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Autore: vali_    25/01/2019    3 recensioni
Tra un ricordo del passato e una cena solitaria con Sammy, una piccola flashfiction per celebrare i quarant’anni di Dean Winchester.
Dean aveva solo quattro anni e non sapeva se odiava o no a quel fratellino che sarebbe nato da lì a qualche mese. Da una parte gli voleva bene perché capiva che mamma e papà lo facevano, dall’altra non tanto perché lei spesso stava male, per colpa sua. Quello che è certo è che adesso, senza di lui, questa vita non avrebbe lo stesso sapore”…
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Personaggi principali: Dean Winchester, Sam Winchester
Collocazione temporale: Da qualche parte nella 14esima stagione, dopo l’episodio 14x04 “Nightmare logic”
Conteggio parole: 512
Note: Buongiorno!
Io ho i miei soliti tempi di ritardo cronici, ma stavolta non è solo colpa mia: ieri notte mi si è spento il pc portatile proprio mentre stavo per pubblicare e ormai era troppo tardi per attaccarlo all’alimentatore e continuare da dove mi ero interrotta.
Avevo in mente un’altra cosina per il compleanno di Dean, ma non ho fatto in tempo a scriverla, perché un po’ più impegnativa. È comunque nella mia testa, quindi mi auguro che riuscirò a buttarla giù presto. Non potevo comunque far passare il quarantesimo compleanno di Dean senza aver scritto una riga.
Sono piuttosto indietro con la quattordicesima stagione (chi mi segue abitualmente sa che il mio tempo è risicatissimo) quindi non so attualmente come stanno le cose, ma ho voluto un’atmosfera un po’ più placida nel bunker rispetto a quella che si respira nel telefilm in questo momento. Spero non vi dispiaccia.
Vi mando un forte abbraccio e vi aspetto più tardi per il nuovo capitolo di “Make your own kind of music”. Buona lettura e buon venerdì! :D :*
 

What is really important

Ask yourself what is really important
and then have the courage to build your life around your answer.
 
(Unknown)

 
«Soffia le candeline, forza!»
Aveva la bocca incurvata in un sorriso storto e il viso concentrato, le piccole guance gonfie d’aria: si avvicinò alle quattro candeline accese, guardandole con aria di sfida per poi soffiare forte, spostando la testolina da sinistra verso destra per spengerle tutte.
La mamma applaudiva, contenta, mentre papà lo guardava orgoglioso. Gli fece una carezza sulla testa mentre gli donava un caldo sorriso e buono, gli occhi nei suoi.
 
Sorride appena a quel ricordo, masticando un grosso boccone del suo doppio cheeseburger con bacon e salsa ranch.
È un raro momento di pace [1] e siede al tavolo del bunker, Sam di fronte a lui. Un ciuffetto ribelle gli cade sulla fronte mentre tiene stretto il suo panino – molto meno grasso del suo, con un ciuffo di insalata e forse un pomodoro in mezzo – e lo mangia in modo composto, come solo Sam Winchester potrebbe fare.
 
Era solo un bambino quando la mamma gli aveva fatto quella crostata con le noci pecan la sera tardi, quando Dean dormiva e non poteva vederla. Vi aveva messo quattro candeline e lo aveva esortato a soffiare e a esprimere un desiderio, come tutti i bambini normali. Non sapeva che avrebbe avuto una vita molto lontana dal concetto di normalità, da lì a poco.  
 
Prova a immaginarsela: la pancia ingombrante del suo quinto mese di gravidanza, le mani nella pasta frolla e il grembiule addosso.
Dean aveva solo quattro anni e non sapeva se odiava o no a quel fratellino che sarebbe nato da lì a qualche mese. [2] Da una parte gli voleva bene perché capiva che mamma e papà lo facevano, dall’altra non tanto perché lei spesso stava male, per colpa sua. Quello che è certo è che adesso, senza di lui, questa vita non avrebbe lo stesso sapore.
 
Sono passati trentasei anni da quel ventiquattro gennaio e, oggi che di anni ne compie quaranta, sono tanti i pensieri che gli affollano la testa: quanta gente ha salvato in tutto questo tempo, a quanti mostri ha tagliato la testa, quante volte è morto o ci è andato vicino. E anche quante donne si è fatto, perché no. Anche se ultimamente sono un po’ poche per i suoi standard; deve rimediare al più presto.
 
Alza l’angolo sinistro della bocca a quel pensiero e trova Sam a guardarlo negli occhi. «Beh? Perché ridi?»
Dean fa spallucce, appoggiando il suo grosso panino sul piatto bianco. «Niente, pensavo a un po’ di cose passate».
Guarda suo fratello sorridere, la tipica espressione da presa in giro stampata sul viso. «A quarant’anni ti metti a fare i bilanci?»
Dean risponde con una smorfia «Invece di sfottere, tu augurati di arrivarci con la mia stessa faccia tosta».
 
Sam ride e scuote la testa; poggia il panino sul suo piatto e afferra la sua birra, alzandola nella sua direzione. Dean fa altrettanto e Sam si allunga un altro po’ per farle scontrare, gli occhi dritti nei suoi. «Ancora auguri, fratello».
Dean sorride e annuisce, senza proferire altre parole. In fondo, sono sempre state altre le cose davvero importanti.
 


[1] Mi riferisco all’ammasso di gente che popola il bunker degli Uomini delle Lettere nella quattordicesima stagione. Ho immaginato che, in quel momento, a parte loro non ci fosse nessuno, nemmeno Castiel e Jack.
[2] Dean è nato il ventiquattro gennaio, mentre Sam il due maggio; perciò, quando Dean ha compiuto gli anni quell’anno, Mary era già incinta.
  
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