-Ron! Cosa diavolo...
Hermione Granger
era appena entrata nella stanza del suo ragazzo, non credeva ci fosse bisogno di
bussare, e lo aveva trovato concentrato e intento in qualcosa che con lei non
aveva mai voluto fare.
Da fuori aveva sentito degli strani rumori e aveva
pensato stesse piangendo, ma ora che lo aveva visto sopra una ragazza nel letto
in cui avevano dormito insieme tante volte, aveva avuto prova del
contrario.
Ron, sentendola, sobbalzò e si scostò da sopra la ragazza che si
rivelò essere...
-No! Non ci credo...
-Herm, lascia che ti
spieghi...
-Spiegarmi cosa, eh? Spiegarmi che mi hai solo presa in giro, che
dicevi di non essere pronto perché in realtà non mi volevi? Oppure, spiegarmi il
perché ti trovo a letto con Pansy-carlino-Parkinson?
Hermione era furibonda e
sull'orlo delle lacrime mentre una mano candida si levava dalle lenzuola per
andare ad accarezzare il petto del ragazzo. Pansy guardò la riccia con aria di
sfida, senza preoccuparsi di coprirsi il seno scoperto dal lenzuolo.
Ron
prese quella mano e la baciò, accentuando ancora di più il lampo di trionfo
negli occhi di Pansy e spezzando inesorabilmente il cuore della povera Hermione
che scappò dalla stanza in lacrime. Naturalmente, il rosso non si preoccupò di
inseguirla per vedere come stava ma si limitò a fare una ben poco gentile alzata
di spalle-come se l'altra se la fosse presa troppo-mentre tornava famelico a
baciare la sua ragazza.
Hermione scappava in lacrime per i corridoi della
scuola, ringraziando il cielo che fossero deserti per via del freddo che faceva
in quei giorni. Probabilmente, erano tutti in sala comune a scaldarsi davanti al
camino ma lei decise di sfidare il freddo e uscì.
Andò in riva al lago nero,
soffermandosi ad un centimetro dall'acqua.
“Quanto sarebbe facile farla
finita, adesso? Qualche passo... pochi passi... nessuno se ne accorgerebbe,
nessuno sentirebbe la mia mancanza...”
Prima l'aveva tradita Ben, il suo
ragazzo babbano, e ora l'aveva tradita Ron. Cosa significava quello? Era forse
destinata a non essere amata da nessuno, né nel mondo babbano né nel mondo
magico?
Non avrebbe potuto sopportare una vita senza amore, non aveva fatto
nulla di male per meritarlo ma non poteva fare nulla per cambiare il corso degli
eventi.
Alzò il viso verso il lago, con occhi furibondi, e si asciugò una
lacrima con la mano tremante.
Basta, aveva deciso: la secchiona Hermione
Granger avrebbe detto addio al mondo, magico e babbano, per non soffrire
più.
Avanzò di un passo, l'acqua gelida le bagnò i piedi. Represse un brivido
e continuò la sua avanzata finché il lago non le avvolse la vita.
“Addio...
ricordatemi quando non ci sarò più, ricordatevi di una ragazza che avete
disprezzato ma che in realtà aveva solo bisogno di essere amata. Ricordatevi di
Hermione Jane Granger.”
Si apprestò ad immergersi completamente nel lago ma
proprio quando stava per compiere il passo finale, sentì una voce
chiamarla.
Lei non vi fece caso ma non poté ignorare le due braccia forti che
la portarono a forza fuori da quel lago che stava per diventare la sua
salvezza.
La persona la fece sedere per terra lontano dall'acqua, ma Hermione
continuava a tenere lo sguardo basso e lottava per non ricominciare a
piangere.
-Vuoi guardarmi mentre ti parlo?!
Hermione si rese conto solo in
quel momento che una voce maschile la stava rimproverando in ogni modo per aver
tentato quel, a suo parere, inutile e avventato gesto.
Alzò gli occhi e la
persona che vide la lasciò completamente senza fiato.
-Zabini, cosa ci fai
qui?
-Mi sembra ovvio, ti impedisco di fare la più grossa stupidaggine della
tua vita.
-E perché, se posso chiedertelo?
-Perché il suicidio non risolve
niente, qualunque sia il tuo problema. Granger, hai una marea di amici a cui
chiedere consiglio se qualcosa non va. Perché diavolo hai cercato di
ucciderti?
Hermione, che con le braccia si cingeva le ginocchia, nascose la
faccia nei vestiti ormai fradici senza riuscire a reprimere un singhiozzo. Era
vero, la secchiona so-tutto-io della scuola stava piangendo davanti ad un
serpeverde. Questo non dimostrava nulla, solo che pur essendo una secchiona era
sempre umana.
-Granger... ho detto qualcosa che non va? Io...
Hermione non
fece caso allo strano atteggiamento di Zabini perché iniziò a singhiozzare
ancora più forte. Perché, perché la faccia di quel troglodita di Ron continuava
ad apparirle davanti?
Smise di piangere quando sentì due braccia avvolgerla
in un caldo e umido abbraccio.
-Zabini, cosa fai?
-Cerco di scaldarti...
vieni, torniamo al castello.
Blaise si alzò e le porse una mano, ma lei non
si alzò.
-Cosa ti prende?
-Non me la sento di tornare dentro, non
adesso...
-Ma qui fuori si congela, cerca di ragionare!
-Sì, ma nessuno ti
costringe a rimanere qui con me. Puoi anche rientrare, se i tuoi compagni di
Casa ti vedessero parlare con una mezzosangue ti darebbero il tormento.
A
quel pensiero, poco ci mancò che iniziasse di nuovo a piangere ma non lo fece
perché Zabini la abbracciò di nuovo, questa volta non per scaldarla ma per
confortarla in qualche modo.
La strinse delicatamente a sé, cingendole la
vita e inspirando il profumo che emanavano i suoi capelli bagnati.
-Se io
adesso me ne andassi, puoi forse negare che torneresti un'altra volta verso quel
maledetto lago?
-No, non posso negarlo... ci proverei di nuovo e questa volta
ci riuscirei.
-Vedi? Non posso lasciarti sola...
Hermione si staccò da
lui, osservandolo un attimo.
-Zabini, perché lo hai fatto? Perché mi hai
salvata? Perché rimani qui con me? Come facevi a sapere dov'ero? Non
capisco...
-Io...-esitò un attimo-ti ho seguita. Ti ho vista uscire e mi sono
chiesto dove potessi mai andare con questo freddo da lupi.
-Ma
perché?
-Hermione,-la ragazza ebbe un mancamento nel sentire il suo nome
detto da quel ragazzo-non so come dirtelo, potresti anche non crederci, ma io...
vedi, io...
Il cuore di lei batteva forte mentre lo vedeva avvicinarsi sempre
di più e quando non riuscì più a guardare i suoi occhi blu, chiuse gli occhi in
tempo per sentire le labbra incontrarsi.
All'inizio fu un bacio dolce, un
semplice sfiorarsi di labbra che si tramutò in qualcos'altro. Blaise mordicchiò
il labbro inferiore di Hermione che per la sorpresa schiuse la bocca permettendo
alla lingua di lui di incontrarsi con la sua.
Quel bacio le stava facendo
provare sensazioni mai provate prima, e allora perché riusciva a pensare solo
alle invitanti acque del lago nero?
Quando si staccarono avevano entrambi il
fiato corto.
-Non sono molto bravo con le parole, ma mi sembra di averti
fatto capire cosa volevo dirti prima...
Lui appoggiò la fronte a quella della
grifondoro, continuando a guardarla preoccupato per il suo
silenzio.
-Hermione, stai bene?
Subito dopo si diede dello stupido per
aver fatto una domanda di quel genere. Era ovvio che non stesse bene se aveva
appena tentato il suicidio!
La ragazza si staccò da lui, guardandolo in
faccia cercando di sondare se quella fosse una presa in giro o no.
-Tu...
provi qualcosa per me?
-Non si era capito? Herm...
Lei lo
interruppe.
-Tu prima mi hai chiesto perché ho tentato di uccidermi, vero?
Bene, è stata colpa di Ron che... beh, ha deciso di tradirmi con
Pansy-carlino-Parkinson.
Blaise sgranò gli occhi.
-Stai scherzando? Stavi
facendo quella pazzia per colpa di lenticchia?
-Sì, sono stata tradita due
volte da persone che dicevano di amarmi e non voglio che accada di nuovo. Un
altro colpo così e il mio cuore potrebbe scoppiare...
-Hermione, cosa ti fa
credere che io ti tradirei?
-Lo hanno fatto tutti, prima il mio ragazzo
babbano e poi Ron... è destino che io rimanga da sola, dopotutto sono solo la
secchiona so-tutto-io di Hogwarts, la mezzosangue zannuta che non piace a
nessuno.
Blaise la guardò e poi l'abbracciò con tenerezza, sussurrandole
parole di conforto all'orecchio.
-Hermione, non è vero che non piaci a
nessuno. Siamo al sesto anno, ed è dalla fine del quarto che non ho occhi che
per te. Da quando sei scesa dalle scale per andare al ballo del Ceppo con
quell'idiota di Krum.
-No, non è vero...
-Invece sì che è vero, credimi se
ti dico che provo per te qualcosa di sincero.
La ragazza si mordicchiò il
labbro, indecisa.
-Come faccio a crederti?
-Vieni al castello con me, te
lo dimostrerò.
Si alzò e, come prima, le porse la mano per aiutarla,
sorridendo quando lei lo afferrò.
Si avviarono insieme verso il castello,
entrambi bagnati fradici, ma lei con una nuova consapevolezza: non sarebbe più
stata sola e Ron poteva andare al diavolo, insieme alla sua nuova
conquista.
A tutti nella vita capita di sentirsi un po' giù di morale e ci
sarà sempre qualcuno che godrà della disperazione altrui, ma la cosa veramente
importante da ricordare è che TUTTO, ma dico TUTTO, si risolve parlandone. La
soluzione che al momento può sembrare più rapida è solo una vana illusione ed
Hermione non ringrazierà mai abbastanza Blaise per averle impedito di
suicidarsi.
TUTTI HANNO DIRITTO DI ESSERE AMATI, E ADESSO LO HA SCOPERTO ANCHE HERMIONE.
Salve ragazze!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Dopo una lunga assenza sono tornata con una nuova fic, un po' triste ma con un
lieto fine.
È dedicata a tutte coloro che, almeno una volta nella vita si
sono sentite brutte e non amate e ricordate bene: nessuno, assolutamente
nessuno, ha il permesso di farvi sentire inferiori agli altri. Siate forti,
perché quando la vita sembra avervi abbandonate c'è sempre qualcuno dietro
l'angolo che è pronto a consolarvi se solo voi lo notate.
La vita è bella,
non permettete alla gente di rovinarvela in questo modo, perciò dico solo: viva
la vita!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Me lo lasciate qualche commentino?
^^
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con sorpresa)