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Autore: BeBad    17/07/2009    0 recensioni
« Roteando nel giro che s’allarga, non può il falcone udire il falconiere. Crolla ogni cosa, il centro più non tiene, anarchia pura esplode contro il mondo; la sanguigna marea s'innalza e ovunque la cerimonia d’innocenza è spenta. Manca ai migliori ogni convincimento e ai malvagi più intensa è la passione. Di certo sopraggiunge una rivelazione: senza dubbio il Secondo Avvento si avvicina. Secondo Avvento! A queste parole dallo Spiritus Mundi sorge immane un’immagine a turbarmi la vista: tra sabbie di un deserto un corpo di leone con la testa di un uomo, vacui gli occhi e spietati come il sole, le lente cosce avanza mentre intorno volan l’ombre infuriate di uccelli del deserto. Di nuovo cala il buio, ma or mi è chiaro che venti secoli di sonno simile a pietra sconvolse come un incubo l’ondeggiar di una culla. E quale rozza bestia, giunto infine il suo tempo, striscia verso Betlemme per esser partorita? »
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sylar
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Gabriel ‘Sylar’ Gray & Claire Bennet

 Un brivido gli percorse tutto il corpo, lentamente, fino a tramutarsi in un sorriso sadico e soddisfatto. Ma qualcosa gli scattò d’un tratto nella testa. E quel qualcosa rovinò il suo momento di puro, semplice piacere: una sensazione nuova che lo indusse a stringere forte i denti e i pugni, sbiancando le nocche e causando una sorta di offuscamento nel suo cervello. La stava aspettando, nascosto dietro quella parete. Poteva udire ogni suo passo avvicinarsi sempre di più, poteva avvertire il suo respiro farsi sempre più pesante ed il cuore accelerare i battiti, quasi volesse imploderle dal petto. Bum Bum. Lei aveva paura. E Gabriel lo sapeva, poteva quasi respirarla, la sua tensione, poteva coglierne il fresco e piacevole odore. Era proprio quello ad estasiargli tutti i sensi, a dargli l’impressione di essere di nuovo.. vivo. Vivo come non lo era mai stato prima, se non nel momento in cui le sue vittime esalavano il loro ultimo respiro, e lui si nutriva dei loro poteri, con le urla di terrore ancora vivide nella testa. Ma adesso? Non c’erano né urla, né poteri di cui cibarsi ancora. Nessuna vittima, soltanto Claire. Claire, cui aveva rubato il potere della vita eterna. Claire, che non aveva ucciso allora, e, si rese conto purtroppo, non aveva nessuna voglia di farlo nemmeno adesso.
« Non deve finire per forza così, Claire, sai? In fondo non sei così diversa da me. Perché ti ostini ad affermare il contrario? Pensaci bene, noi corriamo nella stessa direzione. E’ sempre stato così. Perciò, è inutile che continuiamo a fingere di appartenere a due mondi completamente diversi, non è vero. O forse siamo destinati a combattere per sempre? Per l’eternità, Claire. Noi vivremo per l’eternità. » Gabriel si rese conto di non avvertire più il suo respiro, ma era già troppo tardi. Si voltò lentamente verso di lei, gli puntava una pistola contro. Ma di paura, nel corpo di Gabriel Gray, non ce n’era nemmeno l’ombra. Gli sorrise.
« Che cosa vorresti fare? Uccidermi? Lo sai che non posso morire, e nemmeno tu. Abbiamo molte cose in comune, io e te, Claire. Più di quante immagini. Quindi, perché non abbassi quella pistola e la smettiamo con questa stupida farsa? Io non voglio ucciderti, altrimenti l’avrei già fatto tempo prima, ricordi, Claire? »
Lei sembrò esitare per un attimo. I loro sguardi si unirono per la prima volta e Gabriel sentì qualcosa muoversi dentro di lui, ma la rifiutò e la cacciò fuori con fermezza. Non era il momento adatto per strane debolezze. Presto uno dei due avrebbe fatto un passo falso e quello non voleva essere lui. A Claire tremarono le dita, per un attimo. Poi deglutì, prima di aprire bocca. « Hai ucciso delle persone. Tante persone, e hai fatto del male a me. Che cosa voglio? E’ semplice, te lo dico subito. Voglio che tu smetta di ammazzare gente e l’unico modo per far sì che ciò accada è levarti da mezzo. » La sua voce risuonò dura e a lui piacque, tanto che si ritrovò a sorridere ancora una volta verso la ragazzina dai capelli biondi. « Tu non puoi sentire dolore, non è vero? Allora perché menti? » Gabriel restò immobile a fissarla. Lei continuava, imperterrita, a tenere la pistola puntata contro la sua faccia, minacciosa. « Non parlo del dolore fisico. Quello sei stato tu, a togliermelo. E devi ancora pagare per questo. » Claire Bennet storse le labbra in una smorfia,  perdendo quell’aria da ragazzina. Adesso sembrava una donna.  Una vera e propria donna. E Gabriel la trovò bellissima, e, improvvisamente, capì tutto. Capì finalmente perché, tempo addietro, quando era andato da lei per nutrirsi del suo potere, non l’aveva uccisa. Capì perché avvertiva quella specie di filo unirlo, inesorabilmente, a lei. Il destino li aveva messi sulla stessa strada, e dovevano proseguire insieme.
« E’ così, Claire? La vendetta è quello che vuoi? Non essere superficiale, pensaci. Ti servirebbe a qualcosa? Cambierebbe qualcosa? Ti renderebbe più felice? No, no e no. Allora rifletti. Non cadere in basso come ho fatto io. Dici sempre che tu non hai niente in comune con me.. Guardati, guardati e chiediti se è davvero così che stanno le cose, adesso, Claire. » I suoi occhi si fecero lucidi, tanto che una lacrima le scivolò lentamente lungo la guancia rosea, strappandole una smorfia di dolore che Gabriel capì benissimo. Quante volte era stato lui a provare sofferenza? Quante volte si era guardato allo specchio e aveva visto quella stessa, medesima espressione dipinta sul suo volto da bambino? ‘Non deve finire per forza così, Claire’ pensò Gabriel Gray, mentre una pallottola gli trapassava il petto, e un’altra la fronte, poi ancora un’altra la spalla. Un’altra, un’altra e un’altra. « Io ti odio, Sylar! Ti odio! » L’urlo fu coperto dal botto assordante degli spari, mentre il corpo dell’uomo si accasciava al suolo. Ma Claire Bennett sapeva che sarebbe stato inutile. Lui non poteva morire, lui sarebbe vissuto in eterno. Loro sarebbero vissuti in eterno. Questo, Claire, lo sapeva benissimo.

  
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