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Autore: Sarah_lilith    17/12/2018    2 recensioni
Per lui aveva sacrificato tutto, eppure non era mai abbastanza.
Aveva sentito dire che quando una donna vuole cambiare incomincia dalla pettinatura, quindi aveva sacrificato i suoi gusti personali in fatto di acconciature e si era cimentata in una vera e propria battaglia.
Cambiare se stessi è più difficile che dare una sforbiciata alla chioma, ma poteva - doveva - riuscirci.
-Sasuke?- sentì sussurrare a Naruto con voce dolce -Ti amo-
-Anche io- e Sakura non volle sentire altro.
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Pensieri di una Sakura piena di insicurezze che cerca di attirare l'attenzione dell'amore della sua infanzia, finendo inconsapevolmente per scoprire una certa verità.
[Sasunaru]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Team 7 | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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E lui che non si lascia afferrare, si piega indietro e ride,
e lui che dice quanto mi ama e io che mi fido.
(…)
E lui che era troppo più forte, sicuro di tutto
e prima di andarsene mi dà il profilo con un movimento perfetto.
Per sempre, solo per sempre
Cosa sarà mai portarti dentro tutto il tempo?

(Per sempre - Ligabue)  


Sakura aveva capito, ormai, di non avere la minima speranza con Sasuke.

Era un ragazzo perfetto, quello che tutte, crescendo, avevano adocchiato e considerato carino, finendo per prendersi una cotta senza nemmeno rendersene conto. Uno di quei ragazzi con uno charme inconsapevole, evidenziato dal fascino del “maledetto e solitario”.

Assolutamente fuori dalla sua portata, perché lei era carina, certo, ma non eccezionale. 

C’era da dire, comunque, che forse - con assoluta certezza, anzi - lo idealizzava troppo. 

Ma se alle altre ragazze, chi prima e chi poi, la cotta era passata, a Sakura batteva ancora forte il cuore ogni volta che incrociava le iridi scure del ninja e i palmi le sudavano tanto da metterla in imbarazzo.

C’era anche frustrazione, però.

Qualunque cosa provasse a fare non sembrava colpire in nessun modo il moro, ed era davvero stufa di tentare l’impossibile. Per lui aveva sacrificato tutto, eppure non era mai abbastanza.

Magari i capelli lunghi non gli piacciono, devo fare qualcosa!

Aveva sentito dire che quando una donna vuole cambiare incomincia dalla pettinatura, quindi aveva sacrificato i suoi gusti personali in fatto di acconciature e si era cimentata in una vera e propria battaglia. 

Aveva provato a tagliarli fino alle spalle, accorciando la frangia e spostando i ciuffi rosa confetto in vari modi differenti; per un periodo li aveva perfino raccolti in una specie di chignon sulla nuca. 

Niente. 

L’indifferenza di Sasuke le lasciava un sapore amaro in bocca. Quando gli parlava e lui, per tutta risposta, distoglieva lo sguardo da Naruto - intento a fare qualche stupidata -giusto il tempo per dirle di tacere, le bruciavano gli occhi tanto era il desiderio di piangere. 

Avrebbe dovuto capire che, se lui preferiva guardare la volpe bionda piuttosto che interagire con chiunque, magari un motivo c’era. Ma era ancora troppo ingenua per arrivarci.

Forse non è il mio aspetto, magari si tratta del mio carattere.

Cambiare se stessi è più difficile che dare una sforbiciata alla chioma, ma poteva - doveva - riuscirci. Livellò e smussò il suo atteggiamento, crebbe interiormente più di quanto avesse mai fatto nessuna, per lui; più di quanto avrebbe voluto, ma ci riuscì.

Diventò più disponibile, meno superficiale e con un occhio di riguardo per i poco fortunati - scoprì di voler salvare la gente, nella vita - e sopratutto più sicura delle sue decisioni.

Durante le missioni era più concentrata, attenta ad ogni rumore, pronta a scattare e colpire: la ninja perfetta.

Non basta ancora, Sasuke preferisce bisticciare con quel baka di Naruto che guardarmi.

Si trovava sempre più spesso a spiare le conversazioni tra i due, in cerca di informazioni sulle preferenze del moro. A cosa si era ridotta?

Quando scoprì la passione di Sasuke per il nero enfatizzò i suoi lati dark, per così dire: dalla tenuta di addestramento passò ad una maglia senza maniche e un paio di pantaloni al ginocchio, poi ad un’imbarazzante pezzo di stoffa che le copriva a mala pena il petto, lasciando l’ombelico completamente in vista, abbinato ad una gonna grigia - è simile al nero, no? -

Insomma, a quale maschio non piace che le ragazze mettano in mostra un pò di pelle?

Erano passati anni, ma la scelta era stata fatta: si sarebbe dichiarata. Quella sera, finalmente, aveva deciso di confessarsi. 

Era pronta al rifiuto che sicuramente avrebbe ricevuto, ma almeno dopo aver sbattuto il naso sul muro definitivo si sarebbe svegliata e avrebbe voltato pagina definitivamente, si diceva.

Quella notte era vestita in modo semplice: pantaloni neri, maglia verde - intonata agli occhi - senza maniche e una felpa grigia per difendersi dall’aria fresca di quel tardo pomeriggio estivo.

Ma caso volle che, mentre si dirigeva fuori, passando nelle vicinanze dell’ufficio dell’Hokage a passi svelti, le orecchie della ragazza captassero dei gridolini strozzati provenire dalla stanza. La curiosità prese il posto alla determinazione: ora doveva sapere che stava succedendo a Naruto.

Facendo il meno rumore possibile e, sfruttando tutti gli anni di addestramenti nell’arte di non dare nell’occhio, raggiunse la porta, sbirciando dallo spiraglio tra lo stipite e la serratura. 

Le ci volle un pò perché la sua mente accettasse quello che i suoi occhi vedevano.

La sagoma di Naruto era accasciata sul tavolo, sfinita e scossa da lievi spasmi. Aveva un’espressione di tale pace ed eccitazione che Sakura non potè fare a meno di chiedersi se avesse mai visto il suo amico d’infanzia così stravolto.

Era nudo, per quello che la ragazza poteva vedere dalla fessura della porta, ma il suo corpo era - con momentaneo sollievo di Sakura - coperto da un’altra persona, anch’essa seminuda.

Le mani del biondo si aggrappavano disperatamente alle spalle del compagno posizionato sopra di lui che, per tutta risposta, gli sussurrava qualcosa di indecifrabile all’orecchio.

E il ragazzo con i capelli neri, le spalle pallide in bella mostra - lucide di sudore e piene di graffi rossastri - con la divisa slacciata e le mani immerse tra le ciocche bionde di Naruto non era altri che Sasuke.

Quando un singhiozzo strozzato rimbombò per il corridoio, Sakura si rese conto di star piangendo. Aveva le guance bagnate e le labbra strette che tremavano con forza, ma non per le ragioni che si aspettava.

Avrebbe dovuto essere sconvolta, devastata dalla consapevolezza che l’amore della sua vita aveva preferito Naruto - l’idiota più grande del mondo, per di più maschio - a lei, ma l’unica cosa che provava era una calma disarmante che avrebbe fatto invidia ai gelidi capofamiglia degli Uchiha.

Sollievo. Non era mai stata così sollevata in vita sua.

Aveva passato così tanto tempo a commiserare se stessa per le sue presunte mancanze che non si era resa conto di non avere niente di sbagliato, per non riuscire a piacere a Sasuke. 

Aveva pensato: magari non sono abbastanza bella, o intelligente, o allegra, o carismatica, o brava nel combattimento, invece…

-Sasuke?- sentì sussurrare a Naruto con voce dolce, improvvisamente coperta da un velo di romanticismo, seppur roca e spezzata da ansiti secchi.

-Uhm- rispose il moro scorrendo con le labbra sulla mandibola dell’altro e depositandogli un bacio sulla spalla. Sasuke affondò il viso nel collo dell’amante e sorrise impercettibilmente, tanto che Sakura fece fatica a notarlo.

Sorrise anche Naruto. Probabilmente sentiva il contatto delle labbra del moro sulla pelle.

-Ti amo- la ragazza vide le dita del biondo contrarsi sulla schiena di Sasuke, mentre questi passava delicatamente una mano tra le ciocche chiare di Naruto.

-Anche io- e Sakura non volle sentire altro, abbandonando la sua postazione e scomparendo nella notte con un lieve sorriso sulle labbra bagnate di lacrime.

…magari non gli piacciono le femmine e basta.

 

 

NOTA D’AUTRICE
Il titolo: Eien ni (永遠 ) sta per “eternamente”, ma () ha come esatta traduzione “lontano”, e poi Tō ni ( ) vuol dire “all’estrema” o “estremità”… non vi viene un pò da piangere? No, eh.
Vi spiego: eternità contiene le parole lontano ed all’estrema, in giapponese. Mi ha sempre fatto riflettere, questa cosa, perché è dolorosa, ma ha perfettamente senso.
Vabbè, è che sono sentimentale da far schifo e volevo dimostrarlo.
La canzone è un filino modificata: ho messo tutto al maschile e ho tagliato dei pezzi, ma mi piace.

Baci a tutti, Sarah_lilith

   
 
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