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Autore: Botan    01/05/2005    2 recensioni
Uno strano sogno farà capolino nella vita di Kouji Minamoto, un tempo guerriero della luce. Cosa si nasconde dietro tutto ciò? Il destino dovrà compiersi nuovamente? I ragazzi si ritroveranno a riprendere una partita conclusa cinque anni fa in un mondo a loro caro. Ora tocca a te inserire una moneta. Che abbia inizio il gioco!
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takuya Kanbara | Coppie: Izumi Orimoto/Zoe, Junpei Shibayama/JP, Kouichi Kimura/Koichi, Kouji Minamoto/Koji, Tomoki Himi/Tommy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Sono a casa

                                    Capitolo 3

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- Sono a casa!- esclamò Takuya rientrando dalla porta d’ingresso. Si tolse le scarpe sfilandole senza slacciarle e si diresse in cucina. Posò la cartella sul tavolo e aprì il congelatore, infilò una mano al suo interno ed estrasse un piccolo cubetto di ghiaccio adagiandolo sulla parte inferiore del labbro.- Ahi…che male…maledetto russo cresciuto troppo in fretta! Se lo incontro domani gli farò pentire di avermi picchiato…

 

- Chi ti ha picchiato? Izumi?

 

- AAAH Shinya!! Mi hai fatto prendere un colpo!- urlò Takuya vedendo il fratello- E comunque non si origliano le conversazioni degli altri…- sbottò nascondendo il cubetto di ghiaccio dietro la schiena.

 

- Non hai risposto alla mia domanda…Izumi ti ha tirato un altro schiaffo?- fece il fratello con voce insistente.

 

- Niente affatto! Ma non sono affari che ti riguardano! Piuttosto, dov’è la mamma?

 

- E’ uscita a fare la spesa, tornerà tra un po’, nel frattempo mi ha detto di badare alla casa…perché volevi dirle qualcosa?- domandò il ragazzino guardandolo con aria sospetta.

 

- Ah no…niente…niente…beh, vado in camera mia, non fare danni scimmia!

 

- Antipatico!- disse lui cacciando la lingua.

 

Takuya salì le scale entrando nella porta sulla destra del piano.

Si tolse l’uniforme scolastica mettendosi degli abiti più comodi e gettò dalla finestra ciò che rimaneva del cubetto di ghiaccio, poi si sdraiò sul letto.

 

- La mamma aveva ragione…se vuoi riconciliarti con una ragazza, regalale dei fiori! Chi l’avrebbe mai dettoaaah le donne sono un universo parallelo rispetto al nostro. – sospirando, ripensò a quanto successo nel pomeriggio di quella  giornata così movimentata, portò le mani dietro la testa sollevando le gambe- Se faccio un po’ di esercizio forse diventerò più alto…- dichiarò convinto alzando e abbassando gli arti inferiori. 

 

“sei talmente basso che non ti ho visto”

 

- Argh!- digrignando i denti, gli ritornarono alla mente le parole del ragazzo dalla statura elevata. Aumentò la velocità delle flessioni fino a far traballare il letto- Gli faccio vedere io chi è il più alto!

In statura era cresciuto molto rispetto a cinque anni fa, sfiorava quasi il metro e settantacinque, ma paragonato all’uno e ottantacinque del russo, era piuttosto basso.  

Cinque minuti dopo le flessioni, crollò sfinito.- E’ piuttosto faticoso…ma non posso mollare…- riprese a sollevare le gambe ma non ci riuscì- beh…forse è meglio fare una pausa…andrò a bere qualcosa- balzò dal letto scattando in piedi. Si apprestò ad uscire dalla stanza ma qualcosa catturò la sua attenzione. Rivolse lo sguardo alla finestra, e intravide sul davanzale interno un cubetto di ghiaccio perfettamente integro.

 

- Che strano…eppure ero sicuro di averlo gettato via…- lo riprese tra le mani, lanciandolo fuori- Questa volta è andato di sicuro! – poi si diresse correndo al piano di sotto.

 

Sul quartiere di Shibuya erano da poco le sette. Il sole oramai tramontato, non rischiarava più in alto nel cielo. Le luci della città si erano accese. Le vetrine degli enormi negozi coloravano le strade di mille luci. Il quartiere della musica, come molti lo chiamavano, perché pieno di botteghe stracolme di dischi, era gremito di persone che passeggiavano tra le vie affollate.

 

DLIN DLON

 

A casa Minamoto il campanello della porta emise uno squillo.

 

Una donna dai capelli corti e con occhiali sul viso andò ad aprire.

 

- Ah Kouichi sei tu! Vieni entra pure!- fece lei facendolo accomodare.

 

-  La ringrazio signora Satomi - disse il ragazzo introducendosi in casa.

 

- Vado ad avvisare subito Kouji che sei arrivato. Tu intanto siediti pure! Dopotutto questa è anche casa tua!- la moglie del signor Kousei Minamoto, padre dei due, era molto gentile nei confronti dei ragazzi, benché non fosse la loro madre, cercava di esserlo trattandoli come suoi figli.

 

Kouichi si sedette sul divano di pelle grigia posto al centro della stanza. Quasi sprofondando in esso, appoggio la schiena alla lucida spalliera.

Pochi istanti dopo, arrivò Kouji scendendo le scale.

 

- Puntuale come sempre fratello!- fece lui alzando la mano in segno di saluto.

 

- E’ uno dei miei pregi…devo ammetterlo!- rispose il ragazzo sorridendo.

 

- Per quello che hai fatto oggi dovrei non rivolgerti più la parola…

 

- Ah ti riferisci a quanto successo con Kumiko?

 

Kouji annuì con il capo senza sorridere.

 

- Ah proposito, com’è andata? Non ti ha più mollato eh?- chiese Kouichi in tono burlesco.

La conoscevano da quasi quattro anni, il periodo in cui entrarono nell’istituto privato Hurusai.

La ragazza si innamorò perdutamente del moretto dalla lunga chioma, come spesso lo chiamava, fin dal primo giorno quando lo conobbe in classe. Da allora non lo lasciava un attimo da solo, mettendolo spesso in imbarazzo nell’intera scuola.

 

- Non mi và affatto di parlarne…- sbottò prontamente Kouji contraendo la fronte e voltando lo sguardo altrove.

 

- Mmm…ciò significa che non ti ha più lasciato andare giusto?- dedusse il fratello portandosi le mani sui fianchi.

 

- Tsk…quella ragazza è troppo appiccicosa per i miei gusti…- Kouji non aveva per niente l’aria di chi fosse divertito…dopotutto non era piacevole fare il bambolotto preferito della compagna di classe! 

I due poi, guardandosi in volto, scoppiarono in una rumorosa quanto allegra risata. 

Dopodichè, il volto di Kouji divenne improvvisamente serio. Fissò il fratello con forte intensità, e lui capì all’istante.

 

- Vieni, andiamo in camera mia.- propose poi con voce diretta.

 

Kouichi lo seguì, salirono la rampa di scale attraversando un lungo corridoio,  poi entrarono nella porta infondo ad esso. Lui si sedette sul letto, a differenza di Kouji che rimase in piede con le spalle poggiate alla parete.

 

Entrambi rimasero ammutoliti per pochi istanti, successivamente il silenzio venne rotto dal ragazzo con la bandana che rivolse lo sguardo al fratello seduto sul letto.

 

- Sei davvero convinto di ciò? - disse senza tante prefazioni.

 

Kouichi annuì con il capo, afferrando al volo le sue parole.

-  Il fatto che  ti capiti tutti le sere con una tale insistenza, mi induce a pensare ciò che in realtà preferirei non fosse…

 

Kouji chiuse gli occhi incrociando le braccia. Aggrottò la fronte con aria riflessiva quanto inquietata.

- Pensi ci possa essere un filo logico con…Digiworld…?

 

Digiworld. Il mondo digitale che cinque anni fa finì sotto la tirannia di Lucemon rischiando di scomparire del tutto.

Sei ragazzi furono scelti per contrastare il potente angelo ribellatosi alle regole che controllavano quel mondo.

Takuya, Izumi, Junpei, Tomoki, Kouji  Kouichi.

Questi i nomi dei digiprescelti che diventarono sei di quei dieci impavidi combattenti chiamati “leggendari guerrieri”.

Hi, Kaze, Kaminari, Kouri, Hikari, Yami.

Fuoco, Vento, Tuono, Ghiaccio, Luce, Oscurità.

Ognuno di loro governava l’elemento dal quale attingeva maggior potere, e una volta eliminato l’angelo ribelle, Digiworld ritornò bella come un tempo. I settori acquisiti riapparvero al loro posto materializzando le intere terre di quel mondo popolato da creature incredibili. I Digimon.

Bokomon e Neemon, gli strani ma simpatici mostri digitali che accompagnarono i prescelti nel loro viaggio, spiegarono ai ragazzi che la connessione del Digiworld al mondo reale non aveva stabilità continua, pertanto, se volevano far ritorno a casa, dovevano attraversare il varco dimensionale in quel preciso istante.

I leggendari guerrieri salutarono i loro compagni d’avventura, ringraziandoli, i piccoli Digimon corsero ad abbracciarli. Le lacrime furono scontate. Si voltarono volgendo l’ultimo sguardo alla loro, ormai, seconda casa.       

 I ragazzi fecero ritorno nel proprio mondo portandosi dentro di se i ricordi indelebili di quella splendida avventura.

Da quel momento in cui tutto ebbe fine, dell’oramai nostalgica Digiworld non si seppe più nulla.

Fu difficile riadattarsi alla vita normale, i combattimenti fremevano ancora nell’animo di ognuno di loro, ma con gli anni tutto ritornò alla regolarità.

Possibile mai che a distanza di tanto tempo, quel mondo popolato da esseri mirabolanti avesse ancora bisogno di loro?

 

Kouichi assentì nuovamente con il capo.

Non si sa come ma Kouji lo percepì, riaprendo gli occhi.

 

- Se Digiworld centrasse con tutto ciò, allora come spieghi il mio sogno?

 

- E’ solo un’ipotesi, magari mi sbaglio ma hai raccontato di trovarti aggrappato a una roccia in un settore digitale giusto? L’abisso oscuro sotto di te forse significa che Digiworld è ricaduto nel totalitarismo serrato di un altro tiranno…mentre la figura avvolta da un manto oscuro …appartiene a un Digimon, oppure un’entità benevola che vuole aiutarti…

 

Kouji ascoltò in silenzio, poi scosse il capo guardando il fratello.

- Non lo so…tutto ciò non mi convince…il tuo ragionamento potrebbe sussistere ma…se fosse una trappola? Se non si trattasse del mondo digitale ad essere in pericolo ma del nostro? Che succederebbe Kouichi? Noi non possediamo più il potere della digievoluzione…in quel caso non potremmo fare nulla per difenderlo.

 

I fratelli Minamoto restarono in silenzio, ognuno dei due non seppe cosa dire, sebbene il ragionamento di Kouichi non facesse una piega, anche quello fattogli da suo fratello poteva trovare fondamento pensò il guerriero dell’oscurità accavallando le gambe.    

 

TOC TOC

 

Qualcuno bussò alla porta interrompendo quell’attimo di riflessione da parte di entrambi.

 

- Avanti!- escalmò Kouji osservando la maniglia abbassarsi.

 

- Scusate se vi disturbo, ma ho pensato di portarvi qualcosa da bere!- la signora Minamoto adagiò sulla scrivania un vassoietto in metallo con due bicchieri colmi di succo d’arancia.- Se avete bisogno d’altro chiamatemi pure!- concluse con un sorriso.

 

- Grazie Satomi.- disse Kouji rivolto alla donna. Oramai aveva instaurato un ottimo rapporto con la moglie del padre, diventando ottimi amici.

 

- La ringrazio signora sarà sicuramente ottima!- affermò Kouichi alzatosi dal letto per prendere il bicchiere.

La donna arrossì leggermente spingendo in su gli occhiali scivolati sulla punta del naso.    

 

- Di niente! Beh, vi lascio ai vostri discorsi, a dopo!

 

La guardarono uscire mentre il silenzio riscese nella camera.

Kouji andò a prendersi il succo d’arancia, lo scosse un pochino poi lo bevve.

Kouichi invece, lo teneva tra le mani, con lo sguardo perso nel liquido arancione.

 

- Kouji…riguardo prima…potremmo sbagliare entrambi, a volte i sogni accadono senza una logica, e non vuol dire che nel tuo debba essercene una.

 

Il ragazzo adagiò il bicchiere nel vassoio, il volto ancora pensieroso fissava il recipiente vuoto. In effetti Kouchi poteva aver ragione, non era detto che il suo sogno potesse presagire qualcosa ma…dentro di sé persisteva il dubbio. Era troppo reale, troppo strano troppo…tetro.

 

- Dai non pensiamoci più!- fece Kouichi poggiandogli una mano sulla spalla- Se si tratta veramente di Digiworld…beh, aspettiamo che accada qualcosa per saperlo!

Kouji annuì.

L’orologio in camera segnava le otto, il moretto dai capelli corti bevve in un lampo la spremuta d’arancia mentre rivolse lo sguardo ad esso.

 

- E’ tardi, devo andare altrimenti la mamma sarà in pensiero- disse posando il bicchiere svuotato accanto all’altro.

 

- Vieni, ti accompagno a metà strada- propose Kouji prendendo la giacchetta.

 

-  Ma no non preoccuparti, non ce ne bisogno, ci vediamo domani mattina alla stazione di Shibuya.- aprì la porta salutandolo con la mano, e in fretta scese le scale dirigendosi verso l’uscita- Arrivederci signora Satomi!

 

- Te ne vai già Kouichi? Speravo restassi a cena da noi stasera…- fece la donna dall’aria rattristata.

 

- La prossima volta accetterò senz’altro l’invito ma ora devo proprio scappare! Grazie e arrivederci!

Kouichi strinse il pomello della porta tirandolo a se, dopodichè uscì fuori.

 

Il fratello da parte sua rimase immobile, voleva accompagnarlo ma il ragazzo non gli diede aggio di farlo. Con la mano si portò la giacca sulla spalla e scese di sotto.

 

- Esci anche tu Kouji?- domandò la signora Minamoto vedendo il ragazzo aprire il portone d’ingresso. 

  

- Si, ho dimenticato di comprare una cosa questa mattina, tornerò per ora di cena.- concluse lui chiudendo la porta alle sue spalle.

In realtà non aveva niente da acquistare, voleva solo fare due passi per schiarirsi le idee.

Con la mano in tasca, e l’altra sulla spalla che stringeva la giacca, s’incamminò per le strade di Shibuya.

 

Un’anziana donna dal capo coperto da uno scialle, lo vide assorto nei pensieri. L’anziana signora, seduta sulla panchina,

 fece cenno di avvicinarsi. Kouji la intravide, ma  d’altro canto reputandola la solita indovina intenzionata a predire il futuro per guadagnare qualcosa, decise di continuare imperterrito per la sua strada.

 

 

- Le tenebre avvolgeranno la luce, saprai contrastarle?

 

 

La frase della donna lo bloccò di scatto. Fece un mezzo giro fermandosi a guardarla con occhi stupiti.

Lei sorrise appena, invitandolo nuovamente ad accostarsi.

 

 

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