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Autore: Haruakira    31/12/2018    5 recensioni
Juvia era convinta di avere trovato il vero amore, un giorno tuttavia si ritrova a fare i conti con la realtà: forse quell'amore era destinato a rimanere a senso unico e lei ormai non aveva più abbastanza tempo per farlo funzionare, ammesso che all'amore si potesse applicare quel verbo: avrebbe dovuto dimenticarsi di Gray. Il mare la attendeva, la voce di Atlantis diventava ogni giorno più forte ed imperiosa. Non avrebbe potuto sottrarvisi ancora a lungo, non poteva tornare a casa col dolore nel cuore.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Gray/Juvia, Lluvia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo




Per qualche motivo le serate tra ragazze si concludevano sempre con una sonora ubriacatura e spesso con tanti guai per i ragazzi, per questo motivo i maghi della Gilda erano soliti tenersi lontani dalle maghe quando queste si riunivano, era una regola che aveva appreso persino il master di Fairy Tail e che girava tacitamente tra gli uomini. Quella sera il dormitorio femminile era particolarmente rumoroso, non si festeggiava nulla di particolare se non l'inizio dell'Inverno e l'opportunità di usufruire delle terme, un modo come un altro per fare baldoria e stare insieme. L'idea era stata di Erza che aveva sostenuto ostinatamente che ogni tanto le donne dovevano passare del tempo insieme e rafforzare il loro legame, la solidarietà femminile insomma.
Juvia non avrebbe saputo dire come si era ritrovata a piagnucolare sulla spalla di Evergreen, non avrebbe nemmeno saputo dire bene per quale motivo Lucy stesse scrivendo una lunga lettera per Natsu che stava sfiorando le dieci pagine e nemmeno per quale motivo Levy stesse parlando con una pietra, figurarsi capire come, perché ed in che momento Mira ed Erza avessero iniziato a combattere. Nessuno di loro avrebbe saputo dare una risposta comunque, bene o male era sempre così, succedevano tante cose in quelle serate e la mattina dopo ne ricordavano meno della metà.
Juvia stava piangendo, piangeva sempre quando si ubriacava, di solito buona parte dei suoi pianti erano per Gray.
Wendy stava cercando di fiaccamente di consolarla sebbene tenesse un occhio chiuso ed uno aperto, Evergreen, stanca di abbracci e di pacche sulla spalla la allontanò all'improvviso:- Ora basta Juvia!- sbottò- non puoi piangere sempre per quell'idiota, piangi anche quando sei sobria!
In effetti quello che aveva appena detto non si allontanava poi molto dalla realtà, ogni tanto persino una persona positiva come lei aveva i propri momenti no.
Evergreen fece un sorriso perfido:- Gli uomini vanno domati, tenuti al guinzaglio- accavallò le gambe, scostando all'indietro i lunghi capelli con l'atteggiamento di chi ne sa di più- siamo noi che dobbiamo mettere il guinzaglio a loro, non il contrario.
Quelle sagge parole attirarono l'attenzione delle altre ragazze che alla spicciolata si raccolsero intorno al tavolo. Erza battè potentemente il pugno sul tavolo irrompendo con un "esatto" rabbioso e solidale. I maschi non capivano niente, l'argomento della serata e delle loro invettive fu lungamente quello. Juvia tirò su col naso, ascoltò stralunata le amiche.
Ad un certo punto Evergreen fece spallucce:- Non puoi stargli sempre dietro.
Il silenzio calò all'improvviso, tutti sapevano come era fatto Gray, piuttosto serio, un po' scontroso, non esattamente loquace ma se era cristallino l'attaccamento per la Gilda e i suoi amici lo erano di gran lunga meno i suoi sentimenti per Juvia. 
La maga dell'acqua ripercorse i suoi giorni dall'ingresso alla Gilda, l'attaccamento ossessivo nei confronti dei Gray, l'atteggiamento dell'altro nei suoi confronti. Per la prima volta cercò di analizzare la situazione dal punto di vista di un occhio esterno, non lo aveva mai fatto, forse non aveva mai voluto farlo, in fin dei conti sarebbe stato il tentativo di mettere sotto una lente di ingrandimento il loro rapporto, vederlo per quello che era e non era sicura di averne le forze, aveva sempre avuto troppa paura della verità. Quella notte però le cose stavano cambiando. Forse era la prima volta che qualcuno le diceva di mollare e probabilmente era un'opinione condivisa se nessuno aveva avuto nulla da obiettare.
Levy guardò il proprio bicchiere con lo sguardo assente:- Non puoi continuare a soffrire per lui.- la sentì mormorare. 
Non poteva in effetti. Ognuna di loro si chiuse nelle proprie riflessioni, Juvia smise di piangere, gli occhi le erano rimasti gonfi e l'ultimo bicchiere ancora pieno. Non era facile smettere di soffrire o di amare una persona ma a ben vedere avrebbe proprio dovuto. I giorni passavano e il suo tempo in quel posto si stava accorciando: non aveva trovato il suo vero amore. Ironico, ci aveva ostinatamente creduto per un anno e mezzo, non aveva voluto sentire ragioni eppure per arrendersi le era bastata una parola annebbiata dall'alcol.
-Io un modo lo conosco- Cana, che fino a quel momento aveva dato l'impressione di dormire profondamente, si era alzata dal pavimento ed aveva ondeggiato verso di loro.- C'è una maga che abita in riva al mare. Si dice che abbia più di cento anni e che il suo grande amore l'abbia abbandonata poco prima del matrimonio, da allora offre consigli e pozioni alle anime in pena. Puoi andare da lei e sentire che ti dice. Ovviamente non è gratis.
- Non è un po' pericoloso?- obiettò Lucy.
- Non si dovrebbe giocare con queste cose- concordò Levy.
Juvia dal canto suo non era così saggia o prudente e a quel punto non aveva nulla da perdere, senza contare che molto probabilmente conosceva quella donna ed era abbastanza certa che non le avrebbe rifiutato il suo aiuto.
Il mattino successivo si svegliò con un mal di testa martellante e fastidioso, il letto era un disastro e le lenzuola le si erano attorcigliate intorno alle gambe senza permetterle di muoversi. Juvia sospirò, aveva poca voglia di alzarsi e tanta nausea che le saliva dallo stomaco, persino la luce che filtrava attraverso le tende dischiuse era una tortura. Sbuffò pesantemente, mentre cercava di alzarsi le venne da pensare che forse avrebbe dovuto essere più positiva, si guardò allo specchio, si osservò con attenzione.
Non sembrava cambiata per davvero eppure...
- Oggi è un nuovo giorno- gridò risoluta all'improvviso- Juvia è pronta per ricominciare!
Con questa nuova energia addosso corse a farsi una doccia, fece un'abbondante colazione e si vestì, indossò una gonna corta e un top leggero, mise le zeppe colorate e afferrò una borsetta. Era pronta per uscire quando uno sguardo attento nella stanza le ricordò una cosa che andava fatta prima di tutto. Prese poster, foto, pupazzi ed ogni singola cosa che era stata dedicata a Gray Fullbuster e richiuse tutto in sacchi e cartoni che sarebbero stati portati via con il resto della spazzatura quella giornata stessa. Dopo un'ora abbondante la camera di Juvia era spoglia, libera, un po' come si sentiva lei. Leggera. Vuota.





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Angolo autrice: buonasera a tutti e...tanti auguri per iniziare xD
È da tanto che non scrivo una ff, ora che voglia e ispirazione sono tornati mi sento piena di idee, sarà che sto rivedendo Fairy Tail? Spero che la storia vi abbia incuriositi -magari abbastanza da lasciare un commentino?-, vi posso assicurare che c'è taaanta roba su cui lavorare ed io non vedo l'ora di aggiornare di nuovo <3
ah! Qualcuno mi dica come vanno le dimensioni per favore, non so se le ho azzeccate ^^" Nel prossimo capitolo il nostro Gray avrà tanto su cui riflettere. Redimiti Gray, redimiti!

Disclaimer: Fairy Tail e i suoi personaggi non mi appartengono. Non scrivo a scopo di lucro.
 
   
 
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