Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ylpeis    29/12/2018    1 recensioni
[LevixEren][Minor ErwinxArmin][Pining!Eren][Friends to Lovers][Ispirata da Sekaiichi Hatsukoi]
No, non ci aveva mai provato, mai, la paura di perdere l'amicizia di Levi l'ha sempre bloccato, va bene essergli solo amico se vuol dire averlo vicino, perché rovinare tutto dichiarandosi, per venire rifiutati e perderne la compagnia?
«E se andasse male?»
«E se andasse bene?»
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger, Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lo odio~
Sì, hai ragione, ma–;
NO! Lui–
No, infatti, ma Arm–
È da un po' che va avanti quel dialogo a senso unico, ed Eren inizia ad essere preoccupato per le sorti di Sorata finito fra le grinfie impietose di un furente Armin: focalizzato com'è sulla salvaguardia del fedele peluche, si limita ad annuire e negare a ripetizione non sapendo cosa sia più di aiuto al suo amico.

Poi l'illuminazione, perché non guardiamo Sekaiichi?
Ed ecco che finalmente Sorata è di nuovo al sicuro fra le sue mani mentre Armin ha afferrato un altro cuscino da tormentare con le sue pene d'amore.
«Forse ha ragione Marco, ho esagerato–»
«Mmh mmh» Ma Sorata ha sempre avuto questo sguardo da grumpy cat? Eren accarezza il tessuto fra le orecchie feline, ridendo mentalmente della fin troppo familiare increspatura fra le sopracciglia del pupazzo.
«L'ho visto, l'ha spinta via» Prosegue nel suo ragionamento infinito il biondo vicino a lui.
«Aah mmh» Ha pure il fazzolettino al collo, come ho fatto a non notarlo prima?
«Eren?»
«Mmh mmh» Perché gli assomigli così tanto?! Ed è allora che esasperato dalla piega dei suoi stessi pensieri affonda la testa nel peluche e rilascia un sospiro.
«Oh ciao Levi»
Levi? Il sobbalzo che gli causa quello spavento gli fa lanciare via il tanto amato pupazzo, col cuore a mille cerca il proprietario di quel nome, ma trova solo uno spazientito Armin che lo guarda accusatore.
«Ma mi stavi ascoltando?!»
«Ov– Ahia! Armin!» Porta le mani ad accarezzare l'orecchio che l'amico gli ha appena tirato. «Eren, le tue orecchie sono più sincere di te!»
Con un movimento veloce scioglie le ciocche castane, coprendo la sua personalissima e bastardissima macchina della verità.
«Armin, hai frainteso tutto, Erwin è stato vittima degli eventi, cerca di mettere da parte il cuore e di far lavorare il cervello» Replica al limite dell'esasperazione, forse ha usato un tono un po' troppo duro, ma è stufo di sentire quei piagnistei; anche perché bisogna precisare che da una parte ha il suo migliore amico e giusto dall'altra parte del telefono c'è il compagno di suddetto amico che sta organizzando le scuse formali. E lui si trova a destreggiarsi col primo per la riuscita del piano.

«Non sto recuperando Sorata» Sancisce alzandosi, appunto, per recuperare il peluche e per andare a bere qualcosa di fresco, l'anime continua a scorrere nel televisore e apparentemente è riuscito a ricatturare di nuovo l'attenzione del biondo.
«Quanto sarebbe più semplice se Ritsu ascoltasse Takano!?» L'esclamazione dell'amico gli arriva alle orecchie, sorride tornando a sedersi sul divano, felice di notare come stia facendo lavorare, finalmente, il cervello. «Sarebbe più semplice, ma non sarebbe Sekaiichi hatsukoi»
«Forse dovrei chiamare Erwin»
Eren gongola tra sé e sé, è un fottuto terapista, invece che lingue doveva studiare psicologia!
«Fa come credi» Guarda l'orologio, Capitan America dovrebbe fare la sua comparsa da un momento all'altro per salvare la situazione.
«Mentre decidi se chiamare o meno il tuo bello mi faccio una doccia, più tardi devo fare un paio di commissioni, e questo lo prendo io, non vorrei che mi combinassi dei casini» Afferra al volo il proprio cellulare sparendo oltre la porta del bagno, si rende conto solo mentre stava per cavare la maglia di aver portato con sé Sorata, e spera con tutto sé stesso che l'amico non l'abbia notato.
Ma a quanto pare la fortuna non è dalla sua parte.

Toc-Toc «Non voglio sapere cosa ci fai con quel peluche» La voce divertita di Armin lo riprende e appoggia colpevole il peluche incriminato sul termosifone. «Niente che intacchi l'integrità mentale di Sorata»
Getta i panni sporchi nel cestone sperando che il bel biondone faccia la sua comparsa al più presto.
«Che fai lo chiami o no?» Cerca di sviare il discorso mentre accende l'acqua iniziando a spazientirsi, rivuole la sua privacy, e la rivuole in fretta. Vuole bene ad Armin, ma ormai il cervello sembra tornato lucido non ha di certo bisogno che cerchi di scavare nella SUA inesistente vita amorosa. Nossignore, può gestirla perfettamente da solo! È un maestro nell'arte dello struggersi!
«Tra un po', prima vorrei sentire un po' delle tue pene d'amore, dolce Ritsu– a no, Ritsu ha avuto le palle di dichiararsi quando ne ha avuto l'occasione»
Ignora la frecciatina infilandosi sotto il getto della doccia, te va' a far del bene, guarda come ti ripagano! Pensa spazientito, non è questione di palle, più di– La brutale realtà lo investe senza pietà, si morsa un labbro sconfitto sbattendo la testa contro le piastrelle. Sono un senza palle.
Quando afferra lo shampoo sente lo sguardo accusatore di Sorata su di sé. «Oh finiscila! Se ne avessi l'occasione lo farei!» Non sapeva a chi stava rispondendo, preferisce ignorare quel dettaglio sfregando con rinnovato ardore il sapone nei capelli; ci ha provato a dichiararsi, ci ha provato a mettere in chiaro la situazione…
ci ho davvero provato?
No, non ci aveva mai provato, mai, la paura di perdere l'amicizia di Levi l'ha sempre bloccato, va bene essergli solo amico se vuol dire averlo vicino, perché rovinare tutto dichiarandosi, per venire rifiutati e perderne la compagnia?
«E se andasse bene?»
«E se andasse male?» È tutto ciò che riusce a replicare all'amico che sembrava essere in ascolto persino dei suoi pensieri, si sente completamente esposto con Armin nei paraggi, anche con una porta a dividerli. Ma quando si fanno le 2?! Eddai Cap vieni e salva la situazione!
Spegne l'acqua con l'ennesimo sospiro sulle labbra, fa male essere solo amico dell'uomo che occupa i suoi pensieri, però si rende conto che l'idea di perderlo è anche peggio, non può nemmeno dire di soffrire di gelosia: l'unica persona con cui Levi ha intrattenuto una breve e fallimentare relazione ora è felicemente e perdutamente innamorato dell'altro suo migliore amico.
Realizza come sia inutile continuare a temporeggiare e, dopo essersi rivestito e aver preso il fedele Sorata in mano, decide di tornare ad aspettare insieme all'ignaro Armin, che è ancora sulla porta del bagno quando suona il campanello di casa.
«Vado io!» Trilla l'amico andando all'ingresso.
Ed ecco che il tanto atteso Capitan America fa la sua comparsa, vestito di tutto punto con un mazzo di rose in mano si inchina di fronte ad Armin iniziando a snocciolare scuse e complimenti tutti costruiti sulla persona che ha di fronte. Sono così innamorati da far venire il diabete solo a guardarli.
Eren si morde un labbro a quella vista, immaginandosi Levi fare altrettanto, soffoca una risata nella testa di Sorata, no, Levi non potrebbe mai fare una cosa così, lo dipinge più come il tipico compagno silenzioso ma presente, un po' come un gatto. Forse dovevo chiamarti Levi, pensa stringendo il pupazzo al petto. No, sarebbe stato troppo palese.
«Terra chiama Eren– lo schioccare ritmico delle dita di fronte al viso lo riporta alla realtà, ma ora Armin è decisamente più sereno rispetto a quando si era distratto prima –Tu sapevi!»
«Ovvio, ora va'»
«Grazie!»
«Finiscila, da qua i fiori, te li metto in un vaso così non si rovinano, poi li passerai a prendere»

Ride mentre richiude la porta, e ride altrettanto quando la riapre quando bussano di nuovo, Armin avrà dimenticato qualcosa preso com'era dalla situazione.
Ma ciò che lo attende oltre l'uscio è tutt'altro.
Lì, di fronte a lui, c'è il suo personalissimo Takano, alias Levi Ackerman, vestito di tutto punto, maglione scuro a collo alto, jeans neri che risaltavano le sue gambe allenate e il solito cipiglio– no, com'è possibile? Al posto del familiare cruccio vede sorpresa sul viso dell'uomo di fronte a lui e quando ne segue lo sguardo avvampa.
Sorata~ Si schiarisce la voce cercando di sviare l'attenzione dal peluche incriminato. «Ciao Lee! Ti va di entrare?»
«Posso farmi una tazza di tè, qua fuori si gela!» Riacquista compostezza il corvino stringendosi nelle spalle.
«Certo, accomodati pure, fa come se fossi a casa tua» Ed Eren, in quel momento, realizza che lo vorrebbe davvero, si perde ad osservarlo mentre si muove a proprio agio fra le scansie della cucina, sembra fatta su misura per la sua altezza – assolutamente perfetta.
«Adoro la tua cucina» Non è la prima volta che glielo dice, ma ogni volta fa un certo effetto, non ha bisogno di replicare e prende posto al tavolo dove sono già state piazzate due tazze, le nostre tazze, una verde con solo il filtro del tè e una rossa con anche un po' di zucchero sul fondo. Da che ha memoria hanno sempre usato quelle tazze quando Levi capitava a casa sua, per studiare, per guardare un film, per– stare insieme… Scalcia quel pensiero, sono amici, è ovvio che passino del tempo insieme.
«Anche tu hai dovuto sorbirti Erwin oggi?»
«Già– e mi ha talmente rintronato con i suoi discorsi su Armin ce non ho ben capito perché l'ho seguito fin qui, ha pensato a tutto tranne che al mio passaggio a casa»
Eren ride, capisce perfettamente la situazione di cui è vittima Levi.
Quando Levi prende posto di fronte a lui, quel tavolo diventa improvvisamente troppo piccolo, hanno sempre condiviso momenti tanto intimi? Il vapore del tè caldo gli solletica il viso, l'aroma di Earl Grey riempe l'aria e quella casa non è mai sembrata tanto accogliente.
Afferra la tazza cercando di scaldare le mani, fredde per l'ansia che gli attanaglia lo stomaco.
«Quel peluche, è quello che penso io?»
Quasi si strozza per quella domanda tanto legittima quanto compromettente.
«Uhm» Annuisce – non riesce a dire che sì, è il peluche di cui si innamorò quel lontano giorno della loro adolescenza. Il ricordo è fresco come allora nella memoria, Sorata glielo regalò diede Levi quando da ragazzi andarono in sala giochi ed Eren lo vide ad una delle macchinette, Levi quasi per sfida cercò di prenderlo, riuscendoci. E non sapendo cosa farci lo diede a lui.
Levi sembra soddisfatto della risposta e continua a sorseggiare il suo tè guardando distrattamente l'orario. È sempre stato tanto attraente? Eren si perde di nuovo come sempre a guardarlo di sfuggita, i capelli neri sempre ordinati, la rasatura della nuca fresca di barbiere, l'incarnato pallido ma sempre perfettamente curato.
E gli occhi– Afferra la tazza buttando giù l'ultimo sorso per darsi un contegno, quegli occhi gli hanno sempre fatto un certo effetto, così chiari e indagatori; Levi ha sempre saputo leggerlo come nessun altro e dall'occhiata che gli stava riservando, probabilmente, lo stava facendo di nuovo.
Ed Eren non vuole che riesca a leggerlo in quel momento.
Appoggia la tazza sul tavolo e trova il coraggio di alzare lo sguardo solo quando Levi gli fa una richiesta. «Forse avevi altri piani, ma, mi accompagneresti in biblioteca? Devo restituire dei libri»
«Certo!» Non ci pensa due volte prima di rispondere, la sola idea di passare dell'altro tempo con l'amico lo elettrizza.

Quando arrivano in biblioteca la trovano vuota, dopotutto chi ci va durante la pausa invernale?
Levi a quanto pare, ed Eren è più che felice di accompagnarlo, quei momenti però lo fanno rivalutare la sua decisione.
Cosa cambierebbe se si dichiarasse? Levi lo rifiuterebbe e forse potrebbero continuare ad essere amici, forse all'inizio sarebbe strano, forse basterebbe lasciargli i suoi spazi e forse, poi, potrebbero tornare ad essere amici come prima.
Però… Però potrebbe evitare tutto ciò, perché rischiare di rovinare il loro rapporto per un manciata di forse che li riporterebbero al punto di partenza?
Però quando alza gli occhi e lo vede assorto nella scelta di un libro capisce che forse è il momento di cambiare qualcosa.
Le parole sono tutte intrappolate fra le sue labbra, come lo sono sempre state, basta solo spingerle fuori, perché non ci riesce allora? Perché?
Perché hai tenuto quel peluche? Ride, la risposta è scontata, Perché mi piaci idiota.
Quando le labbra si chiudono si rende conto di non aver solo pensato quella frase e non riesce a pensare a nient'altro quando le mani di Levi lo afferrano per il polso tirandolo a sé e le loro labbra si reclamano come fosse la cosa più naturale del mondo.
Le labbra di Levi sono proprio come le ha sempre immaginate, calde, morbide, però il bacio, quello non sarebbe mai riuscito ad immaginarlo: mille farfalle gli esplodono nello stomaco, un calore indescrivibile gli cresce dentro e divampa annebbiandogli i sensi, dimentica dove sono, dovunque siano, ci sono solo lui e Levi. Come è sempre stato.
Levi sembra temere una sua fuga quando rafforza la presa sul suo polso, Eren ride al solo pensiero, come se potesse anche solo cercare di scappare da quel bacio. Molla la presa, ma solo per intrecciare le dita con quelle dell'uomo.
Levi accoglie quel cambiamento approfondendo il bacio, Eren si ritrova a piegare la testa di lato per permettergli di avere il pieno controllo di quel momento, l'altra mano di Levi si fa strada fra i suoi capelli tenendolo vicino, vorrebbe dirgli di non preoccuparsi, che non ha intenzione di andare da nessuna parte.
Ma Eren vuole anche essere egoista e viziarsi con quel gesto geloso, rassicurerà Levi, ci sarà anche un momento per quello, ma in questo momento va bene così.
Quando sentono il bibliotecario schiarirsi la voce si allontanano di poco, ma senza mai interrompere il contatto dei loro sguardi.
«Andiamo» La voce di Levi interrompe il bibliotecario che forse stava cercando di riprenderli per il comportamento poco consono, ma Eren non sente niente, sorride felice come non mai.
Le loro mani sono ancora intrecciate, Eren non vuole mollare la presa, è un inguaribile romantico, ma è la loro prima volta e gli sembra di rovinare la poesia del momento facendolo.
La mano libera di Levi gli afferra la sciarpa e gliela avvolge attorno al collo mentre escono, l'altra rafforza solo la stretta e porta le mani intrecciate alle labbra e depositandovi un leggero bacio che brucia più di quello che si sono appena scambiati.
Vorrebbe urlare, piangere e urlare ancora, ma riesce solo ad annuire, il cuore traboccante di emozioni sembra in procinto di esplodergli nel petto, si affretta ad asciugare due lacrime che gli scappano ribelli, ma non può farci niente. Tutti i forse e però non riescono a reggere il confronto con la felicità che sta provando.

Quando rientrano all'appartamento non sembra cambiato nulla da quando l'hanno lasciato, ma Eren vede quelle due tazze sotto un'altra luce, non ricorda di preciso il momento in cui sono diventate le loro tazze, lo sono sempre state.
Forse anche loro due sono sempre stati diversamente amici, ma non l'aveva mai notato.
«Perché non l'ho mai visto?» Anche il modo di parlare di Levi è lo stesso, l'unica differenza è la libertà con cui gli si appoggia alla spalla, il modo in cui il profumo dell'uomo gli entra fin nelle narici, la naturalezza con cui il loro calore si alimenta reciprocamente.
Le mani si cercano e trovano a metà strada mentre osservano Sorata.
«L'ho sempre nascosto, non volevo che lo vedessi» È la semplice e sincera risposta che gli dà.
«Perché?» Levi non cerca di nascondere lo stupore, gli occhi leggermente spalancati lo guardano spaesati.
«Perché mi avresti preso per un idiota, suvvia chi tiene un pupazzo scambiato per caso più di quindici anni fa?»
«L'ho provato a prendere per te»
Eren si volta di scatto a quella dichiarazione, i suoi occhi troppo espressivi rubano una smorfia divertita all'uomo di fianco a lui ma non gli importa. Sorata è davvero sempre stato un regalo.
Cattura le labbra di Levi in un bacio più urgente di quelli di prima, le dichiarazioni dell'ultima ora stanno dando a tutta la loro relazione una visione completamente diversa.
Deposita altre decine di baci su quel viso che ha imparato ad amare negli anni, e Levi risponde ad ognuno di essi con altrettanta urgenza, le mani intrecciate non si lasciano per un solo momento, nemmeno quando si siedono sul divano per bearsi della compagnia reciproca.

Ma questa volta anziché sedersi come al solito si abbracciano continuando a scambiarsi leggeri baci e languide carezze.

Eren non realizza il momento preciso in cui è crollato a dormire ma quando si sveglia è buio fuori, Levi gli sta accarezzando i capelli mentre distrattamente gli deposita leggeri baci fra i capelli, alla televisione sente la familiare sigla di chiusura e nota solo in quel momento un leggero luccichio fra le ciglia del corvino. Allunga una mano per asciugare quella lacrima solitaria cogliendolo di sorpresa.
«Ti ho svegliato, scusa, è tardi, forse dovrei–» Levi sembra irrigidirsi, forse non sapendo cosa sia più giusto fare in quel momento.
«Se domattina sei libero, resta»
Levi gli risponde con un leggero bacio sulla fronte.
«Conosci Sekaiichi?» Chiede di getto vedendo l'interesse con cui continua a guardare gli episodi ed è sorpreso quando lo vede annuire con decisione.
«Sono due idioti, ma lo guardo sempre volentieri, siamo a quando Ritsu capisce di essere geloso di Takano» Mentre spiega gli permette di aggiustarsi in modo da poter vedere la televisione, non credeva di poter vedere quell'anime in quel modo, ma ha capito che anche questa nuova prospetiva gli piace molto.

La chiave gira nella serratura e senza dargli il tempo di riacquistare un contegno Armin ed Erwin fanno la loro comparsa battendosi in maniera molto plateale il cinque appena si affacciano alla sala. Eren apprezza come Levi non cerchi di allontanarlo e come, al contrario, rafforzi la presa portandolo più vicino.
«Ci siamo persi qualcosa?»
«Direi di no» È la lapidale risposta di Levi che si limita a piegare un po' le gambe per fare posto agli amici sul divano.
«Oh almeno tu Eren dammi un po' di soddisfazione!» Il familiare calore alle orecchie gli fa capire che non può di certo mentire, ma si domanda perché la coppia di amici sia tanto interessata, dopotutto, è palese che ci sia qualcosa di diverso e che Levi non sembra particolarmente propenso a spiegare niente.
«Abbiamo parlato» Decide di essere un po' più accondiscendente del compagno, e la scintilla negli occhi dei biondi si anima di maggiore interesse.
«Te l'avevo detto che avrebbe funzionato come piano! Mi devi una cena!»
Quella frase attira l'attenzione di entrambi e Levi mette in pausa l'episodio facendo mente locale.
«Quindi tu sapevi che ero appiedato» Non è una domanda, ma una sentenza.
Erwin annuisce compiaciuto, mentre Armin non può trattenersi dallo ridere, un dubbio si insinua dentro Eren e serpeggia fino ad uscirgli dalla bocca senza che possa trattenersi.
«Ma avevate litigato davvero?»
«Pffft come se quella sciacquetta del bar fosse una vera minaccia, diciamo che ha aiutato nella riuscita del piano»
«Sono fiero del mio piccolo stratega, sei un vero genio» Erwin gli fa fare una piroetta con casque prima di baciarlo in maniera appassionata.
«Geeez prendetevi una stanza»
«Da che pulpito! Ma hanno ragione, noi abbiamo davvero bisogno di una stanza, e poi lasciamo tubare in pace le nostre colombelle, guarda che belli!» Eren nota come Armin debba trattenersi dallo saltargli addosso per abbracciarli ed è grato quando Erwin lo afferra per un mano portandolo via, dopo aver recuperato il mazzo di fiori.

Quando la pace torna a regnare nell'appartamento è Levi il primo a scoppiare a ridere ed Eren ama come lo faccia solo quando è in privato come sempre, lo fa sentire speciale, e ama come adesso nasconda il viso nell'incavo del suo collo, il respiro caldo del maggiore gli scompiglia le ciocche castane e non resiste a prendergli il viso per baciarlo.
«Abbiamo due amici davvero pessimi» Esclama poi col cuore leggero e il sorriso sulle labbra, i visi distanti un sospiro.
«Già, orribili, sono arrivati a fingere di litigare per noi»
Ridono e scherzano ancora durante quella nottata, felici di condividere quella storia d'amore nata nemmeno loro ricordano quando e cresciuta col tempo, sorvegliata da un silenzioso Sorata che ha vegliato su di loro a modo suo.
Tutti quei forse e però ora fanno ridere Eren; però, forse doveva andare così.
«Ti ho sempre amato Levi»
«Anche io»


Fine





Note dell'autrice diversamente ispirata aka meglio aproffitarne finché dura!
Questa shot è nata dopo il colpo di fulmine che si è rivelato essere Sekaiichi Hatsukoi - tu che stai leggendo e non l'hai ancora visto, fallo, non te ne pentirai! - e l'ho mezza plottata con DropOfJupyter e vista l'ispirazione travolgente di questi giorni ho deciso di provare a concluderla.

Dropy spero che ti sia piaciuto davvero il regalo di Natale, grazie del sostegno e dell'aiuto che mi dai sempre! 

Non è betata e gli errori sono del tutto imputabili alla sottoscritta, non fatevi problemi ad esporre critiche, sono sempre più che bene accette!
E con ciò vi saluto Ylpeys

   
 
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