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Autore: hart    06/01/2019    3 recensioni
La storia partecipa all'iniziativa Prompt Manip Christmas 2018 indetta dal gruppo Facebook Maybe I need you.
Scritta da hart
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Regina sospirò guardando le persone riunite da Granny’s per la cena di Natale. Era seduta da sola, Henry stava parlando con Emma e Ruby, si soffermò a guardarlo con un lieve sorriso. Accanto a loro David e Snow stavano chiacchierando con Archie e un paio di nani. Granny continuava a fare avanti e indietro dalla cucina portando altre bottiglie di acqua e spumante. Il locale era tutto decorato con ghirlande e lucine, un piccolo albero era stato addobbato accanto al jukebox. Si alzò e prese il cappotto lanciando un ultimo sguardo alle persone dentro al locale: erano tutti sorridenti e felici. Quando Emma l’aveva invitata sapeva che sarebbe stata una pessima idea ma la bionda aveva insistito così tanto che alla fine aveva ceduto, soprattutto per poter passare la notte di natale con suo figlio. I suoi occhi si soffermarono Henry rideva, sollevò lo sguardo e incontrò due iridi verdi accennò un sorriso prima di indirizzarle un lieve cenno del capo e uscire dal locale. L’aria gelida la fece rabbrividire. Si abbottonò il cappotto e iniziò a camminare verso casa.

«Regina.»

La donna si voltò lentamente per ritrovarsi davanti Emma.

«Te ne vai?» 

«Non credo di essere la benvenuta.»

La bionda si voltò verso il locale e poi di nuovo verso Regina, fece qualche passo nella sua direzione.

«Non è…» iniziò a dire per poi essere bloccata da un cenno della mano del sindaco.

«È normale, davvero.»

«No, non lo è.»

«Grazie per avermi invitata.»

«Mi faceva piacere.» rispose imbarazzata Emma abbassando lo sguardo a scrutare il pavimento. «Ti accompagno a casa?» aggiunse qualche istante dopo.

Regina la guardò sorpresa.

«Ma la festa?»

«Preferisco prendere un po' d’aria.» ribatté lo sceriffo iniziando a camminare. Regina la affiancò subito dopo. Camminarono in silenzio fino a quando alcuni fiocchi di neve non iniziarono a scendere dal cielo, entrambe sollevarono il viso con un lieve sorriso sul volto e poi si girarono a guardarsi.

«Vieni.» Emma afferrò la sua mano istintivamente, e la portò su una panchina poco lontana.

«Che fai?» chiese il sindaco sorpresa.

«Sediamoci.»

«Ma sta nevicando.» obiettò Regina.

«E allora?» replicò Emma sorridendo per poi sedersi sulla panchina. Regina la guardò per un paio di secondi prima di sedersi accanto a lei.

«È bellissimo.» commentò Emma.

«Sì, è vero.» Regina sposò lo sguardo sulla donna accanto a lei. «Grazie.»

Emma si voltò. «Di cosa?»

«Per questo Natale.» rispose per poi sollevare lo sguardo verso il cielo stellato. «Credevo che sarei rimasta sola e che non avrei potuto vedere Henry.»

«Non l’avrei mai permesso.»

«Sei buona.»

«No e che sei sua madre e devi passare le feste con lui.»

Gli occhi di Regina si inumidirono.

«Lo so che non era quello che volevi ma magari l’anno prossimo potremmo fare qualcos’altro…Noi tre.» provò a dire Emma.

«Davvero?»

«Sì, mi piacerebbe.»

Regina le sfiorò la mano con la sua.

«Sarebbe bello.»

Emma tremò a quel contatto, la sua mano era gelata ma nonostante questo aveva sentito un calore propagarsi da dove le dita della mora la stavano toccando. Arrossì. Regina ritrasse la mano e si alzò di scatto.

«Io dovrei andare.»

Emma si sollevò subito dopo.

«No, aspetta…»

Le due rimasero a guardarsi negli occhi, una di fronte all’altra, immobili. Emma fece un passo verso di lei sollevò la mano e le spostò una ciocca di capelli, che le era ricaduta sul viso, dietro l’orecchio.

«Buon Natale, Regina.» sussurrò sfiorandole la guancia.

Il sindaco socchiuse gli occhi a quel gesto così intimo e dolce.

«Buon Natale, Emma.» mormorò a sua volta.

Rimasero ferme così per dei minuti interi. Guardandosi mentre i fiocchi di neve continuavano a cadere soffici sulla strada, su di loro. 

 

 

 

 

 

Il Natale seguente

 

Regina stava sorridendo guardando Henry seduto in soggiorno mentre scartava i regali.

«Stai bene?» 

Il sindaco si voltò verso la bionda e le sorrise.

«Sì, grazie.»

«Non devi ringraziarmi, te l’avevo promesso.»

«È vero.»

«È stata una bella serata?»

«Perfetta. Non credevo che saresti riuscita a convincere i tuoi a venire qui e festeggiare tutti insieme.»

«Era la cosa giusta e l’hanno capito.»

Regina le sorrise e tornò ad osservare Henry. Avevano passato una bella serata, nonostante ci fossero anche i genitori di Emma e dopo qualche imbarazzo iniziale la cena era andata abbastanza bene. Poi insieme avevano aperto qualche regalo e infine David e Snow erano tornati a casa.

«Tesoro è tardi dovresti andare a letto.»

«Va bene mamma.» Henry le sorrise e dopo aver dato un bacio a entrambe le donne salì di sopra.

«Vuoi qualcosa da bere prima di andare via?» chiese Regina a Emma notando che quest’ultima la stava osservando.

«No, grazie.» rispose con un sorriso la bionda. «Ma dovresti mettere il cappotto.» continuò.

«Perché?»

«Fallo.» replicò Emma. «Per favore.» aggiunse subito dopo. Regina nonostante tutto indossò il capotto. Lo sceriffo la prese per mano e la portò fuori. L’aria era fredda.

«Mi farai ammalare.» 

«Vieni dai.» sorrise Emma trascinandola fino alla panchina in cui si erano sedute l’anno prima. «Siediti.»

Regina non potè nascondere un sorriso e si sedette seguita subito dopo da Emma. 

«È bello.» commentò il sindaco.

«Come l’anno scorso.» concordò lo sceriffo. «Anche se manca qualcosa.»

Regina allungò la mano fino a raggiungere la sua e in quel momento dei candidi fiocchi di neve iniziarono a scendere dal cielo. Emma si voltò verso di lei sorpresa.

«Sei stata tu?»

«Siamo state noi.» 

Restarono così a guardare il cielo come l’anno precedente, le dita intrecciate.

«Devo andare a controllare Henry.» disse Regina dopo mezz’ora.

«Sì certo.» rispose lo sceriffo lasciando a malincuore la sua mano. Si alzarono insieme e si sorrisero.

«Buon Natale, Emma.»

La bionda la guardò per qualche istante prima di avvicinarsi e scostarle una ciocca di capelli dal viso. Anche questa volta, come l’anno precedente Regina tremò a quel contatto e socchiuse gli occhi. La mano di Emma ancora poggiata sulla guancia di Regina, lo sceriffo fece un passo verso di lei. E mentre scoccava la mezzanotte Emma ebbe il coraggio di poggiare la sua bocca contro quella di Regina. Si sfiorarono lievemente, con dolcezza. Assaporando la morbidezza delle loro labbra. La mano di Emma scivolò verso il basso fino a poggiarsi sui fianchi del sindaco portandola più vicino al suo corpo. Si staccarono solo quando il bisogno di ossigeno lo rese necessario. 

«Buon Natale, Regina.» 

 

 

 

 

Il Natale successivo.

 

La casa era piena di addobbi e luci. Un grande albero era stato posizionato a poca distanza dal camino, pieno di ghirlande, palline colorate e luci. Emma era seduta sul divano con Henry che tentava di indovinare i regali che avrebbe scartato da lì a poco.

«La cioccolata è pronta.» Regina entrò nella stanza con un vassoio in mano, tre tazze di cioccolata calda con un pizzico di cannella e dei biscotti.

«Grazie mamma.»

La mora sorrise poggiandolo sul tavolino, poi si sedette accanto a lui.

«Mi piace festeggiare il Natale con voi.» disse Henry bevendo un sorso di cioccolata.

«Anche a me tesoro.» concordò Regina per poi guardare Emma che già la stava fissando con un sorriso.

«Ti dispiace che non ci siano i tuoi genitori?»

«Li vedremo domani a pranzo, volevo che questo Natale fosse solo per noi tre.» rispose con un sorriso Emma.

Dopo aver messo Henry a letto, le due donne si guardarono e indossarono il cappotto per uscire. Camminarono fino alla loro panchina e si sedettero.

«Ogni anno è più bello.»

«Sì, è vero.» concordò Regina. Emma le strinse la mano e piccoli fiocchi di neve iniziarono a cadere.

«Scusa avevo bisogno della neve.» 

«Non ti scusare, mi piace.»

Emma si alzò e si mise davanti a lei.

«Vai già via?» chiese il sindaco con uno sguardo sorpreso e triste allo stesso tempo.

Per tutta risposta lo sceriffo si inginocchiò e tirò fuori un piccolo anello dalla tasca dei jeans.

Regina aprì la bocca per dire qualcosa ma Emma la bloccò.

«Lo so. È da pazzi e stiamo insieme da un anno… lo so è un segreto ed è stato bello tenerlo solo per noi ma adesso voglio che ci sia di più. Non voglio più nascondermi. Io ti amo e voglio che tutti lo sappiano.»

Gli occhi del sindaco si inumidirono e annuì.

«Mi vuoi sposare?» le chiese con voce tremante Emma.

«Sì, lo voglio.» 

Emma sorrise e le infilò l’anello al dito prima di sollevarsi e baciarla.

   
 
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