★ Calendario
dell’Avvento 2018 by Fanwriter.it!
★ Data:
26 Dicembre
★ Parole:
978
Regalo di Natale
“Sto continuando a ripeterti di non prendermi niente per
Natale. - sospira
esasperato. - Smettila di
chiedermi cosa voglio!”
Cammina
con passo veloce, facendo lo slalom tra la folla. «Oh,
scusami se voglio farti un regalo!»
Cerca di non scoppiare a ridere. Adorava quel tono permaloso. E poteva
perfettamente immaginare la sua faccia corrucciata, col naso
arricciato, mentre si gira con fare altezzoso d’altra parte
— È come se ce l’avesse davanti.
“Ti ho detto che non serve.” - si sforza a
ripeterlo con tono più gentile - «Tu
usi i maglioni di lana?» - Alza gli occhi
al cielo - “Ne sono pieno.” - Fruga nelle tasche.
Si ferma. Le dita lo accarezzano dolcemente - e se lo gira e rigira. «Allora,
ti è venuto qualcosa in mente?» - La tortura, la sua
miniatura di stoffa. La strozza. - “Ti ripeto per
l’ennesima volta che non voglio niente!”
Tira la mano fuori dalla tasca. Guarda
per un attimo: è uno degli amuleti che lei gli aveva
regalato. Se lo porta dietro come un piccolo tesoro. - «Insisto.» -
È una sensazione amara, frustrante, dover parlare come se si
dovessero rivedere appena fuori dalla porta. - «Hyuga,
ci sei?» - Sbuffa;
e il suo sbuffare si traduce presto in una
nuvoletta di condensa. - «
Una sciarpa?»
“Oh, per l’amor del — «Andiamo!
Ci sarà qualcosa che vorrai... no?!»
Frena. Si blocca bruscamente, in mezzo al traffico di persone.
“Te.” mormora. “Vorrei
solo rivederti.” pensa,
mentre si tappa l’orecchio libero.
Uno stridio.
«Cosa??» Il cuore
gli si ferma in gola. Non l’ha detto ad alta voce, vero? - «C’è
un sacco di rumore,
non ho capito niente!»
Si
allontana dal cellulare, chiedendosi cosa
lo stava assordendo di più. “Ah! No, niente! Sono
alla stazione, c’è un sacco di gente.”
«Sei in viaggio??»
“Sono appena sceso a Milano.”
«Milano??
Che ci sei andato a fare a Milano?»
“Vado a cena fuori.” - risponde come se fosse
un’ovvietà, mentre si chiude meglio il
cappotto - «Oh...»
—
un silenzio lungo. Ci vuole un po’ prima che lui carpisca
quella sfumatura nella voce di lei. Delusione. Si passa una mano
tra i capelli. - “Con
Aoi e Akai, intendo.”
«Oh!»
-
le scappa un risolino - «Carino!
Cena di Natale?»
“Qualcosa del genere. E non sarà carino,
giacché loro sanno perfettamente l’italiano e io
avrò bisogno di...” - rallenta, la vede. - «Un
dizionario!» - finisce Akamine, mentre lui osserva
una donna attraverso le finestre
della stazione. Uchiumi. -
“un...” - frena la sua lingua, ma l’ha
pensato: “—
una traduttrice.”
Tra i nuvoloni grigi trova, una risposta migliore da darle. -
“—No. Cioè,
un dizionario è sempre utile, ma...” - svicola verso
un’altra uscita per recuperare un po’ di tempo - “rispetto a loro sono
ancora un principiante.”
«Mmm...» - sta probabilmente controllando
qualcosa - «Prendilo
come un allenamento!» - sente un
ringraziamento sussurato. Sta
parlando con un’altra persona. - «L’italiano
non è una lingua facile.» - E ora, il rumore
di un sacchetto - «Ma
sono sicura che la imparerai.»
“Certo.” -
sorride. Il brusio, che sente dall’altra parte, gli suona
più famigliare. - “Anche tu sembri in
un posto affollato.”
Gli manca sentire gente che parla
giapponese.
«Sono...
uhm... - balbetta
una
delle sue imprecazioni incomprensibili - al
mercato! A Okinawa. Le bancarelle che puzzano di pesce. Il
solito.» -
un’altra risatina nervosa, a cui non dà molto peso.
“Almeno da voi non fa freddo.”
«Lì nevica?»
“Solo un po’.” - un leggero strillo, uno
sbuffo - «Come
ti invidio!»
“Ti piace la neve?”
«Non
lo so. Non l’ho mai vista.»
“Mai??”
«Mai
mai.» Ha un tono giocoso.
Sembra di parlare con una bambina.
Si appoggia al muro, neanche fosse un agente segreto in fuga. Ride.
Sommessamente, ma ride.
Un
regalo.
«Hyuga?»
“— Vieni a cena.”
«Fino
a Milano?! Adesso??»
“No!” — silenzio. — “Certo
che no... - sorride per un attimo alla sua stessa irruenza - Ho delle
settimane di pausa. Sai, per Capodanno... Vieni a cena o a pranzo da
me...” - chiude gli occhi - “Con
me, idiota!” - sospira
- “Va bene uguale.” — un altro silenzio.
— “Hai forse delle partite in programma?”
«No...» - un
respiro profondo - «No,
sono libera, vengo volentieri.»
“Grande!”
Sbircia
oltre la colonna. E Uchiumi è ancora lì ad
aspettarlo. E
resterà lì ancora per un po’, almeno
finché lui, da bravo agente segreto, non uscirà
fuori dal suo nascondiglio. Dietro una colonna.
“Portati dei guanti. E una sciarpa — insomma,
vestiti pesante.”
«Perché?» - le sorride. -
“A Saitama in gennaio nevica. Di solito, almeno.”
«D’accordo.» -
un’altra risatina - «Allora
ci rivediamo quando torni.»
“Certo.” - sente un rumore di plastica. Dondola. - «Così
ti do il tuo regalo.»
“Ti ho detto che— «Non
vuoi niente!» - ha
finito quel ritornello con lo stesso tono scocciato di lui. Insolente.
- «Lo
so, lo so... ma è una
cosa utile, promesso. Buon Natale, Hyuga.»
“Kojiro va bene.” - sente il bisogno di
puntualizzarlo. Solo perché anche lui la vuole chiamare per
nome.
«D’accordo. - la sua
voce s’addolcisce - Buon
Natale, Kojiro.»
“Buon Natale anche a te, Maki.”