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Autore: Silor_2691    04/01/2019    0 recensioni
Siano a Natale del 1980. Lily e James vivono con il piccolo Harry.
Anche se già sono protetti dal Fidelius e non possono ricevere visita, ho fatto una piccola modifica. Gli amici li vanno a trovare.
La storia è breve e non sapendo bene come utilizzare i caratteri e gli spazi, risulta "attaccato", spero però che la leggiate e commentiate :*
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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25 Divembre 1980.
“Lily, Lily svegliati”, la voce di James aveva destato la moglie dal sonno, i suoi occhi verdi incontrarono quelli più scuri del marito, “ben svegliata amore mio”.
James reggeva tra le braccia un allegro Harry neonato.
“Amori miei”, sorrideva la ragazza dalla lunga chioma rossa, prendendo dopo il piccolo tra le braccia.
L’ uomo era felice di vedere la moglie e il figlio, i loro sorrisi erano il suo mondo, la sua più grande felicità.
“James terresti Harry? Vorreri andare a fare una doccia, tra poco verranno Sirius, Peter e Remus. Non voglio farmi trovare così”, indicò con lo sguardo il suo pigiama,
“certo amore, anche se sei sexi persino così”. Le guace della donna si erano tinte di rosso, lo aveva baciato sulle labbra per poi lasciare il letto.
L’ acqua calda scorreva tra i suoi capelli e il corpo armonioso.
Aveva aperto l’ armadio in cui erano riposti cinque regali. Quattro li aveva presi tra le mani mentre guardava malinconicamente il quinto parzialmente nascosto dai suoi vestiti, ripresa da ricordi tristi aveva chiuso le ante con forza!
James stava divertendo il figlioletto con delle bolle che fuoriuscivano dalla punta della bacchetta, Lily si gustava la scena stando sulla soglia della porta.
Le era tornato in mente il momento in cui si era accorta di essere incinta, quell’ ansia che la divorava, “sarò una brava madre?” e quella felicità nel guardare la prima ecografia.
“Lily, che hai?”, la voce del marito l’ aveva riportata nel presente,
“nulla”,
“sicuro?”,
“ripensavo a quando abbiamo fatto la prima ecografia”, lui aveva sorriso ma poi l’ espressione si era incupita,
“sei sincera? Pensi davvero a questo?”,
“come?”, Lily era sorpresa da quella domanda, “sai bene che la sincerità fa parte di me!”,
“mai messo in dubbio, però alle volte mi sembri nostalgica, non so forse non vuoi condividere certi pensieri con me”,
“non è che sei paranoico?”,
“ti manca?”, un brivido aveva colto il cuore della moglie, “Petunia intendo”. Ah, Petunia.
“Si, Petunia...certo...è pur sempre mia sorella”,
“perché non insisti a chiamarla? Magari prima o poi capirà”, le era scappata una risata,
“il James che ho conosciuto a scuola avrebbe detto di fregarmene di lei”,
“se fossi rimasto il James della scuola non mi avresti mai sposato”,
“puoi starne certo Potter!”, risero.
Qualche ora dopo il resto dei malandrini aveva bussato alla porta.
“Ciao Belli”, Sirius reggeva una bottiglia di vino tra le mani.
“Lily, questo è per te”, Remus le aveva conseganto un pacco regalo,
“grazie caro”,
“come mai Mary Mc Donald’s non è venuta?”,
“purtroppo non le hanno dato le ferie”,
“già. È un miracolo che oggi abbiano concesso a noi di stare in vacanza, le cose non vanno bene”,
“colpa di quei bastardi dei mangiamorte!”, era intervenuto Sirius con un certo odio nella voce,
“calmati amico”, gli aveva suggerito Peter,
“no che non mi calmo diamine! Stanno combinando un vero macello, chi si credono di essere?”,
“hai ragione Felpato”, James gli aveva poggiato la mano sulla spalla, “ma se quei luridi credono di poter fare ancora ciò che credono, beh si sbagliano! Noi siamo una squadra, li vinceremo”,
 “certo ramoso. Sai cosa penso? Non mi vergogno a dirlo. Non bisogna avere pietà dei mangiamorte, ognuno è resposanbile delle proprie azioni, devono morire tutti! Nessuno escluso!”, Lily ebbe un fremito, dovevano morire tutti?
“Lily”, Remus le aveva sfiorato la mano e bisbigliando le aveva detto, “non ascoltarlo, esagera”.
Lupin sapeva, Lily si confidava spesso con lui, gli parlava della sua tristezza per il ragazzo che tempo addietro era stato il suo migliore amico. Severus che aveva scelto la cattiva strada. No, non poteva desiderarne la morte.
Quando Lily aveva servito il pranzo aveva reso felice tutti, “che odorino”, asseriva Sirius che guardava quel cibo con il desiderio di cibarsene alla svelta, ancora peggio Peter.
“Chissà cosa starà facendo il nostro Silente”, aveva detto Remus,
“qualche piano geniale per contrastare tu sai chi”, faceva un James pensieroso,
“quell’ uomo è un grande, con lui dalla nostra non perderemo”, gli occhi di Lily sfavillavano di speranza,
“si però è troppo indulgente”, Sirius aveva sbattuto leggermente la mano sul tavolo, “lui e la sua mania di offrire possibilità a chiunque, sarebbe capace di perdonare persino voi sapete chi”,
“non ti scaldare”, diceva un Peter preoccupato,
“perché non dovrei? Mi dai torto codaliscia?  Quell’ assassino e i suoi pessimi seguaci”,
“Sirius”, interveniva Lily versanddogli dell’ acqua sul bicchiere, “perché ti ostini a non credere alle seconde possibilità?”,
“ah perché tu daresti a quegli esaltati una possibilità?”, felpato prese come un <> il silenzio dell’ amica, “dai Lily, forse il tuo istinto di madre e la tua femmilità ti rendono troppo generosa. Tu cosa ne pensi James?”,
“effettivamente amore mio, ramoso non ha tutti i torti. Tu perdoneresti chiunque... perdoneresti persino...”,
“perché non cambiamo discorso?”, aveva chiesto in tempo Remus, “insomma siamo a Natale, potremmo parlare di qualcosa di più felice”,
“va bene”, Sirius si era calmato.
Lily e Remus si erano scambiati uno sguardo facendo attenzione che gli altri non se ne accorgessero, l’ espressione di Lily era un enorme <> e lunastorta aveva capito.
Nel pomeriggio i malandrini si erano messi a giocare a carte mentre Harry dormiva beato nella sua culla.
Lily stava leggendo un libro, ma un ricordo l’ aveva distratta.
Era il 25 Dicembre del 1974. Quella volta ancher Severus aveva lasciato Hogwartz, Lily gli aveva chiesto di passare il Natale con lui e la sua famiglia.
Erano circa le diciasette, il cielo era semi buio, la neve ricopriva le strade e i due amici passeggiavano.
“Sev”,
“dimmi Lily”,
“mi spiace”, aveva un’ espressione triste in volto,
“perché?”,
“Tunia è sempre la solita, non doveva deriderti”. Quando si trattava di lei Severus non era mai bravo con le parole, però quella volta si era sforzato, non voleva vederla triste, voleva far emergere un sorriso in quel volto,
“non è colpa tua. Non hai fatto nulla”,
“ma sicuramente ti sarai pentito di essere venuto da me”, il ragazzo stava quasi per offendere Petunia, ma aveva ricordato in tempo che nonostante quella vipera fosse così crudele con la sua amata, quest’ ultima le voleva un bene enorme,
“Lily, quello che conta per me è che tu mi abbia invitato”,
“conta davvero molto per te?”,
“che domande fai? Sai che sei la mia migliore amica”,
“anche tu lo sei, ma ci vediamo sempre a scuola e le estati le trascorriamo quasi ogni giorno insieme. Non avrebbe dovuto cambiarti molto il fatto che io ti abbia invitato”,
“Lily”, il cuore gli batteva forte in petto, “per me conta”, balbettava,
“continua”, lo voleva esortare.
“Per me conta davvero tanto. Sei la mia unica amica, perché sai che i serpeverde per me sono più alleati che amici. Ma se mai dovessi trovare altre persone care,  tu rimarrai quella più importante. Invitarmi mi ha dimostrato che ci tieni a me allo stesso modo”,
“SEV!”, Severus aveva vinto, non solo aveva ottenuto il sorriso contento e meraviglioso di lei, ma anche un abbraccio da mozzare il fiato!
Severus si era fermato davanti la vetrina di un negozio, stava osservando un paio di guanti verdi molto belli e purtroppo tanto costosi.
“Cosa c’ è Sev?”,
“sono bellissimi. Peccato che non possa prenderli”,
“mi spiace amico mio, te li avrei comprati io, ma purtroppo nemmeno io ho la possibilità al momento”,
“esistono cose più importanti”, avrebbe voluto aggiungere che questa <> importante era lei, ma non ne aveva avuto il coraggio, come sempre.
Lily aveva posato il libro sul tavolo e approfittando della distrazione del marito e degli amici, si era diretta davanti quell’ amardio, lo aveva aperto prendendo il pacco regalo. C’ era una lettera posizionata sopra questo pacco, una lettera scritta da lei. Aveva voglia di rileggerla.
“Ciao Sev, un altro Natale è arrivato, un altro Natale senza che noi due ci sentiamo.
Ricordi i bei momenti che trascorrevamo insieme? Ricordi quel Natale del ’74 che hai trascorso con me? Quel Natale ero più felice del solito perché non soltanto ero con la mia famiglia, ma per la prima volta c’ eri tu con noi, per la prima volta lo stavo festeggiando con il mio migliore amico. Ricordi quando ero triste per come ti aveva trattato Petunia? Ti ho preso per mano e siamo usciti a passeggiare? Ricordi quando mi hai fatto sorridere spiegandomi quanto contasse per te il mio invito? E ricordi che poco dopo si è messo a piovere e tu hai tolto la tua giacca coprendomi la testa dall’ acqua? Io tutto ciò lo ricordo con le lacrime che rigano il mio viso. Hai scelto quella strada alla fine? Molti mangiamorte sono finiti ad Azkaban ma il tuo nome non compare mai...
Vorrei solamente dirti che mi spiace tanto per tutto quello che è successo, mi spiace per il dolore che hai subito nella tua vita, mi spiace per noi due. Perché io ho sempre saputo cosa tu provassi per me Sev, se solo io fossi stata in grado di provare il tuo stesso sentimento forse avrei potuto fare di più per allontanarti da quella strada che ritenevo e ritengo sbagliata. Però amico mio, non devi sottovalutare quello che io provo per te... ti amo Sev, ti amo come amo mia sorella, ti amo come si può amare un fratello e anche se non è il tipo di amore che speravi io provassi, non devi denigrarlo perché, anche se in modo diverso è intenso come il tuo. Ti ho fatto un regalo quest’ anno ed è custodito nel mio armadio. Vivo nella speranza che tu un giorno possa lasciare tu sai chi, ammesso che tu sia diventato un mangiamorte, e tornare da me ed essere amici per sempre. Vieni da me e prenditi il mio regalo Sev”.
Lily aveva posato la lettera e chiuso l’ armadio, si era seduta sul letto piangendo. Sperava che un giorno il suo migliore amico potesse ricomparire all’ orizzonte e diventare nuovamente parte della sua vita, che potesse prendere quel regalo, i guanti verdi che aveva ammirato con desiderio davanti quella vetrina il giorno di quel lontano 25 Dicembre del 1974.
 
 
 
 
 
   
 
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