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Autore: Rei Murai    20/12/2018    3 recensioni
«Non lo sa, Ispettore? – Sato si affacciò alla porta dell’ufficio con il sorriso furbo di chi stava per svelare un segreto – Il Natale si passa con la persona che si ama e pare che Kudo si sia trovato la fidanzata».
«Ma smettila e vai a casa!» l’uomo rise di gusto, lasciandosi andare contro lo schienale della sedia.
Era impensabile che Shinichi Kudo, il detective più ambito di tutto il circondario, si fosse trovato una ragazza.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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In ritardo perché sono una brutta persona, però Tanti Auguri Shin!
Non sono brava con le etero e men che meno con le ShinAi e con i titoli faccio cagare, ma questo già si sapeva XD Spero che questo tentativo di esperimento possa piacerti! <3
 
Rei.
 
Sweet December
 
Shinichi odiava il Natale.
Non aveva mai capito l’entusiasmo che prendeva le sue compagne di classe quando si avvicinava il periodo delle feste e le tradizioni Occidentali non gli erano mai piaciute particolarmente.
Scendendo dalla macchina della polizia, dopo aver risolto l’ennesimo caso di omicidio, storse il naso davanti all’albero decorato e illuminato posizionato al centro del quartiere di Shibuya.
La via principale era impraticabile; dozzine di coppie si erano riversate per andare a comprare il pollo da KFC o per affrettarsi per gli ultimi regali da portare alla propria amata, impedendo così una circolazione normale ai poveri mal capitati che volevano semplicemente dirigersi a casa o che – come lui, sfortunatamente – avevano un appuntamento proprio quella sera.
Non riusciva nemmeno a capire perché, tra tutti i posti disponibili, Shiho avesse scelto proprio quello.
Quale sadico piacere provava quella psicopatica nel farlo uscire nell’ora di punta, la notte di Natale, proprio non lo capiva.
«Kudo!».
Due dita batterono con forza sulla sua schiena e si costrinse a voltarsi. Immerso nei suoi pensieri non si era nemmeno accorto di aver superato il punto in cui la scienziata lo aspettava.
«Ai» la salutò alzando la mano in un gesto spontaneo.
Le guance della donna, arrossate dal freddo, si gonfiarono lasciando intravedere il suo malcontento e si chiese cosa avesse fatto di male.
«Ancora con quel nomignolo? Mi chiamo Shiho, sai? – Miyano incrociò le braccia al petto e alzò il mento indignata. – Ma ti perdono. Solo per oggi» un sorriso furbo si disegnò sulle labbra della donna che si incamminò tra la fiumana di gente, precedendolo verso il locale dove avevano appuntamento.
«Hey, aspettami!» le corse dietro, cercando di non perderla di vista e sospirò osservando la schiena della donna avvolta nel maglione rosso acceso che le aveva regalato qualche mese prima.
 
 
«Quindi: come mai non hai appuntamento con Ran oggi? È Natale no? Non dovreste scambiarvi i vostri doni da brava coppietta affiatata?».
Seduti ad un tavolo davanti a due tazze di cioccolata calda, Shinichi si soffiò nelle mani chiuse a coppa cercando di recuperare un po’ di calore. Distolse lo sguardo da quello chiaro della donna osservando l’albero luminoso oltre la vetrina della sala da tea in cui era stato trascinato.
«Da quando ha scoperto della cosa di Conan non ci parliamo poi molto – ammise, intrecciando le gambe sotto il tavolo – e comunque sotto le feste sono ancora più oberato di lavoro, ora. È come se tutti i criminali della città avessero deciso di compiere oggi le loro efferatezze».
Intravide con la coda dell’occhio lo sguardo di Shiho accendersi di curiosità e fu grato di essere riuscito a cambiare argomento.
«Tu invece? Ti sei presa un giorno di vacanza?».
«Il professore è partito per un breve viaggio; è andato a trovare una sua vecchia amica di infanzia e mi ha chiesto di restare a controllare che andasse tutto bene a casa. Mi annoiavo da sola, per questo ti ho chiesto di vederci. Per questo e per un altro motivo» il tono di voce calò di qualche tono e Shinichi si voltò completamente ad osservarla.
Si accorse troppo tardi dello stato alterato della donna; le guance non accennavano a voler perdere il colorito rossastro dato dal freddo, gli occhi chiari erano lucidi e lo sguardo febbricitante.
Si sporse oltre il tavolo, attento a non far cadere le tazze e ignorò il suo discorso poggiandole il dorso della mano sulla fronte.
«Scotti – si limitò a dirle prima di alzarsi – sei uscita con la febbre?».
Nuovamente indispettita, Miyano scostò la mano dell’altro sistemandosi meglio sulla sedia.
«È solo qualche linea, nulla di grave».
«Dovresti essere a casa sotto le coperte» la ammonì
«E tu dovresti ascoltare la gente quando ti parla» rispose lei piccata lanciandogli addosso un pacchetto dalla colorata carta verde.
Shinichi la osservò sorpresa poi spostò lo sguardo sul piccolo pacchetto.
«È solo un pensiero, non fare quella faccia» aggiunse la donna in risposta al suo sguardo.
«Grazie…» rispose spiazzato, tornando a sedersi.
«Devo dedurne che tu non mi hai fatto alcun regalo – Shiho sorrise di scherno e si alzò dal proprio posto prendendo la giacca – vorrà dire che l’anno prossimo te ne ricorderai, vero?».
Annuì confuso, stringendo ancora il pacchetto a cui era attaccato un bigliettino e la osservò allontanarsi.
 
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«Shinichi! Dove stai correndo?».
Megure osservò il ragazzo correre fuori dalla centrale di polizia con sguardo rassegnato.
Ogni anno era la stessa storia: il giorno di Natale il ventenne concludeva le scartoffie dell’ennesimo caso di omicidio e poi, di fretta, afferrava la giacca e spariva da qualche parte, spegnendo il cellulare. Era impossibile rintracciarlo e l’uomo ci aveva rinunciato.
«Non lo sa, Ispettore? – Sato si affacciò alla porta dell’ufficio con il sorriso furbo di chi stava per svelare un segreto – Il Natale si passa con la persona che si ama e pare che Kudo si sia trovato la fidanzata».
«Ma smettila e vai a casa!» l’uomo rise di gusto, lasciandosi andare contro lo schienale della sedia.
Era impensabile che Shinichi Kudo, il detective più ambito di tutto il circondario, si fosse trovato una ragazza.
Afferrò il telefono, chiamò la moglie per chiederle se era rientrata e poi, con calma, si preparò per tornare a casa.
 
«Hai preso il pollo?» Miyano lo accolse sulla soglia, stretta nel maglione rosso che le aveva regalato qualche anno prima.
Kudo alzò la busta di KFC, il respiro corto per la corsa fatta per essere in orario e solo allora la donna lo lasciò entrare in casa al caldo.
«Buon Natale» le sussurrò prima di chinarsi a lasciarle un casto bacio sulle labbra.
Shiho chiuse la porta con un sorriso e lui sentì, finalmente, di aver trovato un luogo a cui tornare.
Un posto dove poter essere sempre sé stesso.
 
«Buon Natale, stupido.
Ti amo,
Shiho»
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