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Autore: mikamey    18/07/2009    5 recensioni
Piccola storia senza pretese con protagonisti la coppia Ayame/Koga. La nostra protagonista si troverà alle prese con uno dei suoi più grandi incubi: fare le analisi; Ma scoprirà che non tutti i mali vengono per nuocere. “Osservo sempre più agitata il ragazzo, convincendomi maggiormente, ad ogni istante che passa, che in questa clinica non ci sia nessuno mentalmente normale. Riformulo rapidamente la lista precedentemente fatta aggiungendovi i nuovi elementi; dunque ci sono medici maniaci, infermiere sadiche, nonnette troppo sveglie, ragazzi alla ricerca di nuove esperienze, bambini dalla personalità inversa e..”
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Koga
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3 colpo di fulmine


Un giovane alto dai capelli nerissimi e gli occhi di un turchese intenso, si affaccia alla porta osservandoci, per poi chinarsi davanti al bambino, e scompigliarli la folta capigliatura rossiccia.
-Prima c’è la signora e poi io!

Ancora quel maledetto sorriso stampato sul viso e un’assurda impazienza di farsi perforare un braccio, trasudano sinceramente da ogni poro di quello strano ragazzino.
Sembra quasi deluso di dover aspettare me; ma dico io, i bambini di oggi si spaventano solo di perdersi l’ultima uscita di un manga o videogame?? Dove sono finite le vecchie e sane paure di un tempo? Come le punture o i mostri dell’armadio, sotto il letto e via dicendo?

-Ah, una dolce fanciulla, dopo Jakotsu mi ci voleva proprio una bella ragazza per riprendermi.-
Rivolge la sua attenzione su di me, rubandomi mente e anima con la sua voce e i suoi occhi. Ora che lo posso osservare meglio non è per niente male, anzi, direi che si possa definire un uomo affascinante, ma non come Miroku; si tratta di un fascino diverso più..maturo, sembra più.. non so, virile.

La sua voce suadente, il suo sguardo accattivante non hanno niente a che vedere con la malizia sfacciata del collega. Come ha potuto Sango paragonare questo uomo a quel maniaco?

Avverto parlare qualcuno, Sango.. o forse il bambino non saprei dire, non capisco nulla di quello stanno dicendo, ma non importa, la cosa essenziale è che lui continui a tenere il suo sguardo su di me così come io non riesco a distogliere il mio da lui.

Ora so che esiste il colpo di fulmine, perché sono stata appena folgorata.

Sento strattonarmi ad una gamba e, mio malgrado, devo distogliere l’attenzione dall’oggetto dei miei pensieri; è quello strano bambino a chiamarmi e mossa da chissà quale gentilezza mi chino per sentire cosa  vuole da me.

-Ei signora, posso entrare io per primo? Per favooooreee!!!
Sbatto qualche istante le palpebre cercando di concentrarmi sulle sue parole. Vuole entrare per primo e fin qui ok ma.. mi ha chiamata signora! Signora!!Per la seconda volta per giunta.

Mi sforzo di distendere le mie labbra in un sorriso che celi i miei pensieri di vendetta, cercando di mantenere la mia attenzione sulla parte positiva della situazione. Ancora una volta, il momento della tortura è stato provvidenzialmente allontanato.
-Ma certo piccolo, vai pure tu per primo.

Le sue urla di esaltazione e gioia mi danno il voltastomaco, facendomi sentire sempre più una sciocca. Possibile che perfino un bambino di sei anni sia più coraggioso di me?
Lo osservo entrare all’interno della stanzetta insieme a Koga, dopo che questi mi ha rivolto un sorriso di accondiscendenza e ringraziamento. Sembra proprio un bravo ragazzo non c’è che dire, peccato per il suo lavoro… ma non poteva essere, che so, un impiegato?

Ancora sognante, guardo la porta bianca chiudersi per poi sentire la voce di Sango nuovamente accanto a me. Stava accompagnando Jakotsu dai suoi “amici” ma, stranamente, è ritornata sui suoi passi lasciando l’altro ragazzo leggermente indispettito, ad aspettarlo.

-Senti, non preoccuparti Koga è bravissimo, io devo andare ora ma tranquilla, fare un prelievo del sangue non è la fine del mondo e poi Koga è bravissimo no per niente è il preferito dai bambini. È un tipo a cui piace scherzare, sa mettere tutti a proprio agio; per te che hai paura di fare il prelievo è la persona più adatta, vedrai che ti divertirai e poi.. sembra che tu gli piaccia.

Dopo aver pronunciato queste parole, mi fa l’occhiolino e si allontana ridendo da me, letteralmente rapita da ciò che ha detto. Sembra che io gli piaccio… ma cosa vuol dire che è un tipo a cui piace scherzare?

Invasa da un leggero nervosismo, osservo sola e silenziosa la porta di fronte a me. Un misto di impazienza e rassegnazione mi avvolge completamente, finché, non avverto per l’ennesima volta, la risata cristallina del bambino provenire dall’interno della stanza proprio un attimo prima che la porta si apra, lasciandolo uscire con un vistoso cerotto dei Loony Tons in cui Will il coyote insegue Beep Beep sul braccio, e un’enorme lecca-lecca in mano.

Tutto sorridente saluta Koga ringraziandolo per la leccornia e raccomandandogli l’appuntamento per il prossimo controllo, per poi saltellare via verso la sala d’aspetto. Ora che ci penso, non ha nemmeno voluto la presenza di uno dei genitori con lui, deve essere davvero abituato a questi controlli.. eppure sembra un bambino sanissimo. Oh Kami, sto diventando paranoica.

-Hei? Mi senti?
Mi volto in direzione della voce, per incrociare due iridi turchesi che mi scrutano curiose e divertite allo stesso tempo. Mi stava parlando, mi stava parlando e io non ho nemmeno sentito cosa stesse dicendo. Stupido marmocchio, anche non facendo nulla riesce sempre a far danni.
-S-scusa ero sovrappensiero.. è cosi strano vedere i bambini cosi spensierati e impazienti di fare le analisi, di solito sono spaventati o piangono; ma quel bambino, sembrava stesse al luna Park invece che in una clinica.

Sorrido imbarazzata tentando di mascherare il mio disagio, cosa che purtroppo, non credo di essere riuscita a fare. Koga mi prende delicatamente per il braccio invitandomi ad entrare nella saletta, con una naturalezza alla quale non riesco ad opporre resistenza, benché la sensazione di “pericolo” sia ancora presente in me.

-Già è un bambino molto coraggioso, e ormai è abituato a questo genere di controlli. Sa che non proverà dolore e che, a lavoro ultimato, ci sarà un regalo ad attenderlo.

Un sorriso ancora più ampio si distende sulle sue labbra, scoprendo quella fila di denti bianchi e perfetti che incantano quasi quanto il suo sguardo. Senza rendermene conto, sono già seduta su una specie di poltrona semi incrinata provvista di braccioli ricoperta da un telo di carta usa e getta.

Inizio a guardarmi intorno, si tratta di una saletta semplice, asettica all’apparenza, ma intrisa di.. di un’atmosfera, a mio avviso, poco tranquillizzante. Uno sgabello tondo ricoperto da un cuscino nero  giace accanto a me, un mobile di plastica verdognola con una serie di cassetti è posto sul muro  davanti l’entrata, alla mia destra c’è una specie di scrivania con una serie di provette, tutte ordinatamente riposte l’una accanto all’altra con l’etichetta posta in avanti, e tutte ovviamente piene di sangue.

Resto per qualche secondo imbambolata da osservarle, sembra quasi che il sangue abbia sfumature diverse per ogni persona, qualcuno tende ad un rubino cupo , altre ad un rosso scarlatto, altre ancora ad un vermiglio acceso.

Inizio a sentire la nausea infastidirmi e, repentina, distolgo il mio sguardo da quel porta provette osservando invece quello posto di lato, proprio accanto al disinfettante e al cotone, ormai semivuoto, nel quale sono riposte le fialette ancora inutilizzate. Rabbrividisco al pensiero che alcune di quelle, verranno colmate col mio sangue.

 Dirigo ancora una volta il mio sguardo altrove, incrociando purtroppo, il cesto della spazzatura.
Al suo interno ci sono una quantità rilevante di siringhe striate di rosso, batuffoli di cotone e.. sangue, una innumerevole quantità di goccioline di sangue che tingono di una macabra fantasia la plastica azzurra del cestino.

-Il tuo nome?
-Cosa? Il… nome?
-Certo il nome, per le etichette, o se preferisci scriverò sopra “della graziosa signorina delle… 8 e 45.”-

Sorride sinceramente, divertito, senza tinte di strafottenza né di arroganza nella voce, mentre finge di osservare assorto l’orologio al polso destro, ed io, sempre più imbarazzata e nervosa, rispondo tentando di apparire calma e rilassata, cosa ovviamente impossibile in questo momento; ma si sa, a volte illudersi di riuscire in qualcosa di impossibile aiuta.

-Sarebbe un problema chissà quante ragazze incontri! Il Mio nome è Ayame, Ayame Kurata.
-Ayame Kurata allora, comunque, non mi sarei confuso, credimi mi ricorderei sicuramente di te.

Afferma sincero e sorridente imprigionandomi col solo sguardo, sincero e disarmante, per poi scrivere con una grafia perfetta e leggibile il mio nome su una serie di targhette adesive ed incollarle in altrettante provette.

 Si avvicina alla cassettiera verdastra, aprendone un cassetto ed estraendone la famigerata siringa, perfettamente sigillata nella sua bustina di plastica sadicamente trasparente. Osservo terrorizzata quell’affare che, una volta provvisto di ago, perforerà la mia pelle per estrarne il mio sangue.

Un sonoro “strap” e l’arma è ormai priva di sicura, viene caricata di lancia e infine il mio affascinante carnefice si avvicina a me.
-Benissimo.. allora, distendi il braccio..
 
Ecco il laccio emostatico legato al mio indifeso arto, per aiutare quell’arma impropria a centrare un’innocua vena da bucare. Kami, sento il cuore tentare di scappare dal petto e io stessa non capisco come le mie gambe non si stiano già adoperando a lasciare questa stanza delle torture, in fondo, sono ancora in tempo per scappare.

-Bene, ora apri e chiudi il pugno…
Ascolto la voce di Koga darmi istruzioni ma non le eseguo, sono come paralizzata dalla vista di quello stupido affare di plastica e acciaio perfora – vene. Mi sforzo di riacquistare la calma facendo dei respiri profondi e poi, incerta, inizio a stringere la mano a pugno, a intervalli, proprio come prima mi aveva chiesto Koga; ma lui non sembra più concentrato sul mio braccio, ora, mi osserva sorpreso e vagamente divertito.

-Ayame non avrai mica paura? È solo un prelievo, tranquilla non ti farò male.
Ha usato un tono dolce, accondiscendente, ma velatamente divertito ne sono sicura, e la cosa, mi crea qualche fastidio. Non voglio che il mio futuro ragazzo mi creda una fifona!

-N-no,cioè..si! ho il terrore degli aghi e il sangue mi da la nausea! È stupido e infantile lo so, ma è più forte di me.
Mi sfogo senza ritegno mandando al diavolo tutti i miei tentativi di sembrare una donna sicura e decisa, sento perfino gli occhi pizzicare ma piangere è assolutamente escluso. Questo non posso proprio farlo, non davanti a lui almeno.

-Hei hei tranquilla, non ti farò male e per il sangue.. basta non guardare, avanti non ho mai fatto piangere nemmeno un bambino non vorrai rovinarmi l’immagine!
-Non sto piangendo..

Ecco il mio tono da bambina arrabbiata, quello che fa comparire sul mio volto quel tipico broncio fanciullesco di chi non ha avuto il giocattolo che voleva, o che non può guardare i cartoni perché ci sono i compiti da fare.

Lui sorride divertito da questo mio comportamento e, con delicatezza, prende il mio braccio iniziando ad accarezzarlo alla ricerca della vena da sacrificare. Non posso evitare di carpire e godermi ogni singolo tocco che quella mano grande e calda riesca a fare, pur essendo consapevole dello scopo che ha quel gesto. Individuata la preda distoglie l’attenzione dal mio braccio per farmi un grande sorriso e dopo aver imbevuto un batuffolo di cotone nel disinfettante  inizia  a sfregarlo delicatamente sulla parte interessata

-Preparati, il momento fatidico è ormai giunto!-









Ed ecco il terzo e penultimo capitolo… come vi è sembrato l’incontro tra Koga e Ayame??? Soprattutto cosa ne pensate di Koga??? Sono curiosissima di leggere i vostri paperi!!personalmente ho tentato di dargli una tinta da seduttore ma diversa da quella di Miroku, come sappiamo, anche nel manga, lui è un tipo molto.. plateale e romantico ma solo verso UNA donna.. la verità è che c’è un perché nei suoi comportamenti.. ma tutto verrà svelato nel prossimo capitolo..

Alluuura che dire di questo capitolo?... la descrizione della saletta prelievi è frutto della mia memoria! Io non ho paura delle analisi come Ayame tuttavia non sopporto la vista del sangue! E l’idea di vederlo fluire dentro la siringa mi da alla nausea. Infatti, io osservo tutto, ma proprio tutto ciò che mi circonda, movenze del medico comprese, fino a quando non so che inizierà col prelievo, a quel punto mi volto di lato e aspetto paziente che finisca osservando un punto fisso di fronte a me. Quindi lo sgabello nero, il mobiletto verde sbiadito di plastica a cassetti, i porta provette e il cesto dell’immondizia sono tutte cose che osservo ogni volta che vado a fare le analisi e le mie reazioni sono più o meno quelle di Ayame per quanto riguarda il sangue. Soprattutto quelle goccioline sulla plastica del cestino porta rifiuti mi sono insopportabili! A mio avviso dovrebbero essere più attenti a questo genere di cose..

Ad ogni modo.. passiamo agli spoiler : )

“-Ayame? Ayame riprenditi, mi senti? hei forza non è nulla.
Riapro gli occhi per incontrare quelli turchesi e preoccupati di Koga, devo essere svenuta, il suo scherzetto e la vista del sangue sono stati troppo per me.

Mi accorgo che la poltrona è stata completamente distesa, facendo sì che assumesse una posizione completamente orizzontale.

Mi guardo intorno ancora scombussolata, e l’unica parola che riesco a pronunciare è “Sangue”, tentando di trovare con lo sguardo il braccio interessato. Noto immediatamente che a chiudere la ferita c’è un colorato cerottino rosa ma non riesco a identificare le figure disegnate sopra, forse appartengo a qualche altro anime, o forse, sono solo disegni di fantasia non so.”

Chissà che scherzetto le ha fatto Koga… se qualcuno vuole esporre qualche teoria, è liberissimo di farlo : )


 Ed ora… Ringrazionamentiiiii

Dance of death ciau!!!! Che piacere rivederti! Sono felice che la ff sia Assurda perché era proprio quello che volevo! “La mia cura” è una ff “seria” e volevo un po’ di leggerezza adesso :P che dire, sono onorata che tu stia seguendo un altro dei miei lavori e spero che continuerai a seguire anche questo J allora come ti è sembrato Koga?? Ti è piaciuto? Il prossimo capitolo come sai è l’ultimo e verranno alla luce nuove cose su di lui.. un bacioneeeee

LilyProngs wow quanti complimenti!!! Ti ringrazio infinitamente! Sono felice che la storia sia divertente era proprio quello che volevo affrontare una paura comune con ironia senza però sminuirla!! Nella stesura del prossimo capitolo mi sono ispirata ad una mia esperienza ma ti posso anticipare che no si tratta dello svenimento :P ad ogni modo spero che ance questo capitolo sia risultato piacevole un bacione immensoooooo tvb

Ed ora un appello a voi lettori.. lasciate un segno del vostro passaggio.. please.
Anche le critiche sono ben accette perché mi aiutano a migliorare e a venire incontro ai vostri gusti
Ringrazio comunque tutti quelli che mi seguono in silenzio : )
Un abbraccio
Mikamey


  
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