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Autore: Lucciola 67    05/01/2019    16 recensioni
Oscar, André e i Soldati della Guardia superstiti sono nel sottopasso, che nella storia originale, si rivela fatale per André. Ma se ci fosse stata una variabile imprevista e arcana, forse le cose sarebbero andate in modo diverso.
Dedicato a Swimmila, la quale, avvisata delle similitudini, mi ha permesso di pubblicare.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Soldati della guardia metropolitana di Parigi
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le cose sono unite tra loro da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella.
Galileo Galilei


Siamo reduci da una mattinata e un pomeriggio di scontri, io stanotte sono diventata tua moglie, tutto il resto è avvenuto in maniera naturale. Dirlo ai tuoi commilitoni, buttare a terra le mie medaglie e i miei quarti di nobiltà di fronte al popolo, abbracciare Rosalie come una sorella.
Confessare al mondo del mio amore per te è stato l'atto più liberatorio della mia vita. Io ho sempre creduto di essere libera, adesso so di esserlo.
Tanti dei miei uomini, dacche' non sono stata rinnegata come comandante, sono morti oggi. Per la libertà, per un futuro migliore, per un mondo nuovo. Un mondo che vorrei vivere con te, amore mio. Voglio vivere. Solo con te sento di vivere. Sei l'unica ragione valida perché io mi curi. Come io sono stata la tua ragione per non mollare mai, per non lasciarmi mai, anche quando io, folle, te lo chiedevo.
Ma adesso sono esausta, lo siamo tutti. Sto pensando al da farsi, dobbiamo attraversare il ponte sotto cui siamo accampati ora e raggiungere la piazza dove Bernard ci aspetta, dietro le barricate. Lì passeremo la notte, domani sarà il 14 luglio so che il popolo si è impadronito di armi e munizioni, anche di qualche cannone, sottratti all' Hotel des Invalides, noi soldati possiamo insegnare loro ad usarli.
Adesso però siamo un bersaglio, tutte le compagnie di Parigi sanno dei cinquanta Soldati della Guardia disertori. Ci sparano a vista.
Sto pensando, sto impazzendo. Non riesco a trovare soluzioni senza perdite di vite umane. La mia schiena è appoggiata alla parete fredda e ammuffita, scivolo lentamente a terra, sono veramente stanca, ma non posso proprio addormentarmi, non posso...
Chiudo un attimo gli occhi. No, Oscar, non ora. Non dormire
Li riapro immediatamente, ma... non sono più nel sottopasso, mi trovo sulla strada che porta a palazzo Jarjayes, decine di uomini con i cappelli in mano e donne vestite di scuro, singhiozzanti, mi passano accanto. Provo a fermare una donna anziana, che piange sommessamente, ma questa non si ferma. Nessuno si ferma, sembra che io sia invisibile.
Mi accodo a questo mesta processione, finché non vedo uscire dal cancello principale un carro funebre, è trainato da sei cavalli neri bardati a lutto. Il carro è scoperto, contiene una bara coperta di rose bianche, c'è un tricorno, alcune medaglie, la Croce di San Luigi poggiati sul legno del feretro.
Dietro al carro con passo incerto riconosco alcune persone, dapprima mio padre, in alta uniforme, gli occhi severi ma segnati, sembra più vecchio. Dietro a lui mia madre, in lacrime lei, sorretta da Josephine e Marie-Anne. Più indietro ancora, una donna si dispera, sorretta da altre due mie sorelle. È nanny.
Di colpo capisco, sto assistendo al mio funerale. Vorrei urlare che non sono morta, che sono lì, ma nessuno mi sente né mi vede. L'angoscia che mi attanaglia è terribile.
Ad un certo punto come Angelo disceso dal cielo appari tu. Emani una luce speciale, mentre tutti gli altri sono grigi e spenti tu brilli e cammini come se non toccassi terra. Sei bello, la ferita all'occhio è scomparsa. Tocchi il braccio del cocchiere che guida il carro e gli chiedi di fermarsi.
Quello ubbidisce senza fiatare, poi, una volta fermato, tu ci sali sopra, e con metodica lentezza togli tutti gli orpelli che ricoprono la mia bara. Infine la apri.
Ci sono proprio io dentro, sembra che io dorma. Sono in alta uniforme. Mi accarezzi la fronte, scostando una ciocca di capelli. Mi accorgo di stare piangendo. La scena è struggente.
Mi guardi ancora un attimo, poi parli -" Non è il suo momento. Tocca a me. Non a lei"-
Mentre lo dici prendi tra le braccia il mio corpo apparentemente esanime e lo porgi a mio padre, che esterrefatto lo accoglie tra le braccia. Poi ti posizioni nella bara, nell'implicita attesa che qualcuno la sigilli.
Io dalla mia posizione corro verso il carro, grido di non richiudere. Ma nessuno mi sente...
Mi risveglio di colpo, mi sono addormentata, ho sognato. Ho sognato il mio funerale. Ho la fronte imperlata di sudore, brividi partono dalla nuca lungo la colonna vertebrale. Un incubo così realistico.
Mi tiro in piedi e chiamo Alain -" Credo di essermi addormentata, sai quanto tempo è passato, Alain?"-, De Soisson mi guarda stupito -" Veramente non mi ero neanche accorto della Vostra pennichella, comandante. Sarete stanca dopo questa giornata di inferno e... forse per la notte paradisiaca"- Sempre il solito irriverente, intanto arrossisco come una quindicenne.
Lo fulmino con gli occhi, riesce sempre e comunque a mettermi in imbarazzo. Sospiro -" Alain, ascolta bene, qualunque cosa succeda devi impedire ad André di seguirmi. Con qualunque mezzo. Mi sono spiegata?"-
-" Ma comand...."- -" Mi sono spiegata? È un ordine, il mio ultimo ordine. Ti prego Alain, non discutere. Almeno stavolta, va bene?"- Ha perso il sorriso guascone, -" Va bene, comandante"- Gli sorrido, grata.
Adesso voglio andare in avanscoperta, non voglio portarli nelle fauci del leone, faccio un cenno e tutti si ritirano nell'ombra, tranne tu che mi stai venendo dietro come sempre, faccio un cenno ad Alain, che ti prende per un braccio e ti tira verso l'interno del sottopasso, ti ribelli -" Lasciami andare, Alain. Devo andare con Oscar.-"
De Soisson mi guarda, il mio sguardo di rimando è chiaro: non mollare Grandier.
E lui non lo fa, André cerca di divincolarsi e ci guadagna un montante alla bocca dello stomaco. Ho detto a qualsiasi costo, ma questo mi sembra un po'esagerato. Guardo Alain severamente, mi sorride sornione, come a giustificare il proprio gesto, poi porta di peso André verso le ombre umide del sottopasso.
Sono tutti al sicuro nel buio. Solo io devo rischiare, nessuno deve morire per me.
Probabilmente c'è una sentinella che aspetta di scovare i soldati traditori. Mi tolgo gli stivali, di modo da non fare rumori molesti, appiattita contro la parete mi avvicino il più possibile alla scalinata che porta sul ponte. Di colpo mi fermo, un'ombra allungata, disegnata dagli ultimi raggi di sole, si staglia sugli scalini di pietra.
C'è una sentinella, non possiamo eluderla. L'unica sarebbe eliminarla, sono avvantaggiata, un colpo di pistola repentino e non saprebbe da che parte è arrivata la morte.
Ma non voglio. Non voglio che più nessuno perda la vita. Se ho salvato il mio André, voglio salvare anche il giovane soldato, che non avrà più di diciotto o vent'anni.
Purtroppo quello che io voglio fare e quello che è necessario fare non coincidono. Mi sto preparando a sparargli a sangue freddo, senza un vero perché. Le lacrime pizzicano le ciglia.
Poi uno scalpiccio di cavalli mi fa appiattire ancora di più contro il muro.
Dei commilitoni del Royal Allemand sono venuti a chiamarlo, è il tramonto, ha finito il turno. Tra una mezz'ora ci sarà il cambio. Deve arrivare un altro ragazzino dal Quartier Generale, è straniero ci metterà il suo tempo. E darà a noi il tempo di raggiungere Bernard.
Torno silenziosamente nell'ombra.
André è a terra, si tiene lo stomaco, Alain è il solito esagerato. -" Oscar mi puoi spiegare?"- È arrabbiato, povero amore mio. Ha ragione. Ma in effetti io non posso spiegare quello che ho fatto. So solo che né lui né altri dovevano morire stasera.
Gli sorrido, irriverente e sorniona lo bacio con passione e trasporto, -" Ti amo André"-
Alain fischia, io divento color porpora.
Siamo tutti collegati, quello stupido sogno mi ha fatto riflettere, così ti ho impedito di seguirmi. Non so se quel giovane ci avrebbe visti, se ci avrebbe sparato e chi di noi avrebbe ucciso. Ma lui sarebbe morto di sicuro, e insieme a lui tu, o io, o Alain, oppure Roland, o chissà chi altri.
Ma non è successo, il nostro legame invisibile è rimasto intatto.
   
 
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