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Autore: nikita82roma    25/12/2018    8 recensioni
Un albero di Natale, Rick e Kate...
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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- Il prossimo anno non potrai prenderlo uno più grande! 

Quella di Beckett fu una considerazione sottovoce mentre era seduta a terra tra cuscini e coperte sapientemente disposti da Castle in quello che solo apparentemente sembrava un disordine, quando in realtà si accorse che era tutto sapientemente studiato e comodissimo. Ogni anno da quando lo conosceva, aveva visto quel l’albero sempre più grande ed imponente, e aveva più volte pensato che se lo facesse fare su misura, perché era impossibile trovarne uno così nei negozi, anche in quelli specializzati.

Rick era al suo fianco, il cuscino più morbido sul quale si poteva appoggiare, la teneva dolcemente tra le braccia mentre entrambi fissavano l’albero di Natale, immenso, che sfiorava il soffitto. No, più grande non avrebbe potuto prenderlo.

Gli ospiti se ne erano andati tutti da poco, Martha a festeggiare con le sue amiche, aveva detto di non aspettarla in piedi, si sarebbe divertita nei suoi soliti modi eccessivi che non limitava con l’età, anzi sembrava aver ancora più bisogno di vita, perché erano stati proprio loro, più volte, testimoni che la vita poteva essere solo un soffio e non andava sprecata. Alexis aveva aspettato la fine della cena e mentre porgeva a suo padre il proprio regalo gli aveva confessato che non sarebbe rimasta di più, perché c’era Thomas, un ragazzo che l’aspettava sotto e a quel punto anche Jim, nonostante l’insistenza di Rick e Kate, pensò che fosse più opportuno tornarsene a casa, lui il regalo più bello della serata l’aveva già ricevuto, vedere sua figlia felice, serena, amata e viva: non era una cosa scontata dopo le vicissitudini degli ultimi mesi. 

- Ho sempre amato il Natale: le luci, i profumi, i colori, la musica, l’albero... La suite dello schiaccianoci risuonava sempre il giorno della vigilia. A teatro l’ultimo spettacolo finiva prima e mia madre veniva a casa di corsa con dei biscotti allo zenzero e cannella che prendeva vicino casa e li mangiavamo subito dopo cena, guardando l’albero con le luci che si accendevano e spegnevano e le decorazioni, ogni anno ne potevamo aggiungere solo una ed io la sceglievo con cura, come se fosse un compito di vitale importanza. Più gli anni passavano, più io crescevo, più l’albero che all’inizio mi pareva immenso diventava piccolo e mi sembrava che scomparisse ogni anno di più la magia del Natale e l’anno che lo superai in altezza, riuscendo a mettere senza alcuna difficoltà la stella sulla punta mi sembrava tutto inutile. Abbiamo continuato a mangiare biscotti, ascoltare Tchaikovsky ma la magia stava sparendo. L’anno dopo mia madre mi sorprese, comprando un albero molto più grande e una scatola di decorazioni nuove. Non le avevo detto niente, ma lei lo aveva capito... 

- Da qualcuno dovevi aver preso la capacità di leggere dentro le persone che ami. - Gli disse sorridendo baciandolo sulla guancia.

La tavola era ancora da sparecchiare, la cucina da sistemare e le carte dei regali strappate erano sparse un po’ ovunque, segno della gioiosa serata appena trascorsa. Rick le aveva detto di non preoccuparsi, avrebbero sistemato tutto il giorno dopo, quella sera e quella notte sarebbe stata tutta per loro. Non gli dispiaceva che se ne erano andati tutti, non si sentiva egoista a pensarlo, stare solo con sua moglie era sempre una conquista e aveva imparato a gioire e ad apprezzare ogni minuto, ogni istante che passava con lei. Non c’era mai un minuto vuoto quando erano insieme, non c’era noi, solo il piacere di esserci. I capelli di Kate gli solleticavano il viso e li spostò scoprendole il collo illuminato ancora di più da quella splendida collana che le aveva appena regalato e per la quale lei si era imbarazzata, perché nonostante tutto, ancora non si era abituata ai suoi regali. La baciò lì indugiando a lungo con le labbra sulla pelle, inspirando il suo profumo che sapeva di Natale e felicità più del miglior biscotto. Non c’era nulla di provocante in quel gesto, anche se sapeva come farle perdere la testa e quanto fosse sensibile e che se solo avesse insistito, il finale di quella serata sarebbe potuto essere diverso, ma non era il momento. 

- Allora, il prossimo anno come farai a prenderne uno più grande? - gli chiese prendendolo in giro e obbligandolo ad interrompere quel bacio che le stava provocando fremiti inopportuni. 

- Il prossimo anno non ci sarà bisogno di un albero più grande. Per i bambini tutti gli alberi sono immensi perché li guardano con gli occhi della meraviglia.

Unì le mani sopra quelle di Kate che ormai sempre più spesso, senza rendersene conto, accarezzavano il ventre che custodiva quel miracolo sopravvissuto contro ogni pronostico alle loro disavventure. Sentì scalciare ed il suo cuore perse un battito, non si sarebbe abituato mai a sentirla, anche se da lì a poche settimane sarebbe stata reale, tra le loro braccia e non solo una proiezione della sua mente che in ogni momento se la immaginava, costruendole i lineamenti come se fossero un racconto, creando una piccola Beckett.

- Non credo che tua figlia il prossimo anno sarà in grado di meravigliarsi dell’albero di Natale, Castle! - Gli rispose volendo, per un momento, riportarlo sulla terra, perché ogni volta che parlava di lei, decollava in un mondo tutto suo.

- Lo sarà e sicuramente sarà in grado di distruggerlo fino a dove arriverà! - Disse ridendo proprio mentre si fece sentire con un altro calcio ben assestato che fece contrarre il viso di Kate in una smorfia di dolore, lasciandosi sfuggire uno sbuffo e un lamento. Rick la strinse in un abbraccio e ogni volta avrebbe voluto dirle quanto l’amava e quanto le era grato per tutto quello che gli aveva dato e stava per dargli, ma non aveva parole nemmeno lui, era l’unica capace di farlo rimanere senza. 

- Sarà meglio andare a letto, devi riposarti.

- Sto bene, Castle. Perché non rimaniamo qui?

- Vuoi rimanere? A terra?

- Sì. - Disse decisa accomodandosi sul suo petto, prima che lui si sollevasse generando qualche mugugno di disapprovazione. Le aggiustò un cuscino dietro la schiena, coprì loro con una coperta e poi le fece riprendere posto lì dove per lei era naturale stare, tra le sue braccia. Le luci ad intermittenza illuminavano i loro volti, mentre Kate con gli occhi socchiusi accarezzava il profilo del viso di Rick.

- Pensi che sarà il nostro ultimo Natale tranquillo? - Gli chiese fin troppo seria.

- Per un bel po’ di anni penso proprio di sì. Poi dovremo stare attenti a nascondere i regali, combattere per farla andare a dormire presto, io dovrò bere il latte e tu mangerai la carota per testimoniare il passaggio di Babbo Natale. 

- Perché tu il latte e io la carota?

- Perché io dovrò essere Babbo Natale e poi a te la verdura cruda piace! Ma non ho finito... Saremo svegliati all’alba perché vorrà vedere subito cosa le ha portato Babbo Natale, salterà felice sul nostro letto e ci costringerà a fare colazione con i biscotti allo zenzero quando vorremmo solo rimanere a dormire ancora un po’. Fino a quando poi sarà grande e ci lascerà per uscire con il fidanzato di turno e da una parte ci dispiacerà e dall’altra saremo felici perché potremo metterci seduti per terra a guardare un enorme albero di Natale abbracciati.

- Saremo vecchi e non riusciremo ad alzarci, non potremo sederci a terra! - Protestò Kate.

- Beh, tu non riesci nemmeno ora! - La prese in giro Rick ridendo, e anche nella semioscurità riuscì a vedere o solo a immaginare lo sguardo truce di sua moglie.

- Castle, ricordati che ho sempre una pistola!

- Sì, ma in camera e devo sempre aiutarti per prenderla! - rise ancora mentre lei gli diede una botta sulla spalla stizzita.

La baciò per toglierle il broncio e fu più facile di quanto pensò. Le loro labbra si rincorsero in un lungo tenero bacio.

- Male che vada potremmo metterci sul divano. - gli disse Kate alla fine

- Ora?

- No, tra qualche anno. Quando Lily uscirà con il suo fidanzato e noi saremo vecchi. Anzi tu sarai vecchio, io molto meno e ti aiuterò ad alzarti, anche dal divano. - fu lei a ridere adesso, con la sua risata cristallina che riempì il loft come lo scampanellio delle ali di una fata, e lui a mettere un finto broncio che lei curò con la sua stessa medicina. Si baciarono ancora, più a lungo.

- Ti amo Richard Castle... Buon Natale.

- Ti amo Katherine Beckett e ti amerò ancora per tanti altri Natale da passare insieme, a terra o sul divano.

Rimboccò la coperta fino al collo di Kate che si era adagiata sul suo petto. Gli sembrò di sentire un brivido, ma non era di freddo, anche se fuori aveva appena cominciato a nevicare. 

 
   
 
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