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Autore: StormyPhoenix    24/12/2018    4 recensioni
Un breve ritorno alla mia cara, vecchia abitudine di mettere nero su bianco, su ispirazione momentanea, flussi di coscienza basati su vissuto recente, spesso anche traumatico.
Questo breve scritto è parte della mia reazione, sia al trauma che al blocco creativo che mi ha afflitta per mesi.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Posto anche qui questo breve scritto, già postato su 20lines (che peggiora sempre più e per non perdere nulla ho recuperato questo brano); come dice la descrizione, è un qualcosa che ho prodotto molto di recente, nel periodo in cui finalmente ho visto la fine del blocco creativo che si è ripercosso su quasi tutti i miei hobbies, in un contesto di generale ripresa dopo un recente trauma.
Spero piaccia, buona lettura <3




 

Sono passati giorni.  
Mesi, forse?  
O potrebbe essersi trattato anche di un'altra vita, un'altra esistenza.  
Il tempo un po' corre, un po' zoppica, talora ti ritrovi a contare le ore e i minuti, poi di colpo smetti e in un soffio è passato un mese, o anche due, tre.  
Un migliaio e alcune centinaia di giorni fa, questo è tutto, ma era davvero un'altra vita: io ragazzina, innamorata alfine del mio migliore amico in modo più serio e profondo di quanto non fosse capitato nei precedenti diciassette anni di vita, lui di pochi anni più grande, apparentemente al sommo della felicità per la possibilità di stare con la persona a cui aveva fatto la corte per tanto tempo.  
A volte sembra che appena poche ore siano passate dall'ultima volta che le mie braccia hanno stretto il suo corpo in un abbraccio, che ho annusato il suo profumo e goduto del suo calore e pensato "mi sento a casa", che gli ho parlato di cose semplici come la giornata trascorsa in sua assenza tra studio e altre piccole incombenze o di argomenti più complessi come le mie ansie per il futuro o le lotte coi demoni personali; altre volte il cervello si rende conto di essersi ingannato, riacquista la reale percezione dello scorrere del tempo e allora le ore si dilatano enormemente, spaventosamente, rivelandosi come mesi, ventiquattro ore ripetute per trenta o trentuno volte, e quell'abbraccio, quel calore, quell'odore, quella persona non è più sinonimo di casa, è al pari di una vecchia casa fredda e abbandonata.  
E anche la mia pelle lo sente. Quanto tempo è passato dall'ultima carezza, dall'ultimo bacio? Quante volte è riaffiorato il ricordo, dapprima ripugnante, poi pungente, senza alcuna certezza sul tempo che deve trascorrere prima che si faccia vecchio, che si avvii alla scadenza e allo sbiadimento? Tante, lo ammetto. Mancanza e disgusto che si rincorrono tra loro - mi manca il tocco di quella persona e come questo mi faceva sentire. Ma davvero l'ho permesso a questa persona per cui, quasi di punto in bianco, ho perso tutto il significato che avevo, il piedistallo su cui mi aveva posta, qualunque attrattiva avessi, a cui ora potrei letteralmente fare schifo, che per come si è comportato sta iniziando a disgustare anche me? - e creano un gorgo confusionale, micidiale, in cui più di una volta ho rischiato di cadere, al richiamo dei fantasmi di un passato forse non affrontato nella maniera più giusta, tra distanza e altri pensieri.  
A voler cercare un nome, viene in mente un termine inglese: estrangement, alienazione. Perché è questo che accade, quando una persona che per te significava il mondo - e teoricamente era lo stesso all'inverso - improvvisamente torna ad essere uno sconosciuto, una persona non affidabile e sicura, un potenziale nemico, e con essa si distruggono tutti i sogni e i progetti per il futuro vagheggiati per anni, in tanti momenti, con toni dolci e sognanti da innamorati. Eppure, per lungo tempo, resta un'alienazione incompleta; come si sente il fantasma di un arto imputato, così anche il fantasma di una persona che è stata così importante aleggia ancora per del tempo, non del tutto presente e rumorosa ma neanche completamente assente e silenziosa.  
Un altro demone con cui imparare in qualche modo a convivere, finché non arriverà l'occasione propizia che permetterà di silenziarlo, o ucciderlo, una volta per tutte.  

  
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