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Autore: GaaRa92    16/07/2009    12 recensioni
Un grido lo fece sussultare nel profondo: la sua difesa si sgretolò dinanzi ad esso…
E a quel punto lo vide…
Lui ci aveva provato con tutte le sue forze, si era sforzato di immaginarlo ..
Storia classificatasi II al contest "Al parco..." indetto da Amrlide.
Genere: Malinconico, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Gaara92

 

 

 

Autore: Gaara92
Titolo: “Il Risveglio”
Avvertimenti: FlashFic, Malinconico, Dark, Introspettivo
Rating: Verde

 

 

 

 

 

Il Risveglio

 

 

 

 

Guai a sognare: il momento di coscienza che accompagna il risveglio è la sofferenza più acuta.

Primo Levi

 

 

 

 

 

“Adesso tocca a Gaara contare!”

“Si è vero noi l’abbiamo fatto tutti!”

“Fino a quanto devo contare?” chiese timidamente il bambino dai capelli rossicci sfregandosi nervosamente le mani. Non conosceva bene questo gioco..

Mmh..” il gruppetto di bambini sembrò soppesare con cura la risposta: non potevano rendergli la cosa troppo semplice! Altrimenti non avrebbero avuto tempo sufficiente per nascondersi!

“Fino a venti!”

Il bambino ammutolì: non gli avevano mai insegnato a contare fino a venti.. e ora?

“E non barare! Perché noi ce ne accorgiamo!” La bambina lo sfidò con aria maliziosa e arrogante: il gioco era il loro e lui sarebbe dovuto stare alle loro regole, meglio metterlo subito in chiaro.

“Va bene allora, giochiamo!” con un sorriso disegnato sulle labbra sottili Gaara si voltò, dissimulando il suo timore.

Udì distintamente i bambini correre in mezzo ai cespugli del parco: lo scalpicciare eccitato dei piedi contro la ghiaia del selciato e l’odore dei fiori calpestati era inconfondibile.

Si coprì gli occhi con le mani, tirò un bel sospirò, inebriandosi del profumo della corteccia della grande quercia – designata come loro “tana” -, e con decisione iniziò a contare.

“1…2…3…”

Il vento gli scompigliò con  forza i capelli, facendolo lievemente barcollare.

Non doveva togliersi le mani dagli occhi per nessun motivo, perché Loro se ne sarebbero accorti!

“10…11…12…”

Si bloccò improvvisamente, allarmato: cosa veniva dopo il dodici?

Le mani incominciarono a sudare nervosamente: se non avesse subito detto il numero successivo non avrebbe più potuto giocare.

[Tanto non lo sai cosa viene dopo…]

Non è vero… NON E’ VERO!” il bambino urlò rabbioso, scosso dai singhiozzi: era venuto a tormentarlo ancora.

Lo sentì ridere di gusto, costantemente in agguato nell’oscurità.

[Vattene, prima che ti caccino loro!]

In risposta Gaara strinse i pugni convulsamente: non voleva che si avvicinasse ancora.

“NO!” Le lacrime incominciarono a rigare il viso roseo del bambino, ormai accucciato su se stesso.

[Ah no? E’ inutile che ti metti le mani sulle orecchie... Tanto lo sai che mi ascolterai lo stesso.]

Il bambino scosse la testa mantenendo saldamente le mani sulle orecchie, come a voler raccogliere le proprie forze per scacciare quelle parole, per opporsi ad esse.

[LO SAI!]

Un grido lo fece sussultare nel profondo: la sua difesa si sgretolò dinanzi ad esso…

E a quel punto lo vide…

 

Lui ci aveva provato con tutte le sue forze, si era sforzato di immaginarlo..

 

Yashamaru gli aveva più di una volta raccontato come spesso anche lui e la sua mamma si destreggiavano in “guerre a palle di neve” immaginarie o in emozionanti gare di corsa in fantastici prati verdi.

 

Ma tutto questo non era servito a nulla, se non a generare altro dolore, altre ferite nel cuore a cui non si poteva più porre rimedio.

Non c’era più niente: gli alberi, i fiori, i prati sterminati, i bambini, le altalene..

Niente.

Un’espressione incredula si fece largo sul suo volto, perdendosi nel paesaggio arido che si stagliava ora ai suoi occhi.

 

Una risata cupa riecheggiò nella sua testa, trascinandolo giù, sempre più giù, sottraendolo violentemente

alla vista del suo parco.

 

 

 

 

[529 parole]

 

 

Note: Il parco di Gaara non è un parco come tutti gli altri. Il suo è un parco speciale: un parco che rappresenta i suoi sogni e - al contempo - le sue paure, preannunciate da questa solitudine creata dal vuoto dei coetanei e poi incarnate ancora una volta dallo Shukaku.

Ci tenevo a precisare che la frase “[…]E a quel punto lo vide…[…]”  si riferisce al fatto che in quel preciso istante Gaara riacquisisce coscienza e a quel punto l’immagine del parco (inizialmente positiva) svanisce, sostituita da quella arida e brulla del Villaggio della Sabbia.

 Mi sono servita del grassetto e della sottolineatura per enfatizzare maggiormente le parole da me e rendere così ancor più vivo il quadro da me disegnato.

 

 

 

Come Hotaru volevo fare i complimenti a tutte le partecipanti e alle altre podiste^^: mi affretterò a leggere e commentare le vostre storie! ;)

 

Una flash fiction molto intensa, il parallelismo tra il “parco sognato” e il “parco reale” è, nella sua semplicità, molto adatto per un personaggio come Gaara, soprattutto se preso nella sua infanzia. L’uso di frasi brevi e gli scambi veloci di “dialogo” tra lui e lo Shukaku enfatizzano l’ansia, già nata dalle frasi perentorie dei bambini sul loro gioco con le loro regole e ben conoscendo il carattere del protagonista. L’esplosione del “risveglio” è assordante (ed è comprensibile anche senza leggere le precisazioni finali ^^).
L’uso sfaccettato dell’elemento “parco”, sia con accezione fisica che psicologica, mi è particolarmente piaciuto; nonostante la brevità, credo sia stata la storia che ha meglio riassunto alcuni tra gli aspetti principali che possono essere racchiusi in un “parco”.

 Grammatica: 10 punti
 Stile: 9 punti
 Importanza del "parco": 10 punti
 Originalità: 9 punti
 Giudizio Personale: 5 punti
 Bonus immagine: -
 Punteggio: 43

 

Questa storia ha inoltre vinto il “Premio sfaccettature” e il “Premio metaforico” per l'approfondimento tematico del "parco".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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