Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: nattini1    02/01/2019    6 recensioni
Ottava stagione. Dopo essere uscito dal Purgatorio ed essersi vendicato del vampiro che lo aveva ucciso, Benny ritorna alla città natale in Louisiana, dove cerca di ricostruirsi una vita a stretto contatto con la bisnipote, Elizabeth. Ricuce i legami col proprio passato e una ferita di lei. Scritta per la #12DaysAfterChristmasChallenge, #Task5, del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Benny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

 

 

Carencro, Louisiana

 

Sulla parete di legno esterna del locale campeggiava la figura di un alligatore con un ridicolo cappello piatto accanto alla scritta al neon: «Guidry’s CAJUN Cafè Oysters Po’boys Gumbo». Con Dean di nuovo a caccia e il ricordo di Andrea a cui finalmente aveva dato pace, Benny aveva pensato che fosse il momento giusto per una rimpatriata e per tornare nella piccola città dove era nato e cresciuto. Si era rivelata un’idea straordinariamente felice perché insieme alle proprie radici, a cui voleva riunirsi per ricevere nuova linfa vitale, aveva trovato anche un germoglio: la sua bisnipote, Elizabeth. Apparentemente, le varie generazioni non si erano mosse e avevano continuato la tradizione di famiglia di gestire il bar. Se Dean lo avesse potuto vedere adesso mentre faceva il caffè, avrebbe sorriso perché lui più di ogni altro avrebbe capito l’importanza della famiglia, degli affari che la riguardavano e che la casa non era fatta di mattoni, bensì di persone che si amavano. E sarebbe stato orgoglioso di vedere come, grazie a Elizabeth, stesse riuscendo a rigare dritto.

Quella era stata una serata movimentata ed Elizabeth era molto stanca; erano rimasti solo loro due a sistemare e lei stava tenendo in equilibrio un vassoio che stipava di tazze raccolte in giro, quando scivolò su una pozzanghera di birra rovesciata da un cliente e, per mantenere l’equilibrio, si aggrappo al tavolo più vicino. Buttando la mano alla cieca, colpì un bicchiere, che andò in frantumi, ferendole la mano.

Prima di diventare un vampiro, Benny aveva avuto parecchia dimestichezza con incidenti in cucina e in barca, quindi prese con gentilezza la mano della ragazza ed esaminò la ferita, cercando di trattenere il fiato per non ispirare il profumo tentatore del caldo sangue; il suo poteva anche essere il cuore di un non morto, ma era abbastanza pieno d’amore per non cedere alla tentazione. C’erano quattro o cinque tagli sparsi in vari punti, ma tutti erano superficiali e di piccole dimensioni.

Tirò fuori dalla tasca il suo coltello multiuso e, con le pinzette che erano in dotazione, estrasse con molta cura le schegge di vetro.

«Per quasi tutti basteranno dei cerotti, ma per tre dei tagli serviranno dei punti» constatò.

«L’ospedale più vicino è a mezz’ora di macchina e non ho nessuna voglia di passare la notte in una sala d’aspetto prima che mi visitino!» protestò Elizabeth, guardando sconsolata il disastro sulla sua pelle.

«Se vuoi posso fare io! Abbiamo un kit di pronto soccorso nel retro» si offrì Benny. Si era nutrito da poco, non aveva davvero fame e il desiderio di aiutare Elizabeth era ben più forte della brama di sangue.

«Sicuro di sapere come fare, Roy?» chiese lei, leggermente dubbiosa.

Benny sorrise: «Tesoro, non è il mio primo rodeo, sai!».

La fece accomodare a un tavolo e andò a prendere il kit del pronto soccorso. Piegò lo strofinaccio pulito che teneva sulla spalla su un tavolo e le fece appoggiare sopra la mano, in modo che stesse comoda; si sedette di fronte a lei, versò una dose abbondante di disinfettante sulle ferite e tamponò con dell’ovatta. Poi prese l’ago da sutura, avvicinò i bordi del primo taglio e provò a rassicurare la ragazza: «Vedrai, ci vorrà un attimo. Stringimi il ginocchio con l’altra mano, se ti faccio male».

Fece più in fretta che poté, ma la mano di Elizabeth sul suo ginocchio si strinse spasmodica: se Benny fosse stato umano avrebbe portato i segni di quella presa per giorni.

«Coraggio, ho quasi finito, solo un altro paio di punti. Se può consolarti, l’anestesia locale avrebbe richiesto per ogni taglio altrettante punture di ago e il dolore sarebbe stato lo stesso del punto di sutura» assicurò Benny sistemando il secondo taglio.

«Ne sei sicuro?» chiese Elizabeth con un tono un tantino contrariato.

Benny suturò anche l’ultimo taglio, ripulì la mano e cominciò ad avvolgerla con una garza: «Ti cambierò la medicazione della ferita tra qualche giorno e dopo un paio settimane ti potrò rimuovere i punti di sutura».

Elizabeth fece un mezzo sorriso: «Quindi questo significa che sarai ancora qui tra due settimane? Non risalirai su quel rottame di camper in cui ti ostini a vivere, vero? Sai, non credo che ti si addica la vita di vagabondo a cercare chissà cosa in giro per il mondo!».

Benny rise di gusto: «Sai che diceva Socrate? Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta!».

«Conosci Socrate?» chiese lei un tantino stupita; non capitava tutti i giorni di sentire citare un filosofo greco tra quelle mura di legno: Carencro era un buon posto dove vivere, abitato da gente onesta e lavoratrice, ma l’approfondimento culturale non era la priorità dei cittadini.

«Non sono solo un ragazzo carino e coccoloso, ho anche studiato molto. Ho avuto molti anni a disposizione» rispose Benny, restando sul vago e accorgendosi troppo tardi che la frase poteva dare adito a svariate interpretazioni.

Elizabeth soppesò l’informazione, supponendo che avesse trascorso del tempo in prigione, ma non formulò alcun giudizio, né alcuna accusa e la sua mano continuò a restare abbandonata fiduciosamente in quella di Benny. Lui le fu grato e pensò che, tutto sommato, non era poi un’ipotesi così lontana dalla realtà, visti i lunghi anni in Purgatorio.

Dopo un momento di silenzio in cui entrambi prestarono al massima attenzione alle bende che che sinuose si avvolgevano a proteggere la ferita, Elizabeth sollevò lo sguardo e chiese: «E ora sei arrivato alla fine della tua ricerca? Hai trovato quello che cercavi?».

Benny restituì la mano a Elizabeth e la sua vista si velò di commozione. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima, ma Benny non ci aveva mai creduto: nonostante avesse sulla coscienza il sangue di troppi innocenti, i suoi limpidi occhi chiari conservavano la stessa luce che vedeva riflessa come in uno specchio in quelli della sua onesta bisnipote. Un tratto genetico, sempre in vista ma nascosto, che era stato tramandato di generazione in generazione, così come la ricetta segreta del Gumbo e della crostata serviti ai clienti, che gridava silenziosamente al mondo il loro legame di sangue, che lui non le avrebbe mai rivelato. A vincolarlo definitivamente, si era aggiunto un sincero affetto.

Benny si schiarì la voce: «Ho ritrovato qualcosa che potrei chiamare casa. Ora tieni il braccio alzato ed evita di muovere la mano».

«Ma c’è da spegnere il condizionatore, controllare i fuochi e la piastra…» cominciò lei, già alzandosi.

Benny le pose una mano sulla spalla e la esortò delicatamente a risedersi: «…e bisogna azzerare la cassa, spegnere la macchina per le carte di credito, mettere l’allarme e chiudere a chiave la porta, lo so. Faccio io, tu riposati. Sono qui per questo».

 

 

 

 

 

NdA

 

Benny è sempre fonte di ispirazione. Per lui è difficile ricominciare da zero una nuova esistenza ed Elizabeth è l’unica che riesca a tenerlo ancorato ai suoi buoni propositi. Il legame di sangue e affettivo con lei poteva essere la sua salvezza, ma purtroppo sappiamo come è andata a finire. Spero vi siate goduti questo piccolo momento di serenità!

Vi lascio il link del gruppo: https://www.facebook.com/groups/534054389951425/

Ogni commento è gradito!

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: nattini1