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Autore: meiousetsuna    26/01/2019    7 recensioni
Ambientazione: Londra, 23 giugno 2025
Mycroft Holmes è una persona che vive per il suo lavoro, un uomo di ghiaccio, forse capace solo di volere bene al suo difficile fratellino. Non è certo vulnerabile a lusinghe e affetti, e neppure li desidera.
Anche Anthea è così, e non vorrebbe cambiare la sua vita impegnata e anche divertente con altre alternative.
Sono quello che sono, figli di un’Inghilterra alla vigilia di un cambiamento speciale.
Very british kisses,
Setsuna
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthea, Mycroft Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anthea/Mycroft
Ambientazione: Londra, 23 giugno 2025

Grazie, Koa__, del prezioso assist

quel-che-resta-del-giorno         

“Un bel respiro e tranquilla… non è la prima volta che lo faccio”.
Il viso del medico appariva simpatico e accogliente, e non sembrava solo una buona politica professionale; dopo tanti anni passati vicino a quello che era senz’altro l’uomo più intelligente d’Inghilterra ― e sicuramente tra i primi del mondo ― la donna riteneva di aver acquisito a sua volta una certa abilità nel giudicare gli altri. Il giovane non poteva avere più di trent’anni, ma era già piuttosto affermato, tanto da essere stato invitato a unirsi al prestigioso staff della clinica Tower Hill e doveva essere fiero di se stesso. Aveva un aspetto gradevole, era in salute, guadagnava bene; perché avrebbe dovuto essere astioso col mondo? Se riusciva a scherzare sul suo nome ― dovevano pur esserci alcuni genitori burloni che avevano chiamato un figlio Harry Potter ― la capacità di porsi in modo positivo doveva essere reale. Lei invece era solo capace di ricambiarlo con una cortesia formale, imparata a memoria, ma esercitata con mestiere.
“Neanche io. E non sono troppo impressionabile, non si preoccupi. Col dottor Whitemore* mi sono abituata a sedute abbastanza prolungate, perché ho molto tempo libero ma senza preavviso. Ha la mia scheda, vero?”
“Certo, signora Lewis. Posso chiederle per cosa sta la A? Come immagina ho sviluppato una passione per i nomi misteriosi”.
Mentre chiacchierava il dottor Potter aveva avviato la riproduzione di una playlist di musica classica e aspirato il contenuto della prima fialetta di botulino, avvicinandosi poi alla paziente.
“Annabelle? Audrey? Agatha?”
“Anthea”. L’interessata rivolse un sorriso seducente al medico. Era decisamente matura rispetto a lui, ma capiva che la trovava attraente, non c’era dubbio.
“Che bel nome. Vuol dire ‘fiorita’, vero?” Senza attendere risposta, il chirurgo estetico aveva puntato sul viso della bruna un’enorme lente d’ingrandimento circondata da una lampada al led, scoprendo i segni che il tempo non mancava di scrivere sul volto delle persone, chiunque fossero. Anche una donna abbastanza furba da seguire i consigli del suo datore di lavoro, a volte anche del suo indisciplinato fratello minore; perché ci sono vendette della vita alle quali proprio nessuno può sfuggire.
‘Se si vuole nascondere qualcosa bisogna tenerla bene in vista’.
Neppure Sherlock aveva capito che era il cognome a essere falsificato, non il suo nome inconsueto, da così tanto ormai che la sua identità fittizia le pareva quella reale, confermata dal passaporto e persone che la salutavano ogni giorno, la targhetta sul citofono e la lista degli appuntamenti col parrucchiere. La sua era, in effetti, l’esistenza della signora Lewis, segretaria presso l’ufficio di un funzionario del governo, un bell’appartamentino a Chelsea, single senza figli, mai un fidanzato ufficiale, un animale domestico. Nulla con la quale ricattarla, nessuno che potesse pretendere la sua presenza.
Anche se la sua mimica facciale non era la più ampia immaginabile, sottili zampe di gallina avevano iniziato a formarsi agli angoli degli occhi neri, e lievissimi segni orizzontali attraversavano la fronte appena sulla linea delle sopracciglia.
“Ecco, bravissima… queste piccole rughe dinamiche spariranno perfettamente per sei, otto mesi; stiamo facendo passi in avanti, per fortuna. Ha sentito molto male, Anthea? Posso chiamarla per nome? Ho un rapporto molto familiare con le mie clienti”.
“Non mi disturba”. No, il suo nome vero era la parte meno personale che avesse.
Di sicuro Harry aveva controllato la sua anagrafica e visto che aveva quarantacinque anni. Era sempre apparsa più giovane, non ultima era stata la riprova di quel capitano confuso che era John Watson: quando aveva subito provato a conquistarla, le aveva chiaramente attribuito cinque anni di meno. Ma aveva smesso con ogni minimo atteggiamento galante da giorno in cui lui e Sherlock avevano iniziato una relazione che Mr. Holmes senior aveva apertamente giudicato con un’alzata di sopracciglia e un acido: ‘Rosamund acquisirà il doppio cognome?’ Poi, nella riservatezza di casa, aveva aperto un cognac che doveva costare come il suo stipendio di due mesi e brindato con un luccichio negli occhi che, se fosse stato possibile, sarebbe parso disciolto dal suo celebre cuore di ghiaccio. L’aveva invitata a bere con lui, un po’ perché si fidava, un po’ perché era l’unica opzione possibile. Nella lussuosa residenza di Pall Mall solo un numero ristrettissimo di esseri umani poteva mettere piede. I domestici entravano la mattina alle sette e uscivano alle cinque, sotto gli occhi implacabili di decine di telecamere e di quelli del maggiordomo, che aveva un ottimo motivo per non osare nemmeno immaginare di tradire la fiducia del suo signore. Sì, tutti pensavano che il loro rapporto fosse di poco meno formale di quello di un vassallo col gran re Arthur Pendragon; a parte il cospicuo stipendio che contribuiva ad aumentare la sua fedeltà. Alle sei e trenta andava via anche lui, dopo aver controllato che la cena fosse pronta, gli abiti ritirati dalla lavanderia appesi, e che non ci fossero disposizioni di restare per accogliere degli ospiti. Alcuni eletti salivano al secondo piano: Sherlock, John, Rosamund, i coniugi Holmes — ma solo una volta; l’atmosfera non era stata la più idilliaca. Un pomeriggio il brav’uomo aveva rischiato un infarto credendo di riconoscere una certa anziana signora con un orrendo cappello giallo con i fiori, ma forse si era sbagliato… Infine un paio di donne, negli ultimi anni, avevano varcato la soglia di quell’eremo felice che era la stanza da letto di Mycroft Holmes. Lady Smallwood, per sancire un patto di reciproco sostegno; un’alleanza firmata tra le lenzuola. E lei, per festeggiare un altro tipo di unione, quella del fratellino ribelle che aveva qualcuno che si sarebbe preso cura di lui con amore. Erano ubriachi. Ma non del tutto. Divertiti e tristi, come chi sa che sta sbagliando ma proprio per quello non può farne a meno. Lui l’aveva fatta accomodare sul divano di seta bianca che troneggiava nello studio comunicante con la stanza, perché era la che lavorava in privato e vi conservava gli alcolici migliori, e a un certo punto l’aveva guardata, solo guardata, come se si fosse accorto per la prima volta di quanto fosse bella. Con un gesto timido le aveva spostato indietro una ciocca di capelli mossi, ritirando subito la mano. Anthea aveva sospettato che il colore scuro gli avesse richiamato una coccola che faceva a Sherlock da bambino, pettinarlo con le mani dopo avergli ripetuto che tagliare i ricci sarebbe stato più comodo.
‘Perché no?’ La domanda se l’era posta, ma la testa girava e il momento sembrava giusto. Avrebbe compromesso il suo lavoro? No, non era un uomo così meschino, avrebbe solo finto di non ricordarsi niente. Aveva ricambiato il gesto, lisciando la sua fronte stempiata e i morbidi capelli color mogano, poi aveva avvicinato le labbra alle sue. L’uomo si era irrigidito, quasi riprendendosi dall’ebbrezza, ma non gli aveva lasciato scampo. I vestiti erano volati via; la sottoveste, le calze autoreggenti, e la canotta, i boxer e i calzini di lui erano rimasti addosso, testimoni di ritegno, di una concessione parziale della propria intimità. Ma era stato più bello di quanto credesse, probabilmente perché il politico si concedeva poche distrazioni del genere e ne aveva un gran bisogno, ma era stato un rapporto delicato, non frettoloso. Alla fine, nell’orgasmo aveva gridato un ‘signor Holmes!’ che l’aveva fatto ridere per cinque minuti, come non l’aveva mai sentito, con una voce così fresca.
“In questa speciale circostanza Mycroft va benissimo”. Aveva riso anche lei, si era alzata per fare una doccia, l’aveva salutato con un accenno di carezza su una spalla, ed era tornata a casa con un taxi.

“Mi raccomando, si ricordi di applicare della crema con filtro cinquanta per una settimana, anche se il sole di Londra è pallido è comunque pericoloso per l’epidermide trattata. Che bel risultato, già si vede, e domani sarà ancora meglio. Ha fatto bene a cominciare da qualche anno, specie per il filler, abbiamo rallentato la rilassatezza dei muscoli cutanei. Proseguo, se ce la fa”.
“Certamente. Mi lasci solo controllare il telefono, devo avere dei messaggi”.
Anthea sporse il braccio destro verso lo sgabello con la borsa, prendendo il suo nuovo BlackBerry Key 3,** il regalo di Natale di Mycroft. Solo lui la conosceva così bene da sapere che malgrado l’enorme offerta sul mercato lei avrebbe sempre preferito i telefoni con tastiera fisica. Sherlock l’aveva presa in giro considerandola in pratica un dinosauro, cosa fastidiosa visto che aveva tre anni più di lei, ma finché la TCL Communication continuava a sviluppare nuova tecnologia per quel modello non l’avrebbe mai abbandonato. Aveva qualcosa in comune con lei: un’eleganza sensuale, il colore nero, un mix di classicismo e modernità che lo rendeva non databile; quello che stava cercando di fare di se stessa in quel momento. Lo Speed Key la portò istantaneamente alla memoria dei messaggi; operazioni del conto, il check-in del biglietto per Parigi, degli sms del suo datore di lavoro.

Appena terminato col dottor Potter mi raggiunga a casa mia MH
Conto che arrivi entro le 1 per raccogliere dei documenti di particolare urgenza MH
Se non ha tempo venga lo stesso mettendo sul mio conto una prossima seduta MH

Arriverò entro le 1:00pm AL

Con la digitazione flick-typing e il Proactive Health lo scambio dei messaggi era incredibilmente veloce e soprattutto sicurissimo, come doveva restare un numero su cui transitavano informazioni relative a procedure del governo, per restare generici. Ma un’idea poco conforme al suo standard di comportamento attraversò la donna in modo improvviso. Quello era un gran giorno, unico, e meritava un diversivo.
“Dottore, un’emergenza in ufficio. Continueremo con il filler la prossima settimana, pago il prodotto naturalmente”.
“Sicura?” Harry vedeva raramente una paziente abbandonare le sue sedute e il sogno di giovinezza ― d’amore, normalmente ― che queste contribuivano ad alimentare. “Resta solo da riempire quelle fossette ai lati delle labbra che si sono incavate, è il momento giusto. La prossima volta possiamo passare a quello permanente se il risultato le piace, i siliconi vanno impiantati dopo… dalla sua età, più o meno”.
Anthea si alzò sorridendo, convinta che il dispiacere del medico fosse poco professionale; la verità era che non aveva fatto in tempo a chiederle di uscire per cena.
“Chiamerò per fissare un’altra seduta, grazie”. Lasciando il povero corteggiatore fallito in un silenzio oltraggiato, la bruna infilò la giacca del tailleur sul top bianco all’americana e recuperò la borsetta, lisciando la gonna che aderiva millimetricamente sui fianchi allo specchio, uscendo senza aggiungere altro. Era un lunedì, in alcune cose un lunedì come un altro. Mycroft Holmes sarebbe rientrato da un breve meeting col suo gruppo segretissimo, e per tornare a casa avrebbe attraversato il St James's Park per un passeggiata corroborante che lo aiutasse a mantenersi in forma; niente soste intorno al laghetto dei pellicani, niente tè con i dolci, forse cinque minuti di riposo su una panchina se un sole gentile avesse omaggiato la città della sua presenza senza essere contrastato dalla dispettosa pioggia primaverile. Eccolo, infatti. Anthea si diresse verso di lui, contenta dell’effetto che il suo largo anticipo avrebbe causato.
“Le dodici e dieci, davvero cortese da parte sua, Anthea”.
*** “Ho interrotto la sua lettura”.
Mycroft non era il tipo da tradire un’emozione, o a sua detta di provarla, semplificando la situazione a monte; ma forse quel giorno anche una persona che si era ribattezzata ‘Antartica’ non riusciva a controllarsi al cento per cento. Solo un movimento rivelatore delle dita che strinsero il volume mascherato da una sovracopertina, un piccolo gesto meccanico. E Anthea non era tipo da prendersi certe confidenze, specie col suo capo, eppure quelle erano le ultime ore possibili per un’innocua stravaganza, ed era quella la tentazione.
“Vorrei scoprire cosa legge con tanta attenzione, signor Holmes, deve essere interessante. La storia di William il Conquistatore o la biografia di Lady D.?”
“Non crede sia una domanda inopportuna?” Il politico cercava di sembrare disinvolto, irridente come al solito, ma era troppo tardi, non c’era solo una persona intelligente, lì.
Quando una mano della sua assistente afferrò un angolo del volumetto, la reazione di Holmes fu di tale stupore da fargli allentare la presa, ma anche allora continuava a contare sulla discrezione della sua dipendente, perché era impossibile che si fosse sbagliato nel valutare una persona. In un angolo della sua memoria un detto simile a ‘non si teme davvero qualcuno con cui si è andati a letto’ continuava a vorticare distraendolo, finché il libro finì catturato ed esaminato con uno sguardo malizioso che si spense subito.
“Giulietta e Romeo. È il nostro grande capolavoro, non pensa? La storia più romantica che ci sia”.
“La letteratura è sempre stata marginale, non solo per mio fratello. Non si permetta più, Anthea”.
“Mi scusi, signor Holmes, non avrei dovuto violare la sua intimità. Credo sia l’euforia della giornata”.
‘Credo che siamo piuttosto ridicoli’
“Solo per questa unica volta”.
‘So cosa pensi, è stato un errore’
“Ho un presente per lei, forse andrà bene per farmi perdonare”. Dalla borsetta socchiusa fece la sua comparsa una piccola scatola di velluto, che passò rapidamente dalla mano con le unghie smaltate di un rosa latteo a quelle lunghe e un po’ asciugate dall’età dell’uomo. Per la verità Mycroft portava benissimo i suoi cinquantacinque anni; dieta sana, palestra e vita agiata mostravano i loro benefici, tranne per la linea dei capelli che retrocedeva spietata, con suo cruccio. Non era vanitoso come Sherlock, che sarebbe stato capace di creare la prima cura funzionante contro la calvizie nel salotto domestico se i preziosi riccioli che facevano impazzire John avessero dato cenno di volerlo abbandonare… forse poteva chiedergli una formula, purché non lo usasse come cavia. Era solo per la sua immagine pubblica che gli dispiaceva, un buon aspetto attira la simpatia delle masse, almeno di quella enorme boccia di pesci rossi che l’Inghilterra stava rischiando di diventare.
Ricacciando indietro un sospiro aprì il contenitore. C’erano dei gemelli d’oro bianco, uno con una C in smalto verde che all’interno aveva il disegno stilizzato di un cervello, l’altro con una scritta quasi illeggibile per la grandezza dei caratteri: Semper Occultus.**** Un sorriso sornione si dipinse sulla labbra di Mycroft.
“Pensa che dovrei esibirli?”
“Certo, non deve nascondere la sua storia, le dà lustro, mostra le sue capacità. Faranno effetto”.
“Li indosserò domattina, quando mi mostrerò confuso dall’onore ma deciso e sicuro delle mie competenze e volenteroso di dedicare tutto me stesso al mio Paese”.
Anthea fece cenno di sì con la testa, sì a tutto, lo sapeva, e andava benissimo così.
*****“Da quanto ha creduto che l’avrebbero eletta Primo Ministro?” Non aveva detto ‘candidato’, non c’era bisogno di fingere di non sapere.
“Da quando ho compiuto quattordici anni, non ero più un bambino, sapevo cosa volevo diventare”.
Un pensiero scuro gli si strinse intorno al cuore. Da quando il piccolo Sherly era diventato responsabilità sua aveva fatto un balzo in avanti di cui doveva essergli grato, niente più spazio per gli scherzi.
“Così Theresa ha dovuto cedere le armi, non dubitavo che avrebbe vinto lei, signor Holmes. La hard brexit è stata difficile, ma ha spianato la strada a chi arriverà adesso. Ho completa fiducia nelle sue capacità, abbiamo lavorato bene dal 2019 e i Tory non potevano essere più fortunati. Il primo decreto?”
“Se lo chiederanno ancora appoggerò la richiesta della Scozia e dell’Irlanda di restare nell’UE, se li forzassimo potrebbero ribellarsi, Anthea, e vincere, perché avrebbero ragione e noi torto. Non serve la forza, ma la diplomazia. Poi si penserà alla questione dei tassi d’interesse e della svalutazione, in due anni torneremo al rating AAA. Abbiamo una grande storia, sarà di nuovo il continente ad aver bisogno di noi”.
Si alzarono contemporaneamente, anche perché alcun curiosi davano l’idea di volersi avvicinare, e l’ultimo sforzo che Mycroft avrebbe adempiuto con gioia sarebbe stato sottoporsi a selfie imbarazzanti.
“Una posizione di riguardo per suo fratello?” La bruna non riusciva a non provocarlo, quella mattina.
“Mi ha detto che se ci provo sparirà dalla mia vita per dieci anni, perché sarò eletto due volte, è chiaro. Ma ha graziosamente accettato un piccolo vitalizio per meriti sul lavoro, credo che compreranno un cottage, una scelta sensata, per lo meno. Io subirò delle pressioni, naturalmente, tutti credono che un uomo sposato dimostri affidabilità, ma non ne ho intenzione”.
“Certo”. La voce della donna era sincera e tranquilla.
“Anche un paio di figli e un cane fanno un buon effetto, ma non ho tempo per sciocchezze del genere. Resterò scapolo e forse avrò un gatto, lo trovo più affine alla mia vita, indipendente”.  
Mycroft alzò gli occhi a cielo, e aprì l’ombrello, coprendo anche la sua assistente.
“Non piove, signor Holmes, si è appena velato il sole”.
“Lo vedo” il tono era falsamente seccato “ma è questo che mi disturba, se piovesse saprei cosa fare. Inoltre credo che la luce faccia male al botulino”. Una mezza espressione di scuse apparve sul suo viso, cancellata da quella divertita di lei.
“Anthea… pensa che passerà tutta la vita non insieme a me?”
“Lo so facendo, signor Holmes”. La donna continuò a camminare sotto l’ombrello nero, forse un poco più vicino di quanto servisse.

FINE

Note:
Il libro di Kazuo Ishiguro che dà il titolo alla storia parla di due fasi della vita della coppia protagonista, che all’inizio ha un’età vicina a quella dei nostri personaggi, e solo la seconda volta quello che resterebbe da vivere insieme è, con malinconia, troppo poco. Mi sono portata avanti con gli anni di pochissimo perché non parlo di “vita nel futuro” pur essendo futureverse. Ho lasciato la tecnologia e altro quasi attuali: lo scopo è evidenziare Myc e Anthea con l’IC che conosciamo, non davvero cambiati. Scusate quindi il titolo che forse ― in termini di tempo ― promette più di quanto mantenga.
Non sono una vera fan, ma ho sempre desiderato provare a scrivere una storia su di loro. Anthea mi incuriosisce molto, volevo ‘studiarla’, ma in riferimento a una coppia.
*Whitemore è il cognome di un “dottore pazzo” di The Vampire Diaries, che doveva essere anche, in origine, il cognome dei fratelli Salvatore
** Attualmente siamo al Key 2, mi sono avventurata di poco
***Questa di “Giulietta e Romeo” è una famosa scena del romanzo/film, che in realtà è più “teatrale” ma ho semplificato i gesti e le frasi per lasciare Anthea più IC possibile (o più fanon? Sul suo IC ho idee relative)
**** Il Secret Intelligence Service è l'agenzia di spionaggio per l'estero del Regno Unito, comunemente nota come MI6. La sua insegna era un tempo costituita da una C verde con l'immagine di un cervello, e con le parole Semper Occultus.
*****Qui c’è un conto che non torna, anche ho fatto del mio meglio. C’è almeno un anno di discrepanza tra i cinque della durata in carica di un primo ministro e i sei previsti da Philip Hammond, ora Cancelliere, per completare i negoziati di uscita dall’UE. Per esigenze di fiction ho riunito tutto nel 2025, e ho scelto il 23 giugno (2016), la vittoria del referendum della Brexit, creando una data che abbia un ipotetico valore simbolico. Spero che non mi mandiate nella Torre di Londra...

  
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