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Autore: Meiko    31/08/2003    7 recensioni
La storia dolce e triste di un sacrificio.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sanzooo! Ho fame!-
-Piantala di gridare, stupida scimmia, o ti faccio passare la fame a suon di bastonate-
-Nervosetto, bonzo corrotto?-
-Avanti, smettetela di litigare. Guardate! Siamo in vista di un villaggio-
Hakkay, con il suo solito sorriso sereno, accellerò in direzione del villaggio, mentre Goku protestava di avere fame, e il bonzo si tratteneva dallo sfoderare il suo micidiale harisen, mentre Gojio sfotteva la povera scimmietta.
Stavano viaggiando da tre giorni, senza riuscire a vedere il minimo segno di vita in tutto l’immenso deserto. Sanzo e Gojio avevano quasi finito le sigarette, ed anche per questo il tenebroso bonzo era di pessimo umore, oltre al fatto che qualche ora prima, durante la notte, avevano combattuto l’ennesima volta contro un branco di demoni che li avevano attaccati, quasi non volessero fargli perdere la mano.
In effetti, da un po’ di tempo gli attacchi erano diminuiti, e poche volte i ragazzi potevano sfoderare le loro armi.
Raggiunsero il villaggio giusto il giorno di mercato, e le bancarelle emanavano profumi deliziosi, che solleticavano gentilmente le papille gustative del giovane demone scimmia, che trotterellava da una parte all’altra, festeggiando allegro, mentre gli altri tre ragazzi camminavano spediti, il bonzo alla ricerca di un negozio per comrare un pacchetto di sigarette, il Kappa guardandosi intorno in cerca di belle ragazze (e la merce non scarseggiava!), Hakkay per dare un’occhiata in giro, con quell’aria serena tipicamente sua. Ad un tratto, si cominciò a creare del trambusto intorno a loro, e poco più in là c’era una folla incredibile che ostruiva il passaggio.
-Che stanno facendo questi idioti?-
Sanzo guardò storto la folla, mentre Gojio ridacchiava, e Goku li raggiungeva con una massa incredibile di vivande tra le braccia.
-Sicuramente c’è una rissa, a giudicare dalle grida che vengono dal centro-
-Gnam…andiamo a vedere, gnam?-
-Un giorno di questi, stupida scimmia, finirai per strozzarti-
-Ci spereresti, pervertito di un Kappa?-
-Vuoi anche tu fare rissa?-
PUM! PAM! Il micidiale e implacabile harisen di Sanzo colpì in testa i due demoni con violenza, mentre la vena sulla fronte del bonzo s’ingrossava.
-Piantatela voi due, altrimenti uso la pistola, e fa molto più male-
-D’accordo, ci fermiamo, ma calmati, stupido bonzo corrotto!-
Hakkay sorrise alla buffa scenetta, per poi voltarsi interessato verso la folla.
-Visto che ci siamo, diamo un’occhiata!-
e senza attendere la risposta del bonzo, il ragazzo penetrò nella folla, seguito dal piccolo ed entusiasta Goku e dal Kappa, mentre il bonzo scuoteva il capo, sbuffando scocciato, seguendoli.
Al centro della folla, si stava svolgendo un combattimento particolare: da una parte un uomo che sembrava aver ingoiato un armadio teneva un bastone in mano, aveva barba nera e folta e baffi piccoli neri.
Dall’altro lato, una figura incapucciata combatteva a mani nude, il suo fisico e il volto coperti da un mantello color crema, solo le mani scoperte, e una parte del viso.
-Dunque, piccola, dov’è la mia merce?-
-Ti ho già detto che non so dov’è, grassone! Smettila di dare la colpa a me!-
-Sei una bugiarda! Proprio come tua sorella! A, lo sai che ieri me la sono fatta per bene?-
-Sei solo un bastardo-
la ragazza strinse con forza i pugni, le unghie si ficcarono nella carne, lasciando scappare un rigolo di sangue, mentre la folla gridava con forza “Rissa, rissa!”.
La ragazza, nonostante la provocazione dell’uomo, non perse il controllo, e sfoderò un sorriso divertito. -E come avresti potuto? Sei talmente grosso che a fatica le tue gambe riescono a tenerti in piedi. E, comunque, un poveraccio che non riesce a vendere neanche uno straccio non avrebbe mai i soldi di andare nel locale di mia sorella, perciò non mentire, brutto maiale puzzolente!-
-MOCCIOSA IMPERTINENTE!-
l’uomo si gettò sulla ragazza, che sotto lo sguardo sbalordito dei presenti compì un balzo altissimo, apoggiando la mano sulla schiena dell’uomo e, con una capriola, ritrovarsi dietro di lui, e fallo cadere a terra con un calcio ben impiantato sul fondoschiena dell’armadio, che con un tonfo cadde a terra.
-Attento, mercante, che con la tua massa provochi una voraggine!-
-ATTENTA!-
la ragazza si voltò, giusto in tempo per abbassarsi ed evitare un colpo da un altro uomo, dalle fattezze normali.
In quel momento, ne spuntarono una decina, e la ragazza si trovò in netta minoranza.
Stava per subire un attacco, quando la mano di Goku fermò il colpo, ed Gojio con Hakkay si misero in difesa della ragazza.
Il bonzo li guardò, sbuffando scocciato, osservando i tre che parlavano ai presenti.
-Ehi, ma non vi vergognate? Una ragazza non si tocca nemmeno con un fiore-
-Undici contro una sola è una cosa molto sleale, signori-
-Vedete di andarvene, prima che passiate dei guai molto grossi-
la ragazza guardò sorpresa i tre che la difendevano, per poi sorridergli da sotto il cappuccio del mantello.
Gli uomini rimasero un po’ bloccati, per poi tornare all’attacco, e subire i colpi (non troppo forti, altrimenti li avrebbero amazzati!) dei tre demoni.
-Guardate, uno di loro è un mezzo demone!-
-Che hai fatto, Kiko? Hai chiamato i tuoi amici demoni?-
la ragazza digrignò i denti, mentre Gojio guardava con indifferenza e con fastidio i tizi che avevno fatto quei commenti a sporposito.
-Per essere precisi, siamo stati noi a venire in soccorso della ragazzina…-
il Kappa accese tranquillo una sigaretta, mentre la ragazza alzava lo sguardo verso di lui, e gli sorrideva triste.
-Adesso finitela!-
tutta la gente li presente si voltò, e rimasero sbalorditi, per poi allontanarsi, mentre Sanzo si avvicinava ai tre demoni, in mano il suo harisen, che sbattè con violenza sulle due teste vuote del Kappa e della scimmia.
-Finitela di fare i galli, e andiamocene da qui, non ho intenzione di ascoltare ancora le vostre sciochezze-
e sotto lo sguardo sbalordito di tutti, i quattro ragazzi se ne andarono, mentre la ragazzina aprofittando dell’occasione, fuggiva via, ringraziando mentalmente gli sconosciuti venuti in suo soccorso.
-Non capisco perché te la sei presa così tanto, bonzo! In fondo, si trattava di fare una buona azione-
-Già! Quella ragazzina stava per essere picchiata da ben undici uomini-
-Nonostante la sua agilità, è solo una ragazzina-
-Allora siete orbi e sordi oltre che stupidi. Non vi siete accorti che la ragazzina è un demone come voi?-
i tre ci rimasero di sasso, mentre il bonzo continuava a camminare, indifferente.
Ad un tratto, davanti ai quattro, apparve la ragazzina sotto il mantello color crema, che fece un piccolo inchino.
-Vi ringrazio molto per l’aiuto che mi avete dato-
-Potevano anche rispiarmarselo-
-…avete ragione, venerabile Sanzo….-
il bonzo guardò sospettoso la ragazza, che si limitò a sorridere, togliendosi poi il cappuccio, mostrando lunghi capelli corvini dai riflessi azzurri, e due occhi verdissimi, lucenti.
-Vi prego, permettetemi di offrirvi del buon saké. Conosco un locale dove si può bere il migliore-
Gojio fece un mezzo sorriso, mentre Goku si avvicinava con sguardo innocente alla ragazza.
-Puoi offrire qualcosa da mangiare per me?-
-Certamente. Io mi chiamo Kiko, come avete già saputo. Prego, seguitemi, è da questa parte-
Era molto diversa dalla ragazza sfacciata e aggressiva di quella mattina; ora era molto calma e gentile, il suo sorriso ricordava molto quello di Hakkay, che le si fece accanto, presentandosi.
-Io sono Hakkay, questi sono Gojio e Goku-
la ragazza annuì con il capo, mentre accompagnava i suoi ospiti ad una locanda poco lontana dalla piazza dove si svolgeva la parte più interessante della fiera.
Goku saltellava da una bancarella all’altra, e Kiko non era da meno, allegra e sorridente.
Ad un tratto, si fermò, e si voltò sorridendo verso Sanzo, indicando poi un un dito un locale alla loro destra. -Se v’interessa, li si vendono sigarette. Vi consiglio di aprofittarne-
brontolando, il bonzo non si perse l’occasione di comparsi qualche pacchetto, per poi raggiungere il gruppetto, la ragazza ora chiaccherava tranquilla con Gojio e Hakkay, ogni tanto ridacchiando per le buffe scenette tra il kappa e la scimmetta.
Sanzo la guardò bene: aveva tirato su le maniche del mantello, mostrando le braccia magre e lunghe, coperte fino alle mani da una maglietta aderente nera, che terminava con un taglio a V sul dorso delle mani, e i polsi avevano ciascuno due bracialetti dorati; all’orecchio sinistro, la ragazzina portava tre piccoli orecchini, che tintinnavano scontrandosi uno contro l’altro al minimo spostamento del capo della ragazza, che rideva, solare.
La locanda era accogliente, e il padrone era molto cordiale e rispettoso nei confronti di Sanzo e di compagnia bella; invece, aveva una fredda diffidenza nei confronti di Kiko, che nel frattempo si era rimessa il cappuccio ed aveva rimesso a posto le maniche del mantello, ordinando per i suoi ospiti, pagando.
-…e dei dango, per il ragazzo-
-BUONI!-
Goku chiacherava allegro con la ragazza, che aveva di nuovo in volto quel sorriso triste, mentre Gojio assaggiava il saké.
-Accidenti!-
-Vi piace?-
-E’ buonissimo!-
la ragazza allargò il sorriso, per poi assaggiare con il ragazzo i dango caldi.
Quando la ragazza pagò il conto, il padrone fece una smorfia d’insofferenza, per poi allontanarsi, mentre la ragazzina si guardava intorno.
-Bene, ora è meglio che vada-
-Ma come, te ne vai di già?-
-Non potete farci fare il giro del paese, signorina?-
-Mi piacerebbe, ma vedete, devo partire. Qui vicino c’è un altro paese, ad un giorno di cammino, e li devo andare a fare visita a mia sorella-
-Allora fate buon viaggio, e arrivederci-
-Grazie, signor Hakkay, e buona giornata!-
e così dicendo, la ragazzina compì un salto pazzesco, raggiungendo uno dei tetti di tegole rosse, correndo via, il mantello formava pieghe sinuose, che mostrava il fisico asciutto di Kiko, che si fermò all’ultimo momento per salutare i ragazzi con la mano, e alla fine sparire dalla loro vista.
-E’ davvero simpatica!-
-Ed è davvero gentile ed educata-
-Nonostante il suo aspetto, invece, è un demone…Ma ne sei sicuro, Sanzo? A me sembrava una ragazza normalissima-
-Finitela, e andiamo a cercare una locanda dove aloggiare. Domani partiamo all’alba-
il bonzo si allontanò, freddo come il marmo, seguito poi dagl’altri.

Kiko si fermò, per poi sorridere, divertita.
-Beh, che c’è? Avete paura di me?-
i demoni sbucarono dal nulla, in tutto erano una trentina, ma a lei sembrava non fare ne caldo ne freddo, mentre si preparava a dare loro una bella lezione, alzando il mantello e prendendo dei pezzi di quello che sembrava un bastone, dietro alla schiena teneva due lame a falce di luna, che collegò alle estremità del bastone, tenendolo poi come sostegno sulla sabbia, abbassando il cappuccio, guardandosi intorno.
Il silenzio cominciava a farsi davvero pesante, ma lei restava tranquilla, a guardarsi intorno con aria incurante, aspettando la loro prima mossa.
Poi, di colpo, avvertì uno spostamento d’aria dietro di lei, e con una velocità pazzesca evitò il colpo, per poi colpire in pieno l’essere con la sua arma, scatenando così gli altri demoni, che le diedero filo da torcere.
Fu uno scontro abbastanza cruento: i demoni sembravano sbucare dalla terra come margherite, e attaccavano con un’incredibile ferocia Kiko, che sembrava non sentire minimamente i colpi che ogni tanto riceveva, riprendendosi e agitando la sua arma, facendo stragi.
Alla fine, ansimò, guardandosi intorno: si…a contarli, dovevano esserne sessanta, tra quelli morti per primi e quelli sbucati dal terreno.
E…allora…
Cos’era quel brutto presentimento?
Si voltò, e rimase di sasso, trovandosi di fronte un demone dall’aspetto di bambino, che la guardò, i suoi occhi vuoti, per poi mostrare gli affilati canini e le affilate unghie, e squarciarle il ventre con un’unghiata, facendola cadere a terra, svenuta.
“Merda…”

-Pervertito di un Kappa!-
-Stupida scimmia!-
-SMETTETELA!-
PAM! Un colpo secco, e i due si erano calmati, mentre il bonzo rimaneva in piedi ad osservarli, adirato, mentre Hakkay continuava a guidare.
Ad un tratto…
-Sanzo, guarda-
il bonzo si voltò, e rimase abbastanza colpito dalla presenza di cadaveri che trovavano, tutti demoni. Poi, in mezzo a loro, una piccola figura avvolta da un mantello color cremisi, sul ventre il mantello squarciato e sporco di sangue, che usciva copioso.
-Quella e Kiko!-
Hakkay fermò la macchina, e il gruppo si avvicinò alla ragazza, lentamente Hakkay la prese tra le braccia, osservandola bene.
-Respira ancora, ma è molto debole!-
-Ha detto che da queste parti c’è un villaggio. Presto!-
Gojio salì in macchina, mentre Hakkay adagiava la ragazza sul retro, tenuta dal Kappa e da Goku, che la guardava preoccupato, il viso di lei era sofferente e pallido rispetto al colorito ambrato di prima della ragazza, che sudava.
In quel momento, sotto lo sguardo di tutti ma notato da nessuno, una piuma bianca e nera svolazzava sul petto della ragazza, tenuta ferma da un laccetto di cuoio marrone.

Apro gli occhi.
Ma, come al solito, è tutto buio attorno a me, non vedo altro che la mia figura, illuminata di una luce fioca.
Provò ad alzarmi, ma sono piena di graffi lungo tutto il corpo, e le mie ali ad ogni minimo movimento perdono piume, che assumono tinte grigiastre.
Mi sento troppo debole…non c’è la faccio…
Ricado, la testa sbatte in quello che sembra un pavimento.
Si…è fatto di marmo nero…ha delle venature verdognole scure e grigie.
Sono stanchissima, e mi accorgo che fa freddo.
In qualche modo, copro la mia femminilità e il mio petto, anche questi sono feriti, il mio seno ha molti graffi, alcuni più profondi di altri.
E qualcuno mi ha privato della mia verginità.
Le mie ali sanguinano, e il loro colore assume tinte grigie sempre più scure.
Ma non piango.
Non posso piangere, non merito questo grande onore.
Guardo la mano che copre la mia femminilità: sangue…
Mi rannicchio in una posizione fetale, le ali però sono spalancate, e a poco a poco le piume diventano sempre meno.
Anche la luce che emano diventa sempre più fioca.
Il pavimento si bagna di liquido denso, color rosso carminio.
Il buio mi divora.
Aiuto…
No, non posso chiedere aiuto, non posso piangere, non posso gridare.
Non mi merito il perdono, non merito aiuto, non merito di vivere….

Riaprì gli occhi, lentamente, e davanti al suo sguardo trovò un soffitto.
Si alzò, o almeno ci provò, perché una fitta al ventre la bloccò, facendole mancare il fiato.
-Ferma! Sei ancora troppo debole-
Questa voce…mi è familiare…
-Hakkay?-
-Si, sono io, signorina Kiko. La prego, si sdrai, la sua ferita non è profonda, ma è meglio che lei non faccia troppi sforzi-
-Cos’ è sucesso?-
-Beh, questo dovresti dircelo tu. Ti abbiamo trovata svenuta in mezzo al deserto, attorno a te cadaveri di demoni-
la ragazza spostò lo sguardo dal gentile sorriso di Hakkay al mezzo sorriso divertito di Gojio, che le si avvicinò, seguito da Goku, che la guardò preoccupato.
-Come stai, Kiko?-
-Meglio, grazie Goku. E grazie a voi per avermi salvata.-
-Figurati. Però ci devi offrire dell’altro saké…-
-E altri dango!-
la ragazza ridacchiò, prima di fissare sorridendo triste la figura all’apparenza ostile di Sanzo, che era appoggiato allo stipite della porta, fumando silenzioso.
Il suo sguardo tornò sul soffitto: accidenti…perché aveva di nuovo fatto quel sogno?
“…devo andare da Hiyling. Ha di sicuro bisogno di me. E io di lei…”
-Qualcosa vi turba, signorina?-
la ragazza si voltò, e fissò tranquilla il sorriso del signor Hakkay: un sorriso triste…nostalgico…di chi soffre dentro, ma vuole tenerselo dentro questo dolore.
Proprio come lei…
Sorrise allo stesso modo di Hakkay, scrollando leggermente il capo.
-No, niente. Mi sono ricordata che, appena guarita, devo andare da mia sorella-
-Se vuole, la chiamiamo e la portiamo qua-
la ragazza, di colpoò, sbarrò gli occhi, e provò ad alzarsi.
-NO, VI PREG….-
si sentì il fiato mancarle, mentre appoggiava una mano sul ventre, osservando le bende con qui era stata ferita: ora ricordava….quel demone dalle sembianze di bambino…
Lentamente, tornò a sdraiarsi, e sbuffò, scuotendo il capo, per poi guardare sofferente i tre ragazzi, e sorridere.
-No, grazie. Preferisco andare io da lei. Mia sorella di sicuro è molto impegnata-
accanto al letto, c’era una finestra, e si voltò, ammirando il cielo, che si stava facendo grigio.
-Ragazzi, lasciamola riposare, sarà stanca.-
con fare gentile, Hakkay portò via Gojio e Goku, mentre Sanzo restò a fissarla ancora un po’, prima di chiudere dietro di se la porta.

Era notte, quando Hakkay andò a controllare la ragazza, e la trovò seduta sul davanzale della finestra, che dava su un balcone molto largo.
-A quanto pare, ti sei già ripresa-
la ragazza si voltò verso Hakkay, e sorrise, i suoi occhi verdi luccicarono di gratitudine.
-Grazie per tutto quello che avete fatto per me, signor Hakkay-
-Ti prego, diamoci del tu. E’ stato un piacere. In fondo, anche Sanzo era preoccupato per te, anche se non lo da a vedere-
-Immagino che avete una forte amicizia con il venerabile Sanzo e con Gojio e Goku-
-Si, tutti insieme stiamo facendo un lungo viaggio per costrizione, ma non posso dirvi nient’altro. Diciamo che questa “forzatura” ha creato tra di noi un forte legame-
-Sai, v’invidio. Vorrei venire con voi, ma so che la mia presenza sarebbe d’impiccio. E. comunque, non posso lasciare mia sorella da sola…-
-Siete orfane?-
il viso di Kiko si tinse in un sorriso amaro.
-Mio padre….non ci voleva, diceva che non poteva sfamarci, ma in realtà era una bugia. No…lui mi odia…e odia mia sorella perché lei con mia madre mi vuole bene…per questo…ci ha vendute…in una casa di prostitute-
Hakkay la guardò sorpresa, mentre lei scuoteva il capo, e metteva dietro l’orecchio un ciuffo di capelli, che assumevano colori bluastri.
-Dimmi…Hakkay…-si voltò verso il demone-Lei chi era?-
lui la guardò sorpreso, per poi sorridere triste.
-Sai leggere nei pensieri?-
-Diciamo che per sbaglio ho guardato nei vostri ricordi. Giuro che non lo volevo, ma ero debole, mi ero appena svegliata…-
-Si chiamava Kanna…ed era la persona che amava di più al mondo…-
-So cos’è successo, e credimi, so cosa provi. Anch’io…l’ho fatto-
Hakkay alzò lo sguardo, e la fissò sbalordito, mentre lei sorrideva triste, i suoi occhi verdi scintillavano.
-Sapete, un giorno il villaggio fu invaso dai demoni. Io a quel tempo ero già abile nell’uso della mia arma, e diedi una mano ai paesani. Fu quello il mio errore. Dovevo ascoltare le urla di mia madre e di mia sorella. Ora…per colpa mia, soffrono…e mio padre mi odia…-
il ragazzo si limitò a fissare con lei le stelle, che venivano coperte da grossi nuvoloni dalle sfumature azzurre-grigiastre.
-Domani credi che pioverà, Hakkay?-
il ragazzo la guardò, per poi sorridere.
-Temo di si, Kiko-
la ragazza annuì, per poi fissare il volto semi illuminato del giovane.
-Kanna…ti ha sempre amato..e sono sicura che ti ama ancora, anche se è morta…non devi darti colpa di ciò che hai fatto…anche se non dovrei essere io a dirlo….-
Hakkay la guardò triste, mentre lei continuava a parlare.
-Tu…volevi proteggere la persona che amavi, e per questo hai combattuto fino all’ultimo. Lei…però…non voleva che tu soffrissi, si sentiva in colpa…ma la colpa non è tua…non è tua..spero che queste mie parole non ti abbiano turbato….altrimenti, perdonami…-
-Al contrario, mi hai fatto sentire meglio. Ma cerca di capire…io non posso dimenticare ciò che è stato…non sarebbe giusto nei confronti di Kanna-
-Si, ti capisco. Anch’io, come te, faccio lo stesso…-
il ragazzo si alzò dal letto, e sorrise alla ragazza.
-Buonanotte, Kiko-
lei sorrise tranquilla, i suoi occhi brillavano.
-Buonanotte, Hakkay-

Si stiracchiò per bene, e si guardò le bende.
Aveva perso un po’ di sangue…
Poco male, era ora di cambiarle.
Chiudendo bene la porta e allontanandosi dalle finestre, la ragazza cominciò a sfilare le bende, mostrando ai suoi occhi l’orrore di quella notte: la ferita passava lungo tutto il ventre, diagonalmente, la pelle attorno ad essa assumeva colori scuri del sangue.
C’erano delle croste lungo la ferita, e Kiko ne toccò una, avvertendo un forte bruciore; poi, con delicatezza, si fasciò per bene la ferita, accorgendosi solo in quel momento che le bende le coprivano anche il seno. Cercò la sua maglietta, ma la trovò squarciata, e sospirò triste.
“E adesso?”
Sentì bussare alla porta, e velocemente, si avvolse un lenzuolo lungo il corpo magro.
-Si?-
-Sono Hakkay-
il ragazzo entrò con fare timido, dietro di lui sbucava la testa di Goku e di Gojio, che la guardò bene, facendola arrossire.
-Accidenti, lo sai che non sei niente male?-
-Che cosa vorresti farle, pervertito di un Kappa?-
-Tu non ti devi interessare, scimmietta, sei ancora troppo piccola-
E mentre Goku e Gojio si beccavano a vicenda, Hakkay offrì dei panni a Kiko.
-Tieni. Abbiamo pensato che ti sarebbero stati utili-
-Grazie….Hakkay….-
-Stai tranquilla, non ho detto a nessuno del discorso di ieri notte-
la ragazza sorrise, per poi aprire la finestra e guardare il cielo.
-Avevi ragione, Hakkay:….piove-
il ragazzo sorrise, per poi andare via spingendo fuori il pervertito e la scimmietta, che continuavano a beccarsi, per poi subire i due colpi dell’harisen di Sanzo, che si era svegliato in quel momento.
-Svegliato male, bonzo corrotto?-
-Colpa delle tue grida, idiota-
la ragazza ridacchiò, per poi finire di vestrirsi, e mettere un po’ in ordine la stanza e le sue cose.
Per fortuna, i ragazzi avevano preso la sua arma, e la ragazza la smontò, infilando i vari componenti sulla cintura del jeans e le due falci su due cinghie sul mantello che presentava uno strappo sporco di sangue, infilandolo in una sacca che si mise sulle spalle, per poi scendere dagl’altri, che l’aspettavano.
-Buongiorno, venerabile Sanzo-
l’uomo guardò con la coda dell’occhio la ragazza, che si mise vicino a Goku, che contento le sorrideva. -Allora stai meglio?-
-Si, molto meglio rispetto a prima. Grazie a voi.-
-Figurati, ma ora che farai?-
-Come ho già detto, devo andare da mia sorella-
-Vuoi che ti accompagniamo? Se per caso ti viene un attacco in strada, nessuno potrebbe aiutarti- la ragazza guardò stupita i presenti, per poi sorridere grata, gli occhi verdi sorridenti.
-Grazie mille. Sapete, siete le prime persone con cui riesco a parlare tranquillamente-
-Perché?-
la ragazza sorrise a Goku, fissando triste la tazza di the davanti a se.
-Vedete, forse l’avete già capito, ma io sono un demone. Tutti a questo e al villaggio dove ieri stavo hanno paura di me. Vorrei andare via, ma non posso lasciare mia sorella da sola.-
beve del the, mentre gli altri stavano in silenzio ad ascoltare.
-Ma scusa, e i tuoi genitori?-
lei fissò Gojio. Lui non ne sapeva niente.
Sorrise triste.
-Mio padre ha venduto me e mia sorella, dicendo che c’erano troppe bocche da sfamare. In realtà, e perché io sono un demone, e la mia presenza non è gradita, e mia sorella è l’unica, a parte mia madre, a prendersi cura di me, anche se è il contrario adesso-
i ragazzi la guardavano stupiti, mentre lei alzava lamanica della camicia bianca, mostrando un tatuaggio rosso sul gomito, che rappresentava un dragone con una lanterna.
-Questo è lo stemma del locale dove lavora mia sorella, e dove io sono scappata, ma devo comunque tornare. Io sono la serva personale di mia sorella-
-Ma che lavoro fa tua sorella?-
tutti guardarono sorpresi Goku, che guardava innocente la ragazza, che gli sorrise.
-Mia sorella fa felici gli uomini che entrano nel locale-
Goku ci pensò un po’ su, prima i scuotere la testa.
-E’ inutile spiegartelo, scimmietta, sei troppo piccolo per queste cose-
-Smettila di prendermi in giro, pervertito di un Kappa!-
la ragazza ridacchiò, mentre osservava Sanzo colpire le due teste del ragazzi con il suo grande ventaglio.
-Dateci un taglio, e finiamo presto di mangiare. Accompagnamo Kiko e poi partiamo, non possiamo perdere molto tempo-
la ragazza annuì gravosa.
-Ha ragione il venerabile Sanzo. Voi dovete partire, non preoccupatevi per me. Me la so cavare-
-Invece io insisto. E’ meglio che veniamo con te-
-Soprattutto perché Gojio vuole approfittare dell’occasione per entrare nel locale-
il Kappa lanciò un’occhiata di fuoco ad Hakkay, e Kiko soffocò una risata, mentre Sanzo la guardava, finendo di mangiare.

Camminarono lungo, attraverso viuzze piene di tipi poco raccomandabili e puzzolenti di fogna, che avrebbero fatto svenire un toro, tanto era pestilenziale l’aria.
Come al solito, Kiko era coperta dal cappuccio del suo mantello, e la gente che la guardava passare assumeva smorfie sul viso: di disgusto, di diffidenza, di orrore, di spavento, di freddezza.
Ma anche sguardi d’interesse, sguardi di chi avrebbe voluto spogliare la ragazza.
Era per questo, più che altro, che i ragazzi che le stavano accanto, Sanzo in fondo e Goku in testa, Hakkay e Gojio le stavano accanto, mentre lei li ringraziava mentalmente.
Ad un tratto, le viuzze s’interruppero, e di fronte ad una strada lastricata, si trovarono di fronte ad un edificio alto due o tre piani, sulla tettoia del pian terreno erano appese due lampade rosse con dipinto sopra l’immagine di un dragone.
Dall’edificio proveniva un profumo dolciastro, d’incenso misto a miele e cannella, mentre si udivano vari tipi di voci.
La ragazza si voltò, e fissò triste ma sorridente i quattro ragazzi.
-E’ stato bello conoscervi. Immagino che le nostre vie si separino qui…-
la ragazza abbassò il capo, in un’inchino, ma Hakkay la rialzò, e Gojio le si fece davanti.
-E perdo l’occasione di entrarci gratis?-
la ragazza lo fissò stupita, per poi sorridergli serena, mentre Sanzo teneva per la maglietta Goku.
-Noi due restiamo qui-
-Forse è meglio che entriate. Anche i muri hanno gli occhi, da queste parti-
la ragazza aprì la porta scorrevole di legno, e subito fu investita con Gojio e Hakkay da una zaffata di incenso e cannella mischiati con il sapore dolciastro del miele, che attirava tantissimo Goku.
La ragazza entrò, seguita dai quattro, e si ritrovarono subito avvolti in un’atmosfera profumata e forse un po’ soffocante, mentre lei si toglieva il cappuccio.
-Sei tornata?-
davanti a loro, fece l’ingresso un’anziana donna, che squadrò la ragazza, il fisico erano quelli di una ventenne, ma la faccia (a parte i ricci rossi) erano quelli di una sessantenne.
-Si. Sono venuta per mia sorella. E’ libera?-
la donna la squadrò ancora, per poi guardare i tre uomini e il ragazzo, e fare un sorriso furbetto.
-E quelli?-
-Clienti. Sono qui per Hiyling. Fammela vedere. Poi, se vuoi, me ne vado-
-D’accordo, “piedi lunghi”, accompagna i signori dalla tua sorellina. Oggi è venuta poca gente, ma ci aspettiamo delle cose in grande questa sera, e tua sorella deve riposare-
la ragazza fece un breve inchino, e seguita dal gruppetto salì le piccole e soffici scale, avvolte in un tappeto rosso morbido, con il profumo che ormai stordiva i tre uomini, mentre faceva venirte il voltastomaco ai due ragazzi; persino Goku stava male.
Attraversarono un lungo corridoio, le porti scorrevoli erano fatte di carta di riso, e avevano tinti vari fondali e paesaggi, in alcuni di loro venivano delle voci suadenti, che se non fosse stato per Hakkay e Sanzo che lo trascinavano, Gojio si sarebbe perso.
Goku guardò preoccupato Kiko: il suo sguardo era torvo, triste, come di chi subiva un grave dispiacere.
-Kiko…-
la ragazza fissò il piccolo scimmiotto preoccupato, e sorrise, anche se sofferente.
-Ci sono abituata. Io sono la serva di mia sorella, e comunque mi da grande gioia rivederla. Lei è una persona dolcissima, non ti pentirai di averla conosciuta…-
si fermò, e guardò l’ultima porta che dava fine al corridoio: dipinti sulla carta, c’erano tanti rami di ciliegio, alcuni in fiore, altri con piccoli boccioli, altri con gemme verdi, luccicanti di rugiada.
Su quello centrale, c’era un uccellino molto bello e colorato, che era nell’atto di cantare.
Sotto i rami, c’era un cerbiatto, avvolto da fiori bianchi e gialli, che fissava un punto impreciso alla sinistra di Kiko, che fissò triste e spaventata la porta, indietreggiando di poco.
Si bloccò, sentendo la presenza di Goku, che le era messo dietro, e la spinse lievemente.
Aprì con un respiro profondo la porta, e fu avvolta da un odore buonissimo, qualcosa che non si riesce a descrivere; poteva avvertire la brezza di primavera, il sole d’estate, il fresco dell’autunno e la neve d’inverno tutti in questo profumo.
-Kiko?-
la ragazza aprì gli occhi, e sorrise triste alla donna, che la guardò, gli occhi in lacrime: doveva avere vent’anni, indossava un bellissimo abito rosso e dorato, i capelli castani erano tenuti fermi da un fermaglio a forma di farfalla su un lato, mentre dietro erano bloccati da una stecca di legno scuro, con alla fine di un lato una bella pietra verde.
-Ciao Hiyling. Come stai?-
la fanciulla stava per alzarsi dal divanetto rosso, e mostrò agli uomini e al ragazzo i suoi minuscoli piedi, avvolti in delle bende bianchissime e profumate, sotto la poltrona delle scarpine molto piccole di seta con ricami pregiati.
Kiko si avvicinò, e si lasciò abbracciare, mentre la sorella piangeva, stringendola a se.
-Kiko…mi sei mancata…non ti ho più vista…-
-Scusami…è colpa mia-
la ragazza sorrise sofferente, mentre si lasciava abbracciare dalla fanciulla in lacrime, per poi voltarsi verso i ragazzi, facendoli entrare.
-Hiyling, questi sono Hakkay, Gojio, Goku e il venerabile Sanzo-
la fanciulla guardò stupita l’uomo biondo, per poi inginocchiarsi, e Kiko corse da lei.
-Grazie per aver aiutato mia sorella, venerabile Sanzo-
l’uomo si limitò a sbuffare, mentre Kiko sollevava la ragazza e l’aiutava a mettersi seduta, per poi aiutare la fanciulla a fare del the, chiaccherando sorridente con i suoi ospiti.
-Allora, mia sorella è stata brava?-
-Sua sorella è molto gentile ed educata, signorina-
-Prego, chiamami Hiyling. Sono contenta che non vi abbia causato alcun disturbo. Prego, prendete del the- -Mi scusi, ma io preferisco qualcosa di più forte-
-Allora, Kiko, prendi il saké nell’armadio, e due bicchierini. Immagino che anche il signor Sanzo voglia provarlo-
la ragazza ubbidì, e velocemente, prese la bottiglia e i bicchierini, mentre la fanciulla versava altro the nel bicchiere di Hakkay, e Goku mangiava dei dolci, per poi commentare…
-Che piedi piccoli che avete!-
tutti rimasero in silenzio, ma Kiko assentì con il capo, la fanciulla sorrise, felice.
-Ti piacciono? Si chiamano “gigli d’oro”. Mi hanno fasciato i piedi da piccola, ed ora sono diventati così piccoli-
-E fanno male?-
-No se ho le bende. Non riesco a camminare bene, così Kiko mi aiuta-
-Infatti la padrona del locale l’ha chiamata “piedi lunghi”-
-Vengono chiamate così le ragazze che non hanno i “gigli d’oro”-
Quando calò la sera, la padrona richiamò Kiko e gli ospiti.
La ragazza abbracciò Hiyling, che la guardò triste.
-Non restare qui. Vai pure con loro. Questo posto non è adatto a te-
-….ti voglio bene…-
-Lo so. Te ne voglio anch’io, piccola Kiko-
la fanciulla la salutò, per poi richiamare un attimo Sanzo, e parlottare un momento con lui, mentre gli altri uscivano dalla stanza.
-Mia sorella…può non sembrare, ma soffre…-
rimasero tutti stupiti dal commenti di Kiko, che fissava un punto impreciso davanti a se, fuori dall’edificio. -Vedete, i “gigli d’oro” sono considerati qualcosa di raro e di valore. Una donna con i piedi molto piccoli è considerata bellissima, e mia sorella non fa eccezione…però…soffre.
Vedete, quando vengono fasciati i piedi, le ossa lentamente si frantumano, e il piede si deforma. In questo modo, il piede non può assolutamente camminare, e deve rimanere necessariamente fasciato, altrimenti provoca dolori atroci.(ho letto queste informazioni in un libro che parlava delle situazione delle donne in antichiutà in Cina, e ho preso spunto da questoN.d.m.) Dovrei essere io a subire questo, ma la padrona scelse mia sorella, perché era più carina. Non me la sono mai perdonata…-
Sanzo uscì dall’edificio, e Kiko non parlò più, rimettendosi il cappuccio e allontanandosi per sempre dalla sorella amata…

-Verrai con noi-
all’inizio, pensava fosse uno scherzo, ma l’espressione seria e convinta di Sanzo le fece capire che lui non stava scherzando.
-Perché?-
-Perché l’ho deciso io, e quindi devi ubbidire-
la ragazza rimase senza parole, per poi annuire, sorridendo di gratitudine, mentre tutti riprendevano a mangiare, mentalmente festeggiando l’arrivo di una nuova arrivata.
Quano poi calò la notte, Kiko guardò il bonzo che fumava, e silenziosa gli si avvicinò, sedendosi all’opposto di Sanzo, rivolgendo lo sguardo alla luna a falce che stagliava alta nel cielo, mentre le stelle brillavano. -Ve l’ha chiesto mia sorella?-
-…-
-Lei si è sempre preoccupata per me…-
-Non m’interessa-
si voltò, annuendo, un po’ spaventata e intimidita.
-Avete ragione, perdonatemi, rischiate di annoiarvi con le mie chiacchere-
sorrise triste, limitandosi a tornare a fissare la luna, per poi bloccarsi, e veloce uscire dalla stanza, seguita dallo sguardo sorpreso del bonzo, che si mandò al diavolo, spegnendo la sigaretta che stava fumando.

Corse più veloce del tempo.
“Sorella….”
Continuò a correre, balzando da un tetto all’altro, per poi bloccarsi, i suoi occhi verdi illuminati da un bagliore arancione che squarciava il blu notturno.
Corse a lungo, fino a fermarsi, e restare shoccata: la “Lanterna del drago”…in fiamme.
-Al fuoco!-
-Com’è successo?-
-Demoni! Sono entrati nel locale, per poi uscire fuori e bruciarlo!-
“NO!”
con un balzo felino, Kiko entrò nel locale, mentre alcune persone le dicevano di fermarsi.
Salì le scale con il cuore in gola, guardando in tutte le stanze, vuote, le altre erano riuscite a scappare; tossì con forza, continuando la ricerca.
Raggiunse l’ultima stanza, e aprì con ferocia, per poi bloccarsi: la sorella era la, un’espressione sorridente, un pugnale al centro del petto.
-HIYLING!-
prese la sorella, che aprì lievemente gli occhi, sorridendo.
-Scappa…sta per andare tutto a fuoco-
-CHI E’ STATO?-
-Demoni…non gli ho detto niente-
la sorella accarezzò lievemente una guancia di Kiko, che la guardava scossa, senza però riuscire a versare lacrime.
-Sii felice…con il venerabile Sanzo e gli altri…..io…ti guarderò…dal cielo….-
lentamente, la fanciulla perse vita, mentre Kiko rimaneva paralizzata, la mano che accarezzava la sua guancia si fece fredda, scendendo e appoggiandosi sopra l’altra.
Quando Sanzo e gli altri raggiunserò l’edificio in fiamme, videro la figura di Kiko uscirne, in alcuni punti bruciacchiata, tra le braccia il cadavere di Hyiling.

Fissò la tomba, quel giorno era pieno di sole.
“Addio sorellina…farò come hai detto…”
si alzò, e corse alla jeep dei ragazzi, montando veloce, mentre Hakkay faceva partire il motore.
Non c’era stato uno di quei addii strappalacrime, perché lei non era riuscita a piangere.
Non ancora.
Ma si sentiva corrodere dalla rabbia e disperazione dentro.
E si sentì di colpo stanca, addormentandosi.

Ho perso una sorella, ho perso un’altra persona a me cara.
Ed è stata colpa mia.
Tengo gli occhi chiusi, ma qualcosa mi spinge ad aprirli.
E’ ancora tutto buio, tutto scuro.
No….ci sono delle venature rosse, che scorrono come rigoli su i muri di questo cubo, un cubo fatto di oscurità…
Ed ora…fatto anche di sangue…
Le piume cadute già da tempo hanno assunto colori nerastri, mentre altre hanno ancora quella luce grigia.
Le mie ali sono quasi spoglie, presto resterà solo lo scheletro delle mie ali.
Le ferite sul mio corpo sono aumentate.
Un taglio enorme ha squarciato il mio ventre, e sanguina con violenza.
Non mi sono mai accorta di avere tanto sangue.
Ma ora questo sangue non mi serve più.
Eppure basterebbe…cosa?
Una lacrima, ma non voglio piangere.
Non POSSO piangere.
Perché se piango, svaniranno via le mie colpe.
Ed io queste colpe le devo portare con me fino alla fine.
Fino alla morte…ormai quasi giunta.

Cielo azzurro che andava verso il rosa scuro e il blu.
Rombo di motore.
Una spalla….
Una spalla?!
Si alzò, e si trovò di fronte un sorisetto ironico di un ragazzo dagl’occhi rossi come i capelli lunghi.
-Gojio…-
-Ben svegliata. Ti avvertò che tra poco ci fermiamo per riposare. Anche se penso che tu non ne abbia bisogno…-
la ragazza sorrise, per poi guardare il cielo sopra di se, lasciando scivolare via il cappuccio, i capelli volavano una danza nel vento.
-…e tu?-
-?-
Gojio si voltò verso Kiko, che gli sorrideva tranquilla, lasciando che i lunghi capelli scuri le volassero sul volto, accarezzandolo.
-Tu riuscirai a dormire?-
il demone le fece il suo solito mezzo sorriso, e fece spallucce.
-Forse. Chi lo sa?-
Kiko gli sorrise triste, per poi tornare a perdersi con lo sguardo nella immensa distesa di sabbia, che presto sarebbe terminata.
Ad un tratto, Hakkay fermò la jeep, e tranquillo come al suo solito, guardò davanti a se.
-Ragazzi, temo che dobbiamo fare una sosta. Abbiamo visite-
tutti si voltarono in direzione dello sguardo di Hakkay, notando una trentina di demoni che li aspettavano, nel deserto.
-Umpf! I soliti seccatori-
-Era ora, mi stavo annoiando-
-Se non mangi picchi, scimmia?-
-Beh, almeno non sono pervertito come te, maledetto Kappa!-
Kiko sorrise tranquilla, mentre Sanzo li calmava a suon di Harisen, per poi accendersi una sigaretta, e prendere la sua Shureiju, seguito da Kiko, che tranquilla montava il suo bastone con le due lame a falce.
-Sei sicura di voler combattere, Kiko?-
-Stai tranquillo, Hakkay, ormai la mia ferita al ventre è guarita del tutto. E, comunque, mi sono appena svegliata, e ho voglia di sgranchirmi-
-Ben detto!-
Gojio le scompiglio allegro i capelli, mentre lei sorrideva serena.
-Andiamo?-
la ragazza annuì a Gojio, mentre Goku balzava giù dalla jeep, lanciandosi come una furia contro i demoni, seguito poi dagl’altri.
-Goku è in vena !-
-Speriamo che c’è ne lasci qualcuno-
Gojio partì all’attacco, seguito da Hakkay, mentre Kiko restava accanto al bonzo, che faceva stragi con la sua pistola, mentre Kiko mozzava testa, agitando con grande maestria il suo bastone.
-ATTENTA!-
Gojio colpì un demone giusto in tempo, mentre Kiko si voltava, trovandosi a pochi centimetri delle unghie, che poi svanirono dalla sua vista, al loro posto il ghigno divertito del Kappa.
-Cerca di stare attenta-
lei annuì, tornando a combattere.
Alla fine, quando tutti i demoni intorno a loro furono massacrati o divennero cenere, i ragazzi tornarono sulla jeep, ripartendo subito senza troppi complimenti.
Alla fine, i cinque furono costretti ad accamparsi sotto degli speroni di rocce, quasi messi a posta per difenderli da possibili attacchi.
Kiko fissò assente le fiamme del fuoco acceso al centro del campo, per poi spostare lo sguardo verso Goku, che accanto a lei dormiva beato.
Sorrise intenerita, accarezzandolo lievemente, per poi fissare malinconica gli altri.
Sanzo dormiva, e possedeva sempre quell’aria ostile, che però sembrava riaddolcirsi quando il tenebroso bonzo cadeva nelle braccia di Morfeo; Hakkay all’apparenza sembrava tranquillo, ma di sicuro le terribili immagini di quei momenti, quando aveva compiuti quei gesti…quando Kanan aveva fatto quel gesto…si ripetevano di continuo o nella sua mente.
O forse…chissà….magari stava sognando momenti felici insieme alla sua dolce Kanan.
In effetti, capire veramente ciò che in certi momenti il demone pensava era cosa assai difficile per Kiko, che si limitò a sorridere triste.
E Gojio?
Con fare preoccupato, la ragazza le si avvicinò, guardando ansiosa e turbata il volto del Kappa, che era tinto di una smorfia triste, carica di sofferenza.
-Gojio…-
la sua voce era così flebile che sembrava essere mormorata dal vento, che in quel momento passò dolce, scompigliando i lunghi capelli rosso-viola del demone.
Occhi rossi, capelli magenta….
Un figlio…maledetto…
Maledetto…
“E questo quello che provi? Ti senti maledetto? Ti senti….come? Io non posso capirti, non è come Hakkay. Io sono sicura che tu soffri molto della tua condizione…
Io non posso aiutarti…ma lo vorrei….
Come….come posso….”
-Come?-
-Basta che tu continui a sorridere-
la ragazza sussultò, mentre gli occhi rossi del demone la fissavano, tristi, eppure al tempo stesso tranquilli. Dopo un attimo d’incertezza, Kiko gli sorrise tristemente, sospirando piano.
-Non riesci proprio a dormire?-
Gojio si limitò a fare il suo solito ghigno divertito, nascondendo dietro la sua maschera la sua reale sofferenza.
-Pare proprio di no.-
Senza starci a pensare troppo, Kiko gli si avvicinò, prendendo delicatamente il suo capo tra le mani, che alle fiamme del fuoco accanto a loro assumevano colori pallidi ma caldi, come fossero fatte di alabastro.
Delicatamente, la ragazza appoggiò il capo di Gojio sul suo grembop, e lo accarezzò lieve, mentre lui chiudeva gli occhi.
Ad un tratto, li spalancò, avvertendo dolci note di una ninna nanna, cantava tra le labbra della ragazza, che accarezzava lieve i capelli del demone, che socchiuse gli occhi, per poi sorridere sereno, lasciando che le lacrime scappasserò al suo controllo, inondandogli le guance, mentre lei sorrideva, malinconica, continuando a mormorare quella ninna nanna, che risvegliava in lei ricordi felici all’apparenza, ma nel profondo amari, tristi, nostaligic, che le riaprivano vecchie ferite nel profondo.

Cos’è questo suono?
Mamma….
Mamma, sei tu che canti?
No, sono io. Stò cercando di calmare i miei dolori e le mie sofferenze.
Le ali sembrano riprendere vita, si muovono.
No, ricadono a terra, e le piume svolazzano intorno a me.
Non mi sono mossa, ma mi sento troppo stanca, vorrei riposare.
Ma i miei occhi mi impediscono di dormire, perché sono aperti, e si spalancano davanti all’oscurità del mio cubo.
Un cubo fatto di oscurità, di sangue.
E ora anche di ricordi.
Ricordi che lacerano il mio cuore già sofferente.
…..
aiuto…..
NO! NON DEVO CHIEDERE AIUTO! NON DEVO! NON DEVO!

-Non….devo…-
-Non devi cosa?-
Goku la guardò curioso, mentre la ragazza riapriva gli occhi, mentre pezzi di ricordi si univano insieme come un mosaico.
Già, dopo quella nottata erano ripartiti, e lei si era addormentata, acovacciata accanto al sedile di Hakkay.
Guardò tranquilla Goku, scuotendo il capo.
-Non devo addormentarmi ancora sulla jeep. Rischio di perdere troppo ore di sonno durante la notte!-
-Già. Ieri notte sei rimasta alzata tutto il tempo, e questo non fa certo bene alla tua pelle così delicata-
Gojio la guardò, mentre lei arrossiva imbarazzata, e Goku lo squadrava.
-Cosa le hai fatto, pervertito?-
-Niente che t’importi, scimmietta!-
-Vi prego, non litigate, siamo appena partiti!-
Hakkay tentò di calmare i due, che si lanciarono occhiate di fuoco, prima di riprendere a chiaccherare con Kiko, che non potè fare a meno di ridere.
Una risata sommessa, quasi soffocata…
Il bonzo le lanciò un’occhiata dal sedile davanti, per poi riprendere ad accendere la sigaretta che teneva tra le labbra.
Fortuna volesse che i cinque trovarono un villaggio, lasciando così riposare il piccolo Hakuryu, che sotto forma di drago si era ormai affezionato a Kiko, appoggiandosi tranquillo sulla spalla, mentre lei gli grattava la piccola testolina, sotto lo sguardo divertito di Hakkay.
-A quanto pare si è affezionato a te!-
“Chissà…forse senti i sentimenti che provo, vero piccolo?”
-KYU!-
il piccolo draghetto emise il suo verso (CHE CARINO!!!!^-^NDM), mentre Kiko sorrideva serena, per poi avvicinarsi al bonzo, quasi aspettasse che le dicesse qualcosa.
Rimasero in silenzio, camminando uno accanto all’altra mentre cercavano una locanda, con Goku che si perdeva nel profumo dei dolci, e Gojio che si perdeva nel profumo delle belle donne che gli passavano accanto.
-Che deficienti….-
Sanzo commentava sbuffando come una locomotiva, mentre Kiko sorrideva, i suoi occhi tristi.
Il bonzo la guardò, per poi….
….
*PAM*
Colpirla in pieno con l’harisen, sotto lo sguardo sbalordito degl’altri tre.
-Certe volte il tuo sorriso mi fa innervosire. Assomigli troppo ad Hakkay. Già c’è lui, vedi di non farmi perdere la pazienza anche tu…-
lei si limitò ad annuire, togliendosi il cappuccio, sorridendo tranquilla al bonzo, per poi correre da Goku, che dopo un altro attimo d’incertezza ricominciò a perdersi tra i profumi di vivande.
Il bonzo la guardò inarcando infastidito il soppraciglio e sbuffare, per poi avvicinarsi ad Hakkay.

La notte calava, e lei era appoggiata a quel balcone, a fissare la luna piena, immobile come una statua.
Una statua dagl’occhi tristi.
Si massaggiò il punto dove Sanzo l’aveva colpita con l’harisen, e il suo sorriso per un attimo svanì, mentre ricordava le parole del bonzo.
“-Assomigli troppo ad Hakkay-”
Hakkay…
Gli occhi di Kiko luccicarono, ma lei scosse convinta la testa.
“Mi dispiace, venerabile Sanzo, ma non ti ascolterò. Non devo. Non posso…”
e mentre la ragazza tornava nella sua stanza, il bonzo aspirò una boccata di fumo, liberandola sotto forma di nuvolotta, lasciandola svanire nel vento.

Sembrava tutto così tranquillo, così apparente: il solito litigio tra Goku e Gojio, che sempre riuscivano a farla divertire, il solito Sanzo che li fermava a suon di colpi con il suo micidiale harisen, il solito attacco di demoni.
Tutto così….apparentemente tranquillo….
Ma lei era nervosa, e questo non le piaceva.
L’aria odorava di qualcosa di strano.
Non pericolo, ma neanche serenità.
E sembrava che gli effetti si fossero trasmessi sull’intero gruppo.
Persino Goku era meno allegro e più silenzioso del solito; Sanzo era molto nervoso, e Gojio non era da meno; per di più, il sorriso di Hakkay era scomparso, lasciando quello che sembrava solo l’ombra di un sorriso.
No, decisamente c’era qualcosa che non andava.
Troppo nervosismo le faceva sempre perdere la calma, e aveva bisogno di sfogarsi, o sarebbe scoppiata come un pallone.
Senza pensarci troppo, dalle sue labbra si lasciò scappare quella che ricordava una canzonetta, che in realtà era una filastrocca che di solito la calmava, in qualche modo.
Anche quel giorno…
No! Decisamente non era il momento di pensarci!
Canticchiò la filastrocca, e incredibilmente i suoi poteri calmanti ebbero effetti su tutti, persino sul bonzo, che sembrava calmarsi.
-Che bella!-
la ragazza sorrise a Goku, che gli si era fatto vicino.
-Ti piace? Me l’ha insegnata mia madre. Serve come calmante-
-Che bella! Cantala ancora!-
la ragazza guardò contenta il demone scimmia, e cominciò a canticchiarla leggermente più forte, lasciando che Goku l’ascoltasse contento.
Le piaceva tantissimo l’innocenza di Goku.
Era….l’unica cosa che riusciva a disarmarla da qualsiasi sofferenza.
La sentiva…scoperta…
Ma non l’odiava, anzi: la faceva sentire tranquilla, protetta.
Forse perché l’innocenza di Goku nascondeva qualcosa.
Qualcosa d’importante.
E lei lo sapeva cos’era.
O, almeno, credeva di saperlo: anche se riusciva a vedere nei ricordi, aveva deciso di non farlo, era un po’ come tradire i suoi compagni.
Per questo, spesso, si teneva il cappuccio alzato, ma stavolta lo aveva lasciato giù, e aveva liberato i suoi lunghi capelli corvini dalla prigionia color crema, lasciandoli correre nel vento.
Ad un tratto, la jeep rallentò, e la canzone terminò.
E come un vento maligno, il nerovsismo tornò a farsi sentire.
Un centinaio saranno stati.
All’apparenza deboli, ma tra di loro si nascondevano tipi pericolosi.
Demoni.
-Altri scagnozzi di Kougaji…-
la ragazza lasciò scappare un tremito, mentre guardava una figura tra di loro.
Il bimbo….
Quella sensazione che non l’aveva mai lasciata.
Mai abbandonata….

-Kiko!-
-Tornerò!-
…..
Tornerò….
Tornerò…

-KIKO! NO!-
no Kiko….
Cattiva bambina….

La ragazza cadde in ginocchio, il suo corpo tremeva incessantemente, e Goku con gli altri la fissavano spaventati.
-Kiko!-
-Cos’hai?-
-Kiko!-
la ragazza ansimava,i suoi occhi spalancati, la sua mente affollata da tanti pensieri.

Cattiva bambina…
-FERMATI KIKO!-
Cattiva bambina….
-NO KIKO!-
Cattiva bambina….
-KIKO!-
Cattiva bambina…

La ragazza si strinse la testa fra le mani, stringendola con forza, il suo respiro lentamente si calmava.
Alzò lo sguardo, mettendo a fuoco ciò che accadeva attorno a lei.
Clangore….strilla….combattimenti…
Combattimenti?!
!!
-ARRIVO!-
con una velocità incredibile, la ragazza prese il suo bastone, aiutando Goku, che la fissava sollevato e stupito.
-Kiko! Ti sei ripresa!-
La ragazza annuì, cominciando a combattere, un nuovo spirito combattivo aleggiava in lei.
Una fiamma, che però era debole, troppo debole.
Per lui….
Gli si avvicinò.
Era pelato, piccolo, doveva avere cinque o sei anni.
I suoi canini erano affilati.
Le sue unghie potevano sferrare colpi mortali.
Eppure…quegl’occhi.
Erano così apparentemente…innocenti…
La ragazza si fermò, per poi essere sbalzata via da Gojio e presa da Hakkay, che l’aiutò a rialzarsi, riprendendo il combattimento, mentre il bambino dirigeva la sua attenzione verso il Kappa, che feroce combatteva, le loro forze erano pari.
Sanzo tentò di sparargli, ma la velocità del piccolo era superiore alla media, e in un lampo fu davanti alla ragazza, che sussultò, parando a stento, una sua unghiata.
-Kiko!-
Goku le fu accanto, aiutandola, mentre il bimbo ringhiava feroce.
Sanzo sparò qualche altro colpo, ma il piccolo era già scappato.
Non senza prima aver fissato con i suoi occhi rossi la ragazza, che rimase per un attimo scossa.
Il corpo tremava tutto, e il respiro era affannoso; a stento la ragazza si teneva in piedi, e Goku l’aiutva a tenersi, mentre Hakkay e Gojio le correvano incontro.
-Kiko!-
-Ehi, tutto ok?-
dopo aver preso alcuni respiri profondi, la ragazza annuì, tornando a sorridere, anche se all’inizio era ancora un po’ scossa.
-Si, stò bene.-

Cos’è quell’immagine?
Sono due occhi…
Ah! Quelle grida!
Tappo le mie orecchie, stringendomi ancora di più in quella posizione fetale, le mie mani sporche di sangue.
BASTA!
Le orecchie mi sembrano scoppiare.
Grida, urli, lamenti.
No, smettetela!
SMETTETELA!
Sono assordanti, e quegl’occhi mi guardano.
Sono….innocenti…
Ma…lo sono apparentemente….
Maledetto….
Tento di alzarmi, ma ricado a terra.
E’ inutile. Ormai….
Oramai solo la morte può salvarmi….
Ma io….sono stanca….non voglio morire….
Che mi stà succedendo? Perché dico questo?
Mi sento soffocare….
Il cubo….
Il cubo….si stà restringendo….
Sento le mie ali chiudersi senza volontà, ormai sono troppo deboli.
Sono sommersa dalla piume.
No, non voglio, non voglio.
NON VOGLIO!

Si svegliò di soprassalto.
Un incubo….
No…era vero….
“Sento…che tutto mi abbandona…le forze….tutto…ho paura….”
-Kiko?-
la ragazza alzò lo sguardo, e incontrò i grandi e sinceri occhi di Goku, che preoccupato le si era fatto vicino.
Sorrise.
-Stò bene, Goku. Grazie-
il demone scimmia sorrise, mentre lei lo fissava, sorridendo triste.
-T’invidio….-
-?-
la scimmia la guardò sorpresa, mentre lei gli sorrideva sincera.
-Lo sai, Goku….t’invidio molto….-
la scimmia la fissò stupita, facendosi vicino.
-Invidi me?-
lei annuì.
-Si, invidio il tuo modo di fare. Invidio….la tua sincerità…-
-Perché? Tu non sei sincera?-
lei sentì qualcosa, ma si limitò a far svanire il sorrise dalla labbra, lasicando al suo psoto una smorfia di sofferenza.
-Sai, Goku…a volte le persone…e anche i demoni…non sono quello che vogliono far sembrare. E’ difficile spiegare…vedi, è come una medaglia…-
Ad un tratto, la ragazza tirò dal nulla quello che sembrava un disco dorato, con incisi dei caratteri, alla fine termiava con una piuma bianca e nera.
-Vedi, gli esseri umani…e anche certi demoni…sono come questa medaglia…loro, in fondo al proprio cuore, hanno un carattere che, per loro, sembra li renda più deboli, più vulnerabili. Per questo si nascondono dietro l’altra faccia della medaglia. Mostrano a tutti il loro contrario, perché questo li rende più forti. Tu, invece, non nascondi quello che sei veramente, la tua innocenza la dimostri agl’altri. Io, invece…sono come questa medaglia….anch’io….porto una maschera…-
Goku la guardò, per poi scuotere la testa.
-Non capisco-
lei sorrise, rinfilando l’amuleto sotto la camicia bianca.
-Sono sicura che un giorno capirai, Goku-
E senza starci a pensare troppo, la ragazza si apoggiò sulla spalla della scimmia, che la fissò stupita, per poi sorridere e apoggiare il suo capo su quello di Kiko, che sorrise triste.
Tutto sembrava tranquillo, ma nelle tenebre della notte, qualcosa si muoveva…
Cattiva bambina….
Aprì gli occhi
Cattiva bambina…
Li spalancò
Cattiva bambina…
E sussultò dal terrore.
Evitò l’attacco del demone, che ripartì all’attacco.
Non aveva dubbi.
La sua preda era lei. La ragazza avitò gli attacchi, ma si ritrovò a terra, mentre gli altriscoprirono di essere circondati dai demoni.
-Maledizione!-
-KIKO!-
la ragazza combatteva, disperata, contro il demone bimbo, che feroce l’attaccava senza sosta.

Cattiva bambina
Cattiva bambina
Cattiva bambina

-SMETTILA!-
la ragazza urlò con tutto il fiato che aveva in gola, per poi subire un attacco, per fortuna non la colpì gravemente, ma le graffio il braccio e il viso, un rigolo di sangue scivolò dalla sua guancia.
E questo fu sufficiente da scatenare il putiferio nel gruppo.
Tanto che alcuni demoni si diedero alla ritirata.
Ma il demone bimbo non cedeva, e lei che lo evitava.
“Perché non riesco? Perché non riesco ad affrontarlo?”
Kiko lo guardò, per poi spalncare gli occhi.
Occhi rossi…
Sguardo innocente…
TU!

-Mamma, Hiyling, restate qui!-
-No, Kiko, non fare pazie!-
-So quello che faccio. Difendo la mia famiglia-
la ragazza afferrò l’arma, e corse via, mentre la donna e la piccola gridavano
-NO KIKO!-
-Tornerò!-
Il combattimento era lungo e sanguinoso, e la piccola si dava davvero da fare.
Ad un tratto.
-Bimbo cosa ci fai qui?-
il piccolo non le rispose, limitandosi a tenere lo sguardo basso.
-Cosa c’è, hai perso la mamma?-
il piccolo alzò lo sguardo, e Kiko rimase paralizzata.
-Cosa….-
Ad un tratto, demoni comparvero dietro il bimbo, che con una mano indicava la fanciulla, che combatteva coraggiosa e spaventata.
Mai errore fu grande.
Un solo demone.
Poi…nulla…

-AAAAAHHHH!-
-KIKO!-
la ragazza si tenne con forza la testa fra le mani, ansimando, mentre immagini sfuocate viaggiavano a velocità pazzesca davanti a lei, confondendola, facendola str male.
Ma lei capiva.
Capiva.
Si tolse la testa fra le mani, e guardò sofferente i ragazzi, che la guardavano increduli, mentre il bimbo si era fermato.
-…non fermatemi….-
la ragazza con una mano afferrò il ciondolo che teneva al collo, e fissò il bonzo.
-….aiuto….-
con un deciso strattone, si staccò il ciondolo, che lanciò via.
E il suo urlo si estese per tutto il deserto.
-KIKO!-
-FERMATI!-
il deciso comando di Sanzo bloccò Goku, mentre la ragazza, caduta in ginocchio, si riprendeva.
Rise sommessamente, mettendosi in piedi, per poi alzare in modo distorto la testa, e rise diabolica.
I suoi occhi avevano perso la vita, sul suo volto linee rosse lo tingevano, orecchie appuntite sbucavano dai capelli corvini, che si erano allungati di molto.
E quella risata…metteva i brividi….
-Ki….Kiko….-
la ragazza fissò i ragazzi, per poi voltarsi contro il demone bimbo, che per la prima volta fece un ghigno spaventoso, di gioia malefica incontenbile, per poi con un balzo raggiungere la ragazza, che con un salto altissimo lo evitò, per poi precipitarsi, schiantandosi al suolo sopra di lui, sotto lo sguardo sbalordito di tutti.
Fu una lotta furibonda: Kiko sembrava non sentire la fatica, era veloce e agile, tanto che era difficile tenerla d’occhio, ma le unghiate del demone le strappavano lembi di vestiti, rischiando di colpirla nella carne.
Alla fine, con una delle sue unghiate la ragazza colpì in pieno il demone, che tinse il ghigno in una smorfia di dolore, cadendo a terra esanime, lasciando un ultimo respiro di vita.
La ragazza rise, e si fissò la mano, per poi ridere, ridere allegra.
Ridere….vuota.
Fissò sorridendo terribile ai ragazzi, che erano rimasti bloccati.
Fu un lampo, e si scaglio contro Goku, sbattacchiandolo a terra, un artiglio pronto a colpire.
Era feroce, e non sembrava udire i richiami dei suoi compagni, che tentavano di fermarla, subendo ferite gravi.
Niente.
Kiko era morta.
Morta….in un sorriso di demone…
E mentre la ragazza continuava a combattere, una voce la bloccò.
-KIKO!-
la ragazza si voltò verso il bonzo, che nel frattempo l’aveva fissata freddo.
Gli si avvicinò, e gli diede un forte ceffone.
-SANZO!-
-State zitti!-
la sua voce era imperiosa, di chi non ammetteva disubbedienze, e i ragazzi rimasero in silenzio, tenendosi con le mani le ferite più gravi.
Il sorriso svanì dal volto della ragazza, lasciando al suo posto un ringhio arrabbiato.
Il bonzo le si avvicinò, e senza perdere tempo l’ abbracciò, convinto, stringendola a se.
-Tua madre…..e Hiyling….-
la ragazza spalancò gli occhi, mentre il bonzo la stringeva, rimettendole il ciondolo che aveva raccolto sulla sabbia.
-…non c’è l’hanno con te…-
-….e questo come fate a dirlo…se non sapete niente….?-
la ragazza si scostò dal bonzo, e si guardò le mani: sangue.
-….di nuovo….-
si guardò: la sua camica era a brandelli, così come i jeans.
-…di nuovo…-
guardò i ragazzi, e sussultò.
-….no…-
veloce, afferrò il mantello, e scappò via, lontana, allontanadosi dal gruppo, mentre delle voci la richiamavano.
-ASPETTA KIKO!-
“Di nuovo di nuovo di nuovo di nuovo!”

Pioveva

Sento le gocce di pioggia che mi bagnano.
Ho il mantello, ma è come se fossi nuda.
Sono….colpevole…
Ho sbagliato tutto….
Non dovevo incontrare il venerabile Sanzo, ne Goku, o Hakkay o Gojio.
No.
Dovevo stare accanto a mia sorella, per poi svanire via.
Non merito la loro amicizia.
Non merito il loro rispetto.
Non lo merito.
Io sono colpevole.
Io….sono un mostro…
L’oscurità è attorno a me…
Non vedo niente.
Si, ascolto.
Ma non vedo.
Ora…solo la morte…può consolarmi…

Il cappuccio era abbassato, la pioggia bagnava il volto.
Quel volto che ora non trasmetteva altro che dolore, sofferenza.

Non posso piangere.
Non lo merito.
Le mie colpe devono rimanere.
Sono colpevole.
Colpevole di aver fatto soffrire mia sorella e mia madre.
Colpevole di non essere stata capace di proteggerle.
Colpevole di aver fatto del male a delle persone a me care.
Colpevole.
Colpevole.
Colpevole.

Ad un tratto, delle presenze.
Era nascosta sotto una occia, la pioggia la copriva.
E delle presenze sembravano offrirle protezione.
-…cosa volete?-
-…aiutarti. E’ questo quello che volevi-
una mano si avvicinò a lei, e lei alzò lo sguardo: Sanzo.
Bagnato fradicio, come gli altri.
-…Kiko, le tue colpe sono state cancellate…-
-Tu non meriti di soffrire…-
-Sorridi, Kiko…-
-Sorridi per noi…-
la ragazza spalancò gli occhi.
Sanzo.
Gojio.
Hakkay.
Goku…

Una luce.
Una speranza.
…..

e non resistette più.
Scoppiò in lacrime. Lacrime liberatorie, lacrime vere, lacrime che da anni attendevano questo momento.
Sentì delle braccia tocarla, avvolgerla, scaldarla.
Gli si erano fatti tutti vicini.
Anche Sanzo.
E lei piangeva, piangeva.
E sorrideva
. Sorrideva libera.

Le sue ali si spalancarono, inondate di luce.
Candide piume, soffici e leggere.
Una luce l’abbagliava.
br> -Grazie…-

Sorrise allegra, stiracchiandosi, alzandosi dal letto e aprendo le finestre della sua stanza.
Il sole le baciava il viso, il mantello era dentro alla sua sacca.
Ormai non si vergognava più di mostrarsi per quello che era.
-Buongiorno. Vedo che ti sei alzata!-
si voltò, e vide Hakkay sorridergli nel suo solito modo, dietro di lui Gojio e Goku.
Li guardò, e sfoggiò il più radioso dei suoi sorrisi.
-Buongiorno!-

Era da tre ore che viaggiavano senza sosta, quando si erano fermati.
Sembrava tutto tranquillo.
I soliti demoni che attaccavano.
No.
Stavolta no.
Perché tutto deve sempre finire così?
Perché quando senti che la felicità ti ha raggiunto, e tocchi il cielo, finisce così?
Perché, forse, doveva andare così.
Lo scorrere lento delle immagini nelle loro menti.
Questa volta i demoni erano forti.
Uno più di tutti, ed era scatenato contro il bonzo.
L’aveva ferito al braccio, non poteva più usare la sua Shureiju.
E’ stato spontaneo.
Hanno fatto tanto, forse troppo per me.
Mi hanno ridato la vita, le mie ali.
E il mio unico modo per ringraziarli…era stato quel gesto.
Si era messo d’impulso davanto al bonzo.
E sotto lo sguardo sconvolto di tutti, la mano del demone gli aveva trapassato il corpo.
Ma lei sorrideva.
Avevo aperto le mie grandi ali.
E volavo.
Cadde a terra.
E successe il finimondo, come l’altra volta.
Solo che, questa volta, quando tutti corsero da lei, lei sorrideva, respirando a fatica, il sangue scendeva copioso, macchiando le vesti di tutti.
E lei sorrise, ripetendo l’unica parola…l’unica frase….che avesse potuto esprimere…quello che provava per loro.
-Grazie di cuore….vi voglio bene…vi amo…-
Si dice spesso che quando la gioia ti arriva, basta un minimo di vento, e spazza via ciò per cui avevi lottato. Anche per loro fu così.
Il vento passato, e con lui si era preso la vita di una creatura dolce, bellissima, che non aveva chiesto altro che un po’ di amore e di amicizia.
Aveva aperto di nuovo le sue grandi ali…ed era tornata a volare.
Caro dolce angelo…
E loro…
Piansero…
Non potevano fare altro che piangere.
Anche Sanzo pianse.
Pianse Goku.
Pianse Gojio.
Pianse Hakkay.
E pianse Sanzo.
E lei? Lei sorrideva, felice, le sue mani tenevano quelle delle persone che lei amava più della sua stessa vita. Perché lei li amava.
Tutti, nessuno escluso.
Il suo cuore…era per loro.
E lei aveva fatto ciò che il suo cuore aveva desiderato.
Farli vivere…

FINE

Non lo so…
A mio parere, è un finale un po’ così, sul traballante
. Triste, ma dolce.
Vorrei ringraziare Raffa! Perché mi è stata accanto fino all’ultima parola
. Ringrazio tutt quelli che la vorranno commentare.
E….ringrazio anche Kiko.
Si, Kiko, il mio personaggio.
Perché lei…in fondo…è un po’ una me stessa
Una me stessa nascosta.
Insomma, la parte scura della mia medaglia
E non mi vergogno di scriverlo.
Ciao.
Meiko.

  
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