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Autore: Argus_Apocraphex    10/01/2019    1 recensioni
E se per la prima volta nella storia di Hogwarts una Nata Babbana venisse assegnata a Serpeverde, come pensate possa reagire il Principe delle Serpi?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                                                                                          PROLOGO

-Melissa, puoi spiegarci di nuovo come hai fatto a trasformare il pezzo di torta di tua cugina in un disgustoso ratto...-  

La prima volta che la bimba aveva ammesso di essere stata la causa del primo svenimento di sua cugina Lara - quasi piangendo – lo aveva fatto perché si sentiva veramente in colpa! Nonostante quell’odiosa biondina fosse il suo incubo peggiore, era rimasta davvero spaventata quando l’aveva vista accasciarsi per terra con un tonfo sordo.
Probabilmente l’aveva desiderato così profondamente che era successo veramente e lei per un momento si era sentita davvero soddisfatta di aver imparato ad esaudire ogni suo desiderio. Ovviamente, prima di vedere tutti gli invitati alla festa di compleanno di sua cugina accorrere preoccupati al tavolo della festeggiata per soccorrerla. Quel compleanno era stato davvero una noia,bisognava ammetterlo! Palloncini rosa ovunque, ali di fata viola sul completino rosato di Lara e torta con decorazioni rosa, tovaglia rosa e candele rosa… Tutto estremamente rosa.
Il rosa era stato il primo motivo per cui aveva desiderato che quella torta si trasformasse in un topo. Lara aveva paura dei topi ma non ne aveva mai visto uno. Escludendo l’immagine sull’enciclopedia degli animali con cui sua cugina aveva iniziato a minacciarla l’anno precedente affermando con testuali parole se non insegni anche a me come fare queste cose credo che lo dirò a zia! Non era certamente colpa di Melissa se sua cugina non immaginava abbastanza forte e con abbastanza impegno di far apparire violette nel palmo della mano o di far trasformare un mucchio di foglie rosse e secche in vortici che si alzavano in aria con le forme più strampalate. Non che Melissa non le volesse bene, ma alcune volte era così gelosa sua cugina che proprio non riusciva a sopportarla. Forse, il rosa era solo il secondo motivo per cui aveva fatto apparire il topo. Il pomeriggio prima della festa era stata davvero cattiva! Era vero che Melissa era l’unica della famiglia a poter vantare una bellissima chioma corvina, tutti gli altri erano terribilmente biondi, ma arrivare a dire che probabilmente sarai stata adottata proprio per quella motivazione, beh…l’aveva ferita davvero tanto! Anzi, forse il rosa era proprio il terzo motivo per cui aveva sperato di spaventare quell’antipatica. Era verissimo che Melissa aveva problemi a leggere, ma a lei non sembrava poi così tanto grave se poteva recitare il bigliettino che aveva scritto per la cugina, invece di leggerlo di fronte a tutta quella gente. La mamma le aveva detto che non c’era bisogno, che Lara stava scherzando però tutti la stavano guardando e aspettavano incuriositi, lei aveva provato e non era riuscita a finire nemmeno la prima parola che Lara già stava ridendo come un’oca.
In quel momento Melissa aveva desiderato che al posto di quella disgustosa torta alla fragola ci fosse un enorme topo nero.
E così era stato. Si erano accorti tutti del topo, solo dopo che sua cugina era svenuta e lei non aveva visto mai nessuno girare gli occhi in quel modo e cadere giù dalla sedia. Era stato bruttissimo! Voleva assolutamente chiederle scusa. E se invece fosse morta? Melissa era terrorizzata. Proprio per quel motivo aveva deciso di rivelare a suo padre che è colpa mia il topo ma solo per spaventarla non volevo ucciderla mentre il genitore stava guidando per tornare a casa dopo il finale disastroso di quel pink party… Come lo avevano chiamato i genitori di Lara!
Il padre l’aveva guardata dallo specchietto retrovisore sconcertato e poi era scoppiato a ridere insieme a sua moglie. Ma perché non l’avevano presa sul serio? Faceva sempre quel tipo di cose.. Immaginare e far apparire. Perché non le credevano? Sua madre si era girata verso di lei con un sorriso dolce ma divertito e le aveva rivelato che lo sappiamo che Lara può essere davvero noiosa, ma come avrebbe fatto lei a far apparire un disgustoso topo al posto della torta?

-…o ad incendiare il quaderno di italiano…-
Lara era svenuta anche quella volta – mentre facendo i compiti d’italiano e sua cugina lodava il suo ennesimo voto alto – Melissa aveva desiderato che quel quaderno potesse sparire una volta per tutte insieme alle prove che sua cugina fosse più brava di lei a scuola. Ogni volta che facevano i compiti insieme doveva sempre farle notare quanto la sua scrittura fosse terribile e la sua scrittura incomprensibile? E il quaderno era sparito davvero. Però prima, aveva fatto una gran bella fiamma. E ovviamente, Lara era svenuta.

- …o a far apparire in casa tutti questi calabroni? -
Lara era svenuta -per la terza volta-  e quasi Melissa provava un certo senso di soddisfazione a fare quello che faceva. Insomma,poi che nome doveva dare alle cose che faceva?  Esaudiva i suoi desideri o faceva accadere qualcosa? Questa volta Lara l’aveva offesa davvero tanto dicendo che quei capelli neri erano davvero brutti. Il nero era il colore dello sporco e lei in famiglia era qualcosa che davvero non aveva posto! Così aveva di nuovo pensato a qualcosa di nero…
Il pomeriggio prima suo padre le aveva spiegato che quelle cose che volavano più grosse, nere e sempre un po’ visivamente affaticate si chiamavano calabroni e non mosche mostruosamente enormi e che portavano fortuna se si fermavano sui fiori! Avevano aspettato per qualche minuto e finalmente quel calabrone si era posato sulle viole appena sbocciate della mamma.
- Strano, non dovrebbero essere già nate le viole.. Ma ormai con questo clima,nessuno ci capisce!- aveva affermato il papà.
Melissa aveva sorriso.
Voleva un po’ di fortuna perché si era ripromessa che avrebbe fatto vedere ai suoi genitori che cosa sapeva fare, ed era un sacco spaventata. Insomma,non era una cosa che sapevano fare tutti! E se non era normale? Fra una settimana avrebbe compiuto undici anni ed era spaventata anche per quello. E se Lara fosse riuscita a far apparire un grosso scarafaggio al posto della sua torta di compleanno per vendicarsi? Non poteva assolutamente credere ad una cosa del genere. Lara era l’unica a sapere di quanto schifo le facessero gli scarafaggi.
Sempre perché li avevano visti sull’enciclopedia! Avrebbe dovuto far sparire anche quel libro subito! Stava diventando la causa di tutti i suoi più grandi problemi. Doveva sparire con un puff! Niente fiamme o cose così! Solo sparire. Ma non era quello il momento di desiderarlo, queste cose andavano fatte quando mamma e papà non ci sono aveva riflettuto.
Solo che dalla sua stanza già era arrivato un urlo. E quello era sicuramente di suo padre. Solo un’altra volta l’aveva sentito urlare..Quando due anni prima aveva fatto sparire dalle sue mani la carota che sarebbe dovuta servire come naso al pupazzo di neve. Era troppo storta! Il pupazzo doveva essere perfetto, per superare quello di sua cugina, ovviamente!
Quella volta però era stata davvero divertente! Corse insieme alla mamma verso la cameretta e trovò il papà seduto sul letto con gli occhi sbarrati che osservavano le sue mani vuote mentre scuoteva la testa come se non stesse capendo proprio nulla.. - Ero venuto a prendere l’enciclopedia per vedere in che periodo nascevano le viole…- disse l’uomo tremante -…ed è sparito, stavo sfogliando capisci,Marzia? Stavo sfogliando ed è sparito all’improvviso, puuff! Non è possibile!-
La madre aveva incominciato a ridere, pensando ad uno scherzo davvero mal riuscito del marito. Davvero credeva che sarebbe cascata in un giochetto così stupido? Scosse la testa e tornò nel salotto a leggere il suo romanzo preferito, quella domenica sarebbe dovuta essere di relax, puro relax e non si sarebbe fatta distrarre nemmeno dal marito.
Eppure solitamente gli scherzi gli riuscivano molto meglio. Era sempre stato un giocherellone ed era sicura che anche la sua piccola Melissa avesse preso dal padre, ecco perché già sapeva a chi rivolgersi quando notò che il romanzo di Ken Follett che aveva lasciato sulla poltrona era sparito. –Beh,allora chi devo rincorrere per riavere il mio libro?-
Fu in quel momento che Melissa decise. Bastava contare uno…due...tre…
-Sono stata io!- disse urlando la piccola stringendo i pugni. – Giuro, però stavolta credetemi! Sono stata anche io prima con le viole perché quelle della mamma erano chiuse e a me serviva che il calabrone venisse ai nostri fiori! Papà ha detto che portava fortuna…-
- Melissa,calmati. Non c’è nessun bisogno di strillare. Le viole sono belle che aperte perché c’è il sole ed è estate!-
- No,non capite! Anche il libro di mamma sono stata io… E l’enciclopedia! Però è colpa mia anche il topo della festa di compleanno e ti ricordi quando ti è sparita la carota dalle mani? Sono stata io. E anche quando Lara diceva che le aveva bruciato il quaderno. Sono stata io. Anche quando mamma diceva che il vento l’anno scorso faceva fare dei bei voli alle foglie..Ero io dalla finestra della mia camera. Io,sempre io.-
- E dimmi come ci saresti riuscita,streghetta?- disse il padre sorridente,mentre si accovacciava per raccoglierle le lacrime. Stava piangendo perché era nervosa. E aveva paura che lo sguardo severo della mamma si sarebbe tramutato in una grande sgridata per tutte le marachelle che aveva ammesso o che peggio ancora non le avrebbe creduto nessuno e sarebbe stata considerata bugiarda. – Immagino.-
-Oh,allora potresti immaginare di far riapparire il libro che stavo leggendo? Era davvero esaltante quel capitolo…-
- Io credo di poterlo fare…-  ammise sussurrando verso la madre e chiudendo gli occhietti bagnati di lacrime - …però non dovete spaventarvi, non è una cosa brutta!-
Occhi chiusi, immaginò il libro che sua madre stava leggendo fluttuare sulla testa del padre, sentì le parole arrivare lontane al suo orecchio ma ormai l’avevano deconcentrata totalmete e il libro finì sulla testa del pover’uomo.
- Melissa,facci capire per favore di cosa stai parlando, sembri quasi tuo padre con tutti quest…-
- Ahia!- Nella stanza calò completamente il silenzio. Il libro era apparso dal nulla e la piccolo ancora tremava per la paura di non essere capita, o addirittura accettata. Guardò la madre con gli occhi supplicanti. La signora era completamente ferma, come se le avessero staccato la spina e con la bocca aperta cercava di parlare e di dire qualcosa. – Melissa…perché mi hai tirato quel libro?- Le parole del padre avevano tagliato il silenzio. – Non l’ho tirato! Mamma l’hai visto anche tu,vero?-
- Fai qualcos’altro,Melissa. Non posso credere ai miei occhi. Cosa sta succedendo? Io non…-
-Oh, Marzia. Non crederai sul serio a queste cose. Sei una donna di scienza… Una ricercatrice!-
-Oh,stai zitto Filippo…Tu lavori a teatro,ma non sai mentire, vedi?-
-Marzia,stai dicendo che tuo marito non è un bravo attore?-
-Non sto dicendo nulla, sto cercando di capire mia figlia cosa sta facendo, perché non lo fai anche tu?-
-Allora guarda…Melissa, ti ricordi com’è fatta una libellula? Prova a farla apparire!-
La piccola annuì. Doveva immaginarla come l’aveva vista la prima volta nell’enciclopedia.  Dopo cinque secondi tra il viso della madre e quello del padre apparve una libellula blu. Dopo tre secondi,il padre era svenuto. Era così che Melissa aveva scoperto di essere una strega. E non poteva far altro che domandarsi perché ogni volta che immaginava forte,qualcuno sveniva con un tonfo altrettanto forte. Il padre aveva reagito con uno svenimento, e la madre con una paralisi. Solo che poi qualcuno aveva bussato insistentemente alla porta e la madre era corsa ad aprire mentre lei cercava di far riprendere il padre accarezzandogli la mano. Da quella reazione doveva dedurre che era qualcosa di completamente brutto immaginare come faceva lei, tanto forte e con tanto impegno! Si riscosse dai suoi pensieri solo quando sentì il trambusto proveniente dal corridoio. Si affacciò alla porta e vide sua madre con la tipica aria da guerriera bloccare l’entrata ad una donna minuta e dai capelli argentati. – Mi scusi, ma non credo di comprendere…-
- Oh,alcune volte credo proprio che dovremmo utilizzare un Imperio per poter entrare in casa di voi Babbani per riuscire a portare i vostri figli ad Hogwarts…!- disse divertita la signora dai capelli bianchi.
- Dove crede di poter portare mia figlia?-
- Signora, mi faccia entrare per favore. E’ una questione molto importante che riguarda la piccola Melissa..-
-Come fa a sapere il nome di mia figlia?-
-Oh, signora. So molte più cose di quante lei crede. La piccola avrà già mostrato qualche accenno di magia,vero?- esclamò con aria consapevole quella che doveva essere per forza una strega, di quelle vere, pensò Melissa. Un’esclamazione di sorpresa fuoriuscì dalle labbra di sua mamma che sembrava iniziare a capire ed immaginare il perché di quella visita. Ma non accennava a far entrare la donna che pazientemente aspettava un invito. Melissa era convinta che se fosse voluta entrare con la forza quella donna avrebbe solamente dovuto far qualche movimento con la mano. E invece non faceva altro che aspettare. Fu quel comportamento ad ispirare fiducia nella piccola dai capelli corvini che sbucò dall’angolo per andare alla porta,affiancando la madre.
- Salve…- disse sottovoce. - Salve, Signorina Melissa. Mi offrirebbe una tazza di tè? Ho fatto un lungo viaggio per arrivare qui e credo che i tuoi abbiano bisogno di un lungo discorsetto..Intanto questa è per Lei. Quest’anno ogni insegnante della Scuola di Magia di Hogwarts ha avuto l’incarico di venire a trovare gli aspiranti maghi e le aspiranti streghe di origine Babbana.Per riuscire a spiegare al meglio la situazione,ecco..Sa, dopo aver trovato il Signor Potter costretto a dormire in un sottoscala!Oh,dimenticavo, sono la Professoressa McGrannitt…-


-Quindi lei mi sta dicendo che mia figlia è una strega?- sbottò incredula la signora Marzia.
-Oh, e credo anche delle migliori. Non è da tutti trasfigurare un pezzo di torta in un topo…- rise la McGrannitt - …dovrei sentirmi anche piuttosto felice, eccellerai in Trasfigurazione!-
-Professoressa ma come si aspetta che noi possiamo mai credere in tutto ciò!- esclamò preoccupato l’uomo che si era ripreso ormai da un po’ dallo svenimento e aveva ascoltato attentamente la McGrannitt. – Oh, signor Filippo..il bernoccolo che ha in testa dovrebbe essere più che sufficiente come prova,non crede? Hogwarts è un ambiente sicuro. Gli insegnanti sono i migliori. E poi Melissa diventerebbe un rischio se incapace di incanalare perfettamente la sua magia. Reprimerla non è una scelta che un genitore saggio dovrebbe considerare… Pericolose situazioni si creano se la magia è fuori controllo.-
Melissa prese la lettera che le era stata consegnata con grande solennità dalla strega. – Non ci crederanno mai…-
Tutti si voltarono verso di lei. Non era bastato dare quelle numerose prove delle sue capacità nel pomeriggio?
– Non ci credono perché non comprendono. E’ comprensibile,Melissa.-
- Come posso lasciare mia figlia in mano ad un’estranea? Una donna che non conosco, accettare che per quasi un anno lei debba stare in un luogo che a me non è accessibile, di cui non ho mai sentito parlare e in cui si studia magia… Magia,io sono una ricercatrice,come faccio a comprendere?-
- Mi permetta una dimostrazione,signora…- chiese spazientita ma ferma la Professoressa-…appoggi la mano sul mio petto, le dimostrerò quanto amore provo per i miei alunni e quanta dedizione ho da sempre dedicato a queste giovani menti.-
La donna fece come suggerito. E d’un tratto sentì tutto. Sembrava di aver vissuto nella pelle della strega e di poter sentire i suoi pensieri e la sua pura preoccupazione per sua figlia. La Professoressa le permise di scorrere nella sua esperienza e nei suoi ricordi d’insegnante. Le giornate in cui gioiva per i traguardi dei suoi alunni e quelli in cui doveva mostrare la sua tempra e la sua intransigenza. Vide il castello di Hogwarts e le giornate ad Hogsmeade. Vide le lezioni e gli allenamenti a Quidditch. E decise. Melissa era una strega e lei, più di tutti l’avrebbe supportata. Lanciò uno sguardo al marito che comprese e fece un dolce cenno di assenso. Guardò la sua piccola Melissa che fremeva. –Professoressa… ma la bacchetta Melissa non la possiede!-  
La Professoressa McGrannitt accennò un sorriso e allontanandosi scosse il capo, questi Babbani imparavano in fretta!



Salve,ragazzi. Questa è la mia prima storia nella sezione di Harry Potter.
​Prima di cimentarmi in questa ff ho divorato numerose storie presenti sul sito e questa storia nasce da una riflessione un po' particolare. Su una decina di siti ho notato che è sottolineato come nei Serpeverde non sia mai stato assegnato un Nato Babbano. Non so quanto queste fonti siano attendibi,in realtà, ma l'idea di incentrare la storia su una situazione così "what if? " mi faceva gola. ​Spero che apprezziate, e se avete domande non esitate a chiedere. Mi piace interagire con i lettori ed è un sacco che non scrivo. Probabilmente dovrò riaffinare un pò la scrittura e spero che questo percorso, di cui Melissa sarà la protagonista indiscussa, possa accompagnarci verso una buona consapevolezza che ciò che è diverso da noi, la maggior parte delle volte, non è niente terribile come lo immaginiamo. Facciamo tesoro di ciò che Harry Potter ci ha insegnato - anche nella vita di tutti i giorni- nel nostro incontro con ciò che definiamo diverso o altro. Buona lettura!






 
  
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