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Autore: vale21    08/01/2019    1 recensioni
Dopo la battaglia con Flowey.
"Senza attaccare, che razza di creatura era diventato? Un vegetale. Ah ah, com’era ironico."
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Flowey, Frisk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non lo capiva. Non ci capiva più niente…

Flowey era ancora lì, uno straccio, ridotto così dalla verità che aveva così tanto desiderato cancellare, insieme a tutte le speranze e i sogni di quel mondo. Se avesse potuto, avrebbe giocato all’infinito con Frisk, come una volta faceva con suo fratello…non l’avrebbe lasciata vincere. E non avrebbe vinto nemmeno lui. Ma lei si era rifiutata di occultare il vero, il fatto che Asriel si stesse comportando da bambino…e gli aveva detto il suo vero nome…Frisk. Ora era difficile fingere. Anzi, non era più possibile. Flowey lo sapeva. Oltre il suo gioco, “uccidere o essere uccisi”, c’era solo un grande dolore, e ora non sarebbe più riuscito a sbarazzarsene, nemmeno essendo fiore e provando le cose come un fiore.

“Allora hai visto…” disse lui. Era chino, i petali stropicciati, pieni di pieghette. “Hai visto quanto patetico sono veramente.”

Frisk si inginocchiò davanti a lui, ma Flowey si piegò ancora di più, coprendosi la corolla con le foglie per la vergogna. “Hai avuto quello che volevi. Adesso vattene.”

Sono finiti i giochi, pensò Flowey. Anche lei se ne andrà, come una volta fece lui…senza avvertire, in silenzio, quando si è stufato di me, di tutti noi. Ci ha gettati come stracci vecchi.

Frisk continuava a guardarlo. Flowey odiava il suo silenzio. Odiava il fatto che l’avesse abbracciato quando aveva ripreso la forma di Asriel, dicendo che quanto aveva sofferto era sufficiente. Odiava il fatto che Frisk fosse più gentile di suo fratello…così era difficile odiarla, visto che avrebbe sempre voluto qualcuno che lo coccolasse così, da quando era diventato un fiore. Eppure ancora una parte di lui non cedeva. Forse è per questo che suo fratello gli aveva sempre dato del frignone.

“Non puoi far finta di essere lui?” la implorò FLowey. “Per favore?”

Ma Frisk gli rispose che le cose non funzionano così.

“E chi se ne importa come funzionano?” strillò Flowey. “Chi sei tu per dirlo? Io rivoglio mio fratello! Ridammelo!”

Adesso era ritornato un bambino capriccioso, pensò Flowey. Eppure era sempre stato un bravo bambino, era suo fratello a essere il contrario. E Frisk cos’era? Avrebbe voluto saperlo, nonostante la sua vista fosse offuscata dall’odio e dalla mancanza di empatia per qualsiasi forma vivente. Ma ora che non poteva più difendersi, gli era stato impedito anche di attaccare.

Senza attaccare, che razza di creatura era diventato? Un vegetale. Ah ah, com’era ironico.

Flowey si mise a ridere, ma Frisk non sembrò affatto impressionata. Era riuscita a sconfiggerlo anche così, silenziosa e piena di cerotti e per di più senza attaccarlo o salvarlo. Era stato orribile. Da dove proveniva un potere del genere? Quello di amare. Senza amare, la verità non esisteva più. Forse Flowey aveva amato una volta, quando ancora era Asriel…ma ora? Ora non credeva che qualcuno potesse amarlo, dunque perché sforzarsi tanto?

Frisk gli toccò un petalo. “Ohi!” esclamò Flowey ritraendosi. Per qualche istante credette volesse strapparlo via e ucciderlo, ma Frisk non fece nulla del genere. Invece, cominciò a grattare la terra. Le sue unghie si riempirono di terriccio e le punte delle  dita divennero marroncine. Stava scavando tutto intorno a Flowey.

“Che cosa fai?” domandò Flowey. “Cosa pensi di fare?”

D’un tratto lo colse il panico. Voleva sradicarlo. Impedirgli di fuggire, di fare altre malefatte. Flowey cominciò a tremare. Poi a ringhiare. Poi la sua corolla cominciò a mutare in un ghigno orribile, nell’ultimo, disperato tentativo di spaventarla.

“VATTENE!” urlava con una voce talmente distorta che faticava a riconoscersi. “VATTENE O AMMAZZO TE, TUTTI I TUOI AMICI, E POI VI FACCIO RITORNARE IN VITA E VI AMMAZZO DI NUOVO…”

Ma, nonostante le minacce, nulla. Non c’era modo di farla desistere. Frisk era riuscita a scavare un bel po’ di terriccio attorno alle radici filiformi di Flowey. Con sé aveva un vaso, che pose davanti a lui. A quel punto, Flowey crollò.

“Come?” singhiozzò. “Come puoi farmi questo? Non c’è niente di peggio per me, abbi pietà. Ti prego, tutto ma non questo. Uccidimi e basta…”

Ma lei lo sradicò e lo mise nel vaso di terracotta, attorniato dalla terra. Flowey piangeva in silenzio, come solo un fiore sa fare. Era convinto di non provare nulla…ma allora si sentiva così umiliato. Frisk ci mise un po’ a travasare tutta la terra che riteneva necessaria per lui. Flowey si stupì come le sue braccine erano riuscite a scavare così tanto…un’ennesima controprova che nulla può contro la volontà umana.

Una volta terminato, lei lo guardò soddisfatta, le mani ai fianchi. Flowey non si era mai sentito più sozzo e becero che in quel momento. Tuttavia non era più in grado di sostenere un briciolo d’ira. Era disfatto, lei l’aveva disfatto.

“Sei contenta ora?” sbraitò Flowey, stanco. “Hai quello che vuoi, no? Mi hai salvato? Bene, brava. Ci ho provato anch’io con lui, ma come sai non è servito a nulla. Se n’è andato. Se n’è andato per sempre. Lo amavo, eppure non sono riuscito a fargli cambiare idea…quindi LASCIAMI QUI E VATTENE!”

Si sentiva male. Si sentiva patetico e debole. Incapace e troppo stanco per combattere. Era qualcosa che suo fratello aveva sempre odiato, eppure era diventato così simile a lui da stentare a riconoscere il proprio carattere. Lui non avrebbe mai fatto qualcosa del genere, pensò, mi avrebbe deriso, schiacciato e lasciato qui come la cosina patetica che sono, e forse sarebbe stato meglio…meglio perché non so come comportarmi ora, con una persona che non mi odia e non mi svilisce nonostante tutto ciò che le ho fatto e ho minacciato di farle.

“Non sono più Asriel Dreemur.” Sussurrò Flowey. “Sono solo una femminuccia, come diceva lui. Un piagnone. E ora sono pure invasato!”

Frisk rise. Sembrava così ordinaria, così normale. Su una cosa suo fratello e Frisk erano uguali: erano due stupidi pazzi. E umani. E Flowey non era riuscito a convincere nessuno dei due a fare la cosa giusta.

Frisk prese in braccio il vaso, e Flowey cominciò a tremare dalla paura. Da anni non vedeva il mondo così dall’alto, per anni la terra era stata casa sua. Frisk era tutta contenta mentre sfiorava la sua corolla gialla e lucente e un po’ spiegazzata.  “Non fare la scema!” disse Flowey. “Non mi toccare troppo…per di più, adesso che sono in un vaso avrò bisogno di un sacco di cure. Non penso proprio che una bimbetta come te sappia tenere un fiore!”

Frisk fece una piroetta con Flowey in braccio. Il fiore sentì una sferzata d’aria. In realtà si stava divertendo, non aveva avuto così tante attenzioni da…chissà quanto. Forse, se l’avesse incontrata altrove, in un’altra circostanza, quando ancora aveva il suo corpo…sarebbe andata diversamente, sarebbero stati amici, amici veri. Asriel era sempre stato un coccolone, adorava gli abbracci morbidi e piangeva facilmente davanti a film commoventi…a Frisk lui sarebbe piaciuto, ne era sicuro. Ma ora era solo un fiore inacidito, e tutto ciò che poteva fare era pretendere acqua fresca ogni giorno.

A quel punto, Frisk decise di andare. Flowey lo sapeva che prima o poi sarebbe capitato. Così quando lasciarono quel posto, gli disse silenziosamente addio. Pensò a suo fratello, che era morto lì, e pensò a Frisk che lo stava portando via. In fondo era la stessa cosa, due facce della stessa medaglia, e poi lui era sempre lo stesso.

Dal suo vaso, Flowey guardò Frisk. Era pure carina, non se n’era mai accorto.
 
Se potessi essere la metà di come pensi che io sia, pensò Flowey, potrei fare qualunque cosa…

Ma invece sono solo un povero idiota.
***
 
Avevano camminato per un sacco di tempo. Era strano essere in un vaso, ma Flowey stava già cominciando a farsene un’abitudine. A mettere radici, come si suo dire.

“Sai, sono bravo a leggere le storie…lo facevo sempre.” Affermò lui. “Mamma diceva che ho una bella voce, se vuoi posso leggere per te, ogni tanto.”

Frisk lo guardò e annuì. Già, lo sapeva che era un gran chiacchierone. Da quando se n’erano andati, non aveva fatto che parlare.

“Ah, e guai se quello scheletro si avvicina ancora a te!” proseguì Flowey. “E’ disgustoso. Non sai quante grane mi ha piantato…adesso che ci sono io dovrà starti distante.”

O cosa? Domandò Frisk incuriosita.

“O LO AMMAZZO!” esclamò Flowey facendo una brutta faccia, che era la sua specialità. Frisk rise: in fondo, non sarebbe cambiato mai.
   
 
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