiunta da un momento all'altro, infrangendo la pace che si era creata dopo il vociare costante di King's Cross. Era felice di rivederle, ovviamente, ma anche preoccupata di quello che avrebbe dovuto dire loro per giustificare il suo silenzio in quei tre lunghi mesi.
Parecchie volte nel corso di quella triste e solitaria estate aveva resistito all'impulso di scrivere una pergamena e mandare Rea, la sua civetta, da Dominique o da Shady, pregandole di liberarla da quella prigione dorata che era diventata la sua casa; ma la realtà l'aveva fatta desistere tutte le volte e si era rassegnata a passare le vacanze con la sola compagnia di Kelly, la sua anziana elfa domestica.
L'improvviso spalancarsi della porta la fece sobbalzare e il libro che teneva sulle gambe cadde per terra con un tonfo. Livia alzò lo sguardo e si ritrovò a fissare i glaciali occhi occhi azzurri di Dominique Weasley

“Ma guarda un po', Shady” disse Dominique, simulando un tono di voce sorpreso e rivolgendosi alla ragazza dai capelli ricci in piedi accanto a lei “Ero convinta che questo scompartimento fosse vuoto, di solito ce lo dividiamo tra noi migliori amiche...”.

Livia sospirò, per nulla sorpresa dalla frecciatina della compagna “Ho pensato che per far piacere alle migliori amiche fosse proprio giusto occupare questo scompartimento”, esclamò indicando i posti vuoti accanto a lei.

“Non so” continuò Dominique, spostandosi una ciocca di capelli da davanti agli occhi “Con migliori amiche intendo quelle strane persone che si vogliono bene e che in assenza si mandano un gufo una volta alla settimana per sapere come stanno. E qui non ne vedo”.

Shady Thomas spostò lo sguardo da Dominique a Livia, mordendosi le labbra preoccupata. Quest'ultima si alzò, si spazzolò via la polvere invisibile dalla gonna e si piazzò di fronte a Dominique, fronteggiandola.

“Io con migliori amiche intendo invece quelle persone che anche se non si scrivono una volta alla settimana per sapere come stanno si vogliono bene comunque e che sono pronte a chiedere scusa per la loro frequente assenza, sperando di essere perdonate ed abbracciate perchè hanno sentito molto la loro mancanza”.

Tese le braccia aperte davanti a sé, il volto serio e impassibile. Shady voltò la testa dall'una all'altra, sgranando i grandi occhi ambrati pieni di lacrime, ma lo sguardo di Livia era tutto per Dominique, che la fissava di rimando.
Poi, inaspettatamente, la ragazza scoppiò a ridere.

“Gran bella mossa, Grey!” esclamò ridendo e in due passi accorciò la distanza che le separava, stringendo Livia in un abbraccio.

“Oh non è affatto giusto!” esclamò Shady asciugandosi le lacrime “Siete due stupide!”, aggiunse, infilandosi nell'abbraccio di Livia e Dominique, che continuarono a ridere “Ero già terrorizzata all'idea di passare la giornata a fare da paciera tra voi due!”

“Mi dispiace davvero tanto, ragazze” sussurrò Livia, quando finalmente si separarono “So che avrei dovuto rispondere alle vostre lettere”.

“Si può sapere che cosa ti è successo?” chiese Dominique, corrugando la fronte preoccupata, forse notando le borse scure sotto gli occhi di Livia e la pelle ancora più pallida del solito.

“Non mi è successo niente di nuovo, Dom” rispose Livia, sedendosi sul sedile di fronte a Dominique, mentre Shady si sedeva per terra a gambe incrociate di fronte a loro “Non vi ho risposto semplicemente perché non sarei riuscita a nascondervi i miei veri sentimenti. Non è stata un'estate particolarmente felice, per me...”

Dominique e Shady si scambiarono uno sguardo.
“Ma è proprio per questo motivo che avresti dovuto dircelo, Liv. Ti sarei venuta a prendere nel giro di qualche giorno se solo avessi saputo”, continuò Dominique, prendendo le mani dell'amica tra le sue.

Livia fece uno sbuffo divertito “Lo so bene. Avresti sguinzagliato tutti gli Auror del ministero se solo ti avessi detto la verità”.

“Naa, solo lo zio Harry”, minimizzò lei.

“Come sta tuo padre, Liv? È per lui che non hai risposto alle nostre lettere?”, chiese Shady, arrivando come suo solito dritto al cuore del problema.

Lo sguardo di Livia si adombrò. La sua mente volò immediatamente a quell'estate, alla porta dello studio di suo padre sempre chiusa, ai solitari pasti fatti in soggiorno con Kelly come unica compagnia.

“Non mi ha rivolto la parola per tutta l'estate”, confidò stancamente, portandosi una mano sulla fronte.

Sia Shady che Dominique le rivolsero un'occhiata desolata. Abituate entrambe e vivere in una famiglia numerosa non riuscivano proprio a comprendere lo strano comportamento del signor Gray.Livia aveva raccontato loro di come fosse diventato freddo il loro rapporto dopo la morte della madre, quando la ragazza aveva dieci anni.

“Ma adesso smettiamola di parlare della mia triste vita solitaria”, si affrettò a dire Livia, sorridendo alle amiche “Come sono andate le vostre vacanze?”

“Tranquille”, rispose Shady, giocherellando con una ciocca dei suoi riccissimi capelli castani “Sono stata in Francia con mamma e papà e mi sono allenata a Quidditch insieme ad Eric per la maggior parte del tempo”.

“Quidditch anche in vacanza? Merlino ma voi siete tutti matti” borbottò Dominique, scuotendo la testa e mulinando i capelli per portarseli sulla spalla “I miei cugini non hanno fatto altro per tutta l'estate!”

“Il Quidditch è divertente” tagliò corto Shady, scrollando le spalle “E tu Dom? Hai passato le vacanze alla Tana come al solito?”

Ma prima che la ragazza potesse rispondere qualcosa di più che un grugnito la porta del loro scompartimento si aprì e fecero il loro ingresso Mei Devies ed Elisabeth Baston, le altre due compagne del settimo anno di Grifondoro. Entrambe si aprirono in due grandi sorrisi e si affrettarono a prendere posto accanto alle amiche.

“ Scusate il ritardo, ragazze, siamo incappate in una mandria di ragazzine urlanti che si erano appostate fuori dallo scompartimento dei Malandrini”, esclamò Elisabeth, storcendo il naso e scambiandosi una occhiata affranta con Dominique: entrambe condividevano l'orrore per la perdita della dignità femminile quando si parlava di quei cinque mascalzoni.

“Come state? Sono andate bene le vacanze?”, cinguettò invece Mei, sorridendo e andandosi a sedere accanto a Livia. E senza aspettare la risposta di nessuna delle amiche continuò, eccitata “Le mie sono state uno sballo! Siamo andati a New York per il lavoro di papà, tutto il viaggio pagato dal Ministero e entrate gratis nei locali più cool della grande mela! Ho conosciuto un americano talmente bello che non riuscirei neanche a descrivervelo, ragazze! È un chitarrista babbano che gira il mondo in camper e vive di sola musica...è stata un'esperienza eccezionale! Certo non è che abbiamo potuto parlare più di tanto...insomma, io sono una strega e bla bla bla e non avevo la ben che minima idea di chi fossero quelle band che lui tanto decantava quindi ho puntato di più mio fascino femminile e il non verbale ma, ehi! ho trovato altri validi argomenti di discussione, non guardatemi così!”

Mei finì il suo racconto cercando di riprendere fiato mentre le compagne ridevano, un po' divertite e un po' esasperate.

“Mei, sei un insulto all'emancipazione femminile britannica, fattelo dire” sospirò Dominque, alzando gli occhi al cielo.

“Oh andiamo Dom, quel ragazzo era un fustaccio da paura! Che avrei dovuto fare? Stava li a parlarmi di Jichael Meckson o come accidenti si chiamava e mi chiedeva cosa ne pensassi delle sue canzoni, non potevo certo ammettere di non saper nemmeno chi o che cosa fosse questo tizio – che a quanto pare nel mondo babbano è parecchio famoso - quindi mi sono tolta la maglietta e ho lasciato cadere il discorso!”

“MEI!” sbottò Shady, inorridita mentre Livia, Dominique ed Elisabeth si rotolavano dalle risate “Non ci posso credere! Sei proprio senza vergogna”

“Io adoro le persone senza vergogna”, esclamò una voce maschile alle loro spalle.

Le ragazze si girarono verso la porta dello scompartimento proprio mentre questa veniva spalancata di colpo mostrando un sorridente James Sirius Potter.

“Non starete mica parlando di noi, dolci fanciulle?” rincarò una seconda voce, ovviamente appartenente a Fred Weasley.

“Ecco, ci mancavano solo loro adesso” borbottò Dominique, mettendosi una mano sulla fronte.

“Insomma, cugina, questo è il modo di accogliere i vostri valorosi compagni di Casata?”, chiese James, offeso, mentre anche Lorcan, Lysander e Frank cercavano di farsi spazio nello scompartimento ormai affollato.

Livia fu l'unica a notare che all'improvvisa comparsa di Frank Shady era diventata tutta rossa e che entrambi evitavano accuratamente di guardarsi; sorridendo tra sé Livia riportò la sua attenzione su Dominque, che ancora stava lamentandosi dell'arrivo dei suoi “cugini e idioti affini”, com'era solita chiamarli.

“Dobbiamo già sopportarvi il resto dell'anno, Jamie, dacci per favore ancora un po' di pace...” stava infatti sostenendo Dominique ma nessuno ormai la stava più ascoltando, tutti intenti a cercare di incastrarsi nei sedili troppo stretti.

Livia si ritrovò strizzata accanto al finestrino, mentre James e Fred prendevano posto tra lei e Mei; Shady non si sa come finì per incastrarsi sulla retichella dei bagagli, ma tanto era così piccolina da starci comoda; Frank la guardò allibito per qualche secondo prima di sedersi nel sedile sotto di lei. Lorcan e Lysander si piazzarono accanto ad Elisabeth e Dominique, con grande gioia della prima e disappunto della seconda: era risaputo da tutti che tra Dominique e i gemelli Scamander non correva buon sangue; non mancavano mai di lanciarsi frecciatine e bisticciare per ogni motivo fin da quando erano bambini. Dominique, Fred, James, Lorcan e Lysander avendo tutti la stessa età erano cresciuti insieme e la ragazza era sempre stata uno dei bersagli preferiti delle marachelle dei Malandrini. E per quanto cercasse di sopportare James e Fred in quanto suoi parenti, l'idea di dover passare anche solo cinque minuti del suo tempo con i gemelli Scamander la indispettiva.
James, a suo agio come se fossero tutti seduti su un comodo divano di casa, tirò fuori dalle tasche ogni sorta di dolci riusciti a sgraffignare dal carrello dei dolci mentre la Signora veniva distratta da Fred e Lorcan.

“Buon inizio anno scolastico a tutti!” annunciò solennemente, cominciando a lanciare pacchetti di Cioccorane e Mente pipirite addosso alle teste dei compagni “Come avete passato questi tre mesi lontani dal castello? Mare, montagna, smog di città? Vi siete allenati a Quidditch, vero?” proseguì, passando immediatamente da un tono rilassato e confidenziale ad uno minaccioso e petulante, puntando un dito sporco di cioccolato su Shady e Lysander.

Entrambi annuirono immediatamente. “Si, signor Capitano, signore. Ogni giorno. Tre ore la mattina e due il pomeriggio” disse Shady, mentre Lysander mostrava a James i segni dei lividi recenti sicuramente provocati dai bolidi.

“Benone, compagni, benone. Quest'anno sarà molto più dura degli altri; quelle viperelle schifose dei Serpeverde hanno messo su una squadra non male l'anno scorso, abbiamo vinto la coppa per il rotto della cuffia. Quest'anno non ci saranno distrazioni! Il Quidditch e il Campionato saranno i nostri pensieri costati, giorno e notte, sono stato chiaro?”

“Assolutamente!” esclamarono in corso Shady, Fred e Lysander, solennemente, sotto lo sguardo colpito e allibito di Mei ed Elisabeth. Lorcan e Frank accolsero la filippica di James sospirando mentre Dominique alzava gli occhi al cielo.

Livia, invece, si fece scappare un piccolo colpo di tosse che era decisamente un tentativo per nascondere una risata, cosa che non passò inosservata alle orecchie di James.

“Chi ha osato ridacchiare del mio discorso?” chiese immediatamente, scandagliando con lo sguardo le persone presenti nello scompartimento. I suoi occhi si fermarono su Livia, che subito assunse un'aria innocente e fintamente perplessa.

“Già, Potter, chi mai potrebbe osare tanto?”

“Nessuno, Grey, infatti” rispose subito lui, squadrandola sospettoso.

Ma ancora una volta Livia fu salvata dalla porta dello scompartimento che si aprì per l'ennesima volta mostrando Lily e Riley fare precipitosamente irruzione dentro.

“Presto, chiudete la porta o ci vedranno!” esclamò concitatamente la prima, mentre la seconda si appoggiava alla parete per riprendere fiato.

“Cosa avete combinato voi due?” chiese Dominique alla cugina.

“Siamo scappate alle grinfie di una banda di Corvonero”, spiegò Riley quando riprese fiato, scavalcando le miriadi di gambe incastrate nello scompartimento per cercare un buco in cui sedersi, mentre Lily cercava di fare la stessa cosa.

James alzò gli occhi al cielo e agguantò Riley proprio mentre il treno curvava a destra e quest'ultima rifilava per sbaglio una gomitata in faccia al povero Frank, facendola sedere sulle sue ginocchia.

Lorcan fece lo stesso con Lily, che tutta insieme era alta più o meno come il suo braccio.

“Ragazzi qui la cosa ci sta sfuggendo di mano; se entra ancora qualcuno da quella porta il nostro peso farà deragliare il treno” disse Fred in tono ragionevole, mentre la seconda curvatura del treno faceva rischiare di cadere tutti per terra.

“E perchè mai stavate scappando da una banda di Corvonero, sorellina?” chiese James da sopra la testa bionda di Riley che da quando era entrata nello scompartimento era rimasta stranamente silenziosa per i suoi standard.

“Oh, il solito, volevano provarci con noi e stavano facendo i brillanti così Riley gli ha distratti e mentre non guardavano gli ho infilato un paio caccabombe nelle mutande; non l'hanno presa molto bene”, rispose Lily tranquilla, afferrando un pacchetto di Gomme bolle bollenti che rotolava sul pavimento.

“E brava la mia cuginetta!” gridò Fred, allungandosi su Mei per scompigliare i capelli già tutti arruffati di Lily.

“Che cosa intendi esattamente con volevano provarci con noi?”, chiese all'improvviso James, corrugando la fronte.

“Esattamente quello che ha detto, James”, rispose Mei, ridacchiando “Parli della banda di Jones del quinto anno, vero Lily?”

“Chi sarebbe questa banda di Jones del quinto anno?” chiese subito Lorcan, alternando gli sguardi da Mei a Riley.

“Degli idioti!”, rispose quest'ultima, alzando gli occhi al cielo “Non preoccuparti, fratello, li abbiamo messi al loro posto”.

“Ma com'è che voi due attirate sempre così tanta fauna maschile intorno a voi?”, domandò James infastidito e per niente intenzionato a lasciar cadere il discorso.

Spostò lo sguardo da sua sorella a Riley, ancora piazzata sulle sue gambe. La ragazzina arrossì, distogliendo subito lo sguardo mentre Lily si limitò ad una scrollatina di spalle.

“Ehi, avete sentito l'ultimo brano dei Centauri Millennial su radio Strega Network?” esclamò ad alta voce Mei, cambiando provvidenzialmente discorso.

Il resto del pomeriggio passò tra chiacchiere, risate e canzoni dei Centauri Millennial cantante a squarciagola da Fred e Mei e ben presto il sole cominciò a tramontare dietro le montagne.

“Dovremmo quasi esserci ormai, no?” chiese ad un certo punto Lysander, sbirciando fuori dal finestrino per cercare di scorgere il profilo del castello.

Il treno, come se avesse sentito le sue parole, cominciò a rallentare e con qualche scossone si fermò finalmente nei binari della stazione di Hogsmeade.

“Ottimo, ho una fame!” esultò James, mentre tutti quanti si affrettavano a recuperare borse e bagagli.

“Ma se ti sei ingozzato di dolci fino a cinque minuti fa”, lo rimbeccò Frank.

“Infatti, adesso ho voglia di salato”, fu la pronta risposta del ragazzo e Frank lasciò perdere, sospirando.

Lily e Riley uscirono prima di tutti per raggiungere i loro compagni del quarto anno e per recuperare i bauli; i Malandrini e le ragazze del settimo anno si fecero largo tra la folla di studenti sulla banchina per trovare una carrozza libera.
I ragazzi si stiparono nella prima disponibile, spingendosi per chi dovesse entrarci per primo, mentre le ragazze rimasero ad aspettare.

“Che idioti, non cresceranno mai”, commentò Dominique.

“Io li trovo spassosissimi”, disse invece Mei, ridacchiando “Insomma, sono simpatici, belli e divertenti, ci sta anche che si comportino un po' da idioti, no?”

“Frank non è così, eppure fa parte del gruppo anche lui” disse subito Shady, diventando improvvisamente rossa. Si scambiò uno sguardo di complicità con Livia, che fece un sorrisetto malizioso.

“Farò finta di non averti sentito, Mei. Tu non sei costretta ad averceli tra i piedi ogni santo giorno”, disse Dominique, che non aveva notato per niente lo strano comportamento di Shady.

“Dite che quest'anno i Malandrini la smetteranno di spezzare i cuori di tutte e si decideranno a sceglierne una definitiva?”, chiese Elisabeth, mentre la carrozza avanzava lentamente sulla strada lastricata, fermandosi per far prendere loro posto.

“Per quanto mi riguarda possono continuare fare gli idioti a vita”, sentenziò Dominique, mettendo definitivamente fine al discorso.

Arrivate alle soglie del portone in legno di Hogwarts, si unirono alla folla di studenti che salivano le scale diretti alla Sala d'Ingresso. Poco più avanti a loro, James, Fred, Lorcan, Lysander e Frank erano tutti presi da una discussione molto simile.

“Andiamo Frankie, dicci con chi ti dovevi incontrare stamattina”, stava dicendo James, le braccia strette intorno al collo del povero Frank, che quasi soffocava.

“Ancora con questa storia? Vi ho detto che non parlavo di nessuna persona in particolare...”

“Non ci crede proprio nessuno, amico!” esclamò Lorcan, spostando un ciuffo di capelli dagli occhi con un elegante movimento della testa che fece quasi svenire due ragazzette di Tassorosso capitate lì a fianco.

“Dobbiamo ricominciare la lista da dove abbiamo interrotto lo scorso anno, ragazzi”, ricordò invece Fred, ammiccando alle suddette ragazze che finirono per inciampare sui loro stessi piedi.

“Io non ho mai fatto nessuna lista” sbottò subito Frank, di colpo preoccupato “Che non vi venga in mente di mettere in giro questa storia”.

“E perchè mai non dovremmo farlo, Frankuccio?”, ridacchiò Lysander “A quale delle tante orecchie qui presenti non vuoi che arrivi?”

“Continueremo questo discorso molto interessante più tardi, ragazzi, ora però andiamo a sederci perchè sto morendo di fame”, intervenne James, cominciando a trascinare gli amici lungo la tavolata per raggiungere i loro soliti posti al centro del tavolo di Grifondoro.

Quando anche tutto il resto della scuola ebbe preso posto nelle lunghe tavolate la professoressa Sprite fece il suo ingresso con il gruppo dei bambini del primo anno, pronti per iniziare lo smistamento.
Livia, seduta tra Dominique e Shady, poco distante dal gruppo dei Malandrini, guardò la lunga fila di ragazzini disporsi di fronte al tavolo degli insegnanti e ricordò con estrema precisione l'eccitazione e la paura che aveva provato lei in quello stesso momento di sette anni prima. Si lasciò andare ai ricordi, la guancia posata su una mano e fu richiamata alla realtà da una gomitata leggera di Shady.

“James Potter ti sta fissando”, le sussurrò all'orecchio, mentre Edward Edgcombe veniva smistato nei Serpeverde, tra gli applausi della casata.

Livia si voltò automaticamente e i suoi occhi incontrarono quelli di Potter; la stava guardando con uno strano cipiglio confuso, come se stesse pensando a qualcosa che non riusciva del tutto a comprendere. Quando si accorse che la ragazza lo fissava di rimando si affrettò a fare un sorrisetto e a spostare l'attenzione su Fred, che esclamò ad alta voce “Ehi, perchè mi stai fissando, non mi riconosci più?”
Livia sorrise e tornò a concentrarsi su quanto stesse accadendo accanto a lei.
Una Lucy Weasley tutta tremante era stata appena chiamata dal Cappello parlante, che dopo qualche attimo di esitazione gridò a gran voce “GRIFONDORO!”
Livia applaudì forte insieme a tutti gli altri, mentre anche la più piccola dei Weasley si univa ai Grifondoro; James e Fred la accolsero urlando e sbraitando tanto che la professoressa McGranitt dalla sua sedia da preside dovette richiamarli con un colpo di bacchetta, facendo in modo che i bicchieri d'oro dei due ragazzi non smettessero di colpirli in testa fino a che non si fossero riseduti.
Mentre anche tutto il resto della scuola rideva il piccolo Louis Weasley venne smistato a Corvonero.
Dominique applaudì piano, osservando con un sorriso triste il fratello unirsi alla tavolata dei Corvonero. Non essendo nella stessa Casa non avrebbe potuto tenerlo sempre d'occhio ma era contenta che fosse finito insieme a Hugo e Roxanne, che fecero posto al cuginetto accanto a loro.

Lo smistamento finì ben presto ed anche il Banchetto. Gli studenti di Grifondoro salirono le scale fino al settimo piano, fermandosi di fronte al ritratto della Signora Grassa.

“Crocchette di riso!” esclamò ad alta voce Dominique, perfetta nel suo ruolo di Prefetto; Livia, che quell'estate aveva scoperto di essere diventata Caposcuola, la lasciò fare: era più brava Dominque ad incutere paura ai più piccoli, a lei bastava semplicemente fare il suo dovere per gli altri.

Le ragazze del settimo anno salirono le scale della torre fino all'ultimo piano e ritrovarono il loro adorato e familiare dormitorio. Non era cambiato nulla dall'ultima volta che erano state lì: la parete dietro al letto di Shady era tappezzata di poster della sua squadra di Quidditch del cuore, le Holiday's Harpies mentre quella dietro di Mei, come per evidenziare la netta differenza tra loro, era piena di poster raffiguranti il giovane bassista dei Centauri Millennials. La parete dietro il letto di Elisabeth, invece, era piena di fotografie per cui la ragazza aveva una passione ed un talento innato.
I letti di Dominique e Livia erano i più blandi: solo qualche stendardo di Grifondoro e qualche fotografia; le foto di Dominique ritraevano per la maggior parte i suoi genitori e i fratelli ma una grande nel mezzo raffigurava tutti i cugini di casa Potter-Weasley, a dimostrazione di quanto molto altro ci fosse dietro nelle continue lamentele di Dominque nei confronti della sua famiglia.
Le due foto dietro al letto di Livia raffiguravano una loro cinque ragazze tutte insieme, sorridenti e bardate dietro le loro sciarpe di Grifondoro e l'altra una giovane donna dai capelli neri, molto somigliante a Livia: sua madre.
Quest'ultima la guardò con affetto, mentre insieme alle amiche si apprestava a fiondarsi sotto le calde coperte rosse.
Dall'altra parte del corridoio, nel dormitorio maschile, invece, regnava come al solito il caos più totale.

“Porco Salazar, Freddy, vuoi muoverti ad uscire da qui, me la sto facendo sotto!”, stava urlando James di fronte alla porta chiusa del bagno, saltellando da un piede all'altro e tenendosi le parti basse con la mano.

“Sto facendo la cacca, per una volta nella vita che non sono stitico quando cambio ambiente per favore lasciami in pace!”, fu la secca risposta di Fred.

“E certo, io dovrei farmela addosso, no?” sbottò James, esasperato correndo verso il suo baule afferrando il mantello dell'invisibilità “Vado a farla nei bagni comuni”.

“Qualcuno ha visto dove accidenti sono finiti i miei occhiali?”, chiese Frank, mentre James si fiondava fuori dalla porta ripetendo come un mantra “resisti piccola mia, resisti, resisiti”.

“Ce li hai in testa da due ore, Franky, cerca di darti una calmata”, rispose Lorcan, sdraiato sul suo letto con le mani dietro la testa, totalmente rilassato.

“Porca Morgana, Lor, guarda cosa mi ha infilato in borsa mamma?”, esclamò invece Lysander, con la testa infilata nel suo baule. Alzò lo sguardo verso il gemello, mostrandogli una sottospecie di cipolla aggrovigliata dal colore arancione.

“Una prugna dirigibile”, disse Lorca saltando giù dal letto e osservando interessato lo strano oggetto.

“Una cosa?” domandò James, appena riapparso magicamente da sotto il mantello e con un aria molto più rilassata.

“Prugna dirigibile, aiuta ad accrescere la capacità di accettare lo straordinario”, commentò Lorcan, annuendo con decisione “La mamma vorrà che la mettiamo in dormitorio per aiutare anche gli altri”.

“Io non ce la voglio quella cosa sotto al letto, capacità di accettare lo straordinario o meno”, disse Fred, uscito finalmente dalla porta del bagno, rosso come un peperone.

“Magari se te la tieni sotto al letto ti aiuterà ad accettare lo straordinario intestino di merda che ti ritrovi”, sghignazzò James beccandosi come risposta il cuscino di Fred in faccia.

“Va bene, gente, piantiamola di chiacchierare come ragazzine al pigiama party e andiamo a dormire, domani sarà una lunga giornata”, sentenziò Frank, infilandosi il pigiama e sparendo sotto le coperte.

“Merlino, Frank, mi sembri mia madre!”, borbottò Fred ma tutti quanti seguirono il consiglio del ragazzo e ben presto si ritrovarono ognuno al calduccio nel proprio letto.

“Frank, dicci con chi stai uscendo!”, disse all'improvviso James nel silenzio delle stanza, la voce ovattata dalle lenzuola.

“Buonanotte James”.

  
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