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Autore: Akane    16/07/2009    1 recensioni
Per lei ho fatto tutto.
L’impensabile.
Ed ora, rassegnato, non posso far altro che una cosa.
Per lei, adesso, posso solo piangere.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TITOLO: Per lei ho pianto
AUTORE: Akane
SERIE: original
GENERE: romantico, malinconico
TIPO: etero, one shot
RATING: verde/X tutti
NOTE: questa storia breve è per il compleanno di mia sorella Selene (YamaAn), che è stato lunedì 13 luglio. Lei voleva una storia lunga a capitoli su un personaggio come lei, la sto progettando e pensando ma onestamente una nuova original lunga mi prenderebbe troppe energie e prima voglio finirne qualcuna di quelle già in corso, quindi per ora si accontenta di una breve auto conclusiva, sempre su di lei. Ho pensato un po’ a come farla, poi è uscito questo. Non l’ho controllato, è partito da solo, creandosi senza il mio consenso, quindi mi spiace, sorellina, ma se non ti gusta non so che farci. Comunque senza dubbio parla di te. Solo unicamente di te. Speravo di fartene una più felice con un finale più da compleanno ma questo è quel che le mie dita hanno prodotto. Spero che ti piaccia (e anche a chi leggerà…).
Grazie a chi commenterà.
Auguro a tutti buona lettura.
DEDICHE: a Selene, ovviamente! La mia streghetta fresca di compleanno!

PER LEI HO PIANTO

Per lei ho pianto.
Ho pianto come un disperato, quando quell’estate se ne è andata tornando a casa sua, finite le sue vacanze.
Ho pianto e non mi succedeva da anni. Forse non avevo nemmeno mai pianto, in effetti. Non in quel modo.
Non con quella disperazione.
Non sentendomi così vuoto, disperso in un nulla buio senza respiro, singhiozzando silenziosamente, scuotendo ogni parte di me.
Per lei ho quasi del tutto smesso di fumarmi canne, quando ormai me ne facevo quasi quante le sigarette.
Per lei non sono più andato con nessun’altra ragazza, quando invece ne avevo non una al giorno ma anche di più.
Per lei ho iniziato a girare in scooter col casco, quando non sapevo nemmeno cosa fosse e correvo come un pazzo senza far caso a nulla.
Per lei ho smesso di frequentare certa gente pericolosa e poco affidabile, quando non me ne fotteva assolutamente nulla di chi mi girava intorno.
Per lei mi sono messo sotto col lavoro seriamente, quando non pensavo fosse così importante.
Per lei ho ripreso a studiare e mi sono iscritto alla scuola serale per prendere un diploma, quando avevo smesso da anni perché venivo sempre e solo bocciato e non me ne fotteva nulla nemmeno di quello.
Per lei ho cominciato a mettere da parte i miei soldi per poter salire da lei e attraversare l’Italia anche durante l’anno, senza aspettare le sue vacanze estive, quando li sputtanavo tutte le sere a bere come un dannato rimanendo quindi sempre al verde.
Per lei ho iniziato a fare una vita regolare lasciando perdere quasi del tutto lo scooter, le uscite fino all’alba, il poco sonno, le brutte compagnie, le sbronze, le fumate e tutte le cazzate che avevo sempre fatto.
Per lei sono salito in Friuli dalla Sicilia, da lei, a natale, stando pochissimo con i miei fratelli a Milano, quando invece ci tenevo molto a vederli poiché viviamo lontani. L’ho fatto perché tenevo di più a vedere lei e stare con lei il più tempo possibile.
Per lei non faccio sesso da mesi, quando invece lo facevo ogni sera con chi mi capitava.
Per lei io non voglio nessun altra, nessuno.
Solo lei.
Lei ed i suoi occhi azzurri che desidero mi guardino dentro leggendomi ciò che nessuno è riuscito mai a leggermi.
I capelli che cambia colore e taglio in continuazione non essendo mai contenta e stufandosi sempre, chiedendo a chiunque se stia bene o male. Risultando sempre bella, almeno ai miei occhi.
Il suo viso regolare, femminile, valorizzato da un trucco non troppo accentuato che sta bene coi suoi occhi azzurri, la sua bocca sottile, la sua pelle chiarissima, i suoi capelli rossi da un po’ di tempo.
Il suo corpo magro che vede grosso e che in realtà è giusto, longilineo e perfetto per lei e la sua altezza, con un seno poco accentuato di cui si lamenta sempre e che a me fa impazzire così com’è ed un sedere di cui si lamenta pure ma perché lo vede troppo grosso, quando invece è il paradiso per me e le mie mani.
Lei che non si vede bella ma passabile, a seconda dei momenti e di come le gira, e che comunque per me è stupenda.
Lei e le sue lune allucinanti, quel carattere forte, deciso, ironico, sicuro, petulante a volte, insistente, testardo e che non molla mai.
Lei che va sempre dritta per la sua strada qualunque cosa succeda, con le idee chiarissime che sa sempre cosa vuole e nessuno la fa uscire fuori dai binari.
Lei che mi sgridava sempre affinché mettessi la testa a posto e non facessi più lo stupido, mi istruissi, lavorassi seriamente e venissi su a trovarla senza fare più cazzate, curandomi della mia vita di cui non mi importava nulla.
Lei che mi ripeteva in continuazione cosa fare o no, che mi gridava dietro quando ne facevo una delle mie, quando doveva ‘svegliarmi’.
Lei che mi spingeva a fare quel che una ragazza normale non spingerebbe mai il suo ragazzo a fare e solo per convincersi che nessuno dei due teneva seriamente all’altro, che era solo un passatempo per quando potevamo stare insieme nella stessa città, poco in effetti.
Lei che la conosco da quando siamo nati e da allora, ogni estate, ci vediamo, stiamo insieme, giochiamo.
Lei che le ho preso il primo bacio a undici anni e solo per provare a fare una cosa che avevo imparato da un po’.
Lei che comunque mi era sempre piaciuta, con cui stavo bene e che nonostante mi rompesse, al tempo stesso non mi rompeva davvero.
Lei e la sua forza stabile ed incrollabile che mi scassava le palle entrandomi dentro.
Lei che insisteva nel dire che non eravamo fidanzati e che non dovevo ritenermi impegnato con lei, ma che intanto ci sentivamo per ore al telefono ogni giorno dicendoci tutto.
Lei che riempivo di messaggi e che dovevo sentire più che potevo o non riuscivo a stare.
Lei che mi ha rivoluzionato la vita in tutti i modi e che ho finito per chiamare ‘amore’.
Lei che ha pianto quando poi sono stato io a dover scendere e tornare a casa mia, ha pianto e singhiozzato come una disperata per ore e ore senza che io potessi abbracciarla, consolarla, sentirla, stare con lei, aiutarla… io che piangevo in treno di nuovo, da solo, sotto gli occhi curiosi di tutti.
Quanto siamo stati male, poi… dopo quell’avvicinamento a natale in cui abbiamo vissuto insieme dai suoi, in perfetta simbiosi, senza mai separarci, alimentando questo qualcosa che di anno in anno è cresciuto a sproposito contro la nostra volontà.
Quando è diventato tutto questo?
Un anno mi son trovato a volerla baciare perché lo facevo con tutte le belle ragazze che mi stavano intorno. Lei era una bella ragazza.
L’anno dopo ho voluto rifarlo ma solo tanto per fare. E poi ho saputo che un altro l’aveva baciata, che le stava dietro e appiccicato più che mai tentava di stare con lei seriamente.
È stata gelosia?
Quella sera sono tornato indietro mollando i miei amici e non mi sono staccato io da lei.
Baciandola.
Baciandola anche il giorno dopo.
E quello dopo.
L’anno successivo non siamo mai stati così uniti e non c’è stato nessuno fra noi, non l’ho permesso, anche se lei continuava a ripetermi che era così, tanto per fare, solo per l’estate…
E la lasciavo dire… che dicesse quel che le pareva… tanto io poi l’ho chiamata ogni giorno, quando eravamo separati, ed ho fatto di tutto, per lei. Di tutto.
Cambiando radicalmente senza nemmeno accorgermene, solo con l’unico pensiero fisso su di lei.
Dicendole cose non da me, che non avevo mai detto a nessuno, addolcendomi, diventando un altro.
Solo per lei.
Per lei ho fatto cose impensate a cui nessuno crederebbe.
E poi quando ci siamo separati di nuovo, a natale, e siamo stati malissimo, lentamente non ha più voluto sentirmi diventando secca, fredda, acida e addirittura stronza, pur di non sentirmi e scrivermi.
Cosa è cambiato?
Dio… cosa è cambiato?
Ho rovinato tutto venendo lì?
Ma come potevo resistere?
Non ho mai capito, mai, e onestamente lei non è mai riuscita a spiegarmelo bene.
Mi ha solo detto brutalmente che la infastidivo e che non riusciva a spiegarselo nemmeno lei.
Tutto quel che prima adorava di me ora non lo sopportava, era una cosa illogica che le dava fastidio, ha detto, ma non ce la faceva.
Era più forte di lei.
Così ho dovuto smettere di scriverle, di chiamarla e di progettare il mio prossimo viaggio su da lei.
Ho dovuto mentre non mi capacitavo di ciò che ci era successo, di cosa avevo sbagliato, perché quando avevo stretto il rapporto era stata lei quella a scappare. Di solito è l’uomo che lo fa… ed io l’ho sempre fatto. Sono sempre stato io il primo a scappare.
Ma ora vivevo per lei.
Era i miei occhi, la mia aria, tutto ciò che mi faceva andare avanti ogni giorno.
Non penso di aver mai amato così, perché non so in che altro modo chiamare ciò che provo.
Non ho mai vissuto così per qualcuno.
E forse è perché nessuno mi ha mai visto per quel che ero, accettandomi, volendomi, senza vedermi come un caso disperato, allontanandomi, pensando peste e corna su di me.
Nessuno mi ha mai accettato in quel modo.
Nessuno.
Nemmeno i miei genitori, in fondo.
Lei ha fatto tanto per me e forse non se ne è nemmeno mai resa conto.
Lei mi ha cambiato e mi ha fatto vedere che sono capace di amare, ma ora che questo mio amore io voglio e posso darlo solo che a lei, lei non lo vuole.
Per lei ho fatto tutto.
L’impensabile.
Ed ora, rassegnato, non posso far altro che una cosa.
Per lei, adesso, posso solo piangere.
Piangere temendo il momento in cui, quest’estate, la rivedrò di nuovo.
Non so cosa succederà e non so cosa dovrei fare, quando la rivedrò, ho solo paura che quel momento arrivi perché proprio non so.
Per lei ho perso la testa.
E per lei, infine, ho pianto e piangerò ancora.


FINE
   
 
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