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Autore: Lucciola 67    23/12/2018    18 recensioni
È il compleanno di Oscar, lei è nei Soldati della guardia, ma si è presa una licenza per il Santo Natale. Ha voglia di stare sola, almeno per un po', prima di affrontare il pranzo in famiglia. Si ritrova a riflettere sulle proprie scelte e sulla propria vita. Ma qualcuno le porterà un dono inaspettato...
Dedicato a Canto
Buon Natale a tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sono uscita da palazzo Jarjayes di soppiatto, era presto, prima dell'alba, nessuno si è accorto di me, neanche nanny.
Ho sellato César, e ho pensato a te quando lo facevi, alle tue mani, ai loro movimenti fluidi e perfetti.
Perché ti sto pensando? Ti ho chiesto di non occuparti più di me, di fare la tua vita, invece mi hai seguita nei Soldati della guardia, mi hai detto che sei l'unico in grado di proteggermi. In parte il mio desiderio è stato esaudito, ci vediamo in caserma, andiamo anche in missione insieme, ma per il resto sono sola. Come volevo.
Attenta a ciò che desideri Oscar, si potrebbe avverare.
Oggi è il giorno di Natale, oggi compio trentatre anni, sarà il primo compleanno senza di te. Tu che mi svegliavi sornione, che mi portavi la cioccolata, che mi chiedevi di suonare qualcosa. Solo per te, lontani dai festeggiamenti ufficiali. I miei compleanni più belli li ho passati con te a rubare biscotti.
Sto cavalcando da un po', l'aria sferza col suo gelo. Il sole, pallido ed evanescente, fa capolino allontanando le ombre della notte. Questo è il momento più freddo della giornata, mi stringo nel mantello, le mani, nei guanti, sono comunque gelate.
Ero così soprapensiero che ho lasciato César libero di andare al trotto dove voleva lui. E sono arrivata al nostro laghetto, c'è una coltre di neve intonsa che lo circonda, sugli alberi spogli le dita dell'inverno hanno disegnato ricami di ghiaccio, l'acqua è ghiacciata. Quante volte abbiamo rischiato di spezzare la lastra di ghiaccio e di finire nell'acqua gelata, rischiando di morire assiderati, eppure ogni anno ti sfidavo, sorrido al ricordo.
Questo posto mi ricarica, ho bisogno di energia per poter affrontare il Pranzo di Natale con tutta la mia famiglia.
Affrontare lo sguardo severo di mio padre, quello malinconico di mia madre, lo sguardo indagatore dei miei cognati, quello curioso delle mie sorelle, che si ritrovano questa strana parente che sembra uscita da chissà dove. Gli unici che non mi infastidiscono sono i miei nipoti. Ancora ingenui ed incorrotti mi fanno tenerezza.
Passo dopo passo, senza quasi accorgermi mi ritrovo in riva al lago, la neve gelata scricchiola sotto i miei passi, il ghiaccio che ricopre l'acqua brilla come un prisma alle prime luci del gelido sole. Sono quasi ipnotizzata dai giochi arcobaleno che si susseguono sulla superficie del piccolo bacino.
Nel silenzio, rotto solo da qualche timido verso degli uccellini più temerari, sento dei passi leggeri alle mie spalle, e una voce, nota ed anelata, che dice -" Oscar, devi fare attenzione, per quanto tu sia leggera, il ghiaccio non reggera' e sarò costretto a salvarti..."-
Vorrei buttarti le braccia al collo, che bello, ti sei ricordato del mio compleanno, di me. Invece dico -" Che ci fai qui? avevi il giorno libero, pensavo te la spassassi con i tuoi amici"-
Quanto sono stupida, ancora una volta cerco di allontanarti. Ma tu non fai caso alle mie parole sciocche e taglienti, e mi sorridi. Dio, che magnifico sorriso.
-" Be', Oscar, sai che io non amo il loro modo di divertirsi, ho fatto un paio di brindisi al Natale e poi sono venuto per farti gli auguri... sarebbe stato il primo anno che non te li facevo, non mi sembrava giusto. E poi ho anche un regalo per te..."-
-" Hai un... regalo.... per me?"-
-" Certo Oscar, un bel duello, come ai vecchi tempi. Non posso regalare altro a chi ha già tutto, se non me stesso, il mio tempo e tutta la mia attenzione"-.
Sto per prendere la spada che ho lasciato su César, quando tu me la lanci, slacci il mantello, e mentre io la afferro tu sguaini la tua -" In guardia, Oscar!"-
Faccio appena in tempo a liberarmi del mantello che mi attacchi. -" Fai sul serio, Grandier?"- -" Ho sempre fatto sul serio, Oscar"-
Duelliamo con difficoltà, la superficie sotto i nostri piedi è sdrucciolevole e scivolosa, entrambi mettiamo molta attenzione, siamo concentrati. Sei rosso in viso, nuvolette bianche escono dalla tua bocca, fiato caldo contro aria gelida. Quel fiato che ho sentito sul mio viso, rovente come lava. Mi scopro a pensare di desiderarlo su di me, mi distraggo, non è da me. Eppure mi ritrovo disarmata.
-" Ti sei distratta, Oscar? Vuoi la rivincita?"-
Sono furiosa con me stessa -" Ti darò una lezione lo stesso André, a mani nude. Voglio toglierti quel sorrisetto dalla faccia"-
Mi metto in posizione di guardia con i pugni alzati, anche tu ti metti in guardia, dopo aver buttato la spada e non avere mai smesso di sorridere. Mi innervosisci quando fai così. Mi voglio sfogare.
Mi butto all'attacco, la rabbia è una pessima consigliera, mi scansi con facilità, afferri la mia mano ancora chiusa a pugno e, come in una danza mi fai girare su me stessa, intrappolandomi contro di te. Mi tieni stretta, ma non mi fai male. Il tuo torace è stretto alla mia schiena. È l'ultimo posto in cui vorrei essere.
È l'unico in cui vorrei restare per sempre.
Il respiro caldo e leggermente affannato mi scalda le tempie. Quanto ho temuto e desiderato di stare così tra le tue braccia.
-"Questo è il tuo regalo, André?"-
Sussurro, ho la voce roca, ammezzata dallo sforzo di impedirmi di girarmi e baciarti. Tremo un po'.
Finalmente rompi il silenzio -" Oscar quando ti guardo vedo due persone, la donna che sei e l'uomo che vorresti essere. È ora che tu faccia pace con te stessa. Le due parti della tua splendida anima si devono ricongiungere, firmare un patto, solo così potrai essere te stessa senza paure.
Questo è il mio regalo, farti comprendere, Oscar, che il coraggioso comandante e la splendida principessa che è andata al ballo, sono la stessa meravigliosa persona."-
Allenti la presa sulle mie braccia, allontani il torace da me, sento già freddo. Non ti lascio allontanare più di tanto, mi giro verso di te e appoggio la guancia all'altezza del tuo cuore. Batte forte, come il mio.
Alzo gli occhi verso di te, tutti i colori del mondo sono riversati nel tuo occhio di vivido smeraldo.
Quello che mi era sembrato contro natura ora mi sembra di una normalità disarmante.
Avvicino le labbra alle tue, le sfioro, le saggio curiosa, poi le schiudo e tu entri nella mia bocca con delicatezza. Danzano insieme le nostre lingue, fino a toglierci il respiro.
Ti allontani da me, solo un attimo, -" Buon Compleanno Oscar"- -" Grazie André. E grazie del regalo che mi hai fatto, il più prezioso dei doni. La consapevolezza"-
Mi sorridi accarezzandomi una gota e ricominci a baciarmi.
   
 
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