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Autore: LorasWeasley    27/12/2018    1 recensioni
AU [Gerita|Spamano|FrUK|Ameripan|Rochu|PruCan|AusHun|Dennor|Sufin|LietPol]
"-EH!?- L’urlo di Romano fece girare diverse persone che però, a una sua occhiata assassina, tornarono al loro tragitto.
-Dai, non possiamo lasciarlo qui, non puoi essere così cattivo la vigilia di Natale!
...
Si passò una mano sul volto –Sei peggio di un bambino…- borbottò.
Mathias si imbronciò –Sono certo che tu sia nella lista dei bambini cattivi.
Lukas rispose di getto -Tu a breve sarai in quella dell'ospedale.
...
-Il pacco è vuoto perché il regalo è nascosto nel terrazzo, tipo dentro il pupazzo di neve.
Toris non era sicuro di aver sentito bene, la prima domanda che gli venne spontanea fu –Hai fatto un pupazzo di neve nel terrazzo?"
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Bad Friends Trio, Nordici
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciaoo!
Sono in questo fandom da poco e anche se è "vecchio" mi sono fissata tantissimo e ho già scritto un sacco di nuove storie.
Pubblico per prima questa raccolta delle mie ship preferite giusto per festeggiare il Natale (anche se con leggero ritardo)!
Buon anno a tutti, spero che continuerete a seguirmi anche nel 2019.
Un bacio, Deh
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Multiship - Natale


Nord Italia x Germania
Ludwig si trovava esattamente sotto la scala sulla quale era arrampicato Feliciano e fissava quest’ultimo con occhi attenti.
Perché sembrava che l’unico pensiero del suo ragazzo fosse quello di decorare tutta la casa con i festoni natalizi e le luci nel migliore dei modi, non si preoccupava di poter cadere e farsi davvero male.
A nulla erano valsi i tentativi del tedesco che gli ricordavano che era inutile decorare così tanto la casa se poi avrebbero passato il 25 dicembre in ospedale.
E, come da programma, l’italiano si sporse così in avanti che perse l’equilibrio e, se non fosse stato per Ludwig di sotto a prenderlo al volo, si sarebbe spaccato la testa.
-Ops- mormorò tra le sue braccia, le guancie rosse, la voce leggermente in imbarazzo.
Ludwig lo stava fissando con sguardo severo, le braccia strette intorno al suo corpo.
Sospirò, poi aprì la bocca per iniziare una ramanzina, ma Feliciano non gli permise di dire neanche la prima parola anticipandolo sul tempo.
-Lo so cosa vuoi dire, hai ragione. Ma tanto ci sei sempre tu qui, pronto a salvarmi, vero?- e fece gli occhioni così dolci che Ludwig si maledì per farsi incantare sempre da quel volto dai tratti infantili.
Feliciano gli schioccò un bacio veloce e rumoroso, si aprì in un sorriso e staccandosi dal suo corpo tornò al suo lavoro, questa volta però evitò la scala per la felicità del suo ragazzo.
-Ci sono ancora molte cose da fare- si affrettò a dire Feliciano mentre si dirigeva in cucina –Bisogna ancora preparare il cenone, e sistemare la tavola, incartare gli ultimi regali e…- diede una veloce occhiata all’orologio –Romano e Antonio saranno qui fra mezz’ora! Tuo fratello invece ti ha scritto quando arriva?
-Non ancora.
-Spero che arrivi prima delle nove, dobbiamo tutti vedere “Mamma ho perso l’aereo”, è tradizione.
Ludwig corrugò la fronte –Mamma che?
Feliciano spalancò gli occhi, poi urlò isterico –NON L’HAI MAI VISTO? MA CHE NATALE È SENZA QUEL FILM!?
E il tedesco si preoccupò per quella reazione, perché era più o meno simile a quando aveva provato a cucinare della pasta, non era finita bene.
Come dirgli che né lui né Gilbert non ne avevano mai neanche sentito parlare?
 
Sud Italia x Spagna
-Dai Antonio muoviti! Mio fratello mi uccide se arriviamo in ritardo, lo sai quanto ci tiene a queste cose!
-Ci sono, ci sono- lo spagnolo arrancava dietro di lui con tantissimi sacchetti tra le braccia.
Erano in giro per la città a comprare gli ultimi regali, le strade erano piene di gente che correva messa nella loro stessa identica situazione.
I negozi erano così pieni che per forza di cose si perdeva tantissimo tempo anche per comprare un semplice profumo.
Non avevano proprio tempo per le distrazioni, ma ad Antonio non sembrò importare quando vide un piccolo cagnolino marrone dal pelo corto messo al lato del marciapiede, sembrava spaventato da tutte quelle persone.
-Hola!- lo spagnolo si era inginocchiato di fronte a lui e aveva allungato lentamente una mano per accarezzarlo.
Il cagnolino iniziò a scodinzolare felice accettando le sue carezze.
Romano, che dopo averlo notato era tornato indietro a capire cosa lo avesse trattenuto, ora lo guardava dall’altro in basso con le mani sui fianchi –Che stai facendo?
Antonio si rimise in piedi, non prima di aver preso il cagnolino in braccio che subito gli leccò una guancia –Prendiamolo con noi!
-EH!?- L’urlo di Romano fece girare diverse persone che però, a una sua occhiata assassina, tornarono al loro tragitto.
-Dai, non possiamo lasciarlo qui, non puoi essere così cattivo la vigilia di Natale!
-Antonio ma se non riusciamo a gestirci neanche noi, figurati un cane!
-Romano ma…
-No.
-Ma…
-Ho detto no.
 
Tre giorni dopo Romano era seduto sul divano davanti il camino acceso, in grembo Siesta gli dormiva tranquillamente acciambellato.
Romano lo accarezzava lentamente, un sorriso in volto. Anche se quella volta aveva vinto Antonio per il piccolo cagnolino non gli stava dispiacendo così tanto.
-Sta dormendo di nuovo?- domandò Antonio raggiungendoli, si sedette al suo fianco e passò un braccio dietro le spalle del suo ragazzo che si accoccolò contro il suo petto.
-Bè, di sicuro gli abbiamo dato il nome giusto.
Antonio rise, gli baciò una guancia e in un sussurro lo ringraziò nuovamente per quel regalo di Natale inaspettato.
 
Francia x Inghilterra
Francis si svegliò quella mattina della vigilia di Natale con odore di biscotti cucinati nell’aria.
Sorrise e si girò un po' tra le coperte, era un modo bellissimo di iniziare il 24 dicembre.
Il suo sorriso pian piano iniziò a sparire quando iniziò a collegare ogni cosa.
E ricordò la cosa più importante: il suo ragazzo era Arthur Kirkland.
Sospirando si alzò dal letto, mise la vestaglia e si diresse in cucina.
Come aveva immaginato trovò il suo fidanzato alle prese con la cucina.
Stava controllando le teglie in forno, mentre dei biscotti sia cucinati che no occupavano tutto il tavolo.
-Bonjour mon amour… che stai facendo?
Arthur si girò con un sorriso soddisfatto in volto –Ho fatto i biscotti natalizi! Assaggiane uno, magari stasera li portiamo per il cenone.
Francis sorrise nascondendo la lotta interna che stava vivendo, il sudore gelido che gli scendeva lungo la schiena.
Era così raro vedere Arthur felice e quasi dolce di prima mattina che non voleva rovinare il momento.
Si avvicinò lentamente al tavolo, come un condannato che si avvicina al patibolo, e prese un biscotto tra le mani, uno di quelli che sembrava venuto meglio e che ricordava più di tutti gli altri la forma di omini.
Sotto lo sguardo dell’inglese lo portò alla bocca e ne morse un pezzo.
-Mhmmm- mugugnò ingoiando il pezzo sano dopo che il sapore orribile gli invase la bocca –Sono buoni!
Gli occhi di Arthur si illuminarono per la felicità –Davvero!?
Ed era così bello in quel momento che Francis non poté fare a meno di annuire e prendere un altro pezzo.
Arthur gli saltò al collo baciandolo, una novità così grande che Francis avrebbe mangiato anche tutti i biscotti ogni singolo giorno se significava quello.
Certo, le bugie non si dovevano dire, quindi forse il destino l’aveva punito poi facendogli  passare tutta la notte in bagno con i crampi allo stomaco.
Ma grazie a quelle piccole bugie aveva anche guadagnato una delle migliori scopate della sua vita.
E a conti fatti fu anche un buon compromesso.
 
Giappone x America
Alfred era molto soddisfatto del suo presepe, ci aveva messo tre giorni per farlo pieno e ricco di particolari, alla fine lui era il migliore e doveva mostrarlo a tutti.
Il suo ragazzo l’aveva lasciato fare senza intervenire, sapeva quanto ci teneva a fare le cose in grande, quindi non aveva detto nulla anche quando aveva deciso di occupare metà del loro soggiorno senza neanche chiedergli il permesso.
Kiku però era Giapponese e non credeva a tutte queste cose, l’aveva lasciato fare solo perché l’altro ci teneva.
A pochi giorni da Natale Alfred era davanti al suo presepe a guardarlo adorante, però c’era qualcosa che stonava.
Lo guardava già da 5 minuti abbondanti ma non capiva proprio quale fosse il problema.
-Kiku- chiamò il suo ragazzo quando lo sentì passare li accanto.
-Si?- chiese il giapponese raggiungendolo e mettendosi al suo fianco.
-Tu non pensi che ci sia qualcosa di strano?
Kiku rimase impassibile –Penso che così sia molto più completo.
Alfred si girò subito a fissarlo –Quindi c’è davvero qualcosa di diverso!
Kiku alzò la mano e indicò un puntò sopra una montagna di cartapesta.
-Goku con le mani in alto che crea la cometa ci sta- ed era anche molto soddisfatto mentre lo diceva, convinto delle sue parole.
Alfred era sconvolto –Hai messo una tua action figure nel mio presepe!?
Kiku non capiva quale fosse il problema –Ho messo tutte le mie action figure nel presepe.
Alfred era senza parole, e non era una cosa che gli capitava spesso.
-Tutte…? Ma tu ne hai tipo… ne hai…
-Trentotto- annuì Kiku aiutandolo a trovare la risposta.
-E tu hai messo trentotto action figure nel mio presepe.
Kiku corrugò la fronte –Le ho messe in questi giorni, pensavo che te ne fossi accorto.
Alfred non aveva nulla da dire, ormai erano caduti così tanto nella blasfemia che non si poteva fare più nient’altro. Iniziò a ridere istericamente.
Kiku gli sorrise, ancora convito che non ci fosse alcun problema, gli baciò una guancia e tornò a fare quello che stava facendo, prima di uscire dalla stanza commentò un’ultima volta –Vedi, ora hai il presepe più originale di tutta l’America.
 
Russia x Cina
Yao e Ivan avevano un rapporto complicato.
Essendo vicini di casa fin da piccoli erano sempre cresciuti insieme, per forza di cose erano diventati amici.
Anche se Yao preferiva starsene molto sulle sue, Ivan in un modo o nell’altro riusciva a infilarsi sempre nella sua vita.
Avevano fatto le varie scuole insieme e si erano ritrovati ad avere più amici in comune di quanto si aspettassero.
E nonostante Yao cercasse perennemente di evitarlo senza un apparente motivo, Ivan non glielo aveva mai permesso.
Benché nessuno dei due fosse cristiano si erano ritrovati entrambi a una tombola organizzata dai loro amici del college, erano a casa di Alfred così tanto addobbata e piena di roba che faceva quasi venire le vertigini.
Fu quella sera che cambiò il loro rapporto.
Ivan aveva iniziato a provarci con lui da quando avevano sedici anni, ma Yao non l’aveva mai preso sul serio e l’aveva lasciato fare.
Quella sera non sapeva cosa ci fosse di diverso, forse l’aria di festa, l’odore di dolci nell’aria, il bicchiere di vino di troppo che aveva bevuto. Non era sicuro.
Era sicuro solo del fatto che lo voleva tantissimo quando il russo gli si avvicinò e con il suo solito sorriso indicò in alto e con naturalezza fece presente –Guarda, vischio. Posso baciarti?
-Si- risposta semplice e concisa che lasciò il suo interlocutore spiazzato.
Fu Yao a doversi sporgere in avanti per far unire le labbra nel loro primo ma non ultimo bacio.
Lo baciò quasi con leggerezza sotto quel piccolo ramo di vischio appeso li per puro caso.
 
Prussia x Canada
Matthew suonò al campanello della porta e attese che questa gli venisse aperta stringendosi tra le braccia la bottiglia che aveva portato come regalo per essere stato ospitato.
Fu Feliciano ad aprirgli, l’italiano si aprì in un gran sorriso e lo abbraccio prima di farlo accomodare dentro.
Ludwig li raggiunse subito, salutò anche lui poi chiese –Dov’è mio fratello?
Matthew corrugò la fronte –Era fuori con Antonio e Francis, mi ha scritto che ci saremo visti direttamente qui, non è ancora arrivato?
Fu Romano a rispondere, urlando infuriato da qualche altra parte della casa –No che quei tre scarti umani non sono ancora tornati! Ah, ma se Antonio continua a non rispondermi può stare in bianco per i prossimi tre mesi, oh si.
Matthew sorrise imbarazzato e si accomodò meglio in quella casa riscaldata e accogliente.
Fu mezz’ora dopo che ricevette una chiamata da parte di Gilbert, interruppe Feliciano dal suo monologo scusandosi e alzandosi rispose con il suo solito timbro di voce basso –Ehy, che fine hai fatto?
-Amore!- e a quell’appellativo Matthew iniziò a preoccuparsi.
Sentì gocce di sudore gelido nella schiena mentre balbettava –Che… Che è successo?
-Ascolta… So che ti preoccupi facilmente, ma non farlo, non svenire o altro, okay?
Matthew ingoiò sempre più preoccupato, non rispose, aspettando che l’altro continuasse, cosa che fece dopo qualche secondo e vari sospiri.
-Potrei essermi rotto il piede e star aspettando in ospedale che me lo ingessano.
Matthew chiuse gli occhi facendo un lungo sospiro.
-Sto venendo.
Gilbert si affrettò a rispondere –Non c’è bisogno, davvero, non è nulla di che, voi mangiate, non voglio rovinarvi la vigilia di Natale e…
-Gil- lo interruppe il canadese con la voce sempre bassa ma ferma –Non ho intenzione di passare questa serata senza di te, non importa se siamo a casa di qualcuno o in ospedale. Quindi dimmi in che ospedale ti trovi prima che mi renda conto di quello che ti ho appena detto e mi imbarazzi così tanto da fondermi il cervello.
Gilbert rise –Ti amo- sussurrò, poi con voce più alta rispose al suo quesito.
 
Austria x Ungheria
Roderich infilò le chiavi nella toppa della porta e dopo che fu finalmente entrato in casa sorrise stanco ma felice.
Era il 25 dicembre e lui aveva fatto gli straordinari, lavorando fino alle otto di sera.
-Beth?- domandò non sentendo rumori in casa.
Si avviò lungo la casa sempre più confuso fino a quando non sussultò spaventato quando Elizabeta lo raggiunse da dietro saltandogli sulla schiena, le braccia intorno al collo e le labbra su quella pelle sensibile che gli schioccavano un bacio.
-Bentornato!
Roderich si girò e la prese tra le braccia baciandola.
Ma lei si staccò subito, troppo esaltata, e prendendolo per mano lo trascinò in cucina –Ho una sorpresa per te, dai vieni!
E non appena furono dentro la stanza gli indicò la tavola imbandita, con cibo pronto e candele accese.
A Roderich bastò una sola occhiata e sentirne il profumo per capire cosa l’altra avesse cucinato.
-Mi hai fatto i Käsespätzle?- domandò stupito.
Lei annuì soddisfatta –Spero che siano venuti bene, ho seguito la ricette di tua madre passo per passo.
Lui l’abbracciò stretta, stringendosela contro il petto e nascondendo il viso nel suo collo respirando a pieni polmoni il suo odore.
-Grazie. È il miglior regalo di Natale che potessi farmi. Perdonami se ti ho lasciato tutto il giorno sola.
Lei rise –Figurati- poi il sorriso si tramutò dall’essere dolce a uno più malizioso.
-E non è l’unico regalo che ti ho fatto, prima però mangiamo, poi dopo ti faccio vedere la nuova biancheria intima rossa che ho comprato alla mia ultima sessione di shopping.
E concluse il tutto con un occhiolino che lasciò l’austriaco totalmente spiazzato e completamente rosso in viso.
 
Danimarca x Norvegia
La mattina del 25 Dicembre Lukas fece un risveglio che non avrebbe mai messo nella sua top 10.
Mathias aveva scostato le coperte senza curarsi del freddo e aveva iniziato a urlare felice e a saltare sul materasso.
-È natale, è natale!
Lukas mugugnò frustato, alla ricerca delle coperte con gli occhi chiusi.
Quando non riuscì a trovarle con le mani, aprì un occhio per capire la situazione e si rese conto che c’era un po' troppo buio in quella stanza.
Lanciò un’occhiata alla sveglia sul comodino e si rese conto che erano le 5.52
-Cristo Santo, Matt. Sono le sei del mattino. Ma sei scemo!?
Aveva recuperato il piumone e si era coperto fin sopra la testa, con la vana speranza che il suo ragazzo lo lasciasse dormire in pace per altre cinque ore minimo.
Ovviamente sapeva che non c’era nulla da fare.
Mathias infatti lo raggiunse sotto le coperte e non si premurò neanche di abbassare il tono della voce.
-Ma è finalmente Natale! Mi sono svegliato e non potrei più tornare a dormire, voglio aprire i regali!
Lukas aveva solo voglia di morire in quel momento, almeno avrebbe riposato in pace.
Si passò una mano sul volto –Sei peggio di un bambino…- borbottò.
Mathias si imbronciò –Sono certo che tu sia nella lista dei bambini cattivi.
Lukas rispose di getto -Tu a breve sarai in quella dell'ospedale.
Ma quando il suo ragazzo rise non poté fare a meno di sorridere anche lui.
Ormai era sveglio ed era impossibile convincerlo a tornare a dormire, quindi perché non sfruttare la cosa a suo favore?
In un gesto fluido gli si mise a cavalcioni inchiodandolo al materasso.
Lo fissò con gli occhi assonnati ma vigili, scese sulle sue labbra e direttamente su queste sussurrò –Vuoi il mio regalo? Ora ci penso io.
Mathias ribaltò le posizioni, un sorrisetto malizioso in volto, i capelli sparati in ogni direzione –Sono felice che ci siamo capiti.
 
Svezia x Finlandia
Berwald odiava stare in mezzo alle persone, loro non lo comprendevano e avevano paura di lui.
Ma amava così tanto Tino che quando questo gli aveva proposto di fargli compagnia per comprare i regali ai loro amici non aveva saputo dirgli di no.
Perché Tino aveva una fissazione quasi morbosa per il Natale, programmava tutto nei minimi particolari anche con mesi di anticipo e soprattutto era terribilmente in fissa con i regali.
Non gliene importava nulla di riceverne, ma aveva il bisogno fisiologico di farli a tutti i suoi amici.
-Che dici di questi guanti per Emil? Ha sempre le mani gelide, non trovi?- stava commentando il finlandese proprio in quel momento tastando i suddetti all’interno del negozio.
-Mh- rispose semplicemente Berwald mentre portava le buste con tutti i regali già comprati.
Alla fine Tino si convinse per quelli blu scuro e si diresse alla cassa a pagare facendoseli anche impacchettare.
Soddisfatto uscì dal negozio saltellando –Abbiamo i regali per tutti! Sono così felice, non vedo l’ora che li aprano per vedere la loro faccia!- si aggrappò al braccio del più grande anche se non si aspettava una risposta elettrizzata come la sua, lo conosceva così bene che non se ne faceva più problemi –Ora andiamo a mangiare?- continuò –Ho camminato così tanto che ho bisogno di riprendere zuccheri.
Berwald annuì –Inizia ad andare, io devo fare una cosa prima.
Tino corrugò la fronte curioso, ma non chiese nulla, gli diede un bacio in guancia e si avviò al bar più vicino.
Fece la fila, comprò due ciambelle al cioccolato e si sedette al tavolo aspettando il suo ragazzo.
Non dovette aspettare troppo, il tempo di afferrare il cellulare dalla sua tasca e sbloccarlo che sentì qualcosa di morbido sul suo collo, abbassò lo sguardo e notò una sciarpa morbida e azzurra.
La strinse confuso tra le mani e si girò verso il suo ragazzo che lo scrutava con attenzione.
Prima di poter chiedere qualsiasi cosa venne preceduto –Mi piaceva, è lo stesso colore dei tuoi occhi, ti sta bene.
Tino sbarrò gli occhi, Berwald continuò –È il mio regalo per te… se vuoi te lo incarto.
Il finlandese scoppiò a ridere, poi gli saltò al collo stampandogli un bacio in bocca senza curarsi della gente che aveva intorno –Grazie, è bellissima.
 
Lituania x Polonia
-Ora apri tipo il mio! Dai, dai Toris!
Toris rise vedendo quanto Feliks fosse eccitato e accettò lo scatolo che gli stava porgendo.
Divenne ancora più curioso quando sentì la leggerezza del pacco.
Iniziò a scartare il regalo sotto gli occhi attenti di tutti i loro amici che quella sera si erano riuniti per passare la vigilia insieme e avevano aperto uno per uno i regali subito dopo la mezzanotte.
Scartò la carta dorata e trovò una scatola di cartone anonima, mentre la curiosità aumentava aprì anche questa ma dentro non stava assolutamente nulla.
Si bloccò confuso, sbatté più volte le palpebre e ricontrollò, ma continuava a non stare nulla.
Quando portò lo sguardo sul biondo questo gli sorrise complice ed esaltato.
-Il pacco è vuoto perché il regalo è nascosto nel terrazzo, tipo dentro il pupazzo di neve.
Toris non era sicuro di aver sentito bene, la prima domanda che gli venne spontanea fu –Hai fatto un pupazzo di neve in terrazza?
Feliks alzò le spalle –Così è tipo tutto molto più divertente. Ci ho pensato, l’ho tipo trovata un’idea carina e l’ho fatta.
E in effetti era una cosa che Feliks avrebbe fatto senza alcun problema, per questo nessuno protestò o pensò che fosse solo uno scherzo, misero i giubbotti e salirono in terrazza.
Senza guanti Toris cercò all’interno del pupazzo di neve il suo regalo cercando di non distruggerlo troppo, gli sembrava brutto dopo che il suo ragazzo ci aveva messo tanto impegno per realizzarlo.
-Daaaai!
Feliks era super eccitato per tutta la situazione e non riusciva a stare fermo.
Toris ci mise più impegno e trovò finalmente una scatolina molto piccola.
La uscì fuori curioso e si affrettò ad aprirla sciogliendo il fiocco rosso.
Si bloccò di scatto quando notò l’anello semplice e sobrio che trovò dentro.
Aveva gli occhi sbarrati e il respiro corto che usciva in nuvolette.
-Quindi… vuoi tipo sposarmi?
  
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