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Autore: _apefrizzola_    24/12/2018    5 recensioni


Natale 1979. Un Natale speciale per i Potter.
Lily tenterà in tutti i modi di far capire a James il perché, coinvolgendo il resto della famiglia: Sirius, Remus e Peter.

«Che ci stai cucinando, amore?»
«Fagottino di cervo»

«Ma perché anche a Luglio c’è una torta? Nessuno di noi compie gli anni a Luglio».

«Servi Lily, piuttosto, deve mangiare per due»
«Perché non mi hai detto che sei a dieta, tesoro? Di solito mangi per tre!»

«Possibile non lo capisci, Potter?!»
«Cosa, Lily!?»
«Che quest’anno Babbo Natale lo farai tu, Scornuto!»


E voi l’avete capito?

Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'I Malandrini'
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Babbo James

 

Godric’s Hollow, 20 Dicembre 1979
 
 
 
 
 
«Ehm, Lily?»
«Sì?»
«Potresti venire un attimo in camera?».
I passi leggeri ma stranamente ‘’saltellanti” di Lily, in corridoio, lo stranirono tanto quando quelle divise rosse e bianche che intasavano la sua parte di armadio.
«Che succede, James?» chiese in tono pacato Lily affacciandosi allo stipite della porta, lo sguardo smeraldino particolarmente acceso.
James aprì le ante indicando con un gesto plateale l’interno di quello che fino al giorno prima aveva contenuto i suoi maglioni, le sue camicie e i suoi pantaloni presentabili al resto dell’umanità.
Lily sorrise restando ad osservarlo come in attesa di qualcosa, qualcosa di evidentemente bello vista la luce che improvvisamente le aveva illuminato la pelle del viso e gli occhi verdi.
«Che fine hanno fatto i miei vestiti?» chiese disorientato James studiando con disgusto il vaporoso pellicciotto bianco in mezzo a tutto quel rosso.
Lei fece spallucce arricciando però le labbra per trattenere l’entusiasmo sprizzante malcelato nello sguardo. «Sono quelli i tuoi vestiti, babbo» disse semplicemente, allusiva, incrociando le braccia al petto.
James sbatté più volte le palpebre dietro gli occhiali rotondi storti sul naso. Spostò lo sguardo sconcertato su di lei che gli sorrise, emozionata.
«È una nuova copertura per l’Ordine? Ci travestiamo da Babbo Natale per spiare i Mangiamorte tra i Babbani?» la smontò sottovoce James, immediatamente più serio e vigile.
Lily, spenta come una candela al vento, lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. «Silente, vecchio volpone! Ne pensa una più di Voldemort!» sghignazzò James passandosi vigorosamente una mano tra i capelli impazziti. «Ci hanno dato anche la barba o dobbiamo farcela noi?».
Lily se ne andò, lasciandolo frugare nell’armadio a parlare da solo.
 
 


 


21 Dicembre 1979
 
 
 
«Felpato, rimani per cena?»
«Se non sono ancora morto è soltanto merito di questa domanda, fratello. E a proposito… Lily, hai qualcosa in forno
«, Sirius, ci sarà da aspettare un po’. Puoi mangiare questi, nel frattempo»
«Ottimo, dammi qua».
Lily lanciò la biscottiera in latta piena di tradizionali mince pies a Sirius, scambiandosi con lui uno sguardo complice per poi puntare James, tutto intento a fischiettare canzoni natalizie mentre appendeva decorazioni all’albero.
«Che ci stai cucinando, amore?»
«Fagottino di cervo».
La pallina rossa e oro cadde inesorabilmente a terra, rotolando sul tappeto fino ad arrestarsi ai piedi di un atterrito James.
«Stai scherzando?!» pigolò con ancora la bacchetta per aria, davanti all’abete.
«No, non sto scherzando, tesoro» rispose innocentemente Lily ignorando a fatica Sirius che, stravaccato sul divano, tentava di trattenere una risata mordendo il profumatissimo e gustoso dolcetto natalizio.
«Ma, Lily, ti rendi conto?!»
«Cos’avrebbe dovuto esserci scusa?»
«Che ne so… pollo, manzo, tacchino!»
«Fosse stato pollo, manzo o tacchino avresti avuto le corna, James»
«Ma io ho le corna! E non sono cannibale!».
Lily sollevò gli occhi al soffitto mentre Sirius ormai rideva sguaiatamente ingoiando a fatica il boccone di pasta frolla e speziato ripieno di frutta.
 
 


 




22 Dicembre 1979
 
 



«Questo è il migliore che tu abbia mai fatto, Lunastorta!» commentò James sfogliando entusiasta le pagine del nuovo Calendario lunare fatto a mano ed abbellito mese per mese dalle istantanee magiche dei Malandrini.
«Ho scelto le più belle per l’occasione, il 1980 sarà un anno speciale» fece Remus porgendo sciarpa e mantello umidi neve ad una Lily ammiccante accanto all’appendiabiti dell’ingresso.
«Ma perché anche a Luglio c’è una torta?» bofonchiò interdetto James sistemandosi gli occhiali per poter vedere meglio la fotografia adesso invasa di palloncini colorati in movimento «Nessuno di noi compie gli anni a Luglio».
Lily e Remus si scambiarono uno sguardo luminoso d’intesa e felicità.
«James» iniziò lui, emozionato, mentre una Lily tremante di gioia lo prendeva a braccetto stringendosi a lui con affetto «Ci sarà un nuovo compleanno da festeggiare…»
«Non avrai per caso trovato finalmente una ragazza, Lunastorta?!» esclamò incredulo James sgonfiando moglie e migliore amico.
«No, James»
«Non fare il timido, per Merlino, e vieni qui!»
«No, veramente… James, non respiro… James…»
«Certo che però potevi metterne una con lei dietro la torta come quelle per i nostri mesi! Non ha mai festeggiato? Rimedierà con noi, poco ma sicuro!».
James gli diede una vigorosa ed eccitata manata sulla schiena, baciò per la felicità una Lily sconsolata e corse verso il caminetto acceso.
«Dobbiamo chiamare Sirius e Peter per dare il benvenuto alla nuova Malandrina!» vociò afferrando la ciotola con la Metropolvere mentre Lily fingeva un muto pianto isterico mettendosi un pugno in bocca per reprimere il nervoso e Remus scuoteva la testa esasperato.
 
 

 



23 Dicembre 1979
 
 
 


«Pete, stai parlando con me, andiamo! Non sei mai riuscito a sollevare un dito senza cibo e dopo aver fatto quei tre pupazzi di neve fuori come minimo starai per svenire. Prendi, forza!» lo incitò James spingendo il vassoio delle patate arrosto contro il grassoccio petto dell’amico seduto vicino a lui a tavola per pranzo.
«No, grazie, Ramoso» fece Peter dirottando il cibo con enorme forza di volontà verso una Lily ormai arresa dopo aver visto dalla finestra James erigere il quarto Malandrino pupazzo di neve accanto ai tre di Peter che volevano simboleggiare papà, figlio e mamma invece di Ramoso, Felpato e ‘’il piccolo Codaliscia’’.
«Servi Lily, piuttosto, deve mangiare per due»
«Oh».
A quel suono sorpreso e spiazzato di James, Lily e Peter si protesero speranzosi verso di lui. Lily posò la mano sulla sua, accanto alle posate, intrecciando amorevolmente le loro dita.
«Perché non mi hai detto che sei a dieta, tesoro? Di solito mangi per tre!» se ne uscì James stringendogliele dolcemente prima di scoppiare a ridere insieme a Peter.
Oltraggiata ma divertita, Lily gli schiaffò il mestolo di legno dritto in fronte.
 
 


 
 
 


24 Dicembre 1979
 
 
 
 

«Regina in C3»
«Ma vedi tu, questo…»
«Ritenta, sarai più fortunato, Lupin»
«Cavallo in H2. E adesso che mi dici, Potter?»
«Dico…».
La concentrata pausa di riflessione di James sulla Scacchiera Magica si trasformò in risata sguaiata quando qualcosa attirò la sua coda dell’occhio.
«Dico “Coglione sulla porta”» replicò in una risata esilarata a cui si aggiunsero anche Remus e Peter alla vista dell’entrata in soggiorno di Lily con Felpato in forma canina tra le braccia, sulla testa un cerchietto munito di luminose corna ramificate a nascondere le orecchie nere a punta, calzine da neonato alle zampe, un bavaglino sopra il folto pelo del collo.
«Dove l’hai trovato conciato in questo modo, Lily?!» esplose James piegato dalle risate sopra i pezzi degli scacchi.
«L’ho conciato io così, James» rispose sotto sforzo lei trascinando a fatica l’enorme e pesante cane nero ringhiante con una lunga zampa strisciante sul parquet.  
«Tu? E perché?»
«Perché devi imparare a mettergli il pannolino».
Altre risate più forti esplosero nel salotto addobbato insieme ad un abbaiare minaccioso.
«Possibile non lo capisci, Potter?!».
James, allarmato dal tono ammonitore della moglie si fece serio ed agitato.
«Cosa, Lily?!».
Uno schiocco e Sirius apparve, liberandosi spaventato dalla presa dell’amica.
«Che quest’anno Babbo Natale lo farai tu, Scornuto!» sbraitò spazientito e con voce strozzata per via del bavaglino al collo che cercò di togliersi in tutta fretta senza riuscirci visti i calzini da bambino a bloccargli metà delle dita.
«Perché io?!» esordì James tutto d’un tratto disorientato «Pete, che succede?! Sei sempre stato tu, è tradizione!».
Remus lasciò andare la fronte sulla scacchiera, Lily si tirò i capelli rossi e Peter sbattè le palpebre, guardandolo accigliato.
«Mi devi quell’enorme favore, Evans» sibilò Sirius sfilandosi di malagrazia le corna «E tre Galeoni».





 
 
 


 



 

25 Dicembre 1979
 
 
 

 
«Buon Natale, Lily»
«Buon Natale, James».
Circondata e stretta dalle sue braccia calde e protettive, Lily sorrise ad occhi chiusi, beata, inspirando il confortante odore di James dal maglione schiacciato sotto al naso lentigginoso, alla guancia arrossata e poi all’orecchio subito riempito dal vigoroso e sincero battito del cuore che amava, che sentiva galoppare insieme al suo in qualsiasi momento, bello e brutto, e che si era unito a lei formando qualcosa capace di rendere visibile l’amore.
Strinse maggiormente la braccia attorno alla vita di James percependo le sue labbra lasciarle l’ennesimo tenero bacio tra i capelli prima di sciogliere l’abbraccio ed iniziare a scartare i regali attorno a loro sul tappeto.
«Aspetta» fece Lily allungando una mano, bloccandolo.
James la guardò, ridente.
«Cosa? Non mi freghi quest’anno, sarò io il primo ad aprirlo»
«No, James, aspetta! Prima questo».
Un pacchetto decisamente più piccolo prese il posto sui palmi delle mani sospese di James.
«Di chi è?» chiese lui, interdetto ed incuriosito.
«Apri» lo incitò dolcemente Lily tradendo tutta la sua emozione in un sorriso che attirò le sue labbra per un breve ma intenso attimo.
«Lily, io non apro i regali degli altri prima del tuo, è la nostra tradizione!»
«Lo so, ma questo ce lo siamo fatti entrambi quindi vale come primo».
L’espressione sul volto di James si fece confusa.
«Ma io non ho mai visto quest…».
Furono le dita di Lily a sollevare il coperchio della scatolina rossa e l’attenzione degli occhi dietro le lenti rotonde cadde irrimediabilmente dentro, scoprendo un addobbo per l’albero. James lo tirò fuori con cautela per osservarlo ciondolargli davanti al naso: era un cerbiatto, un piccolo cerbiatto dorato.
«James?» lo chiamò Lily, divertita dalla sua espressione inebetita.
«Cosa significa?» sussurrò lui sollevando lo sguardo su di lei.
Lily si lasciò andare ad un grande sorriso, gli occhi verdi lucidi.
«Significa» iniziò sfilandogli l’oggettino dalle mani per poi alzarsi ed appenderlo ai rami scuri dell’abete, in mezzo al cervo e alla cerva vecchi di un anno. «Che d’ora in poi saremo in tre su questo albero».
Lo sistemò con dita tremanti per poi voltarsi verso di lui, quasi senza fiato.
«James, ti prego, dimmi che hai capito adesso» gli disse afferrando l’orlo del largo e lungo maglione per far notare meglio il grande fiocco rosso ricamato all’altezza della pancia ancora piatta.
«Ho capito» fece James «Ho capito che abbiamo un addobbo in più. Mi piace, questa nuova tradizione! Il prossimo anno scelgo io, t’immagini un bel Boccino?».
Lily restò a fissarlo impassibile per qualche istante prima di parlare e camminare, decisa.
«Ok»
«Dove vai?»
«L’hai voluto tu, James»
«Che cosa?!».
Lily, trattenendo una risata, fece il giro del divano per tirare fuori da chissà dove un cartellone di pergamena con quella che James riconobbe essere la grafia di Sirius e il suo penoso stile di disegno.
Perché sotto un enorme “STAI PER DIVENTARE PADRE, TESTA DI TROLL!” c’era disegnato in linee molto infantili un omino con occhiali e capelli sparati che volava su quella che forse poteva essere una scopa e lanciava dentro ad un anello una pluffa che subito dopo diventava un fagottino strillante.
Il bolide non c’era ma il reale James sembrava essere stato appena colpito in piena testa.
«Eh?!» esalò quasi senza voce.
«Concetto espresso a lettere cubitali, disegnino e “Linguaggio Quidditchiano”» elencò scherzosamente desolata Lily poggiandosi una mano sul ventre «Spero prenderai tutto da me riguardo il cervello» sospirò alla povera creatura non riuscendo a trattenere un sorriso divertito, colmo di emozione e profonda comprensione per suo marito perché se James non aveva ancora colto tutti gli indizi era soltanto dovuto al fatto che, così come lo era stato per lei settimane prima, l’idea di avere un figlio mentre si schivavano Maledizioni Senza Perdono era impensabile.
Ma “Le cose belle capitano quando meno te lo aspetti”, era così che James le diceva sempre, era così che aveva scoperto di essere una strega e di essere innamorata di lui.
«Li… Lily?» balbettò James alzandosi lentamente dal tappeto senza toglierle gli occhi di dosso «Lily… tu
«, James, sono incinta» confermò stringendosi nelle spalle, un enorme sorriso commosso e le lacrime agli occhi verdi così luminosi da brillare tanto quando le luci dell’albero affianco.
«Sei tu il vero Papà Natale di quest’anno anche se a riempire alla perfezione quel costume sarò io, c’è un fagottino di cervo in forno che dovrebbe essere pronto a Luglio, saremo solo tre pupazzi di neve ad avere lo stesso cognome ma potrai sempre aggiungere gli altri tre, dovrai imparare a mettere i pannolini anche quando sarà una belva iperattiva. Perché aspettiamo un bambino o una bambina, James Potter, ma Elvendork lasciamolo a Siriu…».
Lily sentì il pavimento mancare sotto ai piedi perché James, all’improvviso, l’aveva presa e sollevata facendola girare e ridere di cuore con i lunghi capelli rossi in aria.
Rise forte, James, posando Lily a terra per prenderle il viso tra le mani, poggiare la fronte sulla sua e guardarla come faceva sempre, come se non ci fosse niente di più prezioso al mondo. Il sorriso sul suo volto, però, era così grande e luminoso da far pensare a Lily soltanto a tre giornate passate insieme a lui con quella stessa identica espressione.
Gli accarezzò rassicurante ogni centimetro di quell’emozione che amava vedergli addosso, annuendo ancora una volta con gli occhi verdi colmi di lacrime e James la baciò intensamente sull’immensa curva delle labbra in un tentativo di trasmetterle l’esplosione nel cuore.
Ma era troppa, così tanta che se la strinse al petto circondandole la testa, baciandogliela ripetutamente mentre una lacrima scivolava insieme agli occhiali, tra i capelli rossi.
Perché lui era in Lily e Lily era in lui e non c’era niente di più forte di loro tre in quel preciso momento, nemmeno Voldemort lì fuori.
Lily lo riconobbe quel ritmo preciso del cuore di James, rimbombava nel suo orecchio come dopo il “Sì, James, voglio uscire con te!” urlato sotto ad una pioggia battente, il ‘’Sì” sussurrato con un diamante all’anulare e l’ufficiale ‘’Sì, lo voglio’’ davanti a parenti ed amici.
“Sì, James, sono incinta” si era aggiunto ai ricordi e non era una novità sentire di non avere paura, di essere sicura e pienamente felice in un mondo che andava in frantumi perché da quando aveva iniziato a dire ‘’Sì’’ a James era sempre andata così.
«Lo scherzo stavolta te l’ha fatto la Signora Ramoso, Potter»
«Ti amo anche per questo, Evans».
Lily rise piano schiacciandosi ancora più addosso a lui, sotto il rametto di agrifoglio appeso sul soffitto.
«La prossima volta voglio tenerti la mano mentre fai pipì sul test babbano»
«James
«E poi voglio vedere quei tre imbecilli come se la caveranno contro me, te e Elvendork
«Potter!»
«Promettimelo, Lily»
«Te lo prometto se ti togli dalla testa quel nome, James»
«Lily, Elvendork è unisex e fino a quando non sapremo il sesso sarà così che si chiamerà! Non è vero, piccolo Elvendork Potter campione di papà!?»
«Non vedo l'ora che Sirius ti senta parlare in questo modo...».





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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